Israele, nuovo anno senza nuovo governo
Israele si prepara a festeggiare il nuovo anno ebraico con l’auspicio di avere al più presto un nuovo governo ed evitare lo spettro di un ritorno, per la terza volta, alle urne. In queste ore l’ultimo tentativo di trovare un accordo tra i due partiti maggiori, il Likud di Benjamin Netanyahu e Kachol Lavan di Benny Gantz, sono naufragati. Entrambe le parti si accusano per la rottura delle trattative. Subito dopo l’incontro, Kachol Lavan ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che “purtroppo, il Likud si attiene alla sua precondizione di ‘Netanyahu first’. In questo contesto, – accusa il partito che ha ottenuto 33 seggi nelle elezioni del 17 settembre – il Likud insiste sul blocco dei 55 membri e sul lancio di slogan con l’unico scopo di generare sostegno e prepararsi a trascinare Israele in un altro turno di elezioni per volere di Netanyahu”. “Lo Stato di Israele ha bisogno di un governo di unità ampio, stabile e liberale sotto la guida di Benny Gantz – continueremo a perseguire questo obiettivo e questo unicamente”. Porte serrate dunque da parte di Gantz e compagni – come era prevedibile – per a una possibile rotazione con Netanyahu alla premiership e per un governo di cui faccia parte anche i partiti haredi e nazionalreligiosi. Per parte sua il Likud rimanda la palla dall’altra parte e accusa: “Il fatto che Kahol Lavan respinga l’unica possibilità di un governo di unità dimostra che ha preso la decisione strategica di sbattere la porta a un governo di unità e trascinare il paese alle elezioni – si legge nel comunicato del partito – Il primo ministro Netanyahu farà un ultimo sforzo per trovare la possibilità di formare un governo in questa fase, prima di restituire al presidente il mandato”. Netanyahu non sembra avere molto spazio di manovra perché né Avigdor Lieberman, leader di Yisrael Beitenu, né i laburisti vogliono far parte della coalizione dei 55 (Likud, Shas, Yahadut HaTorah e Yamina). Spetterà così a Gantz provare a formare un governo ma secondo gli analisti le trattative arriveranno a una soluzione quando entrambi i partiti – Kachol Lavan e Likud – saranno costretti dalla pressione dell’opinione pubblica a trovare un’intesa perché nessuno vuole nuove elezioni.