Labour e antisemitismo,
si riaccende lo scontro
Clima teso all’interno del partito laburista inglese. Come riporta il Corriere, il nuovo leader del partito Keir Starmer ha accettato di versare 200mila sterline come compensazione nei confronti di quei funzionari “che erano stati ostracizzati per aver denunciato l’antisemitismo che allignava nel Labour (e che di conseguenza avevano deciso di fare causa)”. Ieri è sceso in campo l’ex leader Jeremy Corbyn, “che ha denunciato come ‘deludente’ la decisione di Starmer e ha sostenuto che il partito avrebbe potuto facilmente vincere la causa; a lui si è unito anche il capo del potente sindacato Unite, che ha definito il pagamento ‘un cattivo uso dei fondi del partito'”. Ce n’è abbastanza, scrive il Corriere, “per provocare un terremoto interno”. Tanto che qualcuno già evoca l’espulsione di Corbyn. Sarebbe un fatto senza precedenti. Ma da Starmer, si sottolinea, “c’è da aspettarsi azioni decise, come ha già dimostrato nelle scorse settimane”.
Manuela Consonni, direttrice del Vidal Sassoon – Centro Internazionale per lo Studio dell’Antisemitismo dell’Università ebraica di Gerusalemme, firma un intervento su Repubblica sulla diffusa pratica del collaborazionismo polacco al tempo dell’occupazione nazista. Punto di riferimento sono gli studi dello storico Jan Grabowski, che è andato a fondo di ogni questione attirandosi più di una reazione scomposta in patria. Spiega Consonni: “Ciò che emerge, nella ricostruzione di Grabowski, è l’elemento della collaborazione volontaria in cui i pollziotti ‘blu’ dimostrarono di collaborare spontaneamente e con entusiasmo, dando la caccia e uccidendo gli ebrei senza coinvolgimento diretto dei tedeschi e senza ordini diretti”.
Corrado Augias, nella sua rubrica quotidiana su Repubblica, parla dell’ebraicità di Gesù e di come la sua negazione alimenti l’antisemitismo. “Secondo il grande teologo evangelico Rudolf Bultmann – scrive Augias – il Gesù della storia, di cui sappiamo poco a parte la sua ebraicità, è molto meno importante del cristo della fede intorno al quale è stata costruita una delle grandi religioni dell’umanità. È umiliante che questo insieme di alte speculazioni intellettuali, fiducia, speranza, sacrificio, sia ridotto da alcuni infelici a un’invettiva contro gli ebrei”. Nell’introdurre il tema Augias si lascia andare a una considerazione che appare poco pertinente e rispettosa dell’ebraismo, definendo Gesù “un ebreo dissidente al punto da mettere in discussione il riposo del sabato in vista di compiti superiori dettati dalla coscienza”.
Secondo Haaretz, il premier israeliano Benjamin Netanyahu punterebbe a nuove elezioni a novembre. “Tra le ragioni di un quarto voto anticipato nel giro di un anno – scrive Il Fatto Quotidiano in una breve segnalazione – il ‘caos politico’ testimoniato dai contrasti all’interno della coalizione di maggioranza, dalle frizioni con la Knesset sulla lotta al coronavirus e dalle forti tensioni sociali per la crisi economica, e il processo per corruzione a carico del premier che entrerà nel vivo a partire dal gennaio 2021 e che potrebbe spingerlo alle dimissioni”.
L’Olanda ha ammesso di aver finanziato per errore due terroristi implicati nell’assassinio della 17enne israeliana Rina Shnerb, uccisa un anno fa in Cisgiordania. Il responsabile era inquadrato come contabile presso l’Unione dei comitati del lavoro agricolo palestinese. “È la prima volta – scrive Il Foglio – che un governo europeo ammette che i propri fondi, apparentemente destinati a cause benefiche, sono finiti per alimentare il terrorismo contro Israele”.
Sul Corriere è presentato l’ultimo libro di Frediano Sessi, Prof, che cos’è la Shoah? (ed. Einaudi Ragazzi). L’autore prova a rispondere a questo e altri interrogativi “mettendosi nei panni doppi di una professoressa di liceo musicale, ormai in pensione, e di una sua ex studentessa”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(23 luglio 2020)