Ori, il dolore d’Israele

rassegnaI servizi di sicurezza israeliani Shin Bet hanno confermato che il brutale omicidio della giovane Ori Ansbacher da parte di un aggressore palestinese è da classificare come attacco terroristico. “Non ci faremo scoraggiare e non cesseremo la nostra lotta senza compromessi contro il terrorismo”, le parole del Presidente d’Israele Reuven Rivlin, davanti a un paese stretto nel cordoglio per l’efferato crimine. Alcuni ministri, riporta il Giornale, hanno chiesto la pena capitale per il terrorista che ha violentato e ucciso la giovane. Messaggero e Repubblica riportano l’intenzione del Premier Netanyahu di varare una legge per congelare i dazi doganali che ogni mese Israele versa all’Autorità Nazionale Palestinese. “Netanyahu – scrive Repubblica – vuole il congelamento perché l’Anp versa dei contributi alle famiglie dei palestinesi che commettono atti di ‘ribellione’ contro Israele, quindi anche atti di terrorismo. E l’assassino di Ori potrebbe farsi passare per un ‘combattente’ proprio per avere i soldi dell’Anp”.

Giorno del ricordo. Le foibe sono una “tragedia nazionale, per troppo tempo accantonata” e che non può essere soggetta a “riduzionismo o negazionismo”, afferma il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella nel Giorno del ricordo (Corriere). Alle commemorazioni a Basovizza hanno partecipato il vicepremier, Matteo Salvini, e il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Salvini ha dichiarato che “non esistono martiri di serie A e martiri di serie B”, “arrivando a sostenere”, scrive La Stampa riportando le parole del ministro che “i bimbi morti nelle foibe e i bimbi di Auschwitz sono uguali”.

Parigi e la scritta antisemita. Sdegno in Francia per una scritta antisemita, tracciata con uno spray giallo sulla vetrina di un negozio parigino della catena Bagelstein. La Procura di Parigi ha aperto un’inchiesta per incitamento all’odio razziale. Il responsabile dell’atto, secondo la legge francese, rischia un anno di carcere e 45mila euro di multa. “L’indignazione è forte, anche perché l’antisemitismo sta crescendo in Francia. Nei primi nove mesi del 2018, sono state 385 le aggressioni (fisiche e verbali) a ebrei denunciate alla polizia (e non tutte lo sono), in aumento del 69% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”, scrive La Stampa che spiega che la scritta non è collegata alle manifestazioni dei gilet gialli. “Chi ha scritto ‘Juden” sulla vetrina forse non portava un gilet giallo. – denuncia sul Corriere Stefano Montefiori, ricordando diversi episodi antisemiti legati al movimento di protesta in Francia – Ma lo indossano alcuni che, se anche lo avessero visto all’opera, si sarebbero girati dall’altra parte, o avrebbero applaudito”.

La politica sul palco di Sanremo. Diversi quotidiani dedicano spazio alla triste polemica legata alla competizione canora di Sanremo. “La vittoria del milanese Alessandro Mahmoud (la grafia del cognome è diversa da quella del nome d’arte) a Sanremo smuove commenti e genera interpretazioni. Lo specchio del Paese. Chi lo vede in positivo: le differenze arricchiscono. Chi lo vede in negativo: l’invasione corrode l’identità italiana”, scrive il Corriere. “A Sanremo vince Mahmood di padre egiziano e fede islamica, e che sia nato e cresciuto a Milano, si ritenga e in effetti sia italianissimo nulla conta quando si aprono le gabbie e le cloache dei social iniziano a vomitare un complottismo delirante e un odio razzista che mettono davvero i brividi. – riporta La Stampa – Ma l’immigrazione è anche tema politico, quindi i proMahmood diventano subito di sinistra e gli anti-Mahmood di destra, tutta una guerra a colpi di tweet fra i guelfi della mondializzazione e i ghibellini del sovranismo, con i politici che ci mettono subito sopra l’elmetto, Salvini contrario, Sala orgoglioso e via andare”. “Non credo di essere un simbolo per nessuno per il semplice fatto che sono nato e cresciuto a Milano, quindi sono italiano al 100 per cento”, le parole di Mahmood a Repubblica.

Siria, l’ultimo attacco all’Isis. È iniziato sabato, per liberare l’ultima porzione di territorio siriano ancora controllata dal sedicente Stato Islamico. Una battaglia che potrebbe durare a lungo, avvertono gli esperti. “I combattenti curdi e arabi sunniti stanno stringendo il cerchio attorno all’ultima roccaforte del califfo, marciano contestualmente sul versante Ovest e su quello Nord”, scrive il corrispondete Francesco Semprini su La Stampa, raccontando lo scontro.

Il no al Memoriale londinese. No al memoriale dedicato alla Shoah a Victoria Tower Garders, vicino a Westminster. Per Royal Parks, l’associazione che cura i giardini, avrebbe un impatto negativo sulla tranquillità del parco, scrive Repubblica.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked