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L'Unione informa
 
    10 agosto 2009 - 20 Av 5769  
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Moked - il portale dell´ebraismo italiano
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  Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma Riccardo
Di Segni,

rabbino capo
di Roma
Nei sette Sabati successivi al 9 di Av (per gli Italiani solo nei primi tre) si usa leggere come haftarà, il brano profetico dopo la lettura della Torà, dei testi dal contenuto consolatorio. Questo Sabato abbiamo letto il capitolo 49 di Isaia , dove al verso 17 compare l’espressione: “coloro che ti distruggono e ti rovinano usciranno da te”. Il senso letterale è che se ne andranno via tutti coloro che vogliono farti del male. Ma il midrash capovolge la frase estraendone un dato inquietante e purtroppo sempre attuale: “coloro che ti distruggono e ti rovinano usciranno da te”, nel senso che proverranno da te, saranno figli del tuo popolo. Autolesionismo come costante caratteristica del popolo ebraico. Ma la cosa non finisce qui. Perché non è così semplice identificare il distruggitore, e l’accusa verso il proprio avversario di essere “l’ebreo che odia sé stesso” circola spesso senza controllo. C’è un illustre precedente nel Primo libro dei Re (18:17) dove il re Achav, che non era propriamente uno stinco di santo, incontra il profeta Elia e gli dice: “sei tu dunque colui che intorbida Israele?” 
Un’interpretazione diffusa, anche se non condivisa dalla maggior parte degli interpreti, del disastro del mondo ebraico spagnolo nel XV secolo, è quella che esso, prima ancora di essere sottoposto alle persecuzioni esterne, sia stato corroso dall’interno dalla filosofia e dai suoi dubbi, che la sua identità ne sia stata indebolita o distrutta, e che questo abbia facilitato la sua inarrestabile crisi. Il dubbio, la filosofia, possono portare al male? O ancor di più, portano necessariamente al male? Domande antiche. Nell’Europa del Seicento, che aveva appena cessato di dilaniarsi ferocemente in nome della religione, ci si domandò se esistesse la possibilità, per un ateo, di essere virtuoso. Se esistesse cioè una legge morale insita negli uomini, al di là e in assenza della fede, che li spingesse a distinguere il bene dal male e ad agire seguendo il bene. Il problema non ha smesso di essere attuale.  Anna Foa,
storica
Anna Foa, storica  
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  saints and tzadiksLo strano caso di “Saints e Tzadiks”
e della “Jewish-latino fusion”

Che la tradizione musicale ebraica sia vastissima, è un fatto assodato. Dalla musica klezmer a quella sefardita, dalla yemenita a quella israeliana, non basterebbe probabilmente una pagina di giornale per elencarne le diverse anime. Si può parlare infatti di musica ebraica come di “musica del mondo”, come la definisce il talentuoso artista Enrico Fink, il quale, nelle sue esibizioni, cerca di dimostrare come la musica ebraica, nelle sue innumerevoli sfaccettature, abbia influenzato le melodie di molte altre tradizioni culturali, in particolare dell’area mediterranea. Se però il legame tra musica ebraica yemenita e araba è evidente, alcuni musicisti vanno oltre e si sbizzarriscono talvolta in accostamenti, almeno in apparenza, bizzarri. La fusione di musica yiddish e musica irlandese è, per esempio, un esperimento curioso di cui si sono occupati la cantante irlandese Susan McKeown e Lorin Sklamberg, leader della band Klezmatics, che hanno appena realizzato il cd “Saints & Tzadiks”. Nel cd, che verrà messo in vendita nei prossimi giorni a New York, vengono suonate canzoni yiddish, canzoni popolari irlandesi e alcuni brani dove i due stili musicali si fondono. I due artisti intendono dimostrare l’esistenza di similarità tra le due tradizioni musicali e sensibilizzare la popolazione della Grande Mela del rischio che le due lingue, l’yiddish e l’irlandese, scompaiano in breve tempo dal territorio americano. “Sopravvivono grazie alla tenacia e all’ostinazione di pochi”, la constatazione di Sklamberg. “Saints & Tzadiks” intende sviluppare la conoscenza reciproca di due minoranze, quello ebraica e quella irlandese, che hanno plasmato l’anima della capitale economica degli Stati Uniti. Due mondi che sono raramente entrati in contatto. “Spesso chi ama la musica yiddish, conosce poco quella irlandese e viceversa. Perché scegliere tra musica irlandese e yiddish, se si possono apprezzare tutte e due?” il messaggio che vuole lanciare “Saints & Tzadiks”. Qual è, secondo i due artisti, la principale somiglianza tra i due generi musicali? La stessa carica di orgoglio e di fierezza presente sia nelle canzoni popolari irlandesi che in quelle ebraiche.

irving fieldsUn altro esempio di curiosa fusione tra due stili musicali all’apparenza molto diversi è quello che va sotto il nome di “Jewish-latino fusion”, che ha attualmente come maggior esponente il percussionista cubano Roberto Rodriguez. Rodriguez è un esule cubano che, sbarcato in Florida alla fine degli anni Ottanta, entra in contatto con alcune famiglie ebraiche del luogo, appassionate di mango e cha cha. L’incontro suscita in lui l’interesse verso la musica ebraica, in particolare verso la musica klezmer. Un interesse che si trasforma rapidamente in passione e che lo porta a cercare un punto d’incontro con le melodie del suo paese nativo. “El danzon de Moises”, il suo maggiore successo, lo consacra come musicista principe della “Jewish-latino fusion”. L’esperimento di fondere melodie ebraiche e caraibiche non è però novità. Risale addirittura alla fine degli anni Cinquanta. Una curiosa storia è alla base di questa fusione: nel 1959, un pianista ebreo, Irving Fields (nella foto in alto), si stava esibendo al piano bar di un prestigioso hotel di Boston, quando due coppie di fidanzati gli si avvicinarono e  gli chiesero ciascuna di suonare la loro canzone preferita. Una coppia desiderava che Fields suonasse “I love you much too much”, una canzone ebraica allora molto in voga, l’altra “We wanna rumba”, un brano latino dal ritmo molto veloce. Per non scontentare nessuna delle due coppiette, Fields ebbe un’intuizione: perché non fondere i due stili musicali? Si mise al pianoforte e eseguì “I love you much too much”, ma con il ritmo di una rumba. Il pubblico apprezzò e chiese il bis. L’intuizione di Fields non si fermò a quella esibizione. Nello stesso anno infatti pubblicò "Bagels and Bongos," un album di musica ebraica tradizionale adattata a ritmi latini. Il successo fu incredibile, visto che furono vendute due milioni di copie in tutto il mondo. Fields, che è il punto di riferimento di molti giovani musicisti latini, è ancora vivo. L’arzillo vecchietto (ha novantaquattro anni) continua ad esibirsi sei sere alla settimana in un locale italiano di New York e ha recentemente collaborato con Rodriguez  nella realizzazione di un simpatico cd, “ Oy Vey….Olè!!!”, dove Fields, al piano, e Rodriguez, alle percussioni, riadattando in tonalità latine alcuni dei pezzi più famosi della tradizione ebraica.

 Adam Smulevich

 
 
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pilpul    
 
  donatella di cesareIl significato del riposo: indugiare silenziosamente


Che cos’è il riposo? Forse è una forma di pace - con gli altri e con se stessi. Ma non solo. Certo il riposo ha anche a che fare con il silenzio. Una pausa di silenzio è una pausa di riposo. Ma sembra che per noi, ormai, anche una brevissima pausa sia diventata una meta difficile da raggiungere.
Non vogliamo perderci l’ultima notizia. Ma spesso l’esigenza di essere informati (che peraltro è un nostro diritto) ci spinge in quella condizione in cui, nostro malgrado, ci sentiamo frastornati. Gli strumenti di informazione ci incalzano, ci sorprendono, stimolano incessantemente la nostra curiosità. Mentre si moltiplica il numero dei messaggi, il linguaggio si fa sempre più anonimo.
 Il riposo è l’interruzione dell’attività, la pausa che non è un semplice vuoto (come la parola “vacanza” ci induce a credere), ma è un silenzio vigile e attento. È la libertà di non dover rispondere immediatamente (emails a cui rispondere, telefonate da fare, ecc.). È indugiare silenziosamente, nel silenzio creativo dell’ascolto, ad esempio leggendo un buon libro - senza altro scopo che non sia la lettura - oppure riandando con il ricordo a quanto ci è accaduto, negli ultimi mesi, o anni. Il riposo è il tempo in cui ci liberiamo dalle connessioni di mezzo e fine che ci vincolano quotidianamente. Perciò il riposo, anzitutto quello dello Shabbat, dovrebbe “ri-crearci”, farci rinascere, attraverso il ricordo del passato per il futuro che ci attende.

Donatella Di Cesare, filosofa 
 
 
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rassegna stampa    
 
 
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Nella rassegna vi sono numerosi commenti al discorso del papa sul nazismo: i campi sarebbero stati "l'inferno in terra", e però il nazismo sarebbe uguale al "nichilismo" contemporaneo, che mette la libertà dell'uomo sopra la sfera del divino o al suo posto. (cronaca di Bruno Bartoloni sul Corriere, intervista a Severino sullo stesso Corriere, intervista a Reale ancora sul Corriere). La reazione più giusta dal punto di vista ebraico è quella contenuta nell'intervista concessa da Rav Di Segni sulla Stampa: Benedetto XVI ignora le concrete responsabilità tedesche nella Shoà e presenta in maniera distorta le persecuzioni dirette contro la Chiesa e solo strumentalmente contro gli ebrei. Si può aggiungere che la sua equiparazione dell'"umanesimo laico" con il nichilismo è certamente sbagliata, e anche molto irrispettosa nei confronti della grande tradizione illuminista dei diritti umani, che ora la Chiesa rivendica a sé, ma cui si è unita tardi e faticosamente.
Fra gli altri articoli, purtroppo bisogna registrare ancora denunce, violenze e torture del regime in Iran (Cecilia Zecchinelli sul Corriere). Da leggere il punto di vista piuttosto pessimista di Alì Ansari in un'intersvista di Francesca Paci sulla Stampa.

Ugo Volli

 
 
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notizieflash    
 
 
Roma, Gattegna: "Le parole del papa appaiono                             come una inequivocabile condanna della Shoah"
Roma, 9 ago -
Il Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, commentando le parole di papa Benedetto XVI che ha definito i lager nazisti simbolo estremo del male, ha dichiarato:  "Le parole del papa appaiono come una condanna ancora più inequivocabile e definitiva della Shoah del popolo ebraico e di qualsiasi altra forma di genocidio e di persecuzione".  "Sono parole - ha spiegato Gattegna - che assumono un significato particolare perché non appaino ispirate, come in altre occasioni, da fatti contingenti ma dettate invece da una profonda riflessione storica e teologica". Gattegna ha poi precisato: "Benedetto XVI si era già espresso con chiarezza e con fermezza - ribadite poi con il viaggio in Israele e l'impegno a visitare la Sinagoga di Roma - nella scorsa primavera allorché volle smentire e delegittimare le posizioni di alcuni esponenti del clero cattolico che avevano rilasciato dichiarazioni tendenti a negare la Shoah o a sminuire la gravità del tentativo di sterminio totale del popolo ebraico". "Le esternazioni di oggi - ha concluso - dovrebbero mettere il suggello e chiudere per sempre lo spazio a teorie o a interpretazioni diverse".

Netanyahu: "Israele riterrà il governo libanese responsabile di ogni attacco di Hezbollah su obiettivi israeliani"
Gerusalemme, 10 ago -
Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha lanciato  un nuovo avvertimento al governo di Beirut, sostenendo che Israele lo riterrà responsabile di ogni eventuale attacco che dovesse partire dagli Hezbollah contro obiettivi israeliani. "Se gli Hezbollah entreranno ufficialmente nel governo (a Beirut) - ha detto Netanyahu - deve essere chiaro che sarà il governo libanese a essere responsabile di ogni attacco dal suo territorio contro Israele". L' avvertimento di Netanyahu si aggiunge a quello non meno duro lanciato ieri dal vice ministro degli esteri Dany Ayalon, in seguito a voci di un'intensificazione dei tentativi degli Hezbollah di colpire rappresentanti e cittadini israeliani all' estero per vendicare l' uccisione, lo scorso anno a Damasco, del capo del braccio operativo del movimento, Imad Mughniyeh. Gli Hezbollah hanno replicato agli avvertimenti israeliani affermando che in caso di nuovo conflitto quello dell'estate del 2006 potrebbe apparire come "un gioco da ragazzi". Netanyahu, in risposta a domande della stampa, ha però negato che sul confine tra Israele e il Libano vi sia in questi giorni una tensione particolare. 


 
 
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Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste, in redazione Daniela Gross.
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