Putin-Netanyahu, nuovo vertice

Schermata-2019-02-27-alle-14.18.45Dopo aver incontrato a Washington il presidente Usa Donald Trump, ora è il momento di Mosca dove il vertice sarà con il presidente russo Vladimir Putin. A pochi giorni dalle elezioni nazionali, punto di svolta per il paese e per la sua leadership, il Primo ministro Benjamin Netanyahu si reca al Cremlino, dimostrando l’ampiezza delle alleanze strette in questi anni alla guida d’Israele. Questo è anche il primo incontro tra Putin e Netanyahu da quando il presidente Trump ha riconosciuto le alture del Golan come territorio israeliano. Il riconoscimento ha suscitato dure critiche da parte della Russia e gli alti funzionari dell’amministrazione del Cremlino hanno dichiarato che non avrebbero mai compiuto un passo simile. Tema caldo sarà probabilmente la Siria. “La più grande minaccia alla stabilità e alla sicurezza nella regione viene dall’Iran e dai suoi satelliti, e siamo determinati a continuare la nostra attività aggressiva contro l’Iran e i suoi tentativi di stabilirsi in Siria”, aveva dichiarato Netanyahu durante l’incontro tra i due avvenuto lo scorso febbraio.
A quel vertice, è seguito un piccolo disaccordo, racconta il Times of Israel, sull’offerta di Mosca di ospitare i colloqui di pace tra israeliani e palestinesi. L’ambasciata russa a Tel Aviv aveva detto che la questione era stata sollevata durante il vertice, ma un funzionario israeliano in seguito negato il fatto che sia stato toccato l’argomento.
Citando il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, la nota dell’ambasciata russa dichiarava che “durante la visita del primo ministro Netanyahu a Mosca, è stata discussa la situazione dell’accordo israelo-palestinese. Abbiamo riaffermato la nostra posizione sull’interesse della Russia a superare quanto prima la situazione di stallo in materia”. “La nostra proposta di ospitare i leader di Israele e Palestina rimane rilevante. Riteniamo che sarebbe almeno un passo molto importante per ripristinare la fiducia. – le parole di Lavrov – Senza questo, è impossibile contare su ulteriori progressi nell’insediamento israelo-palestinese”.