NARRATIVA Identità in bilico nell’Europa che fu

klopArnold Zweig / LA FAMIGLIA KLOPFER / Giuntina

Nato nel 1887 a Glogau (ai tempi parte dell’impero germanico, oggi in Polonia), ebreo di umili origini, molto meno conosciuto in Italia rispetto al suo quasi omonimo e quasi coetaneo Stefan, Arnold Zweig è stato uno dei più importanti intellettuali e scrittori in lingua tedesca della sua generazione.
Giuntina ha appena pubblicato, a cura di Enrico Paventi, La famiglia Klopfer, la sua prima opera, del 1911, in cui affronta il tema dell’identità, cercando nel succedersi delle generazioni il mistero delle affinità e delle discontinuità nei legami di sangue, influenzato dalla psicoanalisi che si affacciava in modo dirompente nella cultura europea.
Centrale è il personaggio di Peter, scrittore di successo, in bilico tra la cultura tedesca e quella ebraica, che scrive le sue opere nella lingua di Goethe ed è affascinato dal mondo latino. È il figlio a tratteggiarne il carattere per cercare le motivazioni della frattura insanabile tra sé e il padre. Un figlio sradicato dall’Europa della Shoah e privato dal padre di un legame profondo con l’ebraismo, costretto quindi alla condizione esistenziale di tanti personaggi della narrativa ebraico-orientale, ormai assimilati e privi delle proprie radici. La famiglia Klopfer, pur nella sua brevità, rappresenta un eccezionale ritratto famigliare, sarcastico, originale e infine commovente.
Sionista e marxista, Arnold Zweig emigrò in terra d’Israele negli anni ’30, per poi far ritorno in Germania (nella Germania dell’est, per la precisione) nel dopoguerra, dove divenne presidente dell’Accademia delle arti tedesca. Ricevette il Premio Lenin nel 1958. Questo testo pubblicato da Giuntina è un interessante primo approccio a un autore che è stato anche in odore di Nobel.

Marco Di Porto