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L'Unione informa |
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25 giugno 2009 - 3 Tamuz 5769 |
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alef/tav |
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Riccardo
Di Segni, rabbino capo di Roma |
In
un periodo di strane polemiche sulla moralità del potere, ecco una
storia talmudica (Sukkà 52b) con un pò di ironia sulle debolezze umane.
Il grande rabbino Abbaye vide un uomo e una donna che si davano un
appuntamento e, preso dallo zelo poliziesco del controllo della morale,
decise di pedinarli. Dopo un pò che camminavano insieme li sentì dire:
"la nostra strada è lunga, e anche se la compagnia è piacevole dobbiamo
dividerci". Abbayè rimase sconcertato dall'episodio: fosse stato lui al
posto dell'uomo che pedinava, non avrebbe resistito alla tentazione di
approfittare della circostanza; mentre un uomo semplice, da lui
sospettato, aveva dato prova di ben altro self-control. Morale
talmudica: "quanto più un uomo è grande di un altro, tanto più deve
fare i conti con un istinto più forte". |
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Nei
suoi tre anni di prigionia nelle mani di Hamas il soldato israeliano
Gilad Shalit non ha ricevuto nemmeno una visita da parte della Croce
Rossa Internazionale. Questa è una grossolana violazione delle
convenzioni internazionali, militari e civili. Il trattamento
umanitario dei prigionieri non ha nulla a che fare con i termini
politici della loro eventuale liberazione. La Croce Rossa
Internazionale dimostra così di essere un ente inutile e costoso,
professionalmente inetto, moralmente indifferente, connivente con i
perpetratori. |
Sergio Della Pergola,
demografo Università Ebraica di Gerusalemme |
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Ritorno in Polonia
"Zyd"
in polacco vuol dire "ebreo." Qui, su un manifesto davanti al teatro di
Bielsko Biala, una città nella Polonia meridionale, la parola e'
scritta in un modo da sembrare quasi una minaccia. E', invece, un
monito. "Zyd" è il titolo di un testo teatrale di Artur Palyga premiato
l'anno scorso come un tentativo "onesto, coraggioso e preciso" di
saldare i conti con un passato difficile. L'opera tratta di un gruppo
di insegnanti in una scuola in una piccola città di provincia che sta
preparando la visita di un ospite scomodo, un ex-alunno ebreo, nato
prima dello Shoah quando più della meta degli abitanti erano ebrei, che
è sopravvissuto alla Shoah e ora vive in Israele). "Zyd" utilizza
l'arte teatrale per confrontare e esaminare antisemitismo e potere
profondo degli stereotipi. Fa parte di un dibattito senza fine in
Polonia sul rapporto lungo, complesso e tormentato fra ebrei e polacchi
cattolici. Palyga stesso ha definito l'ebraismo un "tormento nazionale."
Ruth Ellen Gruber (copyright Ruth Ellen Gruber)
Ghilad Shalit, tre anni di prigionia Roma lancia un messaggio chiaro
Dopo
Parigi è la volta di Roma, il consiglio comunale della capitale,
ponendosi sulla stessa linea di quanto è avvenuto a Parigi qualche mese
fa, vota in queste ore l'approvazione del conferimento della
cittadinanza onoraria di Roma a Ghilad Shalit, il caporale israeliano
rapito da Hamas tre anni fa (il 25 giugno 2006) e da allora custodito
in una località ignota della Striscia di Gaza.Termina, quindi, l'iter
procedurale avviato lo scorso 2 aprile su iniziativa del Sindaco di
Roma, Gianni Alemanno, e della maggioranza consiliare. Proprio
oggi l'organizzazione non governativa per la difesa dei diritti umani,
Human Rights Watch (HRW), ha condannato attraverso un comunicato
ufficiale il rifiuto di Hamas di permettere visite dei rappresentanti
della Croce Rossa Internazionale al soldato israeliano Ghilad Shalit.
"Il rifiuto di Hamas di permettere al soldato Shalit di comunicare con
l'esterno è crudele, inumano e può essere paragonato a una forma di
totura" sostiene l'Ong. "Le leggi di guerra impongono a Hamas di
permettere a Shalit di comunicare con la sua famiglia" e questo
comportamento perciò "é ingiustificabile". Il quotidiano Yediot
Aharonot ha pubblicato un sondaggio in base al quale il 69% degli
israeliani è favorevole alla liberazione di detenuti palestinesi nelle
carceri israeliane, anche se responsabili di attentati terroristici
sanguinosi. Ricordiamo che Hamas chiede la liberazione di circa 1200
detenuti palestinesi, alcune centinaia dei quali condannati a ergastoli
plurimi, per liberare Gilad. Ieri sera il presidente della
Commissione Diritti umani del Senato, Pietro Marcenaro, ha inviato una
lettera al padre del soldato rapito, Noam Shalit, invitandolo in
Italia. "Tre anni sono passati dal rapimento di suo figlio - scrive
Pietro Marcenaro - e tre anni sono un periodo di tempo lunghissimo da
passare nell'incertezza e nell'angoscia. Il rapimento di Suo figlio
costituisce un atto efferato e insopportabile, che ripugna alla
coscienza. Lei e la Sua famiglia siete vittime di un ricatto
inaccettabile per voi, per lo Stato di Israele e per tutta la Comunità
internazionale; un ricatto che va respinto con forza e che non deve
fermare gli uomini di buona volontà e la loro ferma intenzione di
giungere ad una pace giusta fra il popolo israeliano e il popolo
palestinese. Nella visita che la Commissione Diritti umani del Senato
ha fatto in Israele, nei Territori e a Gaza, abbiamo incontrato i
responsabili della comunità italiana in Israele che hanno richiamato
l'attenzione, una volta di più, sulla terribile condizione di Suo
figlio Gilad, rispetto alla quale la Commissione intende manifestarle
la sua piena solidarietà".
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pilpul |
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Intervallo
Il
summit Berlusconi-Netanyahu ha avuto il non secondario merito di
alleggerire la linea di critica oltranzista a Israele. Oltre alla
consueta coppia di Stato sionista e razzista, ora Israele acquisisce il
titolo di entità dell'imperialismo porno. Per qualche ora, la
situazione degli ebrei è migliorata. Di mutandine, non è mai morto
nessuno. Il Tizio della Sera
Simboli e fraintendimenti
Nella più recente delle sue formidabili e fulminanti “noterelle”,
quella pubblicata ieri su questa pagina, Alberto Cavaglion ha messo in
luce gli stolti paragoni che hanno portato alcuni radicali italiani al
goffo tentativo di strumentalizzare la stella gialla, simbolo delle
discriminazioni e delle persecuzioni antiebraiche.
“L'uso
teatrale della stella gialla non è un lapsus, è uno scempio”, ha
ammonito dal canto suo lo scrittore Alessandro Schwed sul Secolo XIX di
qualche giorno fa. Basta per sperare che chi ha sbagliato si corregga?
Non
è detto. Qualcuno, infatti, lungi dall'assumersi le proprie
responsabilità, ci tiene a insistere. Un paio di radicali insistono e
se la prendono con chi, a loro dire, trasformerebbe questo simbolo in
“feticcio o tabù”. Spesso la toppa è molto più vistosa del buco.
Soprattutto se a cucirla è chi, per cinque minuti di notorietà, si
sente disposto a calpestare anche il segno della sofferenza più estrema.
gv |
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rassegna stampa |
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Mentre
in Iran continua il “massacro”, come lo chiama la Cnn, e una nube
sempre più densa si posiziona sopra il presunto scandalo dei brogli
elettorali, diventa sempre più evidente per Israele che alla Casa
Bianca non c’è più George W. Bush. L’America di Obama lancia un nuovo
forte segnale, quando annulla l’incontro previsto a Parigi tra il
premier Benjamin Netanyahu e l’inviato in Medio Oriente degli States
George Mitchell. Probabilmente la descrizione dei fatti da parte dell’Unità
è altamente faziosa, quando scrive di uno scontro aperto tra Obama e
Netanyahu. Ma è innegabile qualche tensione. La riunione, infatti,
sarebbe stata cancellata a causa della politica sugli insediamenti che
vede i due leader distanti. Con l’americano a chiedere di ridurli, se
non eliminarli, e l’israeliano a fare, per ora, orecchie da mercante.
Ci sono buone possibilità che Obama aspetti la visita del ministro
Barak, che ha in mano il piano su carta degli insediamenti e potere
sulla sicurezza interna, prima di incontrare Netanyahu. Tutto succede
nel giorno in cui, dopo quattro anni, gli Usa tornano ad avere
un’ambasciata a Damasco, in Siria (Sole 24 Ore). Non è un caso che sul Giornale
Fiamma Nirenstein cerca di ridisegnare le alleanze di Israele. Secondo
la giornalista e deputata del Pdl, sarebbe ora l’Europa il miglior
alleato. Riflessione che arriva a margine di due incontri importanti
per il premier israeliano, il primo con Silvio Berlusconi e l’altro con
Nicolas Sarkozy, che nel Vecchio Continente ha trovato “amicizia”. A
proposito, interessante l’analisi del Riformista
sulle richieste avanzate da Netanyahu a Roma, circa la rimodulazione
dei rapporti, anche commerciali, con l’Iran. Mentre Ahmadinejad, per
ora riconfermato presidente, penserà come prima cosa a portare avanti
il programma sull’atomica, come spiega Libero.
Il giornale di Vittorio Feltri cerca di dare una “svegliata” all’Obama
“estremista trattativista”: “Deve dimenticare il dialogo”, scrive da
New York Claudio Maggi. A proposito di Teheran, il Giornale
riporta una notizia di ieri in cui un ex ufficiale del Mossad rivela
un’operazione israeliana del ’79 in cui Komehini fu, di fatto,
“risparmiato”. Infine è polemica su un’ipotesi che vedrebbe la pop
star americana Britney Spear interpretare un ruolo da protagonista in
un film sulla Shoah. La Comunità ebraica in Germania non ha gradito e
ha alzato il polverone. A voi lettori lascio giudicare, leggendo le
cronache (Corriere, Giornale, Libero, Mattino, Stampa, Tempo).
Fabio Perugia |
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Circoncisione,
confronto aperto
Roma, 24 giu - Ahmad
Gianpiero Vincenzo, presidente dell'associazione Intellettuali
Musulmani Italiani e consulente per immigrazione e ghetti urbani della
Commissione Affari Costituzionali del Senato, a conclusione del
convegno 'Tutela della salute e organizzazione sanitaria per le
popolazioni migranti' tenutosi oggi al Sanit di Roma, ha dichiarato "In
un prossimo futuro la circoncisione maschile si potrà effettuare in
strutture sanitarie pubbliche". L'iniziativa era organizzata da Aldo
Morrone, direttore dell'Istituto Nazionale per la promozione della
salute delle popolazioni migranti dell'Ospedale San Gallicano,
dall'Associazione Medica Ebraica d'Italia, rappresentata dai
medici Guido Coen, vicepresidente
e Cesare Efrati membro della comissione di bioetica dell'AME oltre
che dagli Intellettuali Musulmani Italiani in accordo con la
Grande Moschea di Roma . E proprio dal San Gallicano, riferisce ancora
Vincenzo, è giunta la disponibilità alla creazione di un centro
sperimentale. "La circoncisione maschile è una pratica religiosa e
culturale che riguarda circa il 30% della popolazione mondiale -
ricorda Vincenzo - gli ebrei la praticano da più di 5.000 anni, così
come i musulmani, ma non solo". "Noi, come Intellettuali Musulmani, ci
battiamo da anni perché la circoncisione si faccia negli ospedali,
evitando che venga praticata in maniera impropria, mettendo in pericolo
la vita dei bambini e dei ragazzi. L'anno scorso in Italia sono nati
più di 15.000 musulmani, cui vanno ad aggiungersi altre migliaia di
ebrei e di coloro che la praticano per cultura. Purtroppo ci sono anche
state alcune vittime: proprio un anno fa, a Treviso e a Bari, due
bambini nigeriani sono morti per circoncisioni fatte in casa." "Pur se
nel 1998 il Comitato Nazionale di Bioetica ha espresso parere
favorevole alla pratica nel nostro Paese - conclude - nel 2003 essa è
stata messa al di fuori dei LEA (livelli essenziali di assistenza) e
quindi non è facile effettuarla negli ospedali, anche a pagamento".
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
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