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L'Unione informa |
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8 marzo 2009 - 12 Adar 5769 |
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alef/tav |
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Benedetto Carucci Viterbi, rabbino |
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accingiamo a celebrare Purim, la festa delle sorti. Il protagonista
negativo della vicenda che viene ricordata è Haman, discendente di quel
Amalek citato in una delle letture bobliche di ieri. Ciò che li
accomuna, ad un'attenta lettura dei testi che ne parlano, è una visione
della realtà dominata totalmente dal caso. A questa visione si
contrappongono Mosè e Mordechai che, con il loro agire, ci indicano un
disegno di cui ciascun essere umano, con diversa consapevolezza, è
portatore.
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C’è
un senso comune consolidato in Italia che identifica la “violenza sulle
donne” come l’effetto dell’emergenza immigrazione. E’ la conseguenza di
un essenzialismo culturale e di una doppia falsa coscienza: da una
parte il trasferimento sui soli immigrati di un fenomeno consolidato da
sempre nella società italiana; dall’altra il peso di due ideologie,
diffuse in proporzioni diverse in tutto l’arco politico italiano.
Ideologie apparentemente contrarie, ma in realtà omologhe: quella del
paternalismo e quella del buonismo, accomunate da uno sguardo
“assistenzialista” sugli “altri” incapaci di essere “responsabili”.
Questo perché, secondo i paternalisti, essi sono “selvaggi da
rieducare”; oppure, secondo i buonisti”, “portatori di una cultura” di
cui non si discutono gli aspetti autoritari, confondendoli come
“autentici” e dunque da accogliere in nome del “rispetto alle culture
altrui”. Un essenzialismo culturale che in tutte le versioni in cui si
manifesta non ha molto a che vedere con la democrazia moderna. |
David Bidussa, storico sociale delle idee |
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Rotschild Boulevard - L'eleganza della First Lady è il gran segreto di una stilista israeliana
Qual è il segreto di Michelle Obama, la first lady più glamour dopo
Jackie Kennedy? A quanto pare, una signora israeliana. Ikram Goldman,
nata una quarantina di anni fa in Israele e proprietaria di
un'esclusiva boutique di Chicago, da qualche tempo è di fatto
responsabile del guardaroba di Mrs Obama. La stampa e i blogger la
adorano, specie da quando la nuova first lady si è presentata al
giuramento del marito con un vestito di Isabel Toledo indicato e
ordinato dalla Goldman. Che pure fa di tutto per mantenere un basso
profilo: “Una musa silenziosa”, l'ha definita il Forward. Il New York
Times l'ha soprannominata “Fashionista in chief” e “stilista ombra”,
mentre “Segretario alla moda” è stato il verdetto dell'Huffington
Post. Cos'ha di tanto unico la boutique della signora Goldman, a parte il fatto di stare a Chicago? Quello che piace a Michelle
Obama (o meglio: all'immagine spigliata che presidente e first lady
vogliono dare della Casa Bianca) è l'attenzione a nuovi stilisti e
nuove tendenze: “La signora Obama ha fatto shopping nel negozio di
Ikram per anni, e apprezza l'interesse a lavorare con un ampio spettro
di designer, inclusi molti giovani ed emergenti” ha detto la portavoce
della first lady Katie McCormick Lelyveld. “Goldman è conosciuta per il
suo sofisticato mix di designer all'avanguardia americani, europei e
giapponesi, insieme a una collezione vintage scelta con grande
attenzione” scrive Lisbeth Levine sul Forward. Ma soprattutto Ikram Goldman è sempre un passo avanti rispetto agli altri: “Nella sua boutique
si trovano pezzi che non si trovano da nessun’altra parte. Quei pezzi
veramente speciali che lei acquista, anche solo per uno dei suoi
clienti che immagina lo comprerà” racconta uno stilista al Chicago
Tribune. Che ricorda come sia importante per una first lady avere uno
stile inimitabile, nel senso più letterale del termine: una volta Laura
Bush si trovò a una serata di gala con lo stesso abito indossato da
altre due signore. Michelle Obama non vuole commettere lo stesso errore.
Anna Momigliano |
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pilpul |
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Durban 2 e gli equilibrismi di Fassino
Sulla
questione dell'indegna conferenza razzista "contro il razzismo" in
programma a Ginevra (Durban II) Piero Fassino ha perso l'occasione di
evitare di parlare a sproposito, confermando il detto secondo cui "un
bel tacer non fu mai scritto". Tutti sanno che Fassino è uno dei più
attenti nella sinistra alle ragioni di Israele ed è un sicuro
oppositore di ogni forma di antisemitismo e di antisionismo. Ma ci
dev'essere un'atmosfera irrespirabile dalle sue parti se persino uno
come
lui si vede costretto a equilibrismi da sciancare un atleta. Per
Fassino bisogna andare, dialogare, cercare di cambiare la risoluzione,
ricercando e costruendo preventivamente una posizione europea comune.
Ma dove è stato Fassino nell'anno passato: sulla Luna? Sono mesi e mesi
che si scrive e si denuncia quel che si sta preparando, sono mesi che
l'infame bozza circola, che si sa chi gestisce la preparazione del
convegno: paesi indegni di pronunziare soltanto il nome di "diritti
umani". Questo convegno è alle porte ma per Fassino vi sarebbe tempo
per "ricercare e costruire una posizione europea comune"... E lo dice
proprio mentre la posizione europea comune si evidenzia inesistente. E
quale mediazione vuole ottenere partendo da quelle basi? Che si parli
soltanto di "apartheid" e non di "discriminazioni razziali"? Che si
abolisca il termine "crimini contro l'umanità" in cambio di "crimini
contro gli uomini"? Crede davvero che, partendo da un testo come quello
proposto, si possa ottenere una soluzione da tutti condivisa che
possa essere firmata senza vergognarsi? Poiché Fassino è una persona
d'onore vuol dire che crede a Babbo Natale. A suo avviso far fallire la
Conferenza è la peggiore iattura perché indebolirebbe un Onu già
fragile. Ma se questa è l'Onu, ben venga un suo indebolimento. Fassino,
che è una persona d'onore, invece di avvolgersi in cavilli non degni di
lui dovrebbe suggerire di "trattare" con chi ha scritto quel testo
ispirandosi allo stile dell'ambasciatore israeliano all'Onu Herzog,
quando fu approvata la mozione sionismo = razzismo: "La vostra ignobile
bozza non vale la carta su cui è scritta e la trattativa inizia
stracciandovela in faccia".
Giorgio Israel, storico della scienza.
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rassegna stampa |
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Ricca e multiforme, la rassegna stampa di oggi apre spunti di riflessione su numerosi argomenti. Il Corriere della sera,
che ieri aveva trattato con ampiezza il ritiro dell’Italia dai lavori
preparatori per Durban 2, pubblica oggi una lettera del ministro
Frattini che motiva la decisione di prendere le distanze dalla
Conferenza sul razzismo in programma a Ginevra. “Questo secondo round
convocato dall'Onu, e previsto appunto dal 20 al 24 aprile 2009 a
Ginevra – scrive il ministro - avanza ancora sotto un cielo cupo,
popolato di nuvole nere. E per almeno due ragioni Il testo è permeato
da una retorica anti-semita per il governo italiano assolutamente
inaccettabile, che riteniamo contraria ai più elementari valori
democratici europei e dell'Occidente, una vera e propria minaccia alla
nostra civiltà. Un'altra fondamentale ragione della scelta del nostro
governo è legata al fatto che, nel documento che si prepara a Ginevra,
si mette in discussione (…) un altro principio chiave della nostra
civiltà democratica, e cioè la libertà di espressione”. L’argomento,
precisa Frattini sarà comunque al centro di un confronto parlamentare
previsto per mercoledì. Proprio alla libertà d’espressione,
prendendo spunto dalle vicende del vescovo negazionista Williamson e
del politico olandese Wilders autore di un discusso corto sull’Islam, è
dedicato – sempre sul Corriere - un commento di Ian Buruma. Passando alla cronaca si segnalano le dimissioni del primo ministro dell'Autorità palestinese, Salam Fayyad che, scrive Francesco Battistini sul Corriere, potrebbe comunque tornare da candidato presidente. Alle prospettive aperte da questo gesto Haaretz dedica oggi l’editoriale. Da leggere, sul Manifesto l’approfondimento
di Guido Mariani sul circuito europeo del nazi metal (“la faccia oscena
del rock”, “genere – scrive Mariani - nato nel sangue, che predica odio
e diffonde le idee di Hitler” con violenti accenti antisemiti). Uno
scenario inquietante che, sottolinea ancora sul Manifesto Giacomo Russo Spena, trova numerose corrispondenze nel circuito nazirock nostrano. Di tutt’altro tono la cronaca, sul Messaggero della serata di gala romana a favore del Keren Hayesod e l’articolo di Massimo Gaggi sul Corriere dedicato
a Sheldon Adelson, repubblicano radicale, figlio di un tassista ebreo
lituano, divenuto uno dei re dei casino americani e il secondo uomo più
ricco d’America, che sull’onda della crisi globale è ora sull'orlo
della bancarotta. Venendo alla pagina culturale si segnalano sul Riformista la recensione di Peppino Calderola al bel libro di Anna Foa sugli ebrei del Novecento; sul Sole 24 ore il consueto intervento domenicale di Giulio Busi dedicato ai medici ebrei nella Trieste di primo Novecento e, ancora sul Sole 24 ore, una
riflessione dello storico Benny Morris a proposito della graphic novel
“Valzer con Bashir” uscita da poco a seguito dell'omonimo film. Daniela Gross |
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notizieflash |
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Frattini, "no a Durban 2 in nome della libertà d’espressione" Roma, 8 mar Il confronto parlamentare su Durban 2 è previsto per mercoledì. Ad affermarlo è il ministro
degli Esteri Franco Frattini, in una lettera pubblicata oggi dal
Corriere della Sera, in cui spiega le ragioni della decisione italiana
di abbandonare i lavori preparatori della Conferenza Onu sul razzismo, in programma a Ginevra dal 20 al 24 aprile. Già
la prima Conferenza a Durban, dice Frattini, "venne meno agli
auspici di chiara affermazione dei principi democratici di pace e
tolleranza”. L’incontro, non dedicando "una parola alle vittime dei
tanti genocidi che insanguinano il mondo", "bollava Israele come 'Paese
razzista'" "fino a definire il sionismo come una forma di razzismo e di
islamofobia". Il prossimo incontro, sostiene il ministro, "avanza
ancora sotto un cielo cupo". "Il testo – scrive - è permeato da una
retorica anti-semita" e "mette in discussione la libertà
d'espressione". "Non possiamo barattare - scrive il ministro - il
rispetto della tolleranza religiosa e del diritto al credo e al culto
religioso con la messa in discussione del fondamento della nostra vita
associata: la libertà d’espressione". L'Italia, afferma
Frattini, sarà comunque pronta a "riconsiderare" la decisione "qualora
il testo venisse modificato in maniera tale da corrispondere a tali
principi”.
Pio XII, “Vaticano e Yad Vashem non sono antagonisti” Gerusalemme, 8 mar "Yad
Vashem e la Santa Sede non sono antagonisti" nell'approfondimento della
figura di Pio XII. Vogliono anzi lavorare "mano nella mano" per fare
luce sul passato e "preservare la memoria". Così il nunzio apostolico
in Israele, monsignor Antonio Franco all’apertura oggi a Gerusalemme,
al museo Yad Vashem, di un convegno dedicato alle ultime acquisizioni
della ricerca sul ruolo di Pio XII negli anni della Shoah che riunisce
storici ebrei e cattolici. "Yad Vashem e la Santa Sede -
ha affermato monsignor Franco - devono lavorare mano nella mano per
raggiungere una posizione condivisa”. “La Chiesa cattolica – ha
proseguito - è il miglior alleato di Yad Vashem per preservare la
memoria e imparare dalla memoria". Il nunzio si è quindi soffermato
sulla recente vicenda del vescovo negazionista Williamson alludendo ai
“momenti tristi” verificatisi negli ultimi mesi tra Vaticano e mondo
ebraico. Ma, ha ribadito, “non si può essere cattolici se si nega la
Shoah". Nessuna menzione invece della controversa targa illustrativa
della figura di Pio XII affissa in una delle sale di Yad Vashem.
Gaza, altri quattro razzi su Israele Tel Aviv, 8 mar Quattro
razzi Qassam, lanciati oggi dalla Striscia di Gaza sul territorio
israeliano, sono esplosi nell'area del Neghev senza causare vittime o
danni. Il numero degli ordigni sparati dalla striscia, a opera di
diversi gruppi islamico radicali attivi nell’area, è così arrivato a
dieci. Nella notte l’aviazione israeliana ha risposto con un nuovo raid
contro i tunnel del contrabbando nella zona di Rafah, al confine con
l’Egitto. L’azione non avrebbe provocato vittime ma tutti gli
obiettivi, secondo un portavoce dell’Esercito, sarebbero stati
centrati. “Israele - ha affermato - continuerà a rispondere duramente a
ogni tentativo di violazione della calma". |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. |
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