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L'Unione informa
 
    11 agosto 2009 - 21 Av 5769  
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Moked - il portale dell´ebraismo italiano
alef/tav    
  roberto della rocca Roberto
Della Rocca,

rabbino 
E' iniziato ieri il tradizionale campeggio estivo per famiglie organizzato dal Dec-Ucei. Circa sessanta persone provenienti da diverse Comunità trascorreranno una particolare vacanza di due settimane a Spiazzo in una ridente valle del Trentino. Una piacevole occasione in cui si torna a cantare tutti assieme, grandi e piccoli, la birkhat hamazon, a  recitare le tefillot ogni volta con una diversa melodia delle varie comunità di provenienza, a seguire lezioni di Torà di fronte a suggestivi panorami di imponenti vette, a trascorrere  serate parlando dei problemi dell'ebraismo italiano seduti al fresco sorseggiando birra e grappa kasher. Ma uno degli aspetti più divertenti del campeggio resta quello delle reazioni più stravaganti degli albergatori che ci ospitano di fronte alle nostre richieste relative ai divieti della kasherut e dello Shabbat. Questa volta quando ho richiesto la disattivazione dell'accensione automatica delle luci a fotocellule per lo Shabbat mi è stata proposta l'eventuale soluzione di camminare a occhi chiusi!
Si impara a scrivere scrivendo, si impara la fiducia dimostrandola.
Vittorio Dan Segre,
pensionato
vittorio dan segre  
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   "Ma non riconosce le colpe dei tedeschi"

rav di segni Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma, è soddisfatto dell'Angelus sui lager? «Non vedo passi avanti. Il problema resta la sua interpretazione della Shoah e del nazismo, cioè una banda di delinquenti che tenne in pugno l'intera nazione tedesca. Rispetto a questa tesi, l'Angelus non porta sostanziali modificazioni. Da varie parti Benedetto XVI è stato contestato nelle visite ad Auschwitz e al Memoriale dell'Olocausto Yad Vashem perché tiene ben distinte la Germania e il popolo tedesco dalle responsabilità del nazismo. Rispetto a questo problema, non mi sembra che ora il Papa si sia spostato dalla sua linea».
 La deportazione dell'ebrea convertita Edìth Stein, ricordata dal Papa, dimostra che quando in Olanda la Chiesa denunciò il nazismo le persecuzioni aumentarono...
«I termini reali della questione sono diversi. I nazisti usavano gli ebrei battezzati come una zona grigia, semiprotetta per indurre la Chiesa a tacere. Nella retata al ghetto di Roma del 16 ottobre '43 furono rastrellate 1300 persone, ma per ordine di Berlino furono rilasciati i convertiti al cristianesimo. Quindi era un ricatto, uno scambio perché nella logica dell'epoca alla Chiesa erano molto più cari gli ebrei battezzati. In Olanda non ci fu un inasprimento generalizzato, i nazisti se la presero anche con gli ebrei battezzati come Edith Stein per mandare un messaggio alla Chiesa, per non essere disturbati nelle deportazioni».
Condivide l'interpretazione ratzingeriana del nazismo come negazione di Dio?
«La tesi cara a Benedetto XVI - che il nazismo fosse ateo andrebbe approfondita meglio. Quello del nazismo ateo è un mito da sfatare. Le SS avevano scritto sul cinturone 'Dio è con noi', quindi in qualche modo i nazisti avevano una loro immagine di Dio. Il nichilismo, poi, è tutt'altra faccenda. Più volte nella recente riflessione in ambito. cattolico il nazismo viene ridotto a un'ideologia anticristiana che voleva colpire la fede cristiana nella sua radice abramitica. Anche se questo può essere in parte vero, la sottolineatura di questo solo concetto porta quasi ad una paradossale conclusione: che gli ebrei avrebbero pagato, solo loro per conto dei cristiani, un odio che non li riguardava nemmeno tanto direttamente. E ciò senza menzionare abitualmente i responsabili, complici o silenziosi».

Giacomo Galeazzi, La Stampa, 9 agosto 2009


Benedetto XVI dimentica che i nazisti erano cristiani

laras«Vorrei ricordare al Papa che i campi di concentramento sono stati messi in piedi dai nazisti che erano dei cristiani e anche loro avevano usurpato a Dio il diritto di dare la vita e la morte, di fare il bene e il male, il Papa dimentica insomma che molti nazisti erano cristiani». E' quanto ha detto ieri pomeriggio all'agenzia di stampa AdnKronos il rabbino Giuseppe Laras, presidente dell'assemblea rabbinica d'Italia, riferendosi alle parole del Papa, pronunciate domenica nel corso dell'Angelus, secondo cui «i lager nazisti, come ogni campo di sterminio, possono essere considerati simboli estremi del male, dell'inferno che si apre sulla terra quando l'uomo dimentica Dio e a Lui si sostituisce, usurpandogli il diritto di decidere su che cosa è bene e che cosa è male, di dare la vita e la morte». Affrontando questi temi con un taglio solo teologico e filosofico si corre il rischio di «destoricizzare il fenomeno che invece oltre alla filosofia ha bisogno di un'analisi sociologia e antropologica». Inoltre, osserva il rabbino Laras, «vorrei dire che Giovanni Paolo II sullo stesso argomento sono sicuro che avrebbe fatto un altro discorso, Wojtyla aveva la capacità e la volontà di farsi capire, Benedetto XVI sembra troppo compiaciuto del proprio pensiero e il discorso risulta troppo metafisico». «Qualche anno fa - ha sottolineato Laras - il Papa ad Auschwitz si è domandato dov'era Dio , ma noi dobbiamo chiederci dov'era l'uomo, non abbiamo bisogno di una teologia della Shoah ma di una sociologia della Shoah». «Tutta la questione - ha aggiunto - mi sembra un po' fumosa». «Sarebbe più utile - ha quindi concluso Laras - alla comunità cristiana dire le cose come sono andate e non destoricizzare gli eventi. Se il tema è quello della libertà, c'è allora bisogno di una pedagogia della libertà».

Liberal, 10 agosto 2009
 
 
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  Dopo 79 anni torna vivo il sogno di Donato Manduzio
e degli ebrei per scelta di San Nicandro Garganico 

Nella notte tra il 10 e l’11 agosto del 1930, in un paese della Puglia, si verificò un piccolo evento dalle straordinarie conseguenze.
In quella notte di 79 anni fa, Donato Manduzio venne svegliato da una voce che gli disse: “Ecco, vi porto una luce” e vide un uomo che teneva in mano una lanterna spenta. Per accendere la lanterna, spiegò l’uomo, occorreva del fuoco che proprio Donato possedeva. Donato Manduzio comprese il senso del sogno il giorno dopo, quando un suo conoscente gli portò una copia della Bibbia ricevuta da un protestante. La lettura dell’Antico testamento lo sconvolse, inducendolo a distruggere tutte le statue e le immagini religiose possedute in casa quali simboli idolatrici e ad avvicinarsi, dapprima inconsapevolmente, alla religione ebraica. Molti nel paese lo seguirono, convertendosi ufficialmente all’ebraismo  e affrontando con la massima dignità anche la temperie delle leggi razziste.
Gli ebrei di San Nicandro furono circoncisi il 4 agosto 1946 e gran parte di loro emigrarono in Israele l’11 novembre 1949.
Quest’anno San Nicandro Garganico sarà una delle località che ospiteranno il festival della cultura ebraica intitolato “Negba - Verso il Mezzogiorno”, in concomitanza con la Giornata europea della cultura ebraica, che vede quest’anno la città di Trani come capofila per l’Italia. E’ il riconoscimento di quel fervore ebraico che sta attraversando da alcuni anni tutta la Puglia e che ha visto il sorgere e lo svilupparsi della sezione di Trani nell’ambito della comunità ebraica di Napoli; di questo fervore è stato antesignano il paese di San Nicandro, grazie al sogno rivelatore di Donato Manduzio, nella notte tra il 10 e l’11 agosto di 79 anni fa.

Valerio Di Porto, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
  
 
 
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Continua la discussione sulle parole del Papa dell'altro ieri (illustrate ancora oggi sull'Avvenire da Salvatore Mazza), che condannavano i lager nazisti come "l'inferno in terra" e però equiparavano nazismo e "nihilismo ateo" a sua volta eguagliato all'"umanesimo ateo" in opposizione a quello "cattolico". Tutti gli altri non esistono, è chiaro, come rileva Adriano Sofri in un articolo molto critico e illuminante su Repubblica. Da parte ebraica, dopo la critica di Rav Di Segni, pubblicata ieri dal Giornale, arriva oggi quella di Rav Laras su Liberal.
Un'altra discussione si è aperta a proposito della proposta della comunità ebraica tedesca di permettere la pubblicazione del "Mein Kampf" di Hitler, che in Germania è proibito, ma in un'edizione critica, in maniera tale da dissolverne con la discussione e la spiegazione degli storici il veleno. Lo racconta Giordano Bruno Guerri sul Giornale; sempre il Giornale pubblica sull'argomento un'intervista al presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, che esprime una riflessione problematica sulla scelta degli ebrei tedeschi: «E' senz'altro una sfida sentenzia - un'idea che stuzzica. Però solleva molti interrogativi. [...] Capisco il fine accademico, lo giustifico, ha senso analizzare come sia stato possibile che il Paese più evoluto e illuminato d'Europa abbia potuto partorire un'ideologia come quella, per giunta ammantata di consenso. Allo stesso tempo, non vorrei diventasse un veicolo di propaganda per organizzazioni criminali neofasciste e neonaziste, che potrebbero interpretarlo come un lasciapassare, un pretesto per diffondere le idee di inferiorità della razza».
Per quanto riguarda il Medio Oriente, alla ribalta ancora il congresso di Fatah, interpretato da Viviana Mazza sul Corriere come "una vittoria della vecchia guardia" e in maniera ancora più incolore da una cronaca dell'Avvenire. Questi interventi consolidano l'impressione che la stampa italiana non abbia capito o voluto capire l'occasione perduta da parte della leadership palestinese, che invece di rilanciare pubblicamente sul processo di pace, assumendosi la responsabilità di una proposta di coesistenza con Israele, ha fatto consistenti passi indietro in direzione della retorica ipernazionalista e della giustificazione del terrorismo. Da notare anche, sempre sull'Avvenire, la notizia di un bombardamento israeliano sui tunnel del contrabbando fra gaza e l'Egitto, in risposta ad alcuni colpi di mortaio arrivati l'altro giorno su Israele. Importante è il principio enunciato da Netanyahu: «I nostri nemici - ha detto - devono sapere che questa è la nostra politica. Non siamo più disposti a subire tiri di razzi sui nostri insediamenti». A parte la terminologia degli "insediamenti", che certamente è frutto di una deformazione giornalistica e non della penna del Primo Ministro israeliano, si tratta di un messaggio importante.
Infine, sull'Iran, da leggere su Le monde l'analisi dell'ex premier democratico Beni Sadr, scacciato trent'anni fa dagli islamisti, e un'intervista ad Andrea Ronchi sulla Stampa che chiede perché l'Europa si è mobilitata contro Guantanamo e non lo fa contro le torture iraniane. Già, è una buona domanda. Perché l'Europa e in genere il mondo progressista è così sordo ai crimini, se provengono dal mondo islamico?

Ugo Volli

 
 
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MO: Elezioni del Comitato centrale di Al Fatah,                                la vecchia guardia va a casa
Gerusalemme, 11 ago -
I risultati delle elezioni del Comitato centrale di Al Fatah rivelano un vero e proprio cambio generazionale infatti solo quattro dei 10 membri della 'vecchia guardia' sono riusciti a entrare in questo foro. I risultati di maggior rilievo sono l' elezione del popolare esponente del Fatah in Cisgiordania, Marwan Barghuti, che avrebbe ottenuto un gran numero di voti. Barghuti, che si dichiara innocente, sta scontando in Israele una condanna a cinque ergastoli dopo essere stato giudicato colpevole di attività terroristiche da un tribunale israeliano. Tra gli altri eletti di rilievo vi sono tre ex capi di servizi di sicurezza, Mohammed Dahlan, ex uomo forte del Fatah a Gaza, Jibril Rajub e Tawfik Tirawi. Pure eletti Nasser al-Kidwa, nipote di Yasser Arafat, storico leader palestinese, Abu Maher (Mohamed Ghneim) che è ritenuto persona molto vicina al presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas). Il grande perdente è l'anziano ex premier Abu Ala (Ahmed Qrea), tra i protagonisti dei negoziati segreti che nel 1993 a Oslo portarono alla conclusione delle intese israelo-palestinesi, base del successivo processo di pace. Abu Ala aveva condotto fino a pochi mesi fa i negoziati di pace col governo israeliano del premier Ehud Olmert. Tra gli altri perdenti Faruq Kaddumi, nemico degli accordi di Oslo e di un'intesa con Israele, il segretario generale del Fatah a Gaza Zacharia al-Agha e Intisar al-Wazir, moglie di Abu Jihad (Khalil al-Wazir), leader militare del Fatah e braccio destro di Arafat, ucciso da un commando israeliano nel 1988 a Tunisi. I risultati delle votazioni a un altro organo centrale del Fatah, il Consiglio Rivoluzionario sono attesi a fine giornata. Alle votazioni ad ambedue gli organi hanno preso parte oltre duemila delegati, in parte anche giunti da diversi paesi arabi.

Berlino - Condanna all'ergastolo per Scheungraber
Berlino, 10 ago -
Condanna all'ergastolo per Scheungraber, ex tenente della Wermacht. Scheungraber era già stato riconosciuto colpevole della strage e condannato all'ergastolo nel 2006 dal Tribunale militare di La Spezia e la Procura di Monaco di Baviera, che
ha avviato il processo il 15 settembre del 2008, ha confermato oggi la condanna proprio sulla base dei documenti del processo italiano. L'uomo, oggi sordo e zoppicante, vive nella sua città natale di Ottobrunn, in Baviera, dove dopo la guerra è stato anche consigliere comunale. Il caso di Scheungraber si affianca a quello di un altro anziano presunto ex nazista, John Demjanjuk, 89 anni, ribattezzato il 'Boia di Sobibor' e sospettato di avere contribuito allo sterminio di circa 29mila ebrei nel campo di concentramento dell'allora Polonia occupata. Anche Demjanjuk, estradato in Germania dagli Usa lo scorso 12 maggio, verrà giudicato dal tribunale di Monaco di Baviera, che per il momento lo ha accusato formalmente di concorso nello sterminio di Sobibor.
 
 
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