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    7  settembre 2009 - 18 Elul 5769  
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Moked - il portale dell´ebraismo italiano
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  Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma Riccardo
Di Segni,

rabbino capo
di Roma
Da Trani, "capofila" della Giornata Ebraica della Cultura. E' certamente un'emozione tornare a dire tefillà nella Scolanova di Trani, la sinagoga medioevale diventata chiesa dopo la cacciata degli ebrei e da poco restituita e restaurata per il culto ebraico. La stessa Trani è sede di una storica cattedrale, gioiello dell'arte medioevale. Non c'è confronto, se non sul piano simbolico ed emozionale, tra la Scolanova e la Cattedrale. Agli ebrei non sarebbe mai stato consentito costruire edifici di quelle dimensioni, sempre che ne avessero avuto il capitale necessario. Ma chissà se, anche potendo, avrebbero voluto farlo. Perché, come spiegava Avraham J. Hescel, gli ebrei hanno costruito le loro cattedrali nel tempo, invece che nello spazio.
Un paio di guanti di lattice usati abbandonati a terra davanti ad una chiesa. Il funerale nella chiesa deserta, con la madre e altri due parenti che seguono il rito dal fondo della navata. I necrofori che reggono la bara con il viso coperto dalla mascherina. Solo il prete osa avvicinarsi alla bara. Sembra la Milano della peste del Manzoni, ma è quanto successo ieri a Secondigliano, per le esequie del primo morto in Italia di influenza A. Poco importa che l'epidemia non si trasmetta attraverso gli oggetti, quali una bara di legno. Non importa ciò che dice la scienza. E' il panico, l’immagine è quella antica degli untori. E di fronte al panico, pietà l'è morta. Non una notizia da prima pagina, certo, ma un pesante segnale d'allarme, che ci inquieta, come tutto ciò che nasce dalle paure collettive e che le nutre, in un circolo infernale da cui la razionalità e il buon senso non sono mai finora riusciti a difenderci.  Anna Foa,
storica
Anna Foa, storica  
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  Giornata della Cultura Ebraica – Yoram Ortona:
“Un successo la riscoperta del Sud”


Giornata TriesteCala il sipario sulla decima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, che si è svolta con grande successo in molte decine di località italiane (nell'immagine un momento del concerto della star della musica israeliana David D'Or sulla piazza della sinagoga di Trieste), da Trani, città capofila di questa edizione, Yoram Ortona (nell'immagine qui sotto assieme al musicista Francesco Lotoro), consigliere delegato all’evento dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, traccia un primo bilancio.
Cosa ha portato di nuovo la Giornata della Cultura Ebraica di quest’anno?
Sicuramente la grande novità del 2009 è la fondamentale riscoperta e valorizzazione della presenza ebraica nelle regioni meridionali d’Italia. Nel pensare la Giornata della Cultura, abbiamo scelto di rivolgere una particolare attenzione alle antiche radici ebraiche che affondano in queste terre, sia attraverso il primo Festival della cultura ebraica in Puglia, denominato Negba - Verso il Mezzogiorno, dal 6 al 10 settembre, che attraverso la scelta, come capofila, del centro pugliese di Trani. Questa città e la sua piccola, ma attiva Comunità ebraica possono essere considerate un perfetto emblema della storia dell’ebraismo nel Meridione. A Trani, fino alla cacciata degli ebrei dai domini spagnoli del 1492, la presenza ebraica era numerosa e fiorente. Dopo cinque secoli di assenza, oggi una comunità esiste di nuovo, prega in una delle sinagoghe di allora, la Scolanova, riaperta dopo un lavoro di restauro, e racconta orgogliosamente la propria storia.

Lotoro-OrtonaLa Giornata Europea della Cultura Ebraica in Italia ha assunto una rilevanza sempre maggiore e raccoglie un pubblico ogni anno più numeroso. Secondo lei qual è il segreto del successo di questa manifestazione?
La Giornata della Cultura Ebraica è un evento che vive grazie al contributo di molte forze diverse. All’Unione della Comunità Ebraiche Italiane, organizzazione che coordina le iniziative, si affiancano le varie Comunità, per cui questo giorno rappresenta un’occasione speciale per aprire le porte ai propri concittadini. Non va poi dimenticato il prezioso contributo delle autorità locali. Un ringraziamento particolare deve infine andare alle migliaia di volontari che lavorano per questo evento, specie nei centri dove una presenza ebraica non esiste più. Tutto questo ci permette di realizzare progetti di grandissima qualità e valore culturale, a cui il pubblico italiano ha risposto negli anni con un entusiasmo sempre maggiore. In Italia c’è un grande interesse nei confronti dell’ebraismo e della cultura ebraica, che esistono nel nostro paese da oltre duemila anni, anche in luoghi dove gli ebrei non vivono più da tempo, come in diverse città del Mezzogiorno. È molto importante per tutti noi rispondere positivamente a questo interesse.
La Giornata della Cultura ebraica rappresenta un momento significativo anche dal punto di vista della vita interna nelle singole comunità?
Certo, specie per le più piccole. Sappiamo che un problema dell’ebraismo italiano è rappresentato dal decremento demografico. Gli iscritti alle Comunità diminuiscono, e con loro anche i momenti di aggregazione. In questo modo si rischia di perdere la motivazione e il senso di appartenenza al gruppo. Una manifestazione come la Giornata della Cultura Ebraica diventa un’occasione unica per ritrovarsi e celebrare la propria identità, e questo garantisce anche la ricchezza dei programmi di ogni singola città che partecipa a questa rassegna, ciascuna orgogliosa di mettere in vetrina il proprio contributo alla cultura ebraica, e non solo, in Italia e in Europa.
Che bilancio di questa decima edizione della Giornata della Cultura Ebraica sente di poter tracciare ora che si è conclusa?
Un grandissimo successo, frutto di una scelta coraggiosa, che ha portato risultati positivi oltre le aspettative.
Un successo in termini di affluenza. Un successo in termini di condivisione del progetto, da parte di tutti coloro che hanno collaborato alla sua realizzazione, ma soprattutto di coloro che sono giunti come semplici spettatori. Girando per Trani si incontrava un pubblico foltissimo, dalla sezione ebraica del Museo diocesano, al concerto di musiche del XVI secolo. Mi ha colpito vedere come la gente non assumesse un atteggiamento di meraviglia davanti a ciò che le è stato mostrato, ma di partecipazione, a prova del fatto che la presenza degli ebrei a Trani dopo cinquecento anni non rappresenta una novità per la popolazione, ma solo la riscoperta di tradizioni sopite e mai scomparse. Questo successo ci conferma che questa Giornata non deve rappresentare per noi un punto di arrivo, ma solo l’inizio di un processo di riscoperta dei contenuti ebraici di tutto il Mezzogiorno.

Rossella Tercatin
 


Negba – Si alza il sipario sul festival per il Sud
Victor Magiar: “La cultura ebraica è anche luce e umorismo”


MagiarAllo spegnersi dei riflettori sulla Giornata Europea della Cultura Ebraica a Trani, nello scenario suggestivo del Castello Svevo si sono accesi quelli del Festival della Cultura Ebraica, Negba, che nell'ebraico biblico significa verso il Sud. Nei prossimi giorni la manifestazione attraverserà molte città pugliesi, partendo Trani, ad Andria, Bari, Lecce,  Oria, Otranto e San Nicandro. "Quando una persona sa donare la propria cultura - ha affermato l'assessore alla cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Victor Magiar (nell'immagine in un momento del suo discorso), che ha fatto gli onori di casa alla serata inaugurale, - sa donare se stesso senza avere paura di perdere qualcosa”.  “La gente di Trani e della Puglia ha avuto la capacità di accogliere e per questo motivo abbiamo deciso di organizzare questo Festival in Puglia, perché non ci siamo mai persi e anche per trasmettere il fatto che l'ebraismo è anche sole, luce, umorismo".
"Confesso una grande emozione nel vedere alle porte del Castello Svevo una lunga fila straripante di cittadini”,  ha affermato il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Cinquecento anni fa le comunità ebraiche pugliesi furono costrette a a partire come tante altre volte nella loro storia. Abbiamo accompagnato i ragazzi delle nostre scuole ad Auschwitz, ma ci siamo detti che dovevamo fare qualcosa di più, riportare in Puglia le radici dell'identità ebraica".
"Noi che mille volte abbiamo tradito i valori che ci erano stati affidati - ha concluso Vendola - viviamo questo momento come una festa, una festa di civiltà".
E' poi seguito lo spettacolo dell'attore e autore teatrale, Gioele Dix, che ha curato anche il programma degli spettacoli teatrali proposti nei prossimi giorni, “La Bibbia ha (quasi) sempre ragione”. Uno show incentrato sul tema delle radici e dell’identità ebraica, dove l'attore naviga con grande ironia in alcuni importanti passi della Torah indagando con umorismo la creazione del mondo ed alcuni momenti della storia ebraica.

l.e.



Qui Trani - Dopo cinque secoli d'attesa
torna torna in vita la leggendaria “ciudad judi'à”


Pubblico trieste"Trani es una ciudad muy ermosa y judi'à", affermava nella seconda metà del XII secolo il rabbino ed esploratore spagnolo Beniamino da Tudela, ed è questo il titolo scelto per il concerto che ha chiuso la Giornata tranese della Cultura ebraica con musicisti in abiti cinquecenteschi, giornata che ha visto, fin dal mattino il susseguirsi di spettacoli, conferenze e momenti musicali, di alto livello culturale. Lo spettacolo teatrale Il ritorno del Mabit, con attori in costumi medievali, proposto al mattino con  il ciclo della vita e al pomeriggio con le feste e i riti ebraici (spiegati precedentemente allo spettacolo dal rav Riccardo Di Segni),  le interessanti conferenze Puglia, cerniera tra Oriente e Occidente con i professori Cesare Colafemmina e Giovanni De Bonfils dell'Università di Bari e Pax imperiale e Messianismo all'epoca del secondo Tempio e alla luce del diritto romano, con i professori Massimo Miglietta dell'Università di Trento, Francesco Lucrezi dell'ateneo salernitano e il rav Shalom Bahbout hanno segnato i momenti salienti di una giornata emozionante sotto i punti di vista.
Oltre al Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna (in primo piano nell'immagine), ai consiglieri Yoram Ortona e Victor Magiar ai rabbini Riccardo Di Segni, Shalom Bahbout e Roberto Della Rocca, molte sono state le personalità locali intervenute, dal sindaco di Trani Giuseppe Tarantini, all’assessore alla cultura Andrea Lovato, all’assessore regionale al Mediterraneo Silvia Godelli e al consigliere provinciale Giuseppe Corradi.
 "Il nostro è il modello della presenza di una diversità arricchente, una presenza che in Italia esiste da 21 secoli" ha osservato il rav Riccardo Di Segni, giunto da Roma per partecipare alle manifestazioni celebrative della giornata  "Abbiamo contribuito - ha spiegato il rabbino capo di Roma - al progresso del Paese, in un'alternanza di storie liete e di sofferenza tra insediamenti e cacciate. Trani è un luogo simbolo dell'ebraismo europeo, in cui gli ebrei hanno vissuto, da cui sono stati cacciati, rimanendo in pochi e ora si stanno riorganizzando in una delle sinagoghe più antiche d'Europa, la Scolanova" .
La comunità tranese, infatti, con la sua sinagoga edificata nel XIII secolo nel quartiere ebraico della città è stata per un millennio riferimento per tutte le comunità ebraiche nel Mezzogiorno d'Italia. Un percorso bruscamente interrotto nel 1541, quando l'editto di espulsione dal Regno di Napoli colpì gli ebrei del Sud d'Italia. Ma quello che è stato celebrato a Trani, dopo cinque secoli d'attesa è stato il ritorno e non la persecuzione. "Noi oggi non siamo qui a parlarvi di persecuzioni, - ha infatti osservato il rav Roberto Della Rocca (nell'immagine a fianco al presidente Gattegna), direttore del dipartimento eduazione e cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane - oggi vi parliamo di feste, di cibo e di musica, e tutte queste cose sono scandite dalla luna e non dal sole. Per noi ebrei la luna è un paradigma, perché la luna è un astro che cambia e si modifica ogni giorno e questo è tipico della nostra identità che non può essere cristallizzata. La luna è un astro che non si vede e si nasconde, ma c'è sempre, come il popolo ebraico e noi non siamo qui per piantare bandiere, non per colonizzare, ma solo per dire che ci siamo".
Francesco Lotoro, musicista e responsabile della sezione culturale di Trani, esprime la propria soddisfazione quando gli chiediamo un piccolo veloce bilancio della giornata "Il  successo della giornata è andato oltre tutte le previsioni. Mi aspettavo qualcosa di bello ed è stata una cosa meravigliosa. "Ho fatto un po' di tutto, ricorda sorridendo, dalle cose più importanti a quelle meno importanti, ma tutti qui hanno collaborato, Avraham Zecchillo (il chazan del tempio) si è occupato della casherut, mia moglie ha preparato tutte le seudot e ha allestito lo stand dei libri, Dov Holzer, si è occupato dei rapporti con i non ebrei del posto e poi, cosa non trascurabile, c'è stata la grande collaborazione del Comune e dei tranesi che è stata determinante. Vorrei rivolgere un todà rabbà (grazie) a tutto il vicinato che ci ha aiutato a scatenare la nostra fantasia con gli striscioni e le luci che hanno abbellito la piazza, a Nicolangelo Di Bitonto per i lavori di restyling della sinagoga e al il gruppo di musicisti e araldi in costume d'epoca diretti da Gianluigi Belsito".

Lucilla Efrati

 

Qui Milano – Folla, incontri emozioni per una Giornata speciale

Bersani in sinagogaSin dal saluto di apertura, quando il presidente della Comunità ebraica di Milano Leone Soued (nell'immagine il primo da sinistra assieme all'onorevole Bersani, a Daniele Nahum e Riccardo Hofmann) e l’assessore alla Cultura Sara Modena hanno accolto gli ospiti e le autorità presenti, tra cui il presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri, il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dapei, il consigliere regionale Alessandro Colucci e l’imam Pallavicini della moschea di via Meda, la Sinagoga centrale di via Guastalla ha registrato il pienone.
La conferenza di rav Alfonso Arbib sulle Feste ebraiche nel tempo, capace di spiegare l’essenza profonda del tema scelto per l’edizione di quest’anno “Feste ebraiche e tradizioni”, è stata accolta con molto interesse, così come tutte quelle che sono seguite durante la giornata, che hanno trattato più da vicino aspetti specifici delle ricorrenze ebraiche.
In un’atmosfera di grande amicizia e cordialità, visitatori di tutte le età hanno partecipato con entusiasmo alle visite guidate della sinagoga, girando poi incuriositi fra gli stand nei giardini adiacenti che offrivano libri e oggetti di ogni tipo, legati all’ebraismo o a Israele. La gente non aveva fretta di andarsene e si fermava a chiacchierare volentieri con chiunque fosse capace di soddisfare le curiosità verso tutto quello che vedevano e sentivano, facendo incetta di tutti gli opuscoli, i volantini e le pubblicazioni distribuiti all’ingresso dai giovani volontari.
Nel corso della giornata è stata annunciata la terna di fotografie vincitrici del primo concorso fotografico della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, dal titolo “Obiettivo sul mondo ebraico - Feste e riti ebraici. Il mondo cosmopolita degli ebrei in Italia”. La prima classificata è stata scattata da Michele Levis (“Benedizione degli sposi sotto il tallit, scialle di preghiera”), la seconda è di Maurizio Turchet, e la terza di Clio Zippel, rispettivamente intitolate “Gerusalemme, la fine dello shabbat” e “La ketubà (contratto di matrimonio)”.
A conclusione della giornata, l’onorevole Bersani
, candidato alla Segreteria nazionale del Partito Democratico, ha visitato la Sinagoga e incontrato in forma privata i dirigenti della Comunità ebraica di Milano, il consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Riccardo Hofmann e il presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia Daniele Nahum.
In serata le celebrazioni si sono spostate al Teatro Crt, per la prima delle due serate del festival del teatro ebraico, con gli spettacoli “La gnora Luna” e “Kippur, parole e musica”, a cui seguiranno stasera una conferenza sul ruolo della donna nell’ebraismo di Bessie Garelik, primo rappresentante Lubavitch in Italia, e poi le rappresentazioni del “Golem” e de “Il signor Quasi e la Signora Ormai”.

rt
 


Qui Firenze – Il grande abbraccio con la gente

Matteo RenziLa Giornata della Cultura Ebraica è stata anche una grande opportunità di confronto con istituzioni politiche e religiose. Un confronto che, almeno a Firenze, dà i suoi frutti da molto tempo. “La Comunità ebraica non è  una riserva da salvaguardare, ma fa parte di Firenze”, aveva detto Matteo Renzi, sindaco di Firenze, in un’intervista rilasciata al Portale dell’ebraismo italiano. Ieri ha voluto ribadire il concetto, presenziando alle celebrazioni accanto a Daniela Misul, presidente della Comunità e al rabbino capo Joseph Levi. Una copia del numero zero di pagine ebraiche, che ha promesso di leggere con attenzione, il regalo della redazione di Moked al sindaco (nell'immagine). Particolarmente gradita anche la presenza dell'arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, alla prima visita ufficiale alla comunità ebraica. “Un forte segno di amicizia tra la comunità ebraica fiorentina e quella cristiana", ha commentato Daniela Misul, che si è felicitata anche per la presenza di Izzedin Elzin, imam della comunità musulmana, e di alcuni rappresentanti del mondo anglicano e valdese.

Spose FirenzeChe sarebbe stata una bellissima giornata di festa lo si era capito sin dal primo mattino, quando centinaia di persone avevano seguito il corteo nuziale, diretto da Enrico Fink e Homeless Wedding Band, per le strade del centro di Firenze. Tuttavia, la partecipazione di un pubblico così numeroso agli eventi che si sono svolti nell’arco di tutta la giornata, è andata oltre ogni previsione. “Quasi duemilacinquecento persone sono venute a trovarci”, commenta Emanuele Viterbo, segretario della comunità. Il quaranta per cento in più rispetto all’anno scorso, un risultato davvero straordinario. Punto di forza delle celebrazioni è stata la programmazione vasta e articolata. Musica, letteratura, gastronomia, teatro e tanto altro, le possibilità di svago sono state molteplici. Non solo svago, comunque, ma anche la possibilità di riflettere a trecentosessanta gradi sull’identità ebraica, fiorentina e non solo. Così, il corteo nuziale, partito da piazza della Signoria e diretto al giardino della sinagoga, non ha svolto solamente una funzione di intrattenimento, ma ha anche guidato due ali di folla entusiaste in un vero e proprio “viaggio nella memoria”, alla riscoperta dei luoghi simbolici della secolare presenza della comunità a Firenze.

Adam Smulevich

 
 
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  Donatella Di CesareMendelssohn, la secolarizzazione e la Svezia

Al grande filosofo Moses Mendelssohn gli ebrei europei devono molto. È stato lui a segnare l’uscita dal ghetto, il passaggio alla modernità; è stato lui a inaugurare la Haskalah, l’illuminismo ebraico, e soprattutto a promuovere l’emancipazione. Mendelssohn voleva che gli ebrei fossero finalmente riconosciuti come “cittadini” e potessero godere pienamente di tutti i diritti. Non è un caso che questi diritti furono concessi in Germania qualche decennio dopo la pubblicazione, nel 1783, del suo libro Jerusalem, ovvero sul potere religioso e sull’ebraismo.
Come fare per avere pari diritti? Per essere riconosciuti come cittadini, pur restando ebrei? Mendelssohn introdusse la distinzione tra sfera civile e sfera religiosa. Scrisse perciò: “Adeguatevi alle leggi e alla costituzione del paese in cui vi trovate; ma conservate la religione dei vostri padri”. Pensò insomma che fosse possibile salvaguardare l’ebraismo in uno stato moderno, che non avrebbe dunque discriminato nessuna religione. Era certo un ottimista. Perché era convinto che l’ebraismo, anche se rinserrato nella sfera privata, avrebbe resistito meglio del cristianesimo agli eventuali attacchi anti-religiosi. Mendelssohn era infatti un ebreo ortodosso che auspicava la emancipazione, non la assimilazione.
Purtroppo si sbagliava! Non solo perché in Germania, come ha sottolineato Lévinas, l’eguaglianza giuridica non ha risolto il problema e lo ha anzi acutizzato, dal momento che gli ebrei non sono stati riconosciuti – proprio lì – come esseri umani. Si sbagliava anche perché la distinzione tra sfera civile e sfera religiosa ha dato il via alla secolarizzazione, un processo ancora in atto ovunque in Europa, ma particolarmente esasperato nei paesi scandinavi. È vero: sono quegli stessi paesi che, in nome della uguaglianza, hanno dato rifugio agli ebrei che fuggivano dal nazismo. Ma ora sono anche quei paesi, come appunto la Svezia, dove la religione è tollerata come un fenomeno interiore e tutto privato, che ciascuno si gestisce da sé, e dove quindi l’ebraismo, che forza i limiti del privato, che testimonia la differenza e la esibisce anche all’esterno, urta contro la secolarizzazione data per scontata e fa riaffiorare antichi e mai sopiti echi antiebraici.

Donatella Di Cesare, filosofa 
 
 
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La notizia del giorno è la notizia dell'annullamento della visita del ministro degli Esteri svedese Carl Bildt in Israele, prevista per i prossimi giorni (Emanuele Novazio sulla Stampa, notizia su Repubblica e Corriere). La Svezia, che detiene la presidenza di turno dell'Unione Europea, motiva la scelta con la necessità di evitare interferenze in un momento in cui è in corso una trattativa fra Israele e gli Stati Uniti intorno alle condizioni per far ripartire il dialogo con i palestinesi; ma tutti i giornali mettono in rilievo l'assurdità di questa motivazione, che contrasta con il tentativo europeo di inserire la sua voce nelle trattative sul futuro del Medio Oriente e mettono in relazione la decisione svedese con la faccenda del terribile articolo pubblicato sul giornale dei sindacati Aftenbladet, che incolpava i soldati israeliani e in generale il mondo ebraico di traffico di organi espiantati ai prigionieri palestinesi. Bildt non solo si è rifiutato di condannare l'articolo, come Israele gli ha ripetutamente richiesto, ma ha fatto ritirare una dissociazione inizialmente emessa dalla sua ambasciata in Israele, mentre il governo svedese aveva tenuto tutt'altro atteggiamento sulla faccenda dei fumetti su Maometto. E' un episodio che dimostra non solo l'antisemitismo crescente dei media europei sotto la pressione islamica (i palestinesi, i siriani ecc. avevano preso sul serio la "denuncia" di Aftenbaldet, anche se la famiglia del ragazzo palestinese presunta vittima dell'espianto sforzato aveva smentito) e la propensione dei governi a non opporsi a questa tendenza; ma anche il fatto che soccombendo ad essa l'Europa si condanna all'insignificanza. Per questo il ministro degli Esteri Frattini aveva tentato una mediazione in extremis l'altro giorno al Consiglio dei ministri europeo, ricevendo una smentita forzata da Bildt e il rappresentante estero dell'Unione Europea, Solana, sbilanciato come Bildt in senso filoarabo, ma anche le prese in giro dell'Unità e di Repubblica di ieri. E invece aveva ragione lui.
Altre notizie: sembra che i servizi segreti israeliani siano giunti alla conclusione che l'aviatore israeliano Ron Arad rapito nel 1986 in Libano sia morto nel '95 prigioniero (notizia su Repubblica). Il premier israeliano Netanyahu e il ministro della Difesa Barak avrebbero autorizzato la costruzione di 500 abitazioni (un centinaio di case) nel West Bank (notizia sulla Stampa, Battistini sul Corriere). Il Giornale cita il "Sunday times" per sostenere che la nave forse dirottata e recuperata dai russi in Atlantico era piena di razzi antiaerei di contrabbando per l'Iran e che tutto il rumore intorno al caso è un sistema dei servizi segreti israeliani per obbligare la Russia a intervenire. Il Corriere racconta di un viaggio interconfessionale organizzato dalla comunità di Sant'Egidio ad Auschwitz con la partecipazione di ebrei, cattolici, buddisti, islamici. L'Unità si concentra sui sintomi di negazionismo e antisemitismo che starebbero emergendo in Israele soprattutto in piccoli gruppi di emigrati dall'ex Unione Sovietica.
Vanno sottolineate due notizie sulla Giornata della Cultura Ebraica: una del Corriere della sera in edizione romana sulle manifestazioni al portico d'Ottavia e una più generale di Susanna Nirenstein su Repubblica.
Da leggere con interesse infine la storia dell'atleta ebrea tedesca Gretel Bermann, esclusa dalle Olimpiadi di Berlino del '36 e sostituita da un uomo travestito da donna sotto il nome di Dora Ratjen. Ne è stato tratto un film in uscita sugli schermi italiani nei prossimi giorni: "Berlin 36" (Ivo Romano sulla Stampa)
 
Ugo Volli

 
 
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Matteo Renzi solidale con chi protesta                                              
contro la nomina di Hosni all'Unesco  
Firenze, 6 sett -
"Firenze è vicina alla Comunità ebraica e unisce la sua voce a quella di chi, in questi giorni, sta protestando contro la nomina di Hosni, che ha detto di trarre odio per Israele dal latte materno, che bisogna bruciare i libri di cultura ebraica e che gli intellettuali come lui non accetteranno mai Israele. La città di Firenze si sente ferita nell'ascoltare certe dichiarazioni", questa la dichiarazione rilasciata dal sindaco di Firenze, Matteo Renzi, a margine delle celebrazioni della decima edizione della Giornata della Cultura Ebraica, sulla candidatura dell'egiziano Farouk Hosni alla guida dell'Unesco.
 
 
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