I Lavori degli Stati GeneraliIsraele, la sfida di comunicare
In una realtà internazionale in profondo cambiamento, quale messaggio può portare il mondo ebraico, quale Israele? E attraverso quali modalità e strumenti? Sono alcuni degli interrogativi su cui si è riflettuto nelle scorse ore nell’ambito della due giorni di Stati Generali dell’Ebraismo Italiano, organizzata a Roma dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ospiti della prima sessione dei lavori, introdotta dalla presidente UCEI Noemi Di Segni, la viceambasciatrice israeliana in Italia Ofra Farhi, il ministro per gli affari pubblici dell’ambasciata Ariel Bercovich, lo storico Claudio Vercelli. Ad essere proiettato anche un intervento video del direttore de La Stampa Maurizio Molinari. “Oggi è molto importante il confronto con voi”, ha affermato in apertura Farhi. “Noi siamo come degli avvocati: ci prendiamo la responsabilità di difendere l’esistenza fondamentale dello Stato d’Israele per tutto il popolo ebraico”. “Israele è molte cose oltre al conflitto”, ha ricordato Bercovich, riportando il focus sulla necessità di raccontare le tante sfaccettature della realtà israeliana. “Siamo ad esempio in questi giorni paese ospite del Festival della Scienza a Genova: un’opportunità di raccontare le nostre eccellenze in questo campo”. Un’analisi più ampia sulla situazione geopolitica è stata fatta invece da Molinari e Vercelli. “Siamo di fronte a una stagione in cui le democrazie si sono indebolite dal di dentro a causa della protesta populista”, ha sottolineato Molinari, concetto ribadito anche da Vercelli che ha parlato di “Stato nazionale in crisi, per via di processi globali che hanno trasformato società e culture”. Lo storico ha però messo in guardia dal guardare al populismo attuale come a un ritorno del fascismo. “La storia non si ripete uguale a se stessa ma è vero che si possono rigenerare certi elementi del passato”, ha spiegato Vercelli e per questo è necessario costruire degli argini. Argini da realizzare gradualmente. “Per comunicare cosa rappresenta il mondo ebraico e cosa rappresenta Israele è necessario lavorare sui singoli gruppi, con interlocutori precisi e in maniera più sfumata: è un lavoro culturale”. “Cosa possono fare Comunità ebraiche di fronte alla situazione attuale? Uno porre l’accento sul valore della Memoria, che tiene vivo l’amore per libertà e democrazia; due, fare da ponte con l’innovazione d’Israele, fucina e laboratorio di gran parte di nuove frontiere del sapere; tre valorizzare il radicamento territoriale delle comunità ebraiche in un momento storico in cui sono proprio le realtà locali ad essere protagoniste”.