“Proteggiamo il Medio Oriente, fermiamo la minaccia iraniana”
Il Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha ricevuto nelle scorse ore alla Farnesina il Presidente della Knesset, Yuli Yoel Edelstein, in visita a Roma per partecipare alla Conferenza “Rome Med Dialogues”. Lo riferisce una nota della Farnesina, in cui si sottolinea come durante la riunione siano state ripercorse le eccellenti relazioni tra Italia e Israele, con particolare riferimento alle prospettive di rafforzamento della cooperazione economica e commerciale, nonché scientifica e culturale. “Nell’ambito di un ampio scambio di vedute sui temi di comune interesse, – spiegano dal ministero degli Esteri – il ministro ha riaffermato l’impegno dell’Italia per la sicurezza e la stabilizzazione nell’area mediterranea; illustrando in particolare gli esiti della Conferenza per la Libia di Palermo”. Partecipando alla conferenza Rome Med Dialogue, lo speaker della Knesset Edelstein ha parlato dell’apertura di Israele verso i paesi del Mediterraneo: “La nostra porta è aperta. Come Knesset e come Israele vogliamo lavorare insieme”, ha affermato Edelstein, sottolineando la preoccupazione per l’influenza iraniana: “L’armamento nucleare dell’Iran potrebbe trasformarsi in una catastrofe globale; ma i missili sono solo parte del problema. L’obiettivo finale è diffondere intolleranza, odio e antisemitismo nel Medio Oriente, nel Mediterraneo e nel mondo”, il monito del politico israeliano secondo cui la reintroduzione delle sanzioni da parte degli Stati Uniti contro Teheran stanno “già avendo effetto nel ridurre i finanziamenti al terrorismo da parte dell’Iran”. “La minaccia iraniana nella regione è qualcosa che possiamo, anzi dobbiamo fermare. Restando fermi nei valori per cui siamo qui oggi: dialogo, cooperazione, tolleranza. Costruiamo un fronte efficiente che assicuri un Medio Oriente libero e prospero”. In Israele – ha ricordato Edelstein parlando dei rapporti con i palestinesi – la cooperazione esiste già su piccola scala e in zone industriali condivise, dove israeliani e palestinesi lavorano insieme, fianco a fianco. Io credo che, con qualche sforzo, simili partnership siano possibili anche su scala più ampia”.