La politica Usa in Medio Oriente “Iran ostacolo alla sicurezza”
“Questo è il vero nuovo inizio”. Dal Cairo il segretario di Stato americano Mike Pompeo cancella la politica di Barack Obama in Medio Oriente, troppo indulgente, a suo giudizio, verso il terrorismo radicale islamico e troppo accondiscendente verso l’Iran. “Le nazioni del Medio Oriente non godranno mai della sicurezza, la stabilità economica e la realizzazione dei loro sogni, se il regime rivoluzionario iraniano persisterà nella traiettoria attuale”, ha dichiarato Pompeo, parlando della dottrina estera della Casa Bianca targata Trump ed enunciando tra gli obiettivi il rafforzamento delle alleanze di lungo termine, come quelle con Arabia, Egitto ed Israele, e la costruzione di nuove, spiega La Stampa. Il ritiro dalla Siria annunciato dal presidente Usa – e che preoccupa molti alleati tra cui Israele – non è stato citato al Cairo ma Pompeo ha promesso che gli Stati Uniti continueranno “a lavorare con i nostri partner per sconfiggere l’Isis, e dare la caccia ai terroristi in tutto il Medio Oriente e il mondo”. Intanto in America, Trump si è recato in Texas per rilanciare la sua battaglia per la costruzione del muro al confine con il Messico. ll presidente ha poi ripetuto di “essere pronto, se necessario, a dichiarare lo stato di emergenza nazionale” e quindi a usare i fondi del Pentagono (Corriere). O dirottare – riporta il Washington Post – quelli stanziati per gli aiuti proprio al Texas e a Porto Rico, colpiti dagli uragani.
Dall’Università alla salute, Torino collabora con Israele.“Sono qui anche per approfondire le cooperazioni accademiche e legate alla ricerca tecnologica tra i nostri due Paesi. Da questo tipo di rapporti possono nascere le basi per future cooperazioni industriali. Torino, quando si parla di industria, è il polo di un vitale ecosistema del settore e il nostro ufficio di Milano è sempre attivo anche in Piemonte”, così l’ambasciatore d’Israele Ofer Sachs – in visita nel capoluogo piemontese – in un’intervista pubblicata sul dorso torinese de La Stampa. Dal nuovo Parco della Salute, passando per la collaborazione con l’Università, fino all’aerospazio, sono alcuni dei temi toccati durante la visita torinese di Sachs che a Repubblica – sulla partnership con l’ateneo – spiega: “Dobbiamo individuare quali aree siano più interessanti, ma con il rettore Ajani abbiamo parlato di cercare settori dove costruire master e corsi di dottorato binazionali. Questo sarà il prossimo passaggio”.
Torre Melissa, solidarietà diffusa. I cittadini di Torre Melissa, in provincia di Crotone, si sono adoperati per salvare cinquantuno migranti di origine curda vittime nella notte del naufragio della barca a vela su cui si trovavano. “Insieme ad altri compaesani, più alcuni dei naufraghi abbiamo fatto una specie di catena umana – racconta a Repubblica il sindaco Gino Murgi – I migranti sono saliti sul pattino dell’hotel (in riva alla spiaggia) per raggiungere lo scafo e far trasbordare chi era rimasto intrappolato, noi a braccia lo abbiamo tirato fino a riva”.
Bruxelles, processo ai terroristi del Museo ebraico. Si è aperto ieri il processo ai responsabili dell’attentato terroristico al Museo ebraico di Bruxelles del 24 maggio 2014, in cui furono assassinate quattro persone, tra cui una coppia israeliana. “Gli imputati sono Mehdi Nemmouche, 33enne francese considerato il primo foreign fighter tornato dalla Siria ad aver compiuto un attentato in Europa, e il complice Nacer Bendrer”, ricorda il Fatto quotidiano.
Fakenews over 65. Secondo una ricerca delle università di New York e Princeton, pubblicata su Science Advances e resa nota ieri, l’8,5% degli utenti americani ha rilanciato sui social contenuti palesemente falsi. Con delle differenze sostanziali. “Ha condiviso una fake news l’11% degli utenti di età superiore ai 65 anni e solo il 3% di quelli tra i 18 e i 29 anni”. Non solo. “Gli over 65 hanno rilanciato in media il doppio delle bufale rispetto ai 45-65enni e sette volte più dei 18-29enni” riporta il report richiamato oggi da Avvenire.
Accuse di buonismo e pietismo, assonanze del passato. In una lettera diretta a Michele Serra e pubblicata sul Venerdì di Repubblica, il lettore Giunio Luzzatto rileva che il termine “buonista” usato in modo dispregiativo ha “una terribile assonanza con il termine ‘pietisti’ che i fascisti gettavano addosso a chi si opponeva alle misure antiebraiche, o comunque non si schierava a favore di esse: è una assonanza che fa paura a chi, perla sua età, quel periodo (pur se da bambino) lo ha vissuto”.
Segnalibro. Sul Foglio Vincenzo Pinto recensisce il libro 1938, curato da Simon Levi Sullam ed edito da Giuntina, in cui scrittori e storici utilizzano “la finzione per raccontare la persecuzione degli ebrei italiani e, soprattutto, il razzismo fascista”. “I racconti – spiega Pinto – seguono un impianto eterogeneo: talora sono mere invenzioni, talora sono semibiografici, talora si ispirano a fonti storiche”.
Torino, le note della Memoria. Il prossimo Primo febbraio la cantante tedesca Ute Lemper incontrerà a Torino le scuole e i cittadini per parlare delle musiche e delle canzoni composte nei ghetti e nei campi di concentramento. L’appuntamento rientra tra le iniziative organizzate dal Polo del ‘900 in occasione del Giorno della Memoria (La Stampa Torino).
A Sesto Lega e Fi nella sala di CasaPound. Repubblica riporta la scelta di esponenti di Lega e Forza Italia di partecipare al convegno organizzato dai neofascisti di CasaPound a Sesto San Giovanni (provincia di Milano). Titolo dell’incontro, “Nessuna Europa è possibile se non ci liberiamo dell’Unione Europea”. “È inaccettabile che le istituzioni sestesi legittimino CasaPound, un partito fascista la cui matrice violenta è nota alle cronache giudiziarie e anche al Viminale – dicono Anpi e Osservatorio sulle nuove destre – Così si legittima un movimento che calpesta i valori della Costituzione e si offende la storia e la memoria di Sesto, il tributo di sangue pagato da questa città per la lotta di liberazione”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked