Libia, lo scontro continua
I principali quotidiani di oggi aprono sulla Libia, dove continuano gli scontri fra le milizie ribelli e quelle fedeli al governo di accordo nazionale guidato da Fayez al Serraj e sostenuto dall’ONU, con le accuse del ministro dell’Interno italiano Salvini alla Francia sulla responsabilità della situazione. Secondo il Corriere il rischio “è che possa saltare l’intesa sui flussi migratori. L’accordo siglato dal governo Gentiloni è stato di fatto rinnovato dopo l’arrivo a Palazzo Chigi di Giuseppe Conte con la decisione di inviare a Tripoli le motovedette destinate alla Guardia Costiera locale. Ma la guerra civile per ora ha messo all’angolo il capo del governo libico Fayez Sarraj e la situazione appare ormai fuori controllo” con la possibilità che si intensifichino gli arrivi sulle coste italiane.
Duterte in Israele. Il controverso leader filippino Rodrigo Duterte ha visitato ieri lo Yad Vashem di Gerusalemme. In passato lo stesso Duterte aveva paragonato la propria politica contro la droga alla macchina di sterminio nazista. A Gerusalemme ha affermato che Hitler era “un pazzo”, augurandosi che tragedie come la Shoah non si ripetano più (Repubblica). “Con Israele – scrive La Stampa – ha costruito una alleanza di ferro contro il terrorismo islamista e nel campo della sicurezza e della tecnologia militare”. La visita dovrebbe prevedere anche la firma di un accordo, spiega il quotidiano, “per una concessione petrolifera nelle Filippine alla compagnia israeliana Ratio Petroleum e uno, molto sentito dall’opinione pubblica interna, per migliorare le condizioni degli immigrati filippini, 30 mila in Israele”.
La virtuale Gerusalemme di Erode. La Stampa racconta Step into History, nuovo tour itinerante in realtà virtuale, in cui il visitatore attraversa la Città Vecchia di Gerusalemme, attraverso occhiali che ne svelano le sembianze durante il periodo di Erode, circa 2000 anni fa, all’epoca del Secondo Tempio.
Antisemitismo e labour. Per l’ex premier laburista Brown il suo partito dovrebbe accettare “in modo unanime e immediato” la definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance (Ihra). Una posizione diversa da quella del leader Jeremy Corbyn, accusato da più parti di antisemitismo. Fra due giorni il vertice del Labour deciderà (Repubblica).
La Sicilia e il problema xenofobia. Un giovane tunisino è stato aggredito domenica, a Raffadali, in provincia di Agrigento, da un altro minorenne che dopo avergli dato una sportellata lo ha picchiato con calci e pugni gridando “torna nel tuo Paese”. A raccontare l’accaduto, tra gli altri, il Fatto quotidiano che afferma che “la Sicilia non è nuova a episodi di razzismo: a Bagheria domenica scorsa è stato aggredito a colpi di cric un 25enne nigeriano e a fine luglio a 48 ore di distanza uno dall’altro si erano verificati tre casi simili”.
Gitai a Venezia. Il regista israeliano Amos Gitai porta due opere al Festival del Cinema di Venezia, entrambe fuori concorso: il film breve A Letter To a Friend in Gaza, ispirato alla poesia Pensa agli altri dello scrittore palestinese Mahmoud Darwish, e il lungometraggio A Tramway in Jerusalem, dedicato a Gerusalemme e alla convivenza tra culture su di un tram che l’attraversa. “In Israele ci sarà sempre conflitto, – afferma Gitai (Avvenire)- ma il mio film è una ironica e utopistica rappresentazione di come potrà essere il futuro, quando i conflitti termineranno: riusciremo ad accettarci gli uni gli altri in una convivenza pacifica, dopo tanta violenza?”.
Segnalibro. Si intitola Unavoidable hope il libro di Roger Sabbadini dedicato al padre, Alex, che lasciò l’Italia per l’America dopo la promulgazione delle Leggi razziste e vi tornò da uomo libero per combattere il nazifascismo. “L’avvincente racconto di Sabbadini – racconta La Stampa – inizia quando il sergente Alex sbarca con gli alleati ad Anzio nell’operazione Shingle il 22 gennaio del ’44. Dalla spiaggia vede a Nettuno Villa Silvia, la residenza estiva di famiglia, oramai deserta. Sono passati quasi cinque anni da quell’addio a Roma, e da allora non ha più avuto notizie dei suoi cari. Alex, che già aveva preso parte allo sbarco in Sicilia e ha combattuto in Nordafrica, arriva con l’incarico di esaminare i documenti del nemico e di fotografare ogni cosa. Sono pochi i soldati muniti di macchina fotografica, sta a lui documentare tutti gli avvenimenti come un vero reporter”.
Accostamenti impossibili. Corriere Torino pubblica una lettera firmata da Ermanno Tedeschi in risposta ad un articolo in cui si parlava della scelta del Salone del Libro di avere l’Iran come paese ospite nel 2020 e lo si accostava alla scelta passata di ospitare Israele. “Non condivido – scrive Tedeschi – il parallelismo tra Israele ed Iran: Israele è l’unica vera democrazia del Medio Oriente dove tutti possono esprimere liberamente le proprie idee, acquistare prodotti senza essere sottoposti a censura ed alcuna forma di limitazione. Tutto ciò non avviene in Iran e in altri paesi arabi dove chi esprime liberamente le proprie idee attraverso espressioni di carattere culturale è sottoposto a severe pene, a volte rimettendoci anche la vita”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked