Nato, il vertice tra i timori
Bruxelles si prepara ad accoglie la due giorni (mercoledì e giovedì) del vertice Nato. Un appuntamento a cui l’Europa arriva con una buona dose di preoccupazione visti i toni del presidente Usa Donald Trump: secondo il Washington Post infatti i leader europei temono che Trump possa danneggiare seriamente l’alleanza atlantica. Il presidente Usa, notoriamente critico verso i contributi versati dai paesi del Vecchio Continente alla Nato, ha scelto ultimamente come principale bersaglio la Germania, accusata di farsi difendere a spese degli Stati Uniti. Sullo sfondo poi, un altro importante appuntamento di cui Trump sarà protagonista: il vertice in Finlandia con il presidente Russo Vladimir Putin (16 luglio). Sul tavolo, spiega il Corriere Economia, le sanzioni economiche alla Russia e la questione siriana, che interessa anche Israele: come ricorda il Corriere, il governo di Gerusalemme ha chiesto a Mosca di fare pressione su l’Iran per ottenere che le forze del regime degli Ayatollah nel sud della Siria si allontanino verso nord-est.
Migranti, il piano di Vienna. Dal suo ruolo di presidente di turno dell’Unione europea, l’Austria cerca di promuovere la propria linea dura sui migranti: “stop alle domande per il diritto di asilo sul territorio della Ue”, la proposta del governo di Vienna. “Una rivoluzione radicale, che stopperebbe di fatto la prassi in vigore da decenni, regolata dalla Convenzione di Ginevra: – spiega La Stampa – le persone che fuggono dalla loro terra per motivi di persecuzione politica, razza o religione e raggiungono un Paese sicuro, hanno diritto di avviare lì una procedura per una richiesta di protezione”. In Italia intanto, il ministro degli Interni Salvini – intervistato oggi dal quotidiano La Verità – continua ad invocare la chiusura dei porti italiani alle navi che salvano migranti, criticando l’operazione europea Sophia che ha portato al sicuro a Messina 109 profughi. “La competenza è nostra e non sua”, fanno sapere dal ministero della Difesa, a guida Cinque Stelle. E di Salvini parla anche il direttore di La7 Enrico Mentana (intervistato da Libero) che si chiede come mai il ministro non pensi “alle priorità: stroncare il traffico della droga che ingrassa il fenomeno dei clandestini galoppini degli spacciatori?”.
L’artista e il sindaco di Gerusalemme. Il prossimo 9 ottobre al Museo Boncompagni Ludovisi di Roma, arriva la mostra “After the Tribes” dell’artista Beverly Barkat, curata da Giorgia Calò e dedicata alle dodici tribù di Israele. “All’inizio ho pensato alla varietà di paesaggi che abbiamo in Israele, da lì sono arrivata alle regioni dove vivevano le tribù e più in profondità a chi sono io: come persona, come ebrea che ha scelto di vivere qui e di crescere qui le mie tre figlie, il mio legame con questa terra e il suo passato. – racconta Barkat al Corriere – La mia identità ebraica non è nazionalistica, non vuole schiacciare chi è in disaccordo. Allo stesso tempo per accettare veramente gli altri dobbiamo sentirci forti nella nostra identità”. L’artista, ricorda tra le altre cose il quotidiano di via Solferino, è sposata con il sindaco di Gerusalemme Nir Barkat: che “in marzo ha annunciato la decisione di non ricandidarsi per il terzo mandato” perché “punta alla politica nazionale, a conquistare un seggio con il Likud e da lì – pronosticano gli analisti – spera di togliere il comando della destra e del governo al primo ministro Benjamin Netanyahu”.
Il significato del confino. Sul Fatto Quotidiano Furio Colombo presenta il nuovo libro della storica Anna Foa, Andare per i luoghi di confino (Il Mulino Editore), che ricostruisce la storia dei luoghi-punizione in cui il regime fascista inviava gli oppositori politici. “L’autrice vuole che il lettore si renda conto che “il confino”, come pena e come forma di correzione (una misura di polizia per dissenzienti, che sembrava benevola, era crudele e negava ogni diritto fondamentale) può esistere solo (e anzi è inevitabile che esista) in un Paese circondato da confini armati, – spiega Colombo – dove si possono chiudere illegalmente i porti, stabilire divieti arbitrari e decidere sul rischio delle persone che viaggiano e sul pericolo che, come i dissidenti, gli stranieri automaticamente portano di qua dal confine violato”. Della Foa è inoltre in libreria La famiglia F (Laterza), presentato di recente da Wlodek Goldkorn su L’Espresso, in cui l’autrice racconta le “vicende della sua famiglia e prima di tutto della straordinaria coppia dei suoi genitori – scrive Goldkorn – in un libro di assoluta bellezza formale, di grande coraggio e sincerità e dove svela molti segreti senza pettegolezzi né sensazionalismi”.
La solidarietà secondo Bauman. “L’umanità è in crisi: e da questa crisi non c’è altra via d’uscita che la solidarietà tra gli uomini”, così scriveva il sociologo Zygmunt Bauman in uno dei suoi saggi, Lo straniero alle porte, che il Corriere della Sera porta oggi nuovamente in edicola con prefazione della filosofa Donatella Di Cesare.
Milano e il neofascismo. Il Fatto Quotidiano racconta degli inquietanti intrecci a Milano tra i movimenti neofascisti e i locali della movida della città. “Dal 2017 sono 152 i locali che la Questura ha fatto chiudere per la presenza di pregiudicati”. “Quartieri di periferia, – scrive il Fatto – una volta di sinistra, ora risentono dell’influenza di CasaPound che cavalca il disagio sociale. Lame e movida, di mezzo un bel po’ di estrema destra e qualche non rara presenza mafiosa di peso”.
Antisemitismo. Al Circolo dei Lettori di Torino si terrà oggi l’incontro organizzato dal Gruppo Sionistico Piemontese il “Vecchio e nuovo antisemitismo” con relatori, David Meghnagi, professore di Psicologia clinica e della religione all’Università Roma Tre e assessore alla Cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Roberto Mazzola, docente di Diritto ecclesiastico e interculturale all’Università del Piemonte Orientale, Vittorio Bendaud Robiati, del Tribunale Rabbinico del Centro Nord Italia e Alberto Somekh, rabbino della Comunità di Torino (Stampa Torino).
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked