Israele a Russia e Stati Uniti“Fuori l’Iran dalla Siria”
In attesa di sapere cosa emergerà dall’atteso vertice tra il Presidente Usa Donald Trump e il Presidente russo Vladimir Putin previsto per la prossima settimana in Finlandia, la diplomazia israeliana lavora per influenzare l’agenda dell’incontro: il Primo ministro d’Israele Benjamin Netanyahu si prepara infatti per una nuova missione a Mosca. Mercoledì Netanyahu incontrerà in Russia il presidente Putin per ribadire un concetto più volte espresso in passato: “Israele non può tollerare una presenza militare iraniana e dei suoi sodali in Siria”. “Continueremo a difendere i nostri confini, forniremo gli aiuti umanitari nel miglior modo possibile, non permetteremo l’ingresso nei nostri territori e chiederemo il rigoroso rispetto dell’accordo di disimpegno del 1974 con l’esercito siriano”, ha dichiarato di recente Netanyahu, parlando dell’imminente vertice a Mosca e ricordando l’aiuto prestato ai civili siriani, intensificatosi nelle scorse settimane a causa dell’offensiva del regime di Assad nel sud della Siria. Una Siria che Israele vuole libera dall’influenza iraniana e non teme di dimostrarlo con i fatti: nelle scorse ore ha infatti colpito nuovamente la base T4, vicino a Palmira. Almeno questa è l’accusa di Damasco visto che da Gerusalemme non ci sono state conferme né smentite. I cacciabombardieri di Tsahal (l’esercito israeliano) sarebbero entrati nello spazio aereo siriano dall’area del valico di Al-Tanf, sotto controllo americano, per poi volare a bassa quota in modo da evitare di essere intercettati dai radar. Secondo la giornalista israeliana Gili Cohen, negli ultimi mesi l’Iran ha utilizzato la base T4 dell’aviazione militare siriana per diversi scopi, tra cui il trasferimento di armi a Hezbollah – il movimento terroristico sciita libanese nemico di Israele che in Siria combatte per Assad – e per azioni dirette contro Israele. Da qui gli attacchi e la richiesta di Netanyahu che verrà ribadita a Putin a Mosca. “I russi vogliono raggiungere un accordo a lungo termine che ponga fine alla guerra in Siria, vogliono rinnovare il controllo di Assad sul suo paese e a tal fine hanno bisogno che Israele non intervenga”, spiega Ron Ben Yishai, l’analista di Yedioth Ahronoth, popolare quotidiano israeliano. “Per questo Putin ha fatto presto a invitare Netanyahu a guardare con lui la semifinale di Coppa del Mondo come gesto d’onore e di prestigio per attenuare l’attesa resistenza israeliana al controllo dell’esercito siriano sulle zone vicine al confine con lo Stato ebraico”, scrive Ben Yishai, secondo cui Putin sembra essere intenzionato ad accettare la richiesta di Gerusalemme sulla necessità di far cessare l’influenza iraniana in Siria. “Ma a differenza di Israele, che chiede un ritiro immediato dell’Iran e dei suoi rappresentanti, Putin vuole che avvenga gradualmente”.