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L'Unione informa
 
    1 settembre 2009 - 12 Elul 5769  
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Moked - il portale dell´ebraismo italiano
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  Roberto Della Rocca Roberto
Della Rocca,

rabbino 
“…Non possederai nella tua tasca un peso grande e un peso piccolo……..avrai un peso regolare e giusto…”. Nella Parashà di Ki Tetzè che abbiamo letto lo scorso shabbat non è esplicitato che si faccia uso di due pesi e due misure ma si parla soltanto di possesso. Subito dopo la Torà ci parla del ricordo di Amalèk. I Maestri del Midràsh stabiliscono una relazione tra questi due testi a partire dalla loro contiguità. Se tu possiedi due pesi due misure ti porti Amalèk in casa… Se siamo convinti che Amalèk è il nemico emblematico di Israele, dentro e fuori, questa conclusione è molto forte! E’ evidente che la Toràh quando ci parla del possesso di pesi e misure differenti non sta parlando solo di onestà commerciale, come quando si parla di Amalèk non si indica soltanto un nemico fisico. Il commento del Netzìv ci suggerisce che tenersi in casa, o in tasca, due pesi e due misure, anche a patto di non usarle mai, indica la confusione idolatrica che è dentro di noi. E non è forse proprio questa ferita inflitta alla concezione monoteistica di Israele la minaccia metastorica di Amalèk? 
Non è perché le cose siano difficili che non abbiamo il coraggio di intraprenderle. E' perché non abbiamo il coraggio di intraprenderle che sono difficili. (Seneca) Vittorio Dan Segre,
pensionato
Vittorio Dan Segre  
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Giornata della Cultura Ebraica – La tradizione di Venezia
tra arte contemporanea e le meraviglie delle cinque Sinagoghe

Presidente LevisAnche quest'anno la Giornata della Cultura Ebraica rinnoverà a Venezia una tradizione di grande successo. Il programma, che riserverà un’attenzione ai giovanissimi con giochi e laboratori, s’incentrerà sull’espressione artistica con una mostra dedicata al grande maestro Celiberti e uno spettacolo che alla poesia abbinerà la vivacità delle note klezmer. “La Giornata della Cultura Ebraica – spiega Vittorio Levis (nell'immagine), presidente della Comunità veneziana – è un’occasione essenziale per promuovere la nostra cultura e mettere in luce alcuni aspetti particolari della complessa e multiforme storia e cultura del popolo ebraico”. “Proprio per questo – continua - Venezia ogni anno si presenta all’avanguardia per le offerte culturali che vengono presentate”.
Cosa contraddistingue il programma veneziano?
Grazie ad una tradizione cinquecentenaria la Comunità ebraica di Venezia è stata in grado di presentare realizzazioni e testimonianze d’inestimabile valore storico e intellettuale. Tutti gli anni, accanto al programma specifico che fa riferimento al tema della giornata proposto a livello europeo, la Comunità mette a disposizione della cittadinanza veneziana e dei molti turisti che in questo periodo popolano la città, la visita delle cinque sinagoghe: Spagnola, Levantina, Italiana, Tedesca e Canton, la visita del cimitero antico e del cimitero moderno del Lido, la visita del Museo ebraico e soprattutto, cosa irripetibile nelle altre città, il clima che si respira nel ghetto, che ha conservato nel corso dei secoli la sua struttura originaria dando la possibilità ai visitatori di vivere in presa diretta l’atmosfera del più antico ghetto d’Europa.
Quale sarà la proposta culturale dell’edizione di quest’anno?
Il programma è dedicato alle festività ebraiche e alle loro tradizioni. Accanto ai due eventi principali, in collaborazione con Codess Cultura, cooperativa che gestisce da anni con successo il Museo ebraico di Venezia, verranno organizzate una serie di attività destinate in particolare ai giovanissimi che con giochi e laboratori potranno apprendere gli usi e le tradizioni delle principali feste ebraiche.  Presso il Kosher club “Le Balthazar” verranno invece allestite delle tavole imbandite che rappresenteranno visivamente l’aspetto culinario delle festività ebraiche.
In cosa consistono invece i due eventi principali della giornata?
Il primo è una mostra del maestro Celiberti, importante pittore e scultore, intitolata “Esilio e anima”. Saranno presentate opere del maestro che risentono in maniera significativa e sofferta dei sentimenti provati in occasione della sua visita al campo di Terezin, vicino a Praga, dove migliaia di bambini ebrei prima di essere trucidati avevano lasciato testimonianze sotto forma di disegni. I segni innocenti lasciati sui muri del campo di concentramento di Theresienstadt fanno da filo conduttore alla sua attività artistica.
Il secondo evento che si svolgerà nella tarda serata, a conclusione della Giornata, è uno spettacolo intitolato “Fumo e profumo”, dove l’attore Sandro Buzzati si presterà alla lettura di prose e poesie di Laura Luzzatto Voghera, il tutto accompagnato da un gruppo klezmer, i Barbapedana.  Uno spettacolo che in altri luoghi ha già riscontrato molto successo.

Michael Calimani

Il programma completo della manifestazione su www.museoebraico.it




Giornata della Cultura Ebraica – Uno sguardo all’Europa

LogoIn tutta Italia fervono i preparativi per la Giornata della Cultura Ebraica che si svolgerà domenica 6 settembre.
Nel nostro paese questa manifestazione riscuote un grande successo, ricordando che lo scorso anno, nella Penisola, hanno preso parte all’evento oltre 50 mila persone, a fronte dei 200 mila visitatori complessivi in tutta Europa.
La rassegna italiana si distingue per ricchezza e numero di centri coinvolti, a maggior ragione data l’esiguità numerica degli ebrei italiani rispetto alla popolazione, ma la Giornata della Cultura Ebraica, quest’anno incentrata sul tema “Feste ebraiche e tradizioni”, coinvolgerà centinaia di città sparse per altri 26 stati europei.
Un paese in cui questa manifestazione, organizzata dal B’nai B’rith Europe, European Council of Jewish Communities e Spanish Jewry Network, assume una particolare rilevanza è la Gran Bretagna, dove gli eventi legati alla Giornata della Cultura Ebraica si protrarranno per dieci giorni. In tutto il Regno Unito verrà celebrato il contributo dato dalla Comunità ebraica inglese alla storia e allo sviluppo del Paese, con conferenze, spettacoli, possibilità di visitare sinagoghe, cimiteri e musei. Di particolare interesse poi saranno gli itinerari guidati alla scoperta della storia degli ebrei d’Inghilterra, come ad esempio The First Jews of London - London’s Medieval Jewish Community 1169-1290 (“I primi ebrei a Londra – La Comunità ebraica di Londra nel Medioevo 1169-1290”)  domenica 6 settembre, o una speciale tour a tema ebraico del Parlamento inglese che si terrà a Westmister mercoledì 16, guidato da Lord Janner, già presidente della Board of Deputies of British Jews, una delle principali organizzazioni ebraiche inglesi.
In Francia, dove la Giornata della Cultura Ebraica ebbe la sua prima esperienza a livello locale, a Strasburgo nel 1996, si avranno eventi in numerose regioni. A Parigi il programma prevede in particolare conferenze in diverse sinagoghe, ciascuna incentrata su particolari ricorrenze, dal Capodanno allo Shabbat, che saranno condotte da importanti personalità dell’ebraismo francese, come il Gran Rabbino di Parigi David Messas, che terrà nel pomeriggio una conferenza sul matrimonio ebraico alla Grande Synagogue de la Victoire, al termine della celebrazione di due autentici matrimoni, eccezionalmente aperta al pubblico.
Nell’organizzazione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, un ruolo importante viene giocato dalla Spagna, attraverso lo Spanish Jewry Network. Quest’anno gli eventi si susseguiranno per tutta la prima settimana di settembre. Data la ben nota ricchezza della storia ebraica in Spagna, l’offerta risulta particolarmente variegata, spettacoli, visite dei numerosi luoghi significativi da un punto di vista storico, conferenze.
Una curiosità: nella città di Segovia, situata nella Comunità autonoma di Castiglia e Leòn, è disponibile un elenco di ristoranti in cui dall’1 al 7 settembre saranno offerti piatti tipici della cucina sefardita.
In Svizzera saranno particolarmente attive le città di Zurigo e Ginevra, mentre a Lugano ci sarà incontro con il professor Chiappini, rettore dell'università di teologia di Lugano, nella sala conferenze della Chiesa Evangelica e un concerto del coro Kol Hakolot.
Il programma della Germania propone conferenze su tutti gli aspetti dell’ebraismo e numerosissimi concerti in oltre venti città, mentre la novità di quest’anno è rappresentata dalla partecipazione di Amburgo, in cui si terranno varie lezioni, tra le altre cose sulle feste di Sukkot e Pesach, oltre alle visite guidate dell'Amburgo ebraica e, anche qui, a vari concerti.
Partecipano a questa decima edizione della Giornata della Cultura Ebraica anche Belgio, Bulgaria, Danimarca, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Norvegia, Polonia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Svezia e Ucraina (per i programmi completi
www.jewisheritage.org). Quest’anno manca purtroppo all’appello la Turchia, presente nelle scorse edizioni con numerose iniziative, che evidenziavano tra l’altro i legami tra la Comunità ebraica turca e quella italiana.
Un po’ dappertutto sarà possibile visitare sinagoghe e cimiteri ebraici, spesso in disuso, oltre che assistere a conferenze, concerti e rassegne gastronomiche, sempre molto amate.
Il successo che la Giornata della Cultura Ebraica ottiene ogni anno, ha spinto il Consiglio d’Europa a creare, nell’ambito del programma “Europa – Una tradizione comune”, che ha lo scopo di mettere in luce l’apporto dei diversi popoli e paesi alla cultura europea, un “Itinerario europeo della tradizione ebraica”, i cui siti percorrono l’Europa da Nord a Sud, e da Est a Ovest.
Proprio in questa direzione, va letta la speciale attenzione che viene dedicata in tutti i paesi, oltre che al tema principale delle feste e tradizioni, a evidenziare l’intreccio tra la storia nazionale e il ruolo che vi hanno giocato gli ebrei.
La Giornata Europea della Cultura Ebraica, che quest’anno festeggia i suoi dieci anni con un bilancio decisamente positivo, rappresenta un importante strumento per far conoscere tutto questo ai popoli di tutta Europa, soprattutto nei paesi dove l’ebraismo, che un tempo rappresentava una componente importante della società civile, oggi è quasi scomparso.
 
Rossella Tercatin

 
 
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  Valori laici e apertura sulla ricerca delle cellule staminali
al sinodo dei valdesi e dei metodisti


Il sinodo delle chiese metodiste e valdesi, svoltosi a Torre Pellice dal 23 al 28 agosto, è balzato agli onori delle cronache, essenzialmente, per due delle tematiche che ha affrontato: la protesta contro le nuove norme sull'immigrazione, che ha avuto il suo culmine in un digiuno di solidarietà con i migranti; la strenua difesa del principio di laicità dello Stato.

Merita però accennare – solo per titoli – ad altre questioni, che sono di interesse comune a tutte le confessioni religiose, anche se con diverse declinazioni:

▪ la denuncia dei tagli operati (in misura pari a circa il 30 per cento) alle risorse stanziate per il servizio civile nazionale e la promozione di una campagna volta a sostenere la richiesta di un ulteriore bando per 10 mila posti in più rispetto ai 25 mila già coperti nel 2009;

▪ l'attenzione per le altre confessioni religiose, con il sostegno da un lato ad ulteriori intese che da tempo attendono l'approvazione con legge e dall'altro al dialogo interreligioso, in particolare con le chiese pentecostali;

▪ l'apertura alla ricerca sulle cellule staminali, sulla scorta di un complesso documento (18 pagine) elaborato dalla Commissione della Tavola valdese per i problemi etici posti dalla scienza (più semplicemente nota come Commissione Bioetica);

▪ il dibattito circa l'utilizzo delle risorse provenienti dalla partecipazione all'8 per mille.

Su quest'ultimo argomento mi limito ad un dato eclatante: nel 2005 i valdesi avevano raccolto circa 250 mila sottoscrizioni; nel 2006 sono balzati ad oltre 311 mila, corrispondenti, in termini monetari, a 8.200.000 euro. Rammento che finora le chiese metodiste e valdesi partecipano alla ripartizione delle somme derivanti esclusivamente dalle scelte espresse dei contribuenti; soltanto quest'anno è stata approvata la legge che consente una modifica dell'intesa finalizzata alla loro partecipazione anche alle scelte inespresse, la cui entrata in vigore dovrebbe comportare almeno un raddoppio della somma loro spettante.

La pastora Maria Bonafede, confermata per il quinto anno consecutivo come moderatore della Tavola valdese, ha condensato in questo modo la ricetta del successo nella raccolta 8 per mille: «L'Otto per mille “alla valdese” si basa su tre principi fondamentali: la massima trasparenza nella destinazione dei fondi; una rigorosa scelta di laicità che ci fa finanziare solo attività sociali, educative e culturali senza destinare neanche un euro al culto; il sostegno a progetti di associazioni ed enti non evangelici». Ovviamente, la pastora ha sottolineato, al di là della buona gestione dei fondi, l'«interesse anche di natura culturale e spirituale» nei confronti di valdesi e metodisti.

Mi sembra una lettura attenta e corrispondente alla realtà, anche se l'impressione è che molto premi e faccia la differenza rispetto alle altre confessioni religiose (inclusa quella ebraica, che pure si ispira agli stessi principi) la rigorosa e coerente scelta di laicità compiuta dalle chiese metodiste e valdesi, confermata con forza anche nel sinodo appena concluso.

Valerio Di Porto, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
 
 
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Continua la discussione intorno alla nomina dell'antisemita ministro della cultura egiziana Faruk Hosni alla direzione dell'Unesco (l'agenzia dell'Onu che si occupa di cultura). L'articolo di Giulio Meotti sul Foglio è come sempre informato, preciso, e lucido. Sul Corriere leggiamo in una cronaca di Dino Messina che l'appello a favore di Hosni "promosso dal gallerista Siniscalco" non è stato gestito in  maniera molto ortodossa. Franco Zeffirelli, dopo la lettera aperta di Pierluigi Battista pubblicata sul Corriere di ieri dice che non aveva letto l'appello, che non sapeva dell'attività antisemita di Hosni e che "se le accuse sono vere ritira la firma". Manuela Kustermann, altra presunta firmataria dice: «Smentisco di aver mai firmato un appello in favore di Farouk Hosni. Lunedì 24 agosto ho ricevuto una mail da Carmine Siniscalco, che si concludeva più o meno così se non rispondi vuol dire che non aderisci. Non ho risposto ma ho visto lo stesso il mio nome tra i firmatari. Ho protestato con Siniscalco, che si è scusato». Messina poi riporta alcune dichiarazioni di Hosni all'Ansa in cui il ministro smentisce, secondo me poco credibilmente, di essere antisemita o perfino anti-israeliano. A proposito si veda anche la cronaca di Enrica Ventura su Libero.
Ci sono echi anche per la polemica sull'articolo diffamatorio del quotidiano svedese Aftenbladet sui soldati israeliani "ladri di organi" dai corpi di palestinesi sequestrati. Com'è noto Israele ha chiesto una dissociazione dal governo svedese, che si è rifiutato allegando il rispetto della libertà di stampa (che non c'entra nulla, nessuno ha chiesto censure, solo che a un'opinione diffamatoria se ne contrapponesse un'altra rispettosa). Sembra che il ministro degli esteri Frattini abbia offerto idee per una mediazione, proponendo che al prossimo Consiglio europeo dei ministri degli esteri la Svezia (che detiene la presidenza semestrale dell'Unione Europea) insieme all'Italia avanzasse una mozione contro l'antisemitismo. Ma il ministro degli esteri svedese Carl Bildt, che fra l'altro in pole position per la successione a Solana come alto rappresentante per gli esteri dell'Unione Europea, ha opposto un netto rifiuto. E' probabile che la visita di Bildt in Israele a nome dell'Unione Europea, prevista fra una decina di giorni porti a un ulteriore deterioramento delle relazioni fra Israele e Europa  (Corriere della Sera e Azzurra Meringolo su Europa)
Gian Micalessin sul Corriere racconta la protesta negazionista di Hamas contro il fatto che nei libri delle scuole che l'agenzia dell'Onu Unrwa organizza a Gaza, si citi la Shoà. Ma questa non è una specialità dell'organizzazione integralista. Micalessin riporta un brano della tesi di laurea del presidente dell'autorità palestinese Abbas (quello che secondo l'Europa e l'amministrazione americana dovrebbe essere il protagonista della pace con Israele): "Negli anni 70 il presidente dell'Autorità palestinese Mahmoud Abbas si laureò in Unione Sovietica discutendo all'Università orientale di Mosca una tesi dedicata alle «relazioni segrete tra il nazismo e i capi del movimento sionista". Nella tesi, pubblicata in arabo nel 1983 Abbas cita le tesi dello storico Robert Faurisson e di molti altri negazionisti per ridimensionare le cifre dell'Olocausto. Dopo la guerra - spiega Abbas - si diffuse la voce che tra le vittime.. .vi fossero almeno sei milioni di ebrei... in verità nessuno può confermare o negare quel dato.., lo storico e autore Raoul Hilberg ritiene che non superò le 890 mila unità." E non pensiate che faccia bella figura l'Unrwa (quella che montò un falso scandalo sulla sua scuola dicendo prima che era stata bombardata durante l''Operazione Piombo fuso" e smentendolo solo tre settimane dopo, quella che di recente si è fatta sequestrare le sue ambulanze da Hamas, evidentemente per usarle in operazioni terroristiche. Scrive Micalessin: "Il portavoce dell'agenzia Adnan Abu Husna anziché protestare innesta la retromarcia, si adegua alla tesi fondamentalista e chiarisce che nei correnti libri dite- sto non esistono riferimenti all'Olocausto». Come dire scherzavamo, non pensiamo certo di regalare spazio a simili bagatelle. Lo scorso luglio i capi delI'Unrwa erano già stati accusati dagli israeliani di concordare con Hamas la distribuzione degli aiuti dell'Onu e di concedere all'organizzazione integralista il controllo di un'importante fetta dei fondi destinati alla ricostruzione della Striscia." Sullo stesso tema si può leggere un articolo di Antonio Picasso su Liberal.
Da leggere la polemica di Andrea Morigi su Libero contro la "conversione del Sole 24 ore all'Islam" (per un panegirico del ramadan di Pascal Bruckner pubblicato domenica dal quotidiano confindustriale nel suo prestigioso inserto culturale.
Gheddafi, durante la festa per i quarant'anni del suo colpo di stato cui sono accorsi tanti clienti occidentali e purtroppo anche l'Italia, ha attaccato duramente Israele, dicendo che sta dietro a tutti i conflitti africani (e ha avuto la faccia tosta di citare il Durgur, genocidio in corso ad opera del suo amico El Bashir, presidente del Sudan, regolarmente presente alla festa benché ricercato con mandato di cattura dal tribunale dell'Onu e ha chiesto la chiusura di "tutte le ambasciate israeliane in Africa." Giustamente il ministro degli esteri israeliano Lieberman l'ha definito "un bulletto da circo" (Battistini sul Corriere, Tramballi sul Sole). Peccato, lo ripeto, che al bulletto il nostro paese si inchini spesso e volentieri.
E' interessante e incoraggiante un'inchiesta di Dan Rabà su Europa a proposito della pacifica convivenza quotidiana di ebrei e arabi nello stato di Israele. Ma intanto Ansher Peffer su Liberal racconta del piano concordato fra un arabo israeliano e Hezbollah di attentare alla vita del capo di stato maggiore di Tzahal, Gabi Askenazi. Ancora su Israele, vale la pena di segnalare l'articolo di Michel Sfaradi sull'Opinione, a proposito del ricordo lasciato dall'ex primo ministro Olmert, recentemente incriminato per corruzione. Sullo stesso tema è chiaro ed efficace un editoriale non firmato del Jerusalem Post. Altri temi israeliani: Seth J. Franzman sul Jerusalem Post  fornisce molte informazioni che mostrano che i presunti quartieri arabi "colonizzati" da Israele come Sheikh Jarrah erano ebraici prima della violenta occupazione giordana che dal '49 al '67 distrusse il quartiere ebraico nella Città Vecchia, distrusse molte migliaia di pietre tombali, cancellò le tracce dell'esistenza ebraica in tutta la città. Molto preoccupanti sono i dati sullo sviluppo dell'istruzione in Israele riportati in un'opinione di Amnon de Hartoch su Haaretz. Da leggere con attenzione, infine, un editoriale non firmato del Wall Street Journal a proposito delle relazioni fra Israele e gli Stati Uniti. Il conflitto con Obama, ammonisce l'autorevole giornale economico, è inevitabile a meno che l'amministrazione non proceda rapidamente a fermare l'armamento nucleare iraniano.
La Comunità ebraica romana partecipa al lutto per la morte di Elvira Paladini, ex partigiana e direttrice per molti anni del museo della Liberazione di Via Tasso (Messaggero Roma)
Per la cultura, da leggere una recensione di Stenio Solinas (Il Giornale) a «La vita di Irène Némirovsky» di Olivier Philipponnat e Patrlck Lienhardt , appena pubblicato da Adelphi. Sull'Osservatore Romano, invece, Anna Foà recensisce un libro di David Biale, "Blood and belief The circulation of a symbol between Jews and Christians".
 
Ugo Volli 

 
 
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Madonna in Israele, fra concerti e itinerari mistici                          
Gerusalemme, 31 ago -
Nei prossimi due giorni la pop star Madonna terrà due grandi concerti in un parco di Tel Aviv. In occasione della sua permanenza in Israele Madonna ha visitato uno fra i molti luoghi sacri di Gerusalemme, il Muro Occidentale. La televisione commerciale israeliana Canale 2 ha infatti riferito che ammiratori e fotoreporter l'hanno intravista quando, a tarda sera, è entrata assieme con il suo amico Jesus Luz in un tunnel archeologico alle pendici del Muro. Per quasi due ore l'artista ha voluto visitare le viscere della terra e toccare con mano quello che secondo gli ebrei ortodossi sarebbe il punto più vicino al Sancta Sanctorum del Tempio di Gerusalemme, distrutto dai legionari romani nel 70 e.v.. Deve essere stata una visita particolarmente emozionante per lei visto il suo rinomato interesse per la filosofia cabalistica. Durante la visita della pop star americana era però assente il rabbino del Muro, Shmuel Rabinovic, che, secondo la stampa, non vede di buon occhio la divulgazione del cabalismo fra diversi artisti internazionali, il suo parere è che questi personaggi non hanno la preparazione necessaria per affrontare i testi più impegnativi dell'ebraismo. Malgrado la freddezza del rabbino, Madonna intende proseguire i suoi itinerari mistici con una visita, forse già oggi, nella città di Safed, in Galilea, dove sono sepolti autorevoli rabbini. Ancora la stampa riferisce che stasera Madonna sarà a cena a Tel Aviv con l'ex ministro degli esteri Tzipi Livni, e venerdì sarà ricevuta dal premier Benyamin Netanyahu. 
 
 
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