se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui |
|
|
|
|
L'Unione informa |
|
|
|
13 agosto 2009 - 23 Av 5769 |
|
|
|
| |
|
alef/tav |
|
|
|
|
|
Riccardo
Di Segni, rabbino capo di Roma |
La
nuova ondata di polemiche sull'ora di religione a scuola fa pensare a
quale dovrebbe essere oggi la posizione ebraica, che un tempo si
distingueva per una netta laicità. Senza entrare in questo aspetto del
problema, che pure richiederebbe qualche riflessione aggiornata, c'è un
altro aspetto che è per noi più urgente, ed è quello dell' insegnamento
religioso nelle nostre scuole. Perché il paradosso è che mentre questo
dovrebbe essere un obiettivo primario, ovvio e scontato, ci si trova
continuamente davanti a ostacoli e obiezioni anche di principio per
realizzarlo come si dovrebbe. In Italia non ci sono le leggi razziste
che ci costringono come nel '38 a fare una scuola non ebraica ma per
ebrei. E allora perché fare una scuola ebraica è ancora così difficile
oggi? |
|
Si
è concluso a Gerusalemme il Quindicesimo Congresso Mondiale di Studi
Ebraici che ha visto la partecipazione di 2.500 ricercatori da tutto il
mondo. È il massimo convegno come numeri ed è tuttora incomparabile per
la qualità di molti degli interventi (diciamo non tutti) nei più
svariati campi di studio dell'ebraismo come complesso di simboli, di
idee e di società. Ci si può chiedere se sia ancora possibile dire
qualcosa di nuovo dopo che tanto è stato scritto sul mondo ebraico e le
sue emanazioni spirituali, culturali e sociali. I dibattiti di questi
ultimi giorni dimostrano come il tema sia in realtà inesauribile grazie
all'apporto di nuove scoperte documentarie e di nuovi metodi
interpretativi, e ai rinnovati dibattiti su cose già note che si
possono sempre rileggere da diverse angolature. Per rimanere nella
contemporaneistica, segnalo un acceso dibattito sulla questione se
l'identità degli ebrei della diaspora sia primariamente
ebraica-nazionale o nazionale-ebraica. Per fare un esempio: Ebrei
italiani o Italiani ebrei? Questione non nuova, c'è chi dirà insulsa
dato che entrambe le definizioni sono necessarie, complementari, e
insufficienti. Ma questo confronto ci rammenta la necessità di
collocare lo studio degli ebrei come collettivo e come singoli in
un'ottica sia locale-nazionale, sia transnazionale-globale. Su questo
punto non solo la ricerca ma anche il discorso comunitario ha ancora
molto da dire.
|
Sergio Della Pergola, demografo Università Ebraica di Gerusalemme
|
|
|
|
|
|
|
torna su |
davar |
|
|
|
|
Religione a scuola - Monito del Presidente Ucei: "I diritti costituzionali sono una garanzia per tutti"
(Ansa) - Roma, 12 ago - L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane (Ucei), uno degli enti che hanno
sottoscritto il ricorso al Tar, si augura che "alle prime dichiarazioni
di esponenti religiosi e politici di area cattolica faccia seguito una
più ponderata ed equilibrata valutazione delle ragioni degli
appartenenti ad altre confessioni religiose e dei non credenti". A
dichiararlo è il presidente dell'Ucei Renzo Gattegna secondo il quale
"la sentenza deve essere accettata con serenità da tutti e non deve
creare alcun tipo di contrapposizione. Non ci sono né vincitori né
vinti quando è ristabilita la piena osservanza dei principi
costituzionali". "Riteniamo che la sentenza - conclude - non debba
essere impugnata perché proprio il sorgere di un eventuale contenzioso
innanzi il Consiglio di Stato potrebbe segnare l'inizio di un
anacronistico e sterile conflitto".uove sfide attendono la realta'
ebraica italiana.
Religione a scuola - Polacco: Ineccepibile sentenza Tar "I giudici mettono in luce un vuoto lasciato dalla politica"
(Adnkronos) - Livorno, 12 ago - 'La
sentenza del Tar del Lazio che esclude dalla determinazione del credito
scolastico la frequenza dell'ora di religione cattolica, l'unica
peraltro presente nella scuola pubblica italiana, è ineccepibile e
contiene dei rilievi di grande importanza in quanto richiamanti ad una
corretta applicazione del dettato costituzionale, relativamente
all'uguaglianza tra tutti i cittadini credenti vari o non credenti''.
Lo ha dichiarato all'Adnkronos Gadi Polacco, Consigliere dell'Ucei
(Unione delle Comunità Ebraiche Italiane), commentando la sentenza del
Tar del Lazio che prevede che gli insegnanti di religione non
partecipino agli scrutini scolastici e che la frequenza all'ora di
religione non concorra all'acquisizione di crediti formativi. 'Da
alcune reazioni stizzite è evidente come sia stato toccato un nervo
scoperto e in uno Stato laico non puo' esservi, come ribadito peraltro
nel testo della sentenza e diversamente 'desiderato' da alcuni, posto
per posizioni dominanti stabilite per giunta 'erga omnes' - ha spiegato
-, altresì non si può indulgere dinanzi all'uso di invocare o meno i
pronunciamenti della Magistratura a corrente alternata''. "Questa
sentenza, ma anche alcune precedenti di altri organismi sempre
riguardanti tematiche affini, mette semmai in luce il vuoto lasciato in
merito dalla politica, e che sarebbe opportuno venisse colmato con una
normativa a prova di dettato costituzionale. Non si tratta
ovviamente di andare contro qualcuno, bensì di attivarsi per un
compiuto modello di Stato laico che, in quanto tale, è garante della
piena libertà di tutti in reciproco rispetto", ha concluso il
Consigliere Polacco.
Ora di religione, Gelmini fa ricorso Bruno Bartoloni, Corriere Della Sera, 13 Agosto 2009
Prof di religione, l'ira della Cei e la Gelmini ricorre contro il Tar Mario Reggio, La Repubblica 13 agosto 2009
Ora di religione. La Cei attacca il Tar: vergogna Giacomo Galeazzi, La Stampa 13 agosto 2009
Lo Stato laico e l'ora di religione Gadi Polacco, lettera La Stampa 13 agosto 2009
Vescovi contro il Tar: vergogna. I giudici: critiche ingiuste Mario Stanganelli, Il Messaggero 13 agosto 2009
"I giudici si screditano" La rabbia della Chiesa per i prof di religione Enrico Paoli, Libero Quotidiano 13 agosto 2009
"I giudici non possono violare il Concordato" Raffaello Masci, La Stampa 13 agosto 2009
I vescovi contro i giudici: "Una decisione vergognosa" Laura Cesaretti, Il Giornale 13 agosto 2009
|
|
|
|
|
torna su |
pilpul |
|
|
|
|
Confessione
Pare che dopo la notizia secondo cui un comune dello Stato d’Israele ha
offerto un milione di euro a chi provi l'esistenza delle sirene,
numerose cittadine dell’ex Cecoslovacchia intendono lanciare un premio
per chi dimostri di avere fatto colazione con un golem. In Israele, c’è
preoccupazione. E’ vero che l’iniziativa è stolida e le centinaia di
persone che hanno fatto colazione con un golem sono morte, ma esse
erano i pro-pro-pro-zii delle centinaia e centinaia che hanno avvistato
le sirene. Il che obbligherebbe a confessare che cosa metta tutta
questa gente nel brodo di pollo il venerdì sera.
Il Tizio della Sera
|
|
|
|
|
torna su |
rassegna stampa |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
In tempi di vacanze, di mare, immersioni e ore sotto al sole, inizio la rassegna citando l’Osservatore Romano.
Il quotidiano della Santa Sede lancia l’allarme attentati nel Sinai. O
meglio, riporta le preoccupazioni dell’unità antiterrorismo del governo
Netanyahu, che teme incursioni degli estremisti islamici con possibili
attacchi kamikaze nella penisola. A rischio le festività, secondo
l’Osservatore, dal 18 settembre in poi. Intanto in Israele, alcuni
parlamentari hanno richiesto la scarcerazione del prigioniero Marwan
Barghouti. E’ da tempo leader di buona parte dei palestinesi, l’uomo
che molti hanno indicato come guida per arrivare a una soluzione con
Israele. E oggi, come scrive il Corriere,
è al terzo posto nella classifica dei più eletti al congresso di Al
Fatah. Alcuni componenti del parlamento di Gerusalemme chiedono sia
lasciato libero. La Livni attacca: “No, è un assassino”. Intanto
sui giornali impazza la polemica sull’ora di religione. Il Tar del
Lazio ha, di fatto, declassato i professori in tunica, e il ministro
dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha fatto ricorso. Ampie panoramiche
della vicenda si hanno su tutti i giornali: dal Corriere alla Repubblica, Stampa.
Difficile trovare commenti precisi. Il tema, che tocca dal
profondo gli interessi della Chiesa, lascia i colossi della carta
stampata fermi a fare melina e non opinione. Certo, gli approfondimenti
del Corriere su cosa scelgono i ragazzi che non frequentano l’ora di religione è di grande interesse, ma bisogna andare su Libero per trovare uno spunto. Intanto, per chi ha più tempo per sfogliare i giornali consiglio una lettura sul Foglio: “I trecentomila della Bibbia, viaggio tra i nuovi coloni israeliani”. E il Fogliettone dell’Unità: “Gare di tiro a segno in divisa da SS”. Buona lettura.
Fabio Perugia
|
|
|
|
|
torna su |
notizieflash |
|
|
|
|
Israele
- Fonti governative israeliane riferiscono
che il Venezuela è una base avanzata degli Hezbollah Gerusalemme, 13 ago - Il
quotidiano israeliano Yedioth Aharonoth riferisce oggi che secondo una
fonte governativa israeliana ad alto livello, il Venezuela, sotto la
presidenza di Hugo Chavez, è divenuto una base avanzata degli Hezbollah
libanesi in sud America. La fonte ha detto che i servizi segreti
israeliani ritengono che gli Hezbollah stiano compiendo grandi sforzi
per attaccare obiettivi israeliani ed ebraici in Argentina, Brasile,
Uruguay, Paraguay, e Perù con l'intento di vendicare l'uccisione del
capo del loro braccio operativo Imad Mughniyeh, l'anno scorso a
Damasco, della quale incolpano Israele. Cellule degli Hezbollah in sud
America, secondo la fonte, sono attivamente impegnate a raccogliere
informazioni su potenziali obiettivi in preparazione di un attacco per
rappresaglia. All'origine dei recenti scambi di minacce tra Israele e
gli Hezbollah vi sarebbero informazioni in possesso dello Stato ebraico
sui preparativi degli Hezbollah che deliberatamente vorrebbero colpire
obiettivi situati a grande distanza da Israele per sviare l'attenzione
da loro e dal Libano. Il ministro degli esteri israeliano Avigdor
Lieberman, nel suo recente viaggio in diversi stati del sud America, ha
trasmesso ai governi interessati informazioni sulle attività degli
Hezbollah anche con l'intento di segnalare a questi ultimi che Israele
è conscio delle loro attività. Secondo Yediot Aharonot, gli Hezbollah
stanno approfittando dell' avvicinamento tra il Venezuela di Chavez,
che alcuni mesi fa ha rotto le relazioni diplomatiche con Israele, e l'
Iran, che nega allo Stato ebraico il diritto stesso all'esistenza, per
consolidare la sua presenza nel continente sud americano. Lo stesso
giornale riferisce inoltre che le cellule degli Hezbollah presenti in
Venezuela appartengono al braccio operativo di questa organizzazione,
usato per attentati all' estero, denominato 'organo per le ricerche
speciali'. Quest'organo, al comando di Mughniyeh, sarebbe tra l'altro
responsabile degli attentati che nel 1992 distrussero l'ambasciata di
Israele e nel 1994 lo stabile della comunità ebraica a Buenos Aires.
MO - Elezioni di Fatah, Abu Ala denuncia brogli elettorali Gerusalemme, 13 ago - L'
ex premier palestinese Abu Ala (Ahmed Qrea), uno dei maggiori sconfitti
nella consultazione elettorale di Al Fatah, afferma di essere stato
vittima di brogli nelle elezioni per il rinnovo dei membri del Comitato
Centrale. A quanto si è appreso, Abu Ala ha fatto ricorso non solo
contro i risultati della votazione, ma anche contro il modo in cui si è
svolta. L' ex-premier ha affermato che non meglio precisati "elementi
esterni" hanno influito sui risultati della votazione e che i tre ex
capi di servizi di sicurezza palestinesi, Mohammed Dahlan, Jibril Rajub
e Tawfik Tirawi, eletti al Comitato Centrale, si sono "coordinati con
l' occupante (israeliano)". Abu Ala, che fino ad alcuni mesi fa aveva
guidato la delegazione palestinese ai negoziati di pace col precedente
governo israeliano, ha detto inoltre "di non credere più che sia
possibile una soluzione del conflitto con Israele basata sulla formula
di due Stati". Intanto, secondo il quotidiano Yedioth Aharonoth,
attiviste del movimento Al Fatah, hanno denunciato la mancata elezione
di donne al Comitato Centrale, anche se a quanto pare una sarà poi
cooptata. "La nostra - hanno detto - è una società arretrata e
maschilista".
|
|
|
|
|
|
torna su |
|
L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. |
|
|