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L'Unione informa
 
    30 agosto 2009 - 10 Elul 5769  
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Moked - il portale dell´ebraismo italiano
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  Benedetto Carucci Viterbi Benedetto Carucci Viterbi, 
rabbino 
Chi trova un oggetto perduto, senza segni specifici che permettano di renderlo ad un legittimo proprietario, può prenderne possesso. Ci si basa sull'idea che il proprietario sia consapevole di non avere più speranza di ritrovare l'oggetto, e dunque rinunci alla proprietà. Se questo è un ragionamento chiaro per quanto riguarda i beni materiali, più difficile è traslarlo in ambito emotivo o sprituale: da che momento possiamo dire di aver rinunciato ad un sentimento, in modo che qualcun altro subentri al nostro posto? E a partire da cosa è legittimo
sostenere che un ebreo abbia rinunciato al suo ebraismo? 
Intorno a “Inglorious bastards”, il film di Quentin Tarantino, è probabile che si scatenerà una discussione infinita tra ciò che un film è e come una parte, forse consistente, di pubblico lo guarderà usandolo come un documentario, ovvero penserà che ciò che è successo è esattamente ciò che il film mostra. La passione furibonda che
prevedibilmente scatenerà non farà fare un passo avanti sul piano della chiarezza e della riflessione pubblica. Molti discuteranno di storia, scambiando un film per un documento, dimostrando ancora una volta di non distinguere tra questo e quello e soprattutto di non aver alcun interesse a saperlo. 
David Bidussa, storico sociale delle idee David Bidussa  
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  Giornata cultura ebraica Giornata della cultura ebraica  -
Musica, cibi, spettacoli e incontri
Appuntamenti di dialogo da Nord a Sud


Un gioioso corteo nuziale a Firenze, la tavola di Pesach ad Ancona e un’Havdalah in piazza a Trieste. E poi Indiana Jews, la caccia al simbolo perduto organizzata dal Museo ebraico di Roma; il viaggio nelle antiche vie del ghetto ad Asti; il pranzo ebraico a Finale Emilia. E ancora libri, letture, teatro e musica, visite guidate, mostre e incontri culturali. Con un appuntamento di grande suggestione al Sud dove “Negba – Verso il Mezzogiorno”, primo Festival della cultura ebraica in Puglia, proporrà fino al 10 settembre una fitta scaletta d’appuntamenti d’approfondimento, musica, spettacoli e mostre da Bari a Otranto, da San Nicandro Garganico a Trani a Lecce.
Fervono ormai in tutte le Comunità ebraiche i preparativi per domenica prossima, Giornata europea della cultura ebraica, promossa dall’Ucei sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il patrocinio del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca, del ministero per i Beni e le attività culturali e del ministro per le politiche europee e, per la parte pugliese, in collaborazione con la Regione Puglia. Un evento sempre più amato dal pubblico, che lo scorso anno ha richiamato oltre 50 mila persone e che anche in questa decima edizione, dedicata al tema delle feste e tradizioni, promette occasioni importanti per approfondire il dialogo e la conoscenza dell’ebraismo.
Quest’anno i centri coinvolti saranno 59, quasi il triplo delle Comunità ebraiche, per il coinvolgimento di tantissime località che nel nostro territorio conservano memorie significative di vita ebraica pur in assenza di strutture comunitarie. E a imprimere un significato particolare, la svolta a sud, terra dov’è in atto negli ultimi anni una significativa rinascita dell’ebraismo.
“In quest’edizione – spiega il presidente dell’Ucei Renzo Gattegna - abbiamo trovato il coraggio di lanciarci per la prima volta in un’emozionante avventura diretta verso il Meridione. Si tratta solo del primo passo verso la riscoperta di un intero capitolo della storia italiana e della storia ebraica”. “L’emozione è grande – continua - perché avere alle spalle cinquecento anni di vuoto fa venire le vertigini, perché è sconvolgente sollevare il velo di silenzio per scoprire una realtà storica rimasta, non per caso, così a lungo sconosciuta. La forza e la determinazione per affrontare questa prova sono certamente scaturite dal consenso, dalla solidarietà, dall’interesse e dalla sincera volontà di conoscenza di cui gli ebrei in questo momento si sentono circondati in Italia”.
Dopo cinque secoli tornerà così alla ribalta la vicenda illustre dell’ebraismo pugliese in una serie d’appuntamenti che, gettando uno sguardo nuovo sull’identità ebraica anche attraverso il festival teatrale diretto da Gioele Dix, vedranno un intreccio strettissimo con il territorio, ribadito dal presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
“La rinascita in atto dell'ebraismo pugliese – dice - ci rimanda a una delle radici più forti che attraversano il nostro Meridione e suscita in tutti noi una forte emozione. E per la Puglia la riscoperta del suo ebraismo si lega in modo inestricabile ai temi della pace, della solidarietà e della fratellanza dei popoli significando una straordinaria possibilità in più di perlustrare la nostra stessa umanità”. E quest’opportunità di riflessione e d’incontro è forse il segreto principale del crescente successo ottenuto dalla Giornata della cultura ebraica nel nostro Paese in una partecipazione che, sottolinea Yoram Ortona, consigliere Ucei delegato alla manifestazione, rappresenta senz'altro il migliore antidoto contro l’antisemitismo e l’intolleranza.

Daniela Gross 
 
 
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  sesame streetRotschild Boulevard -
Ritorna Sesame Street ... in versione ebraica

Ritorna dopo quasi vent'anni “Shalom Sesame”, lo show per bambini che, come suggerisce il nome, vuole essere la versione ebraica del popolare programma americano “Sesame Street”. Obiettivo: educare i giovanissimi ai valori dell'ebraismo, facendoli divertire con pupazzi, storie e giochi. Le riprese dello show, che sarà in lingua inglese e prevalentemente rivolto al pubblico americano, sono appena cominciate e si svolgono soprattutto in Israele. La protagonista è l'attrice Anneliese van der Pol, l'ex star teenager di Disney Channel, che oggi ha 24 anni: chi aveva figli adolescenti in quel periodo forse la ricorderà per il suo ruolo di coprotagonista nella serie di successo “Raven” (2003-2007).
La nuova serie dovrebbe essere anche in vendita in DVD entro il dicembre del prossimo anno, giusto in tempo per Hanukkah. Il progetto precedente “Shalom Sesame” risale alla seconda metà degli anni Ottanta (nell'immagine una locandina del programma) e  fu un grandissimo successo, che vendette più di un milione di copie.
A quest’indirizzo (http://www.youtube.com/watch?v=DTAsXFvpD1o) potete trovare un episodio della vecchia serie dedicato proprio alla festa di Hanukah. I protagonisti giocano al quiz a tema “il dreidel (o sevivon) della fortuna”!

Anna Momigliano
 
 
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"Come Kafka non mi fido degli uomini" 
Intervista ad Aharon Appelfeld


Lei sarà al festival della Mente a Sarzana (4-5-6 settembre organizzato da Giulia Cogoli) e per questo ha preparato una conferenza sul tema “La differenza tra la cronaca e la letteratura”. Può spiegare qual è questa differenza?
Nella cronaca si segue il tempo, la letteratura è qualcosa che appartiene alla vita interiore. Molta cronaca è stata scritta per esempio sul tema dell’Olocausto: la gente pensa che sia letteratura e invece non lo è.
Ma Primo Levi, per esempio?
Sta in mezzo. Ma quello che è molto interessante e che forse è l'unico scrittore che fa della cronaca-letteratura.
Perché?
Perché c'è molto della sua vita interiore. Prima dei campi di concentramento, durante e dopo. Per esempio, la notte prima della deportazione era con un gruppo di ebrei italiani e, dopo aver impacchettato i loro averi, si sono seduti e hanno cantato vecchie melodie ebraiche. Improvvisamente non era più una deportazione ma un lamento di ebrei riuniti insieme.
Ma quali altri scrittori hanno raccontato bene l'Olocausto?
Imre Kertész, che ha narrato la sua infanzia ad Auschwitz.
Lei sta scrivendo invece un saggio su Kafka, come mai?
Perché Kafka è molto vicino a me e viene dall'impero austro-ungarico. Addirittura dalla stessa regione dove sono nato io. Kafka ha una concezione profonda del momento catastrofico, di che cos'è davvero la catastrofe. Anche se non è passato attraverso l'Olocausto la sa riconoscere e raccontare. Un'altra cosa importante è il suo profondo
senso di sospetto nei confronti degli esseri umani.
E aveva ragione?
Sì, certo.
Ma lei non ha fiducia negli esseri umani?
Quando dico essere umano penso a qualcuno in cui posso credere: purtroppo per ce ne sono molti di cui non si può avere fiducia.
Il 18 ottobre a Parigi lei parteciperà alla Società Psicoanalitica Freudiana una serata in suo onore. Sente affinità anche con Freud?
Certo, non si può capire l'uomo moderno senza Freud. Ci ha dato una lingua. Freud è ancora molto vivo. Le sue osservazioni sugli esseri umani furono in un certo senso profetiche. All'inizio del XX secolo ci ha detto che sotto la coperta della cultura vivono i demoni. Lui stesso è stato una vittima dei nazisti.
E Dostoevskij?
Dostoevskij mi ha insegnato ad essere religioso.
In che senso?
Nel senso che tutti i suoi personaggi hanno sete di religione, tutti. Lui è un antisemita, ma tutti i grandi scrittori russi lo erano, anche Tolstoj.
Perché?
Perché quei grandi geni vedevano gli ebrei come stereotipi: avari e con il naso grande. Non li vedevano come individui e questo è paradossale perché, nonostante avessero un grande senso dell'essere umano, credevano in tutte le stupidaggini convenzionali.
Diceva che Dostoevskij le ha insegnato ad essere religioso, ma cosa è la religione?
Un'attitudine positiva verso il mistero della vita. Non è certo dicendo che uno è neutrale al mistero della vita che lo si è veramente.
Lei personalmente ha fede?
Sì, una fede ebraica. Buber si definì un anarchico religioso, nel senso che non seguiva le regole e anch'io non seguo le regole.
Lei è stato un grande amico di Singer, lo scrittore.
Lo amavo molto perché era un fenomeno ebraico. La sua conoscenza dell'ebraismo era straordinaria. Sapeva tutto sugli ebrei, dal mondo antico al mondo moderno. Era una enciclopedia ebraica vivente.
Era un grande scrittore?
Sì, specialmente nei suoi racconti. E stato certamente uno dei migliori scrittori ebrei.
Cosa pensa di altri scrittori ebrei, per esempio di Joseph Roth?
Schnitzler, Stephen Zweig sono tutti scrittori che conosco molto bene ma non sono a livello di Kafka, Svevo o Babel, che sono invece dei grandi scrittori.
Canetti?
Penso che avesse un problema con il suo essere ebreo, e che per questo non sia diventato un grande scrittore. Se sei ebreo l'ebraismo deve essere parte di te, non puoi essere neutrale.
Saul Bellow, Philip Roth, Malamud?
Li ho conosciuti bene. Direi che l'ordine di importanza è Malamud, Bellow e Roth. Ognuno di loro ha portato qualcosa di nuovo all'America. Hanno aperto delle porte.
E Potok?
È un bravo scrittore, ma dì un altro livello.
Allora quali sono gli scrittori che lei preferisce?
Io scrivo di Kafka, è lui il mio scrittore preferito. Penso che sia la porta aperta per capire gli esseri umani e gli ebrei...

Alain Elkann, La Stampa, domenica 30 agosto 2009  

 
 
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Una nuova proposta per il rilascio del soldato Shalit
Tel Aviv, 30 ago 
Una nuova proposta per il rilascio di Gilad Shalit sarebbe stata avanzata dal mediatore tedesco che da alcuni giorni è sceso in campo nei negoziati indiretti tra Hamas e Israele. Lo scrive il settimanale Der Spiegel nell'edizione che sarà in edicola lunedì. Del mediatore tedesco aveva già parlato nei giorni scorso un sito internet palestinese, affermando che si tratta del capo del servizio di intelligence tedesco, Ernst Urhlau. Lo Spiegel non cita il nome del negoziatore ma spiega però le novità dell'offerta presentata a Israele per la liberazione del soldato prigioniero a Gaza dal 25 giugno 2006.
Il suo rilascio sarebbe subordinato al rilascio di 450 prigionieri palestinesi oggi detenuti in Israele. A questa condizione, già posta quando in Israele il premier era Ehud Olmert, si aggiunge un’ulteriore proposta: senza una diretta connessione con il caso Shalit, Israele dovrebbe accettare di rilasciare altre centinaia di palestinesi, in data non definita ora ma scelta a tempo debito dagli israeliani. Un
accordo simile aveva permesso nel 2008 la restituzione allo Stato ebraico dei corpi di due soldati israeliani uccisi in Libano da Hezbollah.

La pop star Madonna a Tel Aviv
Tel Aviv, 30 ago
E’ arrivata la scorsa notte dalla Bulgaria, a bordo di un aereo privato e adesso Madonna si trova in un grande albergo di Tel Aviv. Ad attenderla una folla di fotografi e curiosi che la sua scorta è riuscita a eludere facendola entrare da un ingresso laterale, da dove l'artista ha subito proseguito per la propria suite.
In Israele, oltre a due concerti che si terranno al parco Yarkon di Tel Aviv e per cui i biglietti sono da tempo esauriti, la cantante ha in programma alcune visite in località per lei d’interesse spirituale. Insieme al rabbino Michael Berg, che negli anni passati l'ha introdotta alla filosofia cabbalistica e forse con i figli, Madonna dovrebbe visitare il Muro del Pianto a Gerusalemme Zfat. Grazie anche alla visita di Madonna, Zfat vuole proporsi come 'Capitale spirituale e mistica dell'ebraismo. 

 
 
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