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Categoria: Attualità

Pioggia di critiche su Aiwanger:
superficiale su antisemitismo

Nuove critiche al vicegovernatore uscente della Baviera, Hubert Aiwanger, invischiato in un caso di antisemitismo che risale a 35 anni fa. Giovedì ha parlato il presidente del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi, Josef Schuster, accusando il leader del partito dei …

Cento anni di Hakoah,
il calcio ebraico
al massimo livello

C'era un tempo in cui le squadre inglesi di calcio incontravano di rado le avversarie straniere. E se lo facevano si trattava di un gesto di altruismo. Una gentile concessione a compagini che, in virtù della loro inesperienza, in un mondo del pallone pervaso ancora da un pionierismo che faceva rima il più delle volte con dilettantismo, mai avrebbero potuto impensierire nell'arco dei novanta minuti gli inventori del "football". Convinzioni granitiche infrante, un secolo fa, da un sodalizio che veniva da Vienna e rispondeva al nome ebraico di Hakoah ("La forza"). Le sconfitte internazionali di club della Football League First Division, l'antenata della Premier League fondata il 17 aprile del 1888 dal consorzio di 12 società, si contavano fino ad allora sulle dita di una mano. Eventi rari. Anzi, rarissimi. Mai era successo, comunque, che un team inglese perdesse sul proprio terreno di gioco. La Storia fu riscritta il 3 settembre del 1923, nello stadio londinese del West Ham. L'Hakoah, realtà di riferimento della borghesia ebraica viennese che pare annoverasse tra i suoi sostenitori un certo Franz Kafka, giocava con una stella di Davide all'altezza del cuore e si rifaceva ai principi enunciati da Max Nordau nel suo Muskeljudentum: “Il sionismo restituisce nuova vita all’ebraismo. Moralmente attraverso il rinnovamento dell’ideale popolare, corporalmente attraverso lo sviluppo dell’educazione fisica. Che ci dia nuovamente l’ebraismo dei muscoli che è andato perso”. Quel giorno "l'ebraismo dei muscoli" agognato da Nordau diede la miglior prova di sé, facendo sì che l'Hakoah non solo vincesse ma addirittura umiliasse il più quotato West Ham con un cinque a zero finale giustificato solo in parte dalla presenza, tra i padroni di casa, di numerose riserve. “Siete la miglior squadra che abbia mai incontrato. E, credetemi, ho visto centinaia di partite di calcio”, avrebbe commentato a fine gara il capitano degli Hammers.

Dall’architettura
a Helena Rubinstein:
i molti strati
della bellezza nell’ebraismo

Nell'ebraismo la bellezza non è mai un fatto solo estetico, ma un poliedro con vari significati e sfumature da cogliere. Non c'è bellezza se non c'è sostanza, non c'è bellezza all'infuori dell'etica. Concetti che saranno centrali nell'occasione della prossima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, in programma domenica 10 settembre con 101 località protagoniste in tutta la penisola e Firenze città capofila. Firenze e bellezza: un binomio quasi scontato, vista la straordinaria ricchezza del patrimonio architettonico e artistico locale, cui anche il mondo ebraico ha concorso nei secoli e nelle generazioni. Si parte dalla sinagoga ottocentesca di via Farini, con la sua inconfondibile cupola verde, punto fermo del panorama urbano da oltre 130 anni e tra gli edifici più rappresentativi di quell'epoca dell'Emancipazione che determinò, anche per gli ebrei fiorentini, l'ingresso in una nuova era di possibilità e diritti.

Quattro bambini
nella Roma del ’43

Anteprima emozionante al Giffoni Film Festival per l’esordio di Claudio Bisio alla regia. Inaspettato, un po’ fiabesco, forse a tratti ingenuo, il film si incentra sul rapporto tra quattro bambini a Roma nel 1943. Tra bombardamenti e tedeschi che prendono il controllo della città, i quattro trovano una loro dimensione, che pur con qualche iniziale perplessità riesce ad integrare anche un’orfana, nonostante sia femmina, e persino un ebreo. Perché in fondo "non è colpa sua", come si difenderà: "mamma e papà pure loro sono ebrei, ma non è nemmeno colpa loro!, perché anche i nonni erano tutti ebrei … certo però, che sfiga!", commenta un altro del gruppetto. Stretto il patto di amicizia, la guerra diventa gioco quotidiano: fionde per abbattere gli aerei nemici, bastoni e pezzi raccattati nei cortili per fare fucili e baionette, la piccola orfana farà la crocerossina, occupandosi dei feriti, della cucina da campo, della lavanderia, per sostenere lo sforzo bellico degli amici. Intanto il papà di Italo, il più arditamente fascista dei quattro, gerarca che vanta la conoscenza diretta con Mussolini, accoglie con qualche moina e un po’ di fastidio il nuovo comandante tedesco, offrendogli senza esitare l’aiuto necessario a identificare gli ebrei romani, tutti già schedati: per una volta anche gli italiani sono all’altezza della "efficienza germanica". Rimane sullo sfondo, narrata con le immagini che scorrono sul negozio vuoto dell’amico scomparso all’improvviso, la razzia dell’ottobre '43 a Roma: i cassetti ancora pieni dei meravigliosi bottoni e nastri di raso, oggetto del desiderio dei bimbi, sono ora abbandonati, le luci che entrano dalle fessure disegnano geometrie bianche e nere, evocando una partenza improvvisa.

Rocky Marciano,
sulle tracce del mito:
un viaggio tra Storia e Memoria

L'unico campione del mondo dei pesi massimi a ritirarsi ancora imbattuto. Una leggenda senza tempo la cui storia continua a stupire ed emozionare. Nel centenario dalla nascita di Rocky Marciano, Dario Ricci - giornalista di Radio 24 e conduttore del programma di successo Olympia, pluripremiato agli Aips Sport Media Awards - si è messo sulle tracce del mito e ne ha ricavato un libro prezioso edito da lab DFG. Un viaggio intorno a cosa questa figura ha rappresentato ben oltre il ring e i successi della sua straordinaria carriera: 49 incontri vinti su 49, ben 43 per ko. E quindi anche attorno al suo essere stato un ponte, con la sua storia fuori dal comune, "fra America e Italia, fra passato, presente e futuro del nostro sport e della nostra storia". Il libro è un potente affresco e anche un'inchiesta, a più voci, che testimonia come "decine, centinaia di destini, parabole, storie di uomini e donne" abbiano finito per intrecciarci alla carriera e all'esistenza di Rocky Marciano (all'anagrafe Rocco Marchegiano). Spiega l'autore, all'inizio di questo viaggio, che "bisogna attraversarli in un senso e nell’altro, questi ponti, e scandagliarli in ogni direzione, questi fondali e questi cieli per far riemergerne una, di queste centinaia di vite, parabole e storie, che racchiude in sé l’essenza di un secolo, il Ventesimo, con tutta la spaventevole possanza dei suoi più atroci simboli".

Il lavoro della redazione
e l’impegno di informare

Lo scorso 4 agosto, senza alcun preavviso, è stata comunicata e imposta a questa redazione la sospensione di tutte le pubblicazioni fino alla riapertura degli uffici UCEI - chiusi dal 6 al 27 di questo mese - nell'attesa di concludere le procedure di insediamento di un nuovo direttore responsabile, che si protraggono ormai da oltre tre mesi. Una decisione unilaterale “che è senza precedenti e colpisce testate giornalistiche che sono state quotidianamente presenti all'appuntamento con il lettore nei loro 15 anni di storia” sottolineava l'insieme della redazione in un comunicato sindacale pubblicato il 4 agosto stesso, nell'ultimo notiziario quotidiano che è stato possibile inviare. È forse sfuggito all'ente editore che la redazione è un organismo vivente. I redattori devono andare in ferie, seguendo una turnazione razionale ed equilibrata (che peraltro era stata pianificata per tempo), ma l'organismo vivente non può certo cessare di esistere nella sua totalità, come si è voluto decretare con questo ingiustificato atto di prevaricazione. Molti i fatti di cui non abbiamo potuto scrivere e informarvi, dal 4 agosto ad oggi.

In viaggio nel Ghetto fluido

Nel 1555, annunciato dalla bolla pontificia “Cum nimis absurdum”, si istituiva a Roma il Ghetto. Quindici anni dopo la stessa sorte sarebbe toccata a Firenze, per iniziativa non del papa direttamente ma di Cosimo I de’ Medici: il primo esponente …

Una Giornata per la bellezza

In tutta Europa la Giornata della Cultura Ebraica del prossimo 10 settembre sarà dedicata alla Memoria. Solo l’Italia ha fatto una scelta diversa, indicando come filo conduttore il tema della “Bellezza”. Firenze la città capofila di un’edizione che si pone …