L’incontro con la stampa ebraicaRivlin, Netanyahu e il futuro d’Israele
“Quello che abbiamo creato qui in 70 anni è qualcosa di cui possiamo essere veramente orgogliosi. Israele è uno Stato ebraico e democratico, le due cose non possono essere separate”. Davanti a un pubblico di giornalisti del mondo ebraico internazionale, il presidente d’Israele Reuven Rivlin ha ricordato l’importanza delle due anime di Israele, quella democratica e quella ebraica. Parlando dalla residenza presidenziale a Gerusalemme, Rivlin ha ricordato l’importanza di un uso corretto delle parole: “lo abbiamo visto con Pittsburgh: le parole d’odio, d’ignoranza, di violenza sulle piattaforme online portano a vittime nella vita reale”. Parlando inoltre della convivenza all’interno d’Israele, il presidente ha ricordato come ci siano quattro realtà al suo interno: “i laici, i nazional-religiosi, i haredim e gli arabi, a cui dobbiamo aggiungere una quinta, la Diaspora”. Dobbiamo imparare a conoscerci reciprocamente perché solo così possiamo costruire un futuro comune, il messaggio di Rivlin. Dopo l’incontro con il Presidente, i giornalisti – a Gerusalemme per il Jewish Media Summit – hanno avuto la possibilità di fare alcune domande al Primo ministro Benjamin Netanyahu alla Knesset. Il Premier ha posto l’accento sulla minaccia iraniana: “Il pericolo sul lungo termine per Israele non è Gaza ma l’Iran e il radicalismo islamico. Continueremo a difendere i confini d’Israele ma dobbiamo guardarci da un pericolo più grande”. Rispondendo a una domanda sul Sud America, Netanyahu ha sottolineato di essere contento per l’annuncio del presidente brasiliano Bolsonaro di voler spostare l’ambasciata da Tel Aviv a Gerusalemme, parlando di un nuovo alleato nell’area per Israele. Rispetto al boicottaggio, il Premier ha citato la sua inefficacia a fronte di un avvicinamento diplomatico di diversi paesi arabi a Israele.
Daniel Reichel