Oltremare – Timone

daniela fubiniQuando si vive in un paese che è stato fondato da immigranti illegali, contrastati attivamente e metodicamente da uno degli eserciti più potenti dell’epoca, e che ha avuto un primo ministro donna in anni in cui le donne in politica in tutta Europa si contavano sulle dita di una mano, non è proprio possibile capacitarsi del dibattito che è esploso in Italia in questi giorni.
E lo so, un dibattito si sviluppa, al massimo si dipana, ma a guardarlo da qui ha tutta l’aria di essere esploso. Sono saltati in aria punti di riferimento etici e di civile convivenza, soprattutto per quanto concerne quello che si può e quello che non si può scrivere, ma nemmeno dire e ancor meno pensare, di una donna. Una donna che in questo caso tiene il timone di una nave, e già solo per questo infrange una lista infinita di pregiudizi e frasi fatte. E anche se le decisioni prese da una sola donna alla guida di una sola nave non cambieranno probabilmente i destini del mondo, forse invece milioni di donne dovranno ad un certo punto fare i conti con quelle decisioni, lette e viste attraverso i media, e valutare se non sia il caso di farsi strada, e velocemente, verso tutti i timoni che possono raggiungere, per terra e per mare. Perché con tutto il rispetto per gli ultimi centomila anni di storia dell’umanità, una cosa non si è mai messa alla prova, ed è un po’ di sale in zucca in declinazione femminile da usare proprio quando il mondo sembra del tutto impazzito.
Per esempio, adesso.

Daniela Fubini