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L'Unione informa |
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17 dicembre 2009 - 30 Kislev 5770 |
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alef/tav |
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Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano |
Secondo il Bait Chadàsh il
pericolo corso dal popolo ebraico a Hanukkah da cui si è salvato con la
vittoria sui Greci è stato l'indebolimento nell'osservanza delle
mitzvòt. Apparentemente ciò che dice questo commentatore è molto meno
drammatico di ciò che normalmente si dice, cioè che con la dominazione
greca si è corso il pericolo dell'eliminazione della tradizione e della
cultura ebraica. In realtà quello che il Bait Chadash sta descrivendo è
uno degli aspetti più evidenti di un'egemonia culturale. La cultura
egemone domina sulle altre culture che diventano irrilevanti. E una
cultura irrilevante prima o poi sparisce. E' questo l'indebolimento
nell'osservanza di cui parla il Bait Chadàsh. |
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Berlusconi
come Rabin? Non proprio, ma vale la pena fermarsi un momento e
riflettere. È sempre facile incolpare uno psicolabile, solitario, poco
comunicativo. L'assassino di Rabin era una vera mediocrità, ma non poi
così emarginato: uno studente di giurisprudenza, abbastanza attivo in
politica, un po' estremista, ma "normativo", come si suole dire. Agì
con l'aiuto di due fratelli, dopo aver "sentito la parola di Dio", così
affermò in tribunale. E qui comincia il problema, serio, delle
responsabilità contigue. L'attore principale faceva parte di un
gruppetto di teste calde, ma queste appartenevano a un piccolo
movimento che includeva persone con compiti di responsabilità nella
comunità. In quei giorni del 1995, subito dopo l'accordo di Oslo,
assieme al futuro assassino e pochi altri seguaci, alcuni rabbini
avevano compiuto il rito della "pulsa denúra"
– una specie di condanna a morte in effige di Rabin al limite della
magia nera. Assieme a questi, altri più numerosi uomini di religione
avevano sostenuto l'applicabilità del "Din mossèr"
– la massima pena per alto tradimento. Assieme a questi, altri
attivisti nei partiti nazionalisti avevano diffuso ritratti di Rabin in
divisa da nazista. Assieme a questi, alcuni deputati in parlamento
avevano spinto il dibattito al limite della delegittimazione del Primo
Ministro. Assieme a questi, i maggiori dirigenti dei partiti
dell'opposizione erano apparsi su un balcone in Piazza Zion a
Gerusalemme in una storica radunata popolare contro il processo di pace
coi palestinesi. Nessuno dei dirigenti, inclusi alcuni futuri Primi
Ministri, si era peritato di dissociarsi da tutte le fasi antecedenti.
Quelle che potevano apparire manifestazioni di isolati, di gruppuscoli,
di schegge impazzite, facevano parte di fatto di un sistema di vasi
comunicanti che raggiungeva il vertice del sistema democratico. Non si
può accusare i successori di Rabin di aver causato il suo delitto, ma a
posteriori la mancanza di quelle necessarie parole di condanna creò una
sorta di corresponsabilità morale che fu ben capita, certo, ma troppo
tardi. E forse oggi la democrazia israeliana sta ancora pagando il
prezzo di quell'abbietto delitto. |
Sergio Della Pergola,
Università Ebraica di Gerusalemme |
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Qui Gerusalemme - Fiamma Nirenstein premiata alla Knesset: "La lotta per Israele è una lotta universale"
E' nelle mani di una Fiamma Nirenstein emozionata e commossa che il Presidente della Knesset, Reuven Rivlin ha consegnato il premio per l'impegno contro la piaga dell'antisemitismo nell'ambito del Global Forum for combating antisemitism,
la conferenza nazionale sulla lotta all'antisemitismo che si svolge in
questi giorni a Gerusalemme alla presenza di accademici e autorità
politiche da tutto il mondo. Il premio è stato conferito oltre che alla
Nirenstein anche all'onorevole Gert Weiskerchen membro del Bundestag, all'onorevole Irwing Cotler, parlamentare canadese e all'onorevole John Mann, parlamentare inglese. Il
riconoscimento dato alla giornalista e deputata Fiamma Nirenstein non è
che il coronamento di una vita profusa nella lotta contro
l'antisemitismo ed a sostegno dello Stato di Israele di cui quello in
abito parlamentare non è che l'ultimo capitolo in ordine di tempo. "Sono
emozionata, ha dichiarato la Nirenstein che abbiamo raggiunto
telefonicamente subito dopo la premiazione, il fatto di trovarmi nella
grande sala della Kesset, con le immagini di Chagall sulla storia del
popolo ebraico di fronte a un pubblico di quattrocento persone mi ha
rafforzato nell'idea che la nostra battaglia per Israele è una
battaglia universale".
"L'Italia
in questo momento è un posto d'eccellenza per il sostegno allo Stato di
Israele e per la lotta all'antisemitismo, le iniziative promosse in
questo senso sono state tante. Mi piace sottolineare l'indagine
conoscitiva sull'antisemitismo, varata dalla Camera dei Deputati, che
verrà condotta congiuntamente dalle Commissioni Affari Esteri e Affari
Costituzionali a partire da gennaio, e la prima riunione del gruppo di
collaborazione fra Camera dei Deputati e Knesset israeliana, stabilito
dal protocollo di Collaborazione fra le due assemblee legislative
firmato a Roma il 6 ottobre scorso". Ma questa non è che la punta
dell'iceberg delle varie iniziative a cui l'onorevole Fiamma Nirenstein
ha preso parte: nei giorni scorsi ella ha infatti presentato alla
Camera una risoluzione che chiede che il presidente iraniano
Ahmadinejad sia dichiarato ospite non gradito allo Stato italiano
"Abbiamo passato anni a cercare di definire che cos'è
l'antisemitismo, - ha spiegato la Nirenstein - ora noi sappiamo
che cos'è e sappiamo che esso si realizza nell'odio contro Israele e e
si scaglia contro l'ebreo collettivo. Si tratta a questo punto di
individuare quali sono i nemici di Israele e di allontanarli". Fra le
altre iniziative promosse dalla dall'Associazione parlamentare di
amicizia Italia Israele, che riunisce oltre 200 fra deputati e
senatori, fra cui anche la Nirenstein, un convegno che si terrà il 21
gennaio prossimo ad un anno dalla guerra fra Hamas e Israele, sul
Rapporto Goldstone, il 28 gennaio ci sarà un seminario sulla cultura
dell'odio nei mezzi di informazione palestinesi e infine fra il 4 e il
9 febbraio per il secondo anno di seguito, l'associazione condurrà in
Israele i parlamentari italiani.
Lucilla Efrati
Qui Roma - Hanukkah nel rispetto e nella valorizzazione delle identità
Uno
schermo gigante ha collegato il tempio di Ostia Shirat ha Yam e la Casa
di riposo ebraica al cuore del ghetto romano dove i ragazzi delle
scuole Russell, Angelo Sacerdoti e Renzo Levi intonavano cori e
recitavano le berachot della festa di Hanukkah. Sul palco assieme al
presidente della Comunità Ebraica Riccardo Pacifici e al rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, il preside della Scuola ebraica rav Benedetto Carucci Viterbi, l'ambasciatore di Israele Gideon Meir e sua moglie, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e Laura Marsilio, assessore al Comune di Roma per le Politiche educative e scolastiche. "Questa
è la festa dell'identità ebraica" ha detto il rav Benedetto Carucci
Viterbi, sottolineando come l'identità non vada calpestata, ma
rispettata e valorizzata.
"Questa
festa è un bellissimo simbolo che proiettiamo in tutta la città. Ogni
volta che una luce si accende nella notte, è un simbolo di speranza. Ne
abbiamo bisogno perché Roma ha ancora tante sfide, dalla crisi
economica al fatto che sono ancora presenti i fantasmi dell'
intolleranza". Ha detto il sindaco Alemanno lanciando ancora una
volta, come già aveva fatto qualche giorno fa in occasione
dell'accensione della chanukkià in Piazza Barberini, un appello
per la liberazione di Gilad Shalit, il soldato israeliano da oltre tre
anni ostaggio di Hamas: "Non è accettabile che quasi nel 2010 venga
ancora privata la libertà per un atto di fondamentalismo e di
terrorismo". Un appello a cui si è unito anche Riccardo Pacifici.
"Questa è la festa con cui noi - ha sottolineato Pacifici - celebriamo
la sopravvivenza della luce rispetto alle tenebre".
l.e.
Qui Venezia - Sesto lume di Hanukkah, un'occasione per stare insieme
Una
serata per stare insieme, per condividere un momento d’incontro
conviviale con i dolci e le specialità della festa preparati con
fantasia dai volontari della comunità. Quella di ieri sera non è che
l’ultima di una serie di cene a tema organizzate dall’ufficio rabbinico
di Venezia e svoltesi in occasione delle Mesibboth Rosh Chodesh (feste
per il capomese ebraico). I precedenti appuntamenti, sulla cucina
tradizionale orientale e sulla cucina giudaico-veneziana, hanno
riscosso un enorme successo riuscendo a portare nei locali della
comunità un numero considerevole di iscritti. Questo mese, la
cena ha avuto il duplice intento di celebrare il capomese di Tevet
ormai prossimo e l’accensione delle luci di Hanukkah.
Un’occasione di festa , ma anche di studio e approfondimento con le due
lezioni pomeridiane tenute da Rav Yair Didi, Rabbino Capo di Livorno, e da Rav Avraham Dayan, Vice Rabbino capo di Venezia. Nel tardo pomeriggio alla presenza del Rabbino capo di Venezia, Rav Elia Richetti, del Presidente della comunità ebraica di Venezia, Vittorio Levis,
e di gran parte del consiglio, si è svolta l’accensione pubblica del
sesto lume della Chanukkià e dopo il tradizionale canto del Maotzur, si
è dato finalmente il via ai festeggiamenti in sala Montefiore, con le
tipiche frittelle di mele, i canti e un simpatico contest di Chazanut
tra gli uomini della comunità. Un esperimento riuscito che di sicuro
allieterà la comunità anche nei mesi a venire, con nuove attività e
innovative sperimentazioni culinarie.
Michael Calimani
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pilpul |
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Torah oggi - La corte suprema britannica e una sentenza che deve far riflettere
Una
sentenza della corte suprema britannica ha messo ieri clamorosamente
fine (dal punto di vista della giustizia inglese) a una penosa
controversia tra una scuola ebraica ortodossa e una famiglia che voleva
iscrivervi il figlio nato da madre non ebrea, convertita all'ebraismo
riformato. Per l'ortodossia questa conversione non è valida, quindi il
bambino non è ebreo; per la famiglia che ha fatto ricorso alla
giustizia si tratta di una discriminazione etnica, perché non si può
giudicare una persona in base alla condizione dei genitori. La corte
suprema ha dato ragione alla famiglia. E torto alla halakhà. Si è
creato l'incredibile paradosso per cui è una corte di giustizia inglese
a decidere chi deve essere ebreo, con l'aggiunta di una sostanziale
accusa di discriminazione razziale a una regola fondamentale sui cui si
fonda la nostra tradizione. Ottimo il tempismo della decisione, proprio
nei giorni di Hanukkah che festeggiano la resistenza della tradizione.
Felice anche la coincidenza con la richiesta di arresto di Zipi Livni,
da parte della giustizia inglese. La parte più tecnica del caso, quella
dell'iscrizione negata, non potrebbe riproporsi in Italia, dove le
scuole ebraiche sono già tenute ad accettare qualsiasi domanda di
iscrizione, anche di cristiani e musulmani, purché si paghino le tasse
e si accetti tutto il progetto didattico. Ma l'ondata delle
discussioni sulle questioni di principio potrebbe certamente
coinvolgerci.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
Ah ecco
Scorrendo
i giornali di questi giorni, si evince che la causa delle
continue aggressioni antisemite di Campo de’ Fiori alla signora
Piperno, è l’abusivismo. Se infatti i portachiavi che l’aggressore
vende senza una regolare licenza fossero venduti con la licenza,
l’antisemitismo cesserebbe in tutta Europa e fra l’altro la gente
comprerebbe più volentieri i portachiavi.
Il Tizio della Sera
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Sono
due i grandi temi dalla giornata. Il primo riguarda l'Iran. Teheran
rilancia la sfida missilistica. Il giorno dopo l'approvazione alla
Camera dei rappresentanti americana delle sanzioni per chi vende
carburante al regime iraniano, Ahmadinejad rivela al mondo la
possibilità di colpire Israele e le basi Usa nel Golfo con i suoi
missili Sejil-2. Gli Stati Uniti hanno condannato
subito le nuove minaccie, mentre la Gran Bretagna chiede nuove
sanzioni, una pratica che però fino ad oggi non sembra aver dato buoni
risultati. Il Rapporto tra Onu e Iran non è di certo basato sul
rispetto delle risoluzioni internazionali. Lo scenario è ben descritto
sulle pagine del Sole 24 Ore. Sul Corriere le preoccupazioni dell'Occidente. L'altro
scenario è tutto sull'asse Israele-Inghilterra. Le voci che volevano
Tzipi Livni, ex ministro degli Esteri israeliano, sotto mandato di
cattura britannico ha scatenato non poche polemiche. Soprattutto dopo
che si è saputo della decisione della magistratura inglese di aver
effettivamente emesso tale mandato. Il premier Gordon Brown, si legge
sul Sole 24 Ore, si è scusato con l'israeliana: "La Livni è sempre la benvenuta". Ma ciò che è successo, spiega l'Osservatore Romano,
potrebbe avere gravi ripercussioni sui rapporti tra i due Paesi. Il
giornale del Vaticano parla di crisi diplomatica. E Israele ha infatti
messo in preventivo il blocco delle visite di rilievo in Gran Bretagna,
fino a quando Brown non avrà "messo fine a questa commedia di errori",
si legge in un comunicato del ministero degli Esteri israeliano.
Interessante anche l'analisi di Libero, che vede l'errore della magistratura di Londra come la prova dell'avanzata dell'Eurabia. Infine,
mentre a Roma la commerciante ebrea insultata a Campo de' Fiori
ringrazia il sindaco Alemanno per la solidarietà dimostrata nei fatti
oltre che nelle parole (Messaggero), per chi vuole dedicarsi una interassante lettura, a pagina 36 de La Stampa Giulio Meotti racconta i martiri di Israele, in un colloquio con Guido Ceronetti. Buona lettura. Fabio Perugia |
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notizieflash |
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Israele: Nuove banconote, Begin e Rabin nei tagli più diffusi Tel Aviv, 17 dic - La stampa israeliana annuncia oggi che ci saranno anche i volti di Menachem Begin e Yitzhak Rabin,
due tra i primi ministri più importanti della storia di
Israele, sulle nuove banconote che lo Stato ebraico emetterà nei
prossimi anni. La decisione - riferiscono oggi i giornali - è stata
adottata definitivamente dal governatore della Banca Centrale, Stanley
Fischer: si tratta del primo rinnovamento di facce, a livello
valutario, da quando esiste lo shekel israeliano. Begin e Rabin (leader
storico della destra israeliana il primo, eroe di guerra e premier
laburista artefice degli accordi di pace di Oslo il secondo, ucciso da
un estremista della destra ebraica nel 1995) compariranno su due tra i
tagli più diffusi e affiancheranno icone come quella dell'ideologo del
sionismo, Theodor Herzl, e del fondatore dello Stato ebraico, David
Ben-Gurion: entrambi ben saldi sulle rispettive banconote.
Scompariranno invece le figure degli ex presidenti Yitzhak Ben-Zvi e
Zalman Shazar, dello scrittore S.Y. Agnon, e del primo ministro
successore di Ben-Gurion, Moshe Sharett: uno dei più pacifisti, se non
il più pacifista, della storia israeliana, ormai poco noto al grande
pubblico. |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. |
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