L’Albania e gli ebrei,
storie di salvezza

Più di duemila ebrei originari dei Balcani trovarono rifugio e salvezza in Albania al tempo delle persecuzioni nazifasciste. Una pagina di “solidarietà, coraggio, accoglienza e speranza” rievocata quest’oggi a Roma, nel corso di un incontro organizzato all’Università Roma Tre dalla rappresentanza diplomatica del Paese e dalla Fondazione Museo della Shoah. Fulcro dell’evento una presentazione scientifica di quei fatti attraverso l’intervento di vari storici e lo svelamento in anteprima del progetto per la realizzazione di un Museo ebraico in Albania. Un’occasione per affermare tra gli altri un concetto. E cioè che “i valori dell’accoglienza e della solidarietà vanno oltre le differenze di credo religioso, l’appartenenza etnica o nazionale”.
Ad aprire l’incontro i saluti del Ministro della Cultura d’Albania Elva Margariti; Massimiliano Fiorucci, rettore dell’Università Roma Tre; Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah; Edoardo Marcucci, direttore vicario del Dipartimento di Scienze Politiche; Anila Bitri Lani, ambasciatrice d’Albania.
Il tema della solidarietà albanese al popolo ebraico è stato tra gli altri al centro in passato di una mostra al Museo ebraico di Trieste dal titolo “Besa, un codice d’onore. Albanesi musulmani che salvarono gli ebrei dalla Shoah”. Besa, raccontava il fotografo Norman Gorshman nel presentare il risultato di cinque anni di ricerche e incontri sotto l’egida dello Yad Vashem, è molto più della semplice ospitalità. Quanto “un sentimento che ti lega a chi entra nella tua sfera contro ogni avversità”.
Sentimento di cui tanti cittadini albanesi diedero prova in quel tempo buio. “Le famiglie musulmane – proseguiva Gershman – mi ripetevano in continuazione che salvare una vita umana è andare in paradiso. I figli di un salvatore mi dissero che il principio insegnatogli dal padre, secondo cui vivono, è ‘se qualcuno bussa alla tua porta, devi assumerti la responsabilità’”.

(Nell’immagine di Ariel Nacamulli: l’intervento di Mario Venezia)