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L'Unione informa
 
    20 luglio 2009 - 28 Tamuz 5769  
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Moked - il portale dell´ebraismo italiano
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  Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma Riccardo
Di Segni,

rabbino capo
di Roma
E' di questi giorni la notizia che il capo rabbino del Commonwealth, Jonathan Sacks, ben noto e apprezzato anche in Italia per i suoi scritti (un suo libro tradotto in Italiano è La dignità della differenza. Come evitare lo scontro delle civiltà, Garzanti 2004) è stato nominato membro della House of Lords del Regno Unito. Potrà fregiarsi del titolo di Lord, un titolo che già era stato del suo predecessore Immanuel Jakobovits. Al momento dell'insediamento dovrà leggere un giuramento di fedeltà alla Corona, con una formula che era stata ritoccata per evitare riferimenti divini. E' un importante segno di continuità storica, di prestigio e di buone relazioni tra lo Stato e la comunità ebraica.
Vorrei ancora tornare sulle vicende iraniane. Mentre i commentatori parlano dell'agonia del regime, continua la repressione. Dobbiamo considerarla il prezzo normale da pagare? Noi che viviamo tranquilli nelle nostre case, possiamo almeno dedicare un pensiero all'avvocatessa sequestrata venerdì a Teheran, Shadi Sadr, 35 anni un bel viso sorridente e pulito? O agli obitori affollati di cadaveri di cui ci parla su Repubblica di ieri Bijan Zarmandili, dove i famigliari si recano a recuperare i corpi dei loro ragazzi? Sarà un'agonia, lo speriamo, ma speriamo anche, e cerchiamo di far sì, che sia breve.  Anna Foa,
storica
Anna Foa, storica  
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  Redazione Redazione aperta - Nuovi giornalisti
per la realtà ebraica italiana
  
Una sera d'estate alla colonia di Villa Opicina, a pochi chilometri da Trieste. Cinque ragazzi e molti leader comunitari in un'atmosfera distesa e poco formale, quasi un'occasione conviviale. Potrebbe essere una serata come tante altre, ma non lo è perché per la prima volta l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane intraprende l'importante iniziativa di formare un gruppo di giovani praticanti giornalisti destinati a operare nel settore strategico dell'informazione ebraica. Oltre al Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna e alla Vicepresidente Claudia De Benedetti, giunti da Roma e da Torino per dare formalmente l'avvio alle due settimane di inteso lavoro, di apprendimento e di incontri che impegneranno fino alla fine del mese di luglio l'intera redazione del Portale dell'ebraismo italiano moked.it con il Coordinatore informazione e cultura Ucei Guido Vitale.
Da Firenze sono giunti Daniela Misul e Emanuele Viterbo  Presidente e Segretario generale della Comunità toscana. A fare gli onori di casa il Presidente della Comunità Ebraica di Trieste Andrea Mariani, il vicepresidente e assessore ai giovani alla logistica e al personale Eugenio Bevitori, Mauro Tabor assessore alla cultura e Mariù Hassid che ha la delega agli anziani e al cimitero, .
Mariani, ha posto l'accento sull'iniziativa intrapresa dall'Ucei e di cui la Comunità di Trieste, che ha messo a disposizione le sue strutture (la Scuola, il Museo la Colonia e la Casa di riposo nelle quali la redazione risiederà e trascorrerà le sue ore di studio e di lavoro), è protagonista in questi giorni. Il Presidnete della Comunità triestina ha anche espresso la sua riflessione sui ragazzi, "una giovane equipe che si prepara a fare qualcosa di importante per le comunità ebraiche" con la sicurezza che questa iniziativa troverà piena adesione nelle realtà ebraiche italiane.
Subito dopo il Presidente Ucei Renzo Gattegna nel rivolgere la propria gratitudine alla Comunità Ebraica di Trieste, ha spiegato che l'iniziativa che sta per partire "non è casuale, ma è qualcosa che abbiamo voluto e cercato perché abbiamo deciso di investire nella comunicazione". Gattegna ha insistito molto su quanto sia importante togliere la chiusura per abbattere l'antisemitismo. "Per fare questo - ha spiegato il Presidente Ucei - abbiamo iniziato a fare alcune cose come il Portale, la Rassegna stampa, Pagine ebraiche e per questo ringrazio la redazione che consente all'Ucei di essere protagonista. E' importantissimo - ha insistito Gattegna - che per la prima volta l'Ucei offra questa speciale opportunità di lavoro a dei giovani, lavoro utile per rafforzare strutture deboli e talvolta poco efficaci. "
"Ritengo che noi come minoranza dobbiamo svolgere un ruolo preciso, - ha concluso il Presidente Ucei -  viviamo in una società in cui valgono molti molti valori fatui. Noi invece vogliamo ripescare i nostri valori originali, dialogare con la società che ci circonda e abbattere l'isolamento e il pregiudizio".
Guido Vitale, giornalista e responsabile del progetto ha spiegato in poche linee in che cosa  consiste la sfida che  i giovani praticanti stanno per affrontare. E ha invitato i nuovi gioirnalisti che saranno punti di riferimento delle  redazioni che sorgeranno in varie Comunità italiane a presentarsi. Adam Smulevich, 23 anni animerà la redazione di Firenze, Rossella Tercatin 21 anni quella di Milano, Michael Calimani 26 anni quella di Venezia e infine Manuel Disegni 20 anni e Daniel Reichel 22 anni quella di Torino.
Si apre una nuova pagina per l'informazione ebraica in Italia, ma soprattutto nascono nuove amicizie e collaborazioni professionali utili a raccontare le idee e le speranze degli ebrei italiani..
 
Lucilla Efrati





Sorgente di vita dall'Iran ai corrispondenti italiani in Medio Oriente
 
E' dedicato all’Iran il primo servizio della puntata di Sorgente di vita in onda oggi, lunedì 20 luglio alle ore 1 circa: la posizione dei leader del G8 sulla situazione in Iran,  le proteste e le violente repressioni dopo le elezioni di giugno, la riconferma del presidente Ahmadinejad, la corsa al nucleare, le minacce contro Israele, la situazione della comunità ebraica sono i temi toccati da David A.Harris, direttore dell’American Jewish Committee  e il giornalista Ahmad Rafat.
Nel secondo servizio la giornalista americana Helen Epstein racconta la storia della sua famiglia, una saga al femminile attraverso tre generazioni di sarte, da Vienna a Praga a New York: il suicidio della bisnonna, l’atelier della nonna, la deportazione della madre, l’avvio di una sartoria negli Stati Uniti e i ricordi d’infanzia tra stoffe, vestiti e signore eleganti.
Il terzo pezzo presenta il documentario dell’artista israeliana Tarin Gartner sul lavoro e la vita quotidiana dei corrispondenti italiani in Israele e nei territori palestinesi.
Infine il concerto milanese di Avraham Fried cantante chassidico arrivato a Milano da New York: la fede in Dio, la speranza nel Messia e la pace - spiega Fried nell’intervista -  sono i temi dei suoi canti, ispirati ai salmi e alla Bibbia e trasformati in musica travolgente dedicata a un pubblico di ogni età.
Sorgente di vita sarà replicato replicato lunedì 27 luglio alle 7 del mattino.
Sorgente di vita è anche su www.moked.it

P.D.S. 
 
 
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  Donatella Di CesareLe città-rifugio che abitiamo denunciano
la nostra incapacità di guardare agli altri


In che misura il tema delle città-rifugio, di cui ci parla la Torah, può essere per noi un tema attuale? In alcune bellissime pagine Emmanuel Lévinas offre un’interpretazione molto originale. Nella società occidentale, libera sì, e certo anche “civilizzata”, ma del tutto priva di giustizia sociale, gli omicidi involontari non si producono solo attraverso un arnese di ferro che accidentalmente si stacca dal manico. In Occidente i vantaggi di cui tutti disponiamo rispetto a quelli che abitano l’altra parte del mondo sono all’origine dell’agonia di qualcuno – anche se attraverso una serie ininterrotta di cause involontarie. La morte degli “altri” avviene senza che noi, abitanti delle nostre sovrabbondanti e protette metropoli, ne siamo a conoscenza. Inconsapevoli, eppure colpevoli.

Le città in cui abitiamo si trasformano in città-rifugio. La protezione che abbiamo, che anzi non ci basta, perché siamo arrivati perfino a chiedere le “ronde”, è secondo Lévinas “la protezione di una semi-innocenza o semi-colpevolezza”. Certo, è una difesa necessaria contro la barbarie del “sangue riscaldato” e contro il disordine minacciante. Il vendicatore del sangue, dal “cuore riscaldato”, si aggira infatti intorno a noi, sotto forma di collera popolare, spirito di rivolta o anche semplice delinquenza che parte dalla periferia e dai sobborghi. Ma l’indifferenza, l’insensibilità, l’ipocrisia non sono le vie giuste per ristabilire l’equilibrio del diritto.

E Lévinas si chiede: che ne è della nostra spiritualità? Anche a questo serve la riflessione filosofica, ad essere attenti al reale, vigili verso gli altri prima ancora che verso se stessi.

Donatella Di Cesare, filosofa 
 
 
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rassegna stampa    
 
 
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C'è una novità nei rapporti fra Stati Uniti e Israele al centro della rassegna di oggi. Il Dipartimento di Stato ha convocato il nuovo ambasciatore israeliano Oren per chiedere al governo israeliano di annullare un progetto edilizio a Gerusalemme. Non si tratta affatto di una nuova costruzione, e neppure di un insediamento, ma della trasformazione di un ex albergo (che era stato la residenza del muftì Haj Amin Al Hussein, il predecessore di Arafat alla guida dei palestinesi, ispiratore dei pogrom degli anni Venti e Trenta, che durante la Seconda Guerra Mondiale si era trasferito a Berlino a far propaganda per i tedeschi, approvando esplicitamente i loro metodi sulla "questione ebraica". Il palazzo è stato comprato negli anni Ottanta da un ricco ebreo americano, Moskovitz, che si è deciso a trasformarlo in una ventina di appartamenti (il servizio di Davide Frattini è sul Corriere). La notizia è data in maniera molto tendenziosa su quesi tutti i giornali: La Stampa parla di "colonie a Gerusalemme", il Messaggero di "insediamenti a Gerusalemme est". Il fatto è che non esiste una Gerusalemme Est e una Gerusalemme Ovest, come non esisteva una Berlino Est e una Berlino Ovest; si è sempre trattato della stessa città, dove gli ebrei erano in maggioranza da lunghissimo tempo prima della nascita dello Stato di Israele. La divisione è stata imposta dall'occupazione giordana della città fra il 48 e il 67; un'occupazione che a differenza dello Stato Ebraico non ha garantito la libertà d'accesso ai luoghi santi delle tre religioni e anzi ha cercato di distruggere tutto quel che c'era di ebraico nella città vecchia. Ha fatto dunque bene Netanyahu a respingere la richiesta americana e le proteste dell'ANP (Repubblica, Wall Street Journal): Gerusalemme non è una "colonia", ha risposto agli americani,  ma la capitale indivisa dello Stato di Israele e tutti i suoi abitanti hanno diritto di comprare e riqualificare edifici dove vogliono. 
C'è qualche altra notizia internazionale interessante. Un altro argomento importante è la pessima figura fatta dai soldati dell'Onu in Libano e l'aggressività di Hezbullah. Ne parla Fiamma Nirenstein sul  Giornale, prevedendo nuove difficoltà in arrivo. Maria Natale Serena solleva invece sul Corriere il caso del capogruppo antisemita della formazione nel parlamento europeo in cui sono compresi anche i conservatori inglese: si tratta di un polacco impresentabile, tal Kaminki, che suscitò scandalo qualche anno fa opponendosi al ricordo di veri episodi della Shoà.
Le Monde conferma la sua posizione sostanzialmente antisemita ospitando un attacco molto violento di Marc Weitzmann (il solito ebreo animato da odio di sé?) alla comunità ebraica per aver insistito pubblicamente per ottenere un appello contro le condanne ridicole inflitte ai complici del rapimento e dell'assassinio razzista del giovane Halimi. Chiedere giustizia sarebbe addirittura di una "violazione del diritto" e procurerebbe "simpatia" al colpevole... Ancora su Le Monde il corrispondente Richard Mischel Bole rimprovera all'inviato del Quartetto Tony Blair di muoversi troppo poco a favore dei palestinesi. Bisognerà riflettere prima o poi sulla ragione per cui i giornali più "prestigiosi" d'Europa, da Le Monde a El Pais a Repubblica stanno diventando sempre più aggressivamente nemici degli ebrei vivi (mentre non mancano di omaggiare le vittime della Shoà).
Da segnalare infine tre recensione librarie: quella del Mattino sull'antologia di Joseph Roth appena uscita da Adelphi, quella di Alessandro Fallai sul Corriere Roma su "L'anno prossimo a Gerusalemme di Antonella Tavassi la Greca, quella di Daniela Pizzigalli sul Secolo XIX intorno a "Ultima notte ad Alessandria" di André Aciman.

Ugo Volli 

 
 
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notizieflash    
 
 
Israele: estradato americano                                                                
presunto adepto del Ku-Klux-Klan
Tel Aviv, 19 lug -
Fra le cento persone più ricercate dall'Fbi, il cittadino americano Micky Louis Mayon, 33 anni, accusato di essere un membro Ku-Klux-Klan - il movimento di lotta per la supremazia bianca negli Stati Uniti è stato estradato da Israele, era stato arrestato il 13 luglio scorso. Mayon nega la sua appartenenza al movimento e ha dichiarato, in manette e scortato dalla polizia, ai giornalisti all'aeroporto Ben Gurion prima della partenza per gli Stati Uniti: “Non ne sono membro. Come non lo sono di nessun altro gruppo". Alla domanda dei giornalisti “Lei odia gli ebrei o le persone di origine africana?” ha risposto: "Voi sapete di cosa mi accusano. Ma non è quello che ho fatto. E' assolutamente falso".  L'uomo ha anche detto di aver apprezzato la sua permanenza in Israele, specialmente "le ragazze israeliane", e di voler "tornare". Mayon, un fautore degli 'skinhead', è stato rispedito negli Stati Uniti per l'accusa di aver incendiato l'auto di un giudice che lo aveva rinviato a giudizio per addebiti relativi ad armi da fuoco.
 
 
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