Tempo di libertà

momiglianoLa prima Mizvah che viene data ai figli d’Israele come popolo è quella del kiddush hachodesh, la consacrazione del novilunio come segno d’inizio del mese e come elemento fondante del calendario ebraico, a partire dal mese in cui stava per compiersi la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto.
“L’Eterno disse così a Mosè e ad Aharon, in terra d’Egitto – Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo dei mesi dell’anno” (Esodo 12, 1-2). Nel suo commento alla Torah, R. Ovadyà Sforno si sofferma particolarmente sull’espressione “Questo mese sarà per voi l’inizio dei mesi”.
“D’ora in poi – spiega Sforno – i mesi apparterranno a voi, potrete farne quello che riterrete meglio, invece durante la schiavitù i giorni non appartenevano a voi, erano vincolati al lavoro destinato ad altri e al loro volere. Per questo la Torà si esprime dicendo ‘Questo sarà per voi il primo mese’, perché da questo ha inizio la vostra vita come manifestazione della vostra libera volontà”.
Nel momento in cui Israele si predispone ad uscire dalla schiavitù, il primo elemento destinato a caratterizzare la nuova condizione di libertà è proprio la gestione del tempo che può essere ora utilizzato a discrezione di ciascuno. È in prospettiva di questa nuova dimensione della libertà che il Signore interviene con la mizvah del Kiddush hachodesh, come una sollecitazione che D.O rivolge al popolo d’Israele: questo tempo che ora è a vostra disposizione, che sia un tempo di keddushà, tempo consacrato a compiere azioni positive, tempo della mitzvah, tempo per realizzare ciò che è gradito all’Eterno.
Segno particolare di questa nuova dimensione del tempo per Israele è la consacrazione del novilunio, in questo modo si conferisce al rapporto tra libertà e la gestione del tempo un carattere che non riguarda solo l’individuo, la singola persona, bensì coinvolge l’identità di Israele come popolo; spiega R. Naftalì Tzevì Yehudah Berlin (ricordato come ha-Natziv) nel commento alla Torà Ha’amek Davar “Sarà il primo mese per voi, non per gli altri popoli”. Il conteggio del tempo che viene collegato al ricordo dell’uscita dalla schiavitù e che ha come segno il novilunio, secondo l’alternarsi del ciclo della luna, la cui precisa definizione la Torà affida alla competenza e al giudizio dei Maestri, diviene così elemento fondamentale nell’identità del popolo ebraico.
Al di là dello specifico dell’ebraismo, la gestione del tempo è certamente per tutti segno di libertà, è espressione dell’uomo libero la capacità di esercitare un controllo, una libera scelta sullo scorrere del proprio tempo; questa facoltà di gestire il tempo sarà tanto più sviluppata quanto più si intreccia con il dialogo tra l’uomo e D.O, perché soltanto in questa prospettiva possiamo mantenere una coscienza serena, non angosciosa ma realmente consapevole dei limiti comunque insiti nelle nostre possibilità di controllo sul tempo che scorre.

Giuseppe Momigliano, rabbino

(3 aprile 2019)