Il Venezuela nel caos
L’opposizione venezuelana ha avuto incontri clandestini con membri delle forze militari e di sicurezza del paese. L’ha scritto il presidente provvisorio autoproclamato del Venezuela, Juan Guaido, in un intervento sul New York Times. “Abbiamo offerto l’amnistia a tutti coloro che non sono stati riconosciuti colpevoli di crimini contro l’umanità – scrive Guaidò – Il ritiro del sostegno militare verso Maduro è cruciale per consentire un cambiamento nel governo” (Repubblica). Guaidó vive ormai a un passo dalla clandestinità. Appare all’improvviso nelle strade e tiene comizi brevissimi per poi dileguarsi, racconta il Corriere. “Una precauzione giustificata: il regime di Nicolás Maduro ha preparato il quadro giuridico per incriminarlo o addirittura arrestarlo. E il dittatore sfila accanto ai militari”.
L’Italia e il lavoro. Sulle pagine del Corriere l’economista Roger Abravanel tocca il tema del reddito di cittadinanza e spiega perché “la vera sfida consiste nel creare il lavoro, non solo proteggere chi non lo ha. E tutto questo contrasta con una visione catastrofista del futuro”. In particolare Abravanel invita a guardare alla rivoluzione digitale in corso come un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro e professionalità.
Eurovision, ignorare chi delegittima Israele. “Come purtroppo era prevedibile, per gli attivisti del movimento Bds (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni) il carrozzone pop del festival canoro diventa un mezzo adatto ai loro fini politici: delegittimare Israele”, scrive il Corriere della Sera parlando dell’appello di una cinquantina di musicisti contro l’Eurovision – competizione canora – che si terrà a Tel Aviv. “Chiedere di boicottare, oscurare, condannare il festival perché si svolge in un paese che ancora lotta per la propria esistenza, tradisce lo scopo stesso del concorso. – riflette il Foglio – Questa lettera si aggiunge alla serie di iniziative – di recente la Malaysia ha vietato l’ingresso agli israeliani alle Paraolimpiadi del 2020-contro Israele, uno stato democratico che le campagne di boicottaggio promosse da personaggi della cultura insegnano a odiare”.
Israele, politica in movimento. Sembra aver funzionato il primo discorso di Benny Gantz: il suo partito Hosen L’Ysrael, è accreditato ora di 24 seggi sui 120 della Knesset, con un aumento di otto rispetto ai precedenti sondaggi. “Non solo, il distacco nelle preferenze su chi debba essere il prossimo premier si è ridotto di un solo punto, con Netanyahu che riceve il 36 per cento dei consensi contro il 35 di Gantz”, scrive La Stampa. “A livello di partiti il Likud resta in testa con 31 seggi previsti nella prossima Knesset, ma una eventuale alleanza fra il partito di Gantz e quello dell’ex star televisiva Yair Lapid, Yesh Atid, otterrebbe 35 seggi se il generale fosse indicato come candidato premier. Ciò significa che Netanyahu – l’analisi del quotidiano torinese – ha uno sfidante serio e pericoloso, tanto più un altro sondaggio lo dà perdente se il procuratore generale Avichai Medelblit dovesse annunciare la sua decisione di incriminarlo per corruzione”. Intanto su un altro versate, continua il dibattito sulla scelta del Premier Netanyahu di non rinnovare la missione internazionale Temporary international presence in Hebron, scelta difesa oggi da Fiamma Nirenstein sul Giornale.
Visconti, ricordo degli studenti traditi. Questa mattina nel cortile del Liceo Visconti verrà scoperta una targa con 58 nomi: delle ragazze e dei ragazzi dagli 11 ai 18 anni che nel settembre 1938 furono espulsi dalla scuola per le Leggi razziste. “Per il Visconti, liceo romano a pochi passi dal Ghetto, questa del ’38 fu quasi una decimazione. Cinquantotto alunni si ritrovarono da un giorno all’altro cancellati dai registri già pronti per l’inizio dell’anno scolastico; trasformati per legge in ‘non cittadini’. Tra loro c’erano mio padre Piero, 16 anni, sua sorella Giovanna, 13 anni, molti loro cugini e moltissimi loro amici”, racconta sul Corriere Roma Roberto Della Seta.
Memoria e antisemitismo, riflessioni attuali. “All’inizio di tutte le epoche buie c’è sempre l’idea generale che l’estremismo possa essere utile per ‘riportare l’ordine’ e che poi sarà semplice ristabilire l’equilibrio. Purtroppo non è mai stato così. Ecco perché occorre indignarsi quando qualcuno – semplice cittadino o politico – ‘gioca’ con parole e simboli incivili”, la riflessione del direttore del Corriere Bologna Enrico Franco, legata a chi nei pressi di Marzabotto a giocato con i simboli del nazismo. “La memoria storica – sottolinea sulla rivista Famiglia Cristiana Andrea Riccardi – è fondamentale per tenere alta la guardia contro il ritorno di stereotipi e false notizie” come nel caso del senatore Elio Lannutti del Movimento 5 Stelle che “ha sostenuto che il sistema bancario internazionale sarebbe controllato dal ‘Gruppo dei Savi di Sion’”. A Milano a fare da esempio i Giusti raccontati dall’associazione Gariwo: ieri 600 studenti hanno incontrato Svetlana Broz, cardiologa bosniaca e nipote del generale Tito, impegnatasi per la riconciliazione durante la guerra civile (Avvenire Milano).
La Gerusalemme di Oz. “Sulle orme del giovane Amos Oz”, titola il Corriere 7 il reportage da Gerusalemme di Rossella Tercatin che racconta la città seguendo racconti e tracce lasciate dal grande scrittore israeliano recentemente scomparso.
Cosa succede a Pisa. Dopo il vergognoso gesto di Manuel Laurora, consigliere comunale della Lega a Pisa, che non si è alzato nel minuto di silenzio dedicato in Comune al ricordo delle vittime della Shoah, il Foglio racconta l’atmosfera che si vive in città. “Ogni settimana, la Lega individua un avversario diverso: la Caritas, la Croce Rossa, i rom, i migranti. – la denuncia del Foglio – Le associazioni in questi mesi hanno provato a spiegare all’amministrazione che superare i campi rom è giusto ma gli sgomberi senza alcuna gestione procurano solo danni a chi ha cercato faticosamente di avviare un percorso di integrazione, a partire dai bambini che a ogni sgombero sono costretti a interrompere il loro percorso scolastico. Segno che alla Lega, in fondo, non importa molto di risolvere il problema; vuole vedere le persone in mezzo alla strada, perché così sono più visibili e uno se ne può lamentare meglio”.
Dialogo sul Tanakh. Sul quotidiano cattolico Avvenire Massimo Giuliani parla della Bibbia dell’Amicizia (San Paolo), volume curato da Giulio Michelini in cui sono commentati da esponenti di diversi confessioni dei brani scelti dalla Torah. “ll volume – scrive Giuliani- contiene cinquanta contributi, introdotti per parte cristiana (cattolica) da Ambrogio Spreafico e Piero Stefani; per parte ebraica da Amos Luzzatto e Anna Foa. Non si può negare l’esistenza di qualche perplessità dinanzi a quest’impresa: la Torah non ha nei diversi canoni del cristianesimo il valore teologico che invece gli attribuisce il giudaismo; e soprattutto, condividere un testo non significa condividerne l’interpretazione”. Tuttavia questo lavoro rappresenta uno “sforzo comune non solo di ascoltare i testi insieme, ma di accettare le diverse modalità di lettura e comprensione degli stessi”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked