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L'Unione informa |
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3 settembre 2009 - 14 Elul 5769 |
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alef/tav |
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Riccardo
Di Segni, rabbino capo di Roma |
Questo
Shabbat leggeremo quello che forse è il brano più terribile della Torà,
il capitolo 28 di Devarim che annuncia le punizioni per l’infedeltà del
popolo d’Israele. Lo faremo con le porte delle Sinagoghe chiuse in quel
momento (chi è dentro è dentro e chi vuole entrare è meglio che aspetti
un po’…). Tra le tante cose spiacevoli, l’annuncio della dispersione
tra tutti i popoli “dove servirai altri dei … di legno e di pietra, e
tra quei popoli non troverai riposo”(vv. 64-65). Cosa sia la
dispersione è chiaro a tutti, ma che significa servire altri dei e in
che modo è una punizione? Nella lettura “soft” proposta da Rashì, è un
riferimento all’obbligo di pagare tributi ai sacerdoti di altri
culti. Gli autori spagnoli, come Abrabanel, con davanti agli occhi
le tragedie del loro tempo, vi vedono un riferimento alle conversioni
spontanee e forzate, come tentativo di sfuggire ad una sorte peggiore.
Ma come aggiunge Izchaq Arama, malgrado tutti i tentativi di
scomparire, chi fugge non avrà riposo, perché sarà sempre perseguitato
e sospettato. C’è però anche chi, tra gli antichi interpreti, rovescia
il senso negativo del “non trovare riposo”: se Israele trovasse
effettivamente riposo da qualche parte e per lungo tempo, si fermerebbe
e non tornerebbe più alla vecchia casa, come la colomba di Noè. Il non
trovare riposo significa che prima o poi Israele ritornerà alla sua
terra. |
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Per
Yuval. Nel ciclo della vita ebraica, il momento del Bar Mitzvah
rappresenta come è noto la transizione dall'infanzia alla vita adulta,
dalla dipendenza dai genitori alla presa di responsabilità,
dall'ebraismo come origine all'ebraismo come scelta. E' il momento
dunque in cui si compie la transizione di una persona da "essere nato"
ebreo, a "essere ebreo" tout court. Una celebre citazione che mischia
umorismo e serietà, e che è stata attribuita a infiniti autori, alla
domanda: "Chi è ebreo?", è la risposta: "Colui che ha un nipote ebreo".
Dunque: colui il cui nipote celebra il Bar Mitzvah. Il rito di passaggio
del più giovane ha dunque anche la funzione di comprovare
definitivamente lo stato del più anziano. Alleanza fra le generazioni
nella continuità. |
Sergio
Della Pergola,
demografo,
Università Ebraica di Gerusalemme |
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davar |
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Giornata della Cultura Ebraica – “La sfida del dialogo tra le città” Intervista a Matteo Renzi, nuovo sindaco di Firenze Sindaco Renzi, prenderà parte alle celebrazioni per la Giornata della Cultura Ebraica? Sicuramente.
Ho partecipato già da presidente della Provincia di Firenze e oggi, a
maggior ragione, farò sentire la vicinanza della città di Firenze verso
una Comunità che tanto ha dato e potrà dare per la storia e il futuro
di Firenze. La Comunità ebraica non è un’isola di Firenze o una riserva
da salvaguardare, ma fa parte di Firenze. È Firenze. C’è chi dice che i
Medici siano stati in origine ebrei. Non lo so, non mi voglio
avventurare in questioni storiche di cui non potrei avere la
competenza. Ma senza scomodare i padri della patria di Firenze è
evidente a tutti cosa ha fatto la Comunità ebraica per questa città.
Sempre in qualità di presidente della Provincia ho contribuito a
organizzare, e vi ho partecipato personalmente, i viaggi degli studenti
fiorentini ai campi di concentramento di Auschwitz insieme a Nedo
Fiano, sopravvissuto a quella terribile pagina della storia. Diceva
Elias Canetti che “Il vero valore del ricordo è sapere che il passato
non è mai passato del tutto” e allora bisogna tenere viva la memoria di
ciò che di orribile vi è stato nel passato a perpetuo monito affinché
non si ripeta. Allo stesso tempo, però, dobbiamo tenere viva la cultura
che ogni giorno si rinnova. La cultura ebraica non è soltanto l’antica
tradizione a cui anche la nostra civiltà è indissolubilmente legata, ma
si esprime anche oggi ai massimi livelli: basta pensare che molti fra
più importanti scrittori contemporanei sono ebrei. Che cosa conosce e apprezza della cultura ebraica? Come
dicevo apprezzo e sono affascinato dai grandi scrittori anche
contemporanei, basti pensare a Yehoshua, Grossman, Potok, che sono
riusciti a tenere viva la difesa della loro tradizione oltre alla
difesa stessa della loro esistenza perennemente minacciata. Allo stesso
tempo sono riusciti ad avere una visione aperta verso la pace nel Medio
Oriente, unica via da percorrere. Come dice Grossman: “Essere uomini
che combattono per la pace”. Da presidente della Provincia, nel 2008
feci esporre la bandiera di Israele sulla facciata di Palazzo Medici
quando qualcuno pensò di boicottare gli scrittori ebrei al salone del
libro di Torino. Sono inoltre affascinato come credente, come
cattolico, dalla mistica ebraica. Martin Buber in uno splendido libro
dal titolo Il cammino dell’uomo dice che “La nostra autentica missione
in questo mondo in cui siamo stati posti non può essere in alcun caso
quella di voltare le spalle alle cose e agli esseri che incontriamo e
che attirano il nostro cuore; al contrario, è proprio quella di entrare
in contatto, attraverso la santificazione del legame che ci unisce a
loro, con ciò che in essi si manifesta come bellezza, sensazione di
benessere, godimento”. Penso che queste parole dovrebbero essere
cardine per ciascun uomo politico. Impossibile, poi, non essere
affascinato dalla cucina ebraica. In un tempo in cui domina il cibo
globalizzato resiste una cultura che trova origine dal Sacro, dalla
Bibbia stessa. Non vorrei essere superficiale su questo, ma la
salvaguardia della vita dell’uomo che ne deriva è affascinante. Una
domanda sul conflitto tra israeliani e palestinesi. Firenze, città
dalla grande visibilità internazionale, può avere un ruolo importante
nel dialogo tra le due parti? In un articolo su Moked - il
portale dell'ebraismo italiano, tempo fa si citava La Pira: “Fra i
nostri cittadini, quelli che sono musulmani li aiuteremo ad esserlo
meglio, quelli che sono ebrei ad essere ebrei migliori”. Firenze è
l’emblema di questo, è il luogo della convivenza per eccellenza.
L’essere cittadino comporta la comunanza di valori che non vuol dire
l’appiattimento degli stessi su un unico modello cancellandone le
specificità, bensì il rispetto del cittadino, della persona con i
valori che si porta dietro. I cittadini sono portati alla convivenza e
alla fratellanza per la costruzione della propria città per sé e per i
propri figli e proprio dalla città si può partire allora per un nuovo
modello di convivenza. Pensiamo a Gerusalemme, la città delle città.
Allora perché non riprovare a ripartire dal dialogo tra città per
arrivare alla pace fra cittadini?
Adam Smulevich
Giornata della Cultura Ebraica – Dal corteo nuziale di Firenze al ricordo della “piccola Gerusalemme” sul colle di Pitigliano “Un’altra
pagina della nostra storia che viene proposta al pubblico fiorentino
per conoscere meglio una realtà molto presente e partecipe nella vita
cittadina”. Così Daniela Misul (nell'immagine), presidente della
Comunità ebraica di Firenze,
introduce il programma della Giornata della Cultura Ebraica nel
capoluogo toscano. Un programma molto dettagliato, adatto a un vasto
pubblico, che inizierà e terminerà con un’esibizione musicale. L’onore
di aprire le danze spetterà ad Enrico Fink che, accompagnato dalla
Filarmonica Giuseppe Verdi e dalla Homeless wedding band, guiderà un
allegro corteo nuziale dalla centralissima e celeberrima Piazza della
Signoria fino al giardino della Sinagoga, dove le autorità presenti
(incluso il sindaco Matteo Renzi) saluteranno i visitatori accorsi per
questa splendida giornata di festa. Uno show del laboratorio teatrale
della Comunità, lezioni di cucina, conversazioni sull’ebraismo con
relatori autorevoli, sono alcuni degli eventi più significativi
previsti a Firenze. Spostandoci a Siena,
Renzo Funaro, presidente dell’Opera del Tempio di Firenze, presenterà
il progetto per il restauro della Sinagoga e del nascente Museo
ebraico. Un percorso fatto d’immagini e documenti, a cura di Sandro
Servi e Anna Di Castro, racconterà invece la storia della Comunità
ebraica senese, presente in città da ben settecento anni. Molto
stimolante anche il programma organizzato a Pisa,
dove in serata ci sarà un concerto di canti della tradizione sefardita
livornese. Evento organizzato col patrocinio del Comune di Pisa e la
collaborazione della Comunità di Livorno,
che dedicherà invece un’attenzione particolare alla letteratura, con la
presentazione di un volume di Elia Benamozegh, uno dei principali
cabalisti italiani dell’Ottocento. Spazio anche per la musica, con il
concerto “La musica nella cultura ebraica tra tradizione colta e
popolare”, un affascinante ensemble di canti e melodie tradizionali
ebraiche. Anche a Pitigliano e Monte San Savino,
graziosa località in provincia di Arezzo, piccoli centri dove un tempo
risiedevano due Comunità ebraiche culturalmente fiorenti, tornerà a
pulsare intensamente un cuore ebraico, con l’apertura delle Sinagoghe e
una serie di incontri suggestivi, come l’evocazione dei ricordi e delle
tradizioni nella “Pitigliano della piccola Gerusalemme” a cura di Elena
Servi o la presentazione del libro “Le Ketubbot di Monte San Savino”di
Stefania Roncolato. as
Giornata della Cultura Ebraica – A Genova si viaggia tra letteratura, suggestioni poetiche e antichi canti Genova
è città di poeti, si sa. E nel pieno rispetto di tale fama proprio il
tema della poesia sarà il filo conduttore della Giornata della Cultura
Ebraica del capoluogo ligure. Il programma si apre nella mattinata di
domenica con una visita guidata attraverso uno speciale percorso
espositivo ospitato dal Museo ebraico della città. I visitatori saranno
accompagnati in un viaggio lungo il calendario lunare. Ogni ricorrenza
della vita ebraica sarà illustrata da oggettistica antica, documenti e
testi lirici e liturgici riguardanti la festa in questione. Tutto ciò
sarà corredato dalle spiegazioni di una guida d’eccezione, il rabbino
capo Giuseppe Momigliano (nell'immagine). Integrerà le suggestioni
simboliche offerte dalla mostra sul con sapienti delucidazioni
significato profondo e spirituale delle celebrazioni che periodicamente
ogni ebreo è tenuto a compiere. Si continua a parlare di poesia
ebraica nel pomeriggio in una conferenza di Sarah Kaminsky, docente di
ebraico all’Università di Torino. Il titolo dell’incontro è “Chad
Gadya, Alla fiera dell’est”. Si affronteranno i testi dei maggiori
poeti israeliani contemporanei: Yehuda Amichai, Saul Cernichovskij,
Naomi Shemer per citarne alcuni. “Intendo mostrare - ci anticipa
la professoressa Kaminsky - come la poesia identitaria del sionismo di
fine ‘800 e della prima metà del ‘900 segni una frattura rispetto alla
tradizione lirica ebraica”. “Nell’antichità – spiega - le composizioni
letterarie avevano raramente finalità non liturgiche o comunque
extrareligiose. Dalla fine del XIX secolo invece assistiamo al fiorire
di una letteratura romantica, laica, ispirata semmai dai contenuti del
nazionalismo. È una poesia popolare, folkloristica, foriera di valori
moderni, un insostituibile collante sociale”. “La dimensione sacrale
della produzione letteraria ebraica non sarà recuperata - sostiene la
Kaminsky - che dopo la guerra dei sei giorni. E farà la sua ricomparsa
in una forma del tutto particolare: la letteratura per bambini. Solo
così gli artisti moderni hanno “osato” cimentarsi con gli antichi e
venerandi Piyutim sul tema delle feste. La trasmissione dei valori
tradizionali alle nuove generazioni attraverso l’arte ha così avuto
l’effetto di rivitalizzare e attualizzare certi linguaggi a rischio
obsolescenza”. Nel corso dell’incontro si potrà assistere alla
lettura - eseguita dall’attrice Mercedes Martini - di brani antichi e
moderni in cui le feste ebraiche sono lo spunto per espressione di fede
ma anche di tradizioni e vivacità popolare, come il Chad Gadya, ben
noto al pubblico italiano attraverso la versione di Angelo Branduardi. Concluderà
la giornata, rallegrata verso l’imbrunire dall’intermezzo musicale del
rinomato Jerusalem Duo, l’intervento finale del rav Momigliano che
parlerà di alcuni testi poetici, in uso nel rito sefardita e delle
feste di Pesach e Shemini Atzeret, in cui l’invocazione della
pioggia e della rugiada viene espressa attraverso allusivi
richiami a significativi e simbolici episodi biblici e si conclude
spesso con accenti in cui la preghiera per la prosperità della terra si
fonde con la speranza messianica. L’intento insomma è quello di
rispecchiare la molteplicità e l’eterogeneità delle esperienze di vita
ebraica, dei modi di approcciarsi alle tradizioni e anche delle
corrispondenti poetiche. È questa la ragione dell’accostamento di voci
e ispirazioni così diverse: canti popolari delle famiglie ebraiche
italiane con, per esempio, il diario in cui Vittorio Finzi racconta i
suoi ricordi dell’ambiente ebraico di Jerushalaim. Branduardi e maestri
medievali di Torah. “La Giornata della Cultura Ebraica – spiega
rav Giuseppe Momigliano – deve essere valutata per quello che
fondamentalmente si propone di essere: un’occasione per fornire, in
modo possibilmente piacevole, qualche conoscenza al pubblico più vasto
di alcuni aspetti dell’ebraismo. Non credo invece possa costituire uno
strumento di risveglio e potenziamento per le nostre Comunità, ad
eccezione forse di quelle piccolissime”. In particolare – continua -
sussiste il rischio di trasformare la forma didattica, puramente
esemplare, “ museale” di ebraismo, in qualcosa che sostituisce
l’aspetto concretamente realizzato, indispensabile a mantenere viva una
Comunità ebraica”. “L’importanza di questa Giornata – conclude - è data
anche, a mio parere, dalla capacità di tenere chiaramente distinti
questi due obiettivi, e nel saper trovare un sano equilibrio
nell’utilizzo delle risorse comunitarie umane e materiali, avendo
sempre ben presente l’assoluta necessità di operare per la continuità
della vita ebraica nelle Comunità”. Manuel Disegni
Qui Venezia – La mostra del cinema e l'opera d'esordio dell'israeliano Maoz
Con
la cerimonia d’apertura, condotta dalla madrina Maria Grazia Cucinotta
è iniziata ufficialmente la sessantaseiesima edizione della Mostra
internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Molte le tematiche
affrontate quest’anno: Immigrazione, omosessualità, Iran, le lobby
delle multinazionali tra tutti i film in gara è destinato a far parlare
Levanon (Lebanon), opera d’esordio dell’israeliano Samuel Maoz. Come
“Beaufort” e “Valzer con Bashir”, due dei più importanti film
israeliani dell’ultimo decennio, Levanon è basato sugli eventi della
prima guerra del Libano, del giugno 1982. Il film, probabile
candidato al premio Leone del Futuro -“Luigi De Laurentiis” per la
miglior opera prima, affronta il conflitto israelo-libanese
letteralmente "dal di dentro". I protagonisti sono infatti i giovani
carristi che, rinchiusi nel loro carro armato, oltrepassano la
frontiera libanese per una missione che dovrebbe essere di puro
appoggio alle avanguardie di fanteria. Maoz ha alle spalle una
grande esperienza nella regia di documentari e programmi televisivi.
Egli fu tra i primi soldati israeliani a varcare la frontiera con il
Libano nel giugno del 1982 e venne coinvolto nei primi scontri
uscendone ferito superficialmente a una gamba, il futuro regista
avrebbe rimosso quell'episodio fino a quando, due anni fa, non avrebbe
deciso di affrontare di petto la sua memoria personale e quella
collettiva della sua generazione, come accadde ad Ari Folman in “Valzer
con Bashir” Nell’introdurre il suo film Samuel non può non raccontare una parte della sua storia: “Sono
stato arruolato il 19 maggio 1982. Avevo una bella vita ed ero
innamorato. Mi assegnarono il ruolo di cannoniere a bordo di un carro
armato, il primo ad attraversare la frontiera libanese. Tutto faceva
supporre che sarebbe stata una missione di un giorno. Si trasformò
invece in un viaggio all’inferno. Non avevo mai ucciso nessuno in vita
mia, ma presto diventai una macchina assassina. In quei giorni qualcosa
dentro di me morì definitivamente. Mi sono serviti più di vent’anni per
raccontare la mia storia, forse se non avessi covato in fondo alla
mente questo progetto la mia vita avrebbe avuto un'altra piega e magari
sarei impazzito” Da segnalare, nella sezione Fuori concorso, il
film "South of the border", ultimo lavoro di Oliver Stone con cui il
regista torna a far parlare di sé scatenando ancora una volta
l’opinione pubblica. Lo fa con un documentario su Hugo Chávez,
presidente del Venezuela, leader controverso, eroe per alcuni, demagogo
con tendenze antisemite per altri. Michael Calimani |
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pilpul |
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Freddure nell'afa
Un'asfissiante
sera di queste. Il telecomando conduce a un film. C'è Adolf Hitler.
Gira in casa con il cappotto. E' la pellicola satirica sul Führer di
Dani Levy. Bene, non l'avevo vista. C'è Ulrich Muehe, magnifico ne Le
vite degli altri. Il dittatore stasera è malinconico, dice che suo
padre era crudele. Il riso stenta a salire, anzi non ce la fa. Mel
Brooks è lontano lontano. Chaplin una stella a distanze abissali. Mi
trasferisco sulla versione originale. Il dittatore parla in tedesco.
Dal televisore esce una convincente sventagliata di paura.
Il Tizio della sera |
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Stefano
Andrini è stato nominato amministratore delegato dell'Ama Servizi. Vi
chiederete: chi è questo Andrini? Be', non proprio uno qualunque. Di
sicuro uno che ha fatto scatenare polemiche a Roma (vedi il Messaggero).
Il signore in questione è un ex simpatizzante dei gruppi naziskin,
insomma uno che la destra ce l'ha nel cuore e lo ha dimostrato anche
con le mani. Non solo: Andrini è stato già condannato nel 1991 per
tentato omicidio, quando partecipò a una spedizione punitiva in cui
sono stati sprangati due di sinistra. E il Comune di Roma che fa? Lo
piazza su una poltrona di non poco conto. Non è un caso che anche Libero,
giornale di centrodestra, s'indigna. A quanto mi risulta Alemanno, che
aveva chiuso con un giro di frequentazioni poco inclini alla
tolleranza, sta riaprendo leggermente quella porta in vista delle
Regionali della prossima primavera. Per chi non conosce quegli
ambienti, bisogna sapere che la nomina di Andrini zittisce un bacino di
qualche decina di migliaia di voti. La politica è fatta di compromessi?
Sì, ma bisognerebbe valutarne meglio la portata. A proposito: sulla
nomina anche la Comunità ebraica non ha potuto tacere. Restando in
Italia, sui giornali iniziano già da qualche giorno a comparire lunghi
articoli sul Festival della Cultura Ebraica, che quest'anno ha posto
l'accento sulla Puglia. Oggi vi propongo un articolo della Gazzetta del Mezzogiorno: "L'ebraismo verso Sud si ritrova in Puglia". Tutto da leggere è invece il reportage di Repubblica
dal titolo: "Turisti in Israele, vacanze con stage di anti-terrorismo".
L'inviato Fabio Scuto racconta come la società Caliber
3, che forma body guards e agenti per la sicurezza personale, dia
un'opportunità unica a chi vuole imparare l'autodifesa: mezza giornata
di corso intensivo con tanto di sezione per imparare a sparare.
Chi non ha problemi a usare le mani è un ebreo ortodosso che a
Gerusalemme ha quasi linciato un tassista palestinese (Avvenire). Infine, il Corriere
racconta di un giovane che nel monastero di Santa Caterina,
nel Sinai, ha trovato un frammento del Codex Sinaiticus, il manoscritto
più antico della Bibbia ancora esistente. Tutto questo nei giorni in
cui da Israele, racconta Avvenire, arriva il software per decifrare testi antichi. Fabio Perugia |
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Lieberman
e l'appello all'Africa
per un contributo alla pace in Medio Oriente Tel Aviv, 2 sett - Erano
molti anni che un rappresentante di vertice del governo israeliano non
si recava in visita ufficiale in Africa, oggi, da Addis Abeba il
ministro degli Esteri Avigdor Lieberman ha cominciato il suo tour nei
paesi africani. "Il nostro appello all'Africa è di aiutare a promuovere
la moderazione e la riconciliazione per la pace in Medio Oriente", ha
detto Lieberman ai giornalisti all'arrivo nella capitale etiope, prima
tappa del viaggio che lo porterà anche in Kenya, Ghana, Nigeria e
Uganda. Un viaggio che, secondo analisti israeliani, potrebbe avviare
una strategia di risposta alla politica di penetrazione nel continente
africano che l'Iran degli ayatollah - nemico giurato di Israele -
conduce parallelamente alla Cina. "I legami dell'Africa con i Paesi
arabi e del mondo musulmano, nell'ambito della Lega araba, della
Conferenza islamica e dell'Unione africana (Ua), mettono i Paesi del
continente in condizione di contribuire positivamente alla pace in
Medio Oriente", ha sottolineato Lieberman. Dichiarazioni sfumate dopo
le polemiche innescante in questi giorni dal leader libico Muammar
Gheddafi, il quale aveva accusato Israele di sobillare tensioni e
conflitti in Africa (dal Ciad al Sudan) per poi cercare di sfruttarne
le risorse. A rispondere alle accuse era stato un portavoce del
ministro degli Esteri israeliano che aveva definito Gheddafi “un
bulletto da circo”.
Israele prende accordi con gli Stati Uniti per una sospensione degli insediamenti Tel Aviv, 3 sett - Israele
e Stati Uniti stanno prendono accordi per una sospensione nei lavori di
estensione delle colonie israeliane in Cisgiordania, per una durata
iniziale compresa fra sei mesi e un anno. A riferirlo è stato il
quotidiano Yedioth Ahronot che aggiunge: “Questo tema sarà oggetto di
discussione la settimana prossima in occasione dell visita di George
Mitchell (rappresentante per il Medio Oriente del presidente Barack
Obama) in Israele”. Sempre secondo il giornale Israele attenderebbe una
contropartita a questa sospensione che potrebbe concretizzarsi con
l'apertura di uffici di interesse, con iniziative turistiche e
commerciali, e con permessi di sorvolo di quegli Stati per gli aerei
israeliani. Se queste iniziative non dovessero materializzarsi allora
Israele si sentirebbe libero di riprendere i lavori di espansione delle
colonie in zone concordate in anticipo con gli Stati Uniti. La stampa
israeliana aggiunge che alla luce di questi progressi si rafforza la
sensazione che alla fine di settembre avrà luogo a New York un vertice
fra Obama, il leader dell'Autorità palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas)
e il premier israeliano Benyamin Netanyahu. A quanto pare anche re
Abdallah di Giordania potrebbe partecipare a quell'incontro. |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
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