Milano, terrore sullo scuolabus

rassegnaLe prime pagine dei quotidiani sono dedicate alla tragedia sfiorata a Milano, dove uno scuolabus con a bordo 51 studenti di seconda media è stato dirottato dall’autista, che ha minacciato di voler fare una strage “per vendicare i migranti morti in mare” (Repubblica). L’uomo, cittadino italiano di origini senegalesi, è stato arrestato grazie all’intervento dei carabinieri, avvertiti da uno dei giovani a bordo, che sono riusciti a intercettare il pullman e a bloccarlo, facendo scendere gli studenti mentre le fiamme – appiccate dall’autista – già lo avvolgevano. “Minacciava di bruciare tutti”, hanno raccontato i giovani testimoni parlando del responsabile di questo folle atto, di cui il Corriere parla come l’uomo dalle mille maschere: “Ousseynou Sy, detto Paolo, è l’uomo dalle mille maschere. Quella del lavoratore perfetto, addetto alle pulizie così attento da spingere i superiori a fargli prendere la patente, e trasformarlo in autista. Quella del padre premuroso. Ma anche quella del pregiudicato benché intorno a lui – a cominciare dai responsabili delle Autoguidovie – nessuno sapesse del precedente per abusi sessuali su minore (2011) né di quello del 2007 a Brescia per guida in stato d’ebbrezza”.

Caso Diciotti. Il Senato ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere contro il ministro Matteo Salvini, accusato di sequestro di persona aggravato per il caso della nave Diciotti. Repubblica racconta la giornata in Parlamento di Salvini – descritto come teso e cupo – e il suo discorso in aula.

Ppe, sospensione per Orban. Il divorzio tra il Partito popolare europeo e il Fidesz di Viktor Orbán non c’è stato. Il premier ungherese ha accettato la sospensione del suo partito dalla più grande famiglia politica europea, in attesa che un comitato di saggi valuti l’aderenza ai suoi valori fondamentali. Se ne riparlerà in autunno, quando la campagna elettorale e le elezioni europee saranno ormai alle spalle. Fino a quel momento, ogni partecipazione di Fidesz alle attività del Ppe è congelata, raccontano Corriere e Sole 24 Ore. “Orban ha superato ogni limite nell’ultimo mese – aggiunge il Corriere – con una campagna antieuropea e dai toni antisemiti, che ha preso di mira il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, affiancato nei manifesti del Fidesz al finanziere di origine ebraica George Soros, da anni additato come capo di una congiura contro l’Europa cristiana”.

Israele, confine nord. Il Corriere 7 dedica un’inchiesta alla situazione sul confine tra Israele e Libano, definito come una delle frontiere più calde del mondo. Al di là del confine, si legge nell’articolo, “Le serre, il movimento di camion, servono a camuffare gli scavi sotterranei di Hezbollah”. Tre mesi fa l’esercito ha lanciato un’operazione per “disinnescare con il tritolo la minaccia proclamata da Hassan Nasrallah, il leader del movimento libanese sciita e filo-iraniano: ‘Nella prossima guerra invaderemo e conquisteremo parte della Galilea’. I cunicoli dovrebbero servire alle truppe irregolari — nella lista nera dei gruppi terroristici stilata dagli americani e dagli europei — per sbucare in mezzo ai kibbutz appoggiati sulla Linea Blu”.

Gaza, Hamas opprime nel silenzio. Il movimento terroristico di Hamas sta affrontando a Gaza le più grandi manifestazioni contro il proprio governo dalla sua salita al potere nel 2007. Centinaia di palestinesi negli ultimi giorni sono scesi in piazza per protestare contro le terribili condizioni di vita nell’enclave . Il movimento, raccontano le agenzie internazionali che coprono gli eventi, “ha arrestato decine di manifestanti, picchiato attivisti e soppresso violentemente i tentativi dei media locali di coprire i disordini”. “Sono state imposte nuove tasse, i gazawi sono alla fame e i 15 milioni al mese del Qatar non si sa che fine facciano”, scrive il Fatto Quotidiano. Simbolo della protesta, scrive il Foglio, è una donna, ripresa in un video diventato virale: “I figli dei leader di Hamas hanno case e jeep e macchine, possono sposarsi, mentre la gente comune non ha niente, neanche un pezzo di pane”.

Profumi sbagliati. Già riportata sui quotidiani italiani, prosegue la polemica sullo spot dell’esponente della Nuova Destra Ayelet Shaked in cui, con fare suadente, presenta un’essenza chiamata Fascismo che però profuma di democrazia. “Sui social media – scrive La Stampa – si è aperta una discussione accesa, e non a suo favore, anche perché la Rete è la grande protagonista di questa fase della campagna elettorale per il voto del 9 aprile”.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked