Il ’38, dall’archivio al palcoscenico

La testimonianza di Liliana Segre, il ricordo dei drammatici fatti che l’hanno investita personalmente ma anche il suo monito per la difesa di una società consapevole, plurale e democratica al centro del convegno “…e ora sono nel vento” organizzato a Verbania Pallanza nel 75esimo anniversario dell’eccidio degli ebrei compiuto sul Lago Maggiore, con un particolare riferimento alle vicende della famiglia Ovazza – Ettore con la moglie Nella Sacerdote e i figli Riccardo e Elena, tutti uccisi e bruciati nella caldaia della scuola di Intra il 9 ottobre 1943 – e alle molte ferite mai rimarginatesi. A partire dalla mancata estradizione dei responsabili della strage, mai concessa dalla Germania.
Sala gremita a Villa Giulia per ascoltare le parole della Testimone e senatrice a vita, partecipare all’inaugurazione di una mostra relativa ai fatti del ’43 ma anche assistere alla presentazione di un’esperienza didattica “dall’archivio al palcoscenico”, relativa alle Leggi razziste promulgate dal fascismo nel 1938, che ha avuto come protagonisti insegnanti e allievi del Liceo Alfieri di Torino. Sul palco Anna Segre, insieme a Paola Chirico, Francesca Gamalero e Dalma Oliva.
La professoressa Segre, nel suo intervento, ha spiegato che suo padre Franco passò bambino dal lago per espatriare in Svizzera. “Se sono nata – ha detto – devo ringraziare la famiglia che ha ospitato la mia famiglia per un mese a Intra e poi l’ha fatta passare in territorio elvetico”.
I lavori del convegno si sono aperti con una relazione di Ester Bucchi De Giuli e Gianni Galli sullo stato della ricerca e presentazione della banca dati “Eccidio degli ebrei sul lago Maggiore” e sono proseguiti con gli interventi di Raphael Rues, Leonardo Parachini, Gianmaria Ottolini e Mariella Terzoli.

(21 ottobre 2018)