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Il
Papa: no alla Chiesa in politica
[…] Insomma, i toni del dibattito restano ancora alti, proseguono gli
incontri dei “pontieri” vaticani ed ebraici per preparare l'evento e
cercare di dissipare le nubi addensatesi dopo il via libera di sabato
su Pio XII, il papa dei “silenzi” sulla Shoah ed è prevedibile che
nella visita il tema di Pacelli sarà sollevato. Che attorno alla visita
al Tempio maggiore della capitale si addensano speranze e
preoccupazioni è illustrato da una vignetta pubblicata sull'ultimo
numero di Pagine ebraiche, il mensile delle comunità italiane, dove è
rappresentato un Pontefice funambolo che attraversa il Tevere
camminando in bilico su una corda. A tendergli una mano un bambino con
la kippà: per tenersi in equilibrio, il Papa tiene un'asta da cui
pendono due bandiere, su una c'è scritto “dialogo”, sull'altra
conversione (chiaro il riferimento alla contestata preghiera del
venerdì santo). In ogni caso da parte vaticana si registra (ma non
potrebbe essere diversamente) massima disponibilità, con un pizzico di
prudenza: la visita di Benedetto XVI alla sinagoga «è molto importante,
anche per la comunità ebraica, spero possa avere luogo» ma ora è
soprattutto «una decisione degli ebrei» ha detto all'Ansa il cardinale
Walter Kasper, presidente del pontifico consiglio per la promozione
dell'Unità dei cristiani, che ha aggiunto di non essere a conoscenza di
alcun contatto tra il Vaticano e gli esponenti ebraici romani per un
eventuale annullamento dell'appuntamento: «Io non so nulla di questo,
la visita è importante e spostare tutto adesso sarebbe, difficile». […]
Carlo Marroni, Il Sole 24 ore, 22 dicembre
2009
«Pio XII beato? Inopportuno»
[…] Per il Congresso mondiale ebraico «una beatificazione è inopportuna
e prematura», dice il presidente Ronald S. Lauder, «finché non si sarà
raggiunto un parere sulla sua azione o inazione sulla persecuzione di
milioni di ebrei». Parla di decisione «prematura» e «negligenza» del
Vaticano pure Richard Prasquier, presidente degli ebrei francesi, «se
oggi dovessi recarmi a Roma, sospenderei la mia partecipazione». A
neanche un mese dall'appuntamento al Tempio, insomma, lo sconcerto nel
mondo ebraico è diffuso. «E una decisione che spetta a loro», allarga
le braccia il cardinale Walter Kasper. Mentre l'ambasciatore israeliano
presso la Santa Sede, Mordechay Lewy, ripete che «la beatificazione è
un fatto interno alla Chiesa» e si dice «ottimista» per la visita
«storica».
[…] Parole importanti, ma la situazione resta delicata, «nessuno ha
detto stop, ma lo spirito è cambiato: prima c'era grande entusiasmo,
ora prevale il malumore», spiegano nella comunità romana. Subito dopo
l'annuncio, il rabbino capo Riccardo Di Segni, il presidente della
comunità romana Riccardo Pacifici e di quelle italiane Renzo Gattegna
avevano firmato un comunicato calibratissimo: premetteva di non voler
«interferire su posizioni interne della Chiesa»; e chiariva: «Se la
decisione di oggi dovesse implicare un giudizio definitivo e
unilaterale sull'operato storico di Pio XII, la nostra valutazione
rimane critica». Tra l'altro scrivevano: «Non dimentichiamo, in
particolare, il treno dei 1021 deportati del 16 ottobre 1943, che partì
verso Auschwitz dalla stazione Tiburtina di Roma nel silenzio di Pio
XII». […]
Gian Guido Vecchi, Il Corriere della Sera,
22 dicembre 2009
L'ultimatum delle comunità “Accetti le
riserve su Pacelli”
Città del Vaticano - «Una nota ufficiale, emessa ai massimi livelli,
nella quale si dovrà prendere atto delle riserve che gli ebrei ancora
hanno verso le vicende storiche di Pio XII, con particolare riferimento
ai suoi silenzi sulla Shoah». Se da Oltretevere non arriveranno, in
tempi brevi, segnali pubblici in questo senso, «potrebbero sorgere
ulteriori problemi fino a mettere in dubbio la stessa visita papale
alla Sinagoga». E questa in sostanza la richiesta che la Comunità
ebraica di Roma, con la «benedizione» dei vertici della Sinagoga,
avrebbe fatto pervenire riservatamente in Vaticano all'indomani
dell'annuncio ufficiale della firma delle virtù eroiche di Pio XII,
sottoscritte per decreto sabato scorso da Benedetto XVI. […]
[…] Pericolo paventato non a caso dal presidente dell'Assemblea dei
rabbini italiani Giuseppe Laras in una dichiarazione a Repubblica, e
che domani sarà certamente al vaglio di un infuocato consiglio della
Comunità ebraica romana. I vertici del «parlamentino» ebraico
capitolino, però, giurano che «tutto sta procedendo e che la visita del
pontefice non subirà contraccolpi». Nessuno, quindi, tra i capi degli
ebrei romani finora vuol sentire parlare di rinvio e tantomeno di
annullamento, anche se l'imbarazzo è palpabile. La prima reazione
ufficiale all'annuncio della firma del decreto sulle virtù eroiche di
Pacelli fu - come si ricorderà - un documento firmato dal rabbino capo
di Roma Riccardo Di Segni, dal presidente dell'Unione delle Comunità
ebraiche italiane Renzo Gattegna e dal presidente della Comunità
ebraica romana Riccardo Pacifici. Un testo nel quale con estrema
chiarezza i tre firmatari ribadirono le tradizionali riserve nei
confronti dei presunti «silenzi» di Pacelli. Ma oltre al documento
ufficiale da tre giorni tra le due sponde del Tevere è in corso un
riservato forcing per fare tutto il possibile per evitare che la visita
salti, ma nello stesso tempo far sì che le ragioni ebraiche vale a dire
le riserve storiche su papa Pacelli vengano tenute nel giusto conto dal
Vaticano. Stando a quanto filtra dagli ambienti ebraici romani, è
questo il tema su cui Di Segni, Gattegna e Pacifici intendono insistere
in vista della visita papale alla Sinagoga. […]
Orazio La Rocca, La Repubblica, 22 dicembre
2009
Pio XII e il dilemma del silenzio
[…] Che la Santa Sede abbia pesato con cura i suoi termini, abbia
rinunciato a schierarsi apertamente contro il nazismo e abbia mantenuto
una posizione di dichiarata neutralità, nessuno lo contesta. La
discussione nasce non sulla realtà dei silenzi, ma sulle loro
motivazioni. Per i sostenitori del Papa, i silenzi furono volti ad
evitare maggiori disastri, come successe di fatto quando i vescovi
olandesi condannarono dai pulpiti le deportazioni, e i tedeschi
reagirono con deportazioni di massa anche fra i cattolici di origine
ebraica (fu in quell'occasione che Edith Stein fu deportata). Per i
suoi critici, riesce difficile immaginare che cosa di peggio sarebbe
potuto succedere di quanto effettivamente successe, almeno per quanto
riguarda il destino degli ebrei. Inoltre, i critici dei silenzi di Pio
XII vi scorgono anche motivi di carattere politico: il timore dei
comunisti, l'adesione rigida alla proclamata neutralità della Chiesa, e
non ultima una mentalità antigiudaica ancora viva nella Chiesa di
quegli anni. Ancora, i sostenitori di Pio XII sostengono che i silenzi
non sono stati solo suoi, ma di tutti, e in primis degli alleati, la
cui priorità era vincere la guerra, non difendere gli ebrei. Ma, è
stato risposto, l'unica guerra possibile per un Pontefice sarebbe stata
la condanna morale e religiosa, quella strada profetica che il Papa non
scelse, e su cui la storiografia cattolica è più critica verso Pio XII
di quella ebraica. Un altro punto è quello dell'aiuto dato dalla Chiesa
agli ebrei. Aiuto di cui è difficile, anche da parte della storiografia
più critica verso Pio XII, negare l'esistenza. […]
Anna Foa, Il Sole 24 ore, 22 dicembre 2009
Il papa condanna la Shoah. Ma non placa le
polemiche
[…] Nel frattempo ieri Benedetto XVI, forse anche per gettare acqua sul
fuoco, ha condannato con forza lo «sconvolgente» dramma dell'Olocausto.
Ma non è bastato. Gli ebrei francesi si sono detti «sotto shock» e il
Congresso ebraico mondiale ha rimproverato il papa di aver compiuto una
scelta «prematura e inopportuna» su una figura storicamente
controversa, senza che ancora siano stati aperti gli archivi segreti
vaticani sul pontificato di Pacelli. La documentazione, come già
annunciato più volte dal Vaticano, non potrà essere disponibile agli
studiosi prima di 5-6 anni. Il mensile Pagine ebraiche, pubblicato
prima che venisse firmato il decreto su Pio XII, raffigura Ratzinger
che attraversa il Tevere dal Vaticano alla Sinagoga, camminando in
bilico su una corda. E si tiene in equilibrio grazie ad un bilanciere
da cui pendono due scritte: da un lato «dialogo», dall'altro
«conversione». E sull'altra sponda del fiume, sotto il Tempio, una
selva di striscioni: «Basta con la preghiera del venerdì santo»,
«Grazie della visita», «Ricordati della Shoah», «Apriamo al dialogo»,
«Fermate i negazionisti», «Benvenuto», «Rispetta le diversità». […]
Il Manifesto, 22 dicembre 2009
“I vescovi non facciano politica”
[…] Le parole del Papa sullo Yad Vashem sono arrivate proprio nel
giorno in cui si è alzato il rischio di un annullamento della visita
che il Papa dovrebbe compiere il prossimo 17 gennaio alla sinagoga di
Roma, dopo la decisione dello stesso Benedetto XVI di far procedere il
processo di beatificazione di Pio XII. Papa Pacelli, regnante dal 1939
al 1958, è accusato dagli ebrei di non aver fatto abbastanza per
contrastare la shoah. Ma non è solo da questa decisione di Ratzinger
che dipendono le tensioni: Pagine Ebraiche, foglio ufficiale delle
Comunità Ebraiche italiane, infatti, era già in stampa quando sabato
scorso le agenzie hanno dato la notizia su Pio XII. E ciò nonostante
riporta una vignetta che raffigura Benedetto XVI che attraversa il
Tevere dal Vaticano al Ghetto camminando in bilico su una corda. E si
tiene in equilibrio grazie a un bilanciere da cui pendono due bandiere:
quella del dialogo e quella della conversione. In queste ore comunque,
sono in corso contatti tra il Palazzo apostolico e la comunità ebraica
capitolina per tentare di salvare la prevista visita.
Avanti, 22 dicembre 2009
Il Papa in sinagoga il 17 gennaio
[…] L'ultima visita di un papa alla sinagoga romana, invece, risale al
1986, quando Giovanni Paolo Il fu accolto nel tempio dall'allora
rabbino capo (...) (...) di Roma Elio Toaff. Fu un avvenimento che
davvero si può definire storico. E quello che avverrà il prossimo 17
gennaio? Nonostante le fosche previsioni dei giorni scorsi, quando le
polemiche avvampate intorno alla questione della beatificazione di papa
Pio XII, è evidente che nessuno ha reali intenzioni di bloccare con
gesti clamorosi - e difficilmente ricomponibili - il percorso di
dialogo e di fraterno confronto fra cattolici ed ebrei. […]
[…] Certo, all'interno della comunità ebraica italiana, e in
particolare romana, le posizioni sono varie. «Noi non abbiamo nulla da
dire su una vicenda del tutto interna alla Chiesa quale un processo di
santità, ma possiamo e dobbiamo contribuire al giudizio storico»,
ribadisce Anna Foa sul notiziario quotidiano dell'Unione delle comunità
ebraiche italiane (Ucei). Interviene anche il rabbino Riccardo Di
Segni, che, senza citare Pio XII, scrive: «Alla santità ci possono
arrivare anche i peccatori purché riconoscano le loro colpe, certamente
non con le autoassoluzioni personali o del sistema al quale
appartengono» […]
Caterina Maniaci, Libero, 22 dicembre
2009
La rivolta dei rabbini italiani: «scelta
inopportuna e insensibile»
[…] Un annullamento dell'appuntamento del 17 gennaio avrebbe una
risonanza mondiale, che difficilmente potrebbe essere cancellata. Non a
caso, da entrambe le parti, si lavora alacremente per salvare una
visita che è stata fortemente voluta in primis dalla comunità ebraica
della Capitale, per chiudere la crisi aperta, prima, dalla
liberalizzazione della messa tridentina in latino (con la sua preghiera
per la conversione degli ebrei ), e poi dalla revoca della scomunica
dei quattro vescovi lefebvriani, compreso il negazionista Richard
Williamson. A fare le spese di queste polemiche, quest'anno, è stata
l'annuale giornata di dialogo tra cattolici ed ebrei, ripristinata
invece per il 2010 dopo un paziente lavoro di tessitura da entrambe le
parti. Adesso, con l'avvicinamento di papa Pacelli agli altari, dalla
Comunità ebraica romana fanno sapere che «ora è difficile che certi
nodi non vengano al pettine». Tracciando il bilancio dell'anno che si
va concludendo, papa Ratzinger ha ricordato ieri con toni vibranti la
sua visita al memoriale dell'Olocausto Yad Vashem del maggio scorso:
«Un incontro sconvolgente con la crudeltà della colpa umana
con l'odio di un'ideologia accecata che.., ha voluto cacciare
dal mondo anche Dio». Ma anche queste parole potrebbero non bastare:
come ha ricordato ieri la filosofa Donatella Di Cesare, gli ebrei
contestano alla Chiesa non solo di «occultare i propri errori» ma anche
di voler «cristianizzare la Shoah». […]
Alessandro Speciale, Liberazione, 22
dicembre 2009
Papa /
Ricorda dramma Shoah ma per PioXII nubi su visita in sinagoga
Sabato la
decisione sulla beatificazione, al tempio il 17 gennaio
Città del
Vaticano, 21 dic. (Apcom) -
Un Pontefice funambolo che attraversa il Tevere camminando in bilico su
una corda. Per tenersi in equilibrio tiene un'asta da cui pendono due
bandiere. Su una c'è scritto "dialogo", sull'altra "conversione".
Dall'altro lato del fiume, sotto il profilo della sinagoga, spiccano
striscioni, alcuni critici altri di benvenuto. "Basta con la preghiera
del venerdì santo", "grazie della visita", "ricordati della shoah",
"apriamo al dialogo", "fermate i negazionisti", "benvenuto", "rispetta
le diversità". E' la vignetta che l'ultimo numero di 'Pagine ebraiche',
il mensile delle comunità ebraiche italiane, hanno scelto per preparare
la visita di Benedetto XVI al Tempio maggiore di lungotevere de' Cenci
prevista per il 17 gennaio. Un'illustrazione scelta prima che il Papa
decidesse di far avanzare il processo di beatificazione di Pio XII e
prima che su quella visita si addensassero nubi che spingono esponenti
di spicco della comunità ebraica a prospettarne l'annullamento. Ma che
conferma che, comunque vada a finire, la strada che porterà con ogni
probabilità Benedetto XVI alla sinagoga è irta di incognite. [...]
[…] Nella comunità ebraica le posizioni sono sfaccettate. Nessuno vuole
rilasciare dichiarazioni ufficiali. [...]
[…] Se le diplomazie del cardinale Bertone e del rabbino Di Segni sono
a lavoro per portare a buon fine la visita, è difficile capire a questo
punto - si sottolinea - se essa sarà "festosa" o "tesa". "Noi non
abbiamo nulla da dire su una vicenda del tutto interna alla Chiesa
quale un processo di santità, ma possiamo e dobbiamo contribuire al
giudizio storico", ribadisce Anna Foa sul notiziario
quotidiano dell'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei). "Nella
confusione che sta prevalendo tra santità e storia, nello scatenamento
comprensibile delle emozioni - sottolinea la storica - la proclamazione
della Chiesa finisce per assumere il valore di un giudizio storico. Non
è così". Sullo stesso bollettino, la filosofa Donatella Di Cesare è
critica. "La notizia della beatificazione di Pio XII va inserita in
tale contesto: quello di una Chiesa che non riconosce di aver taciuto
come istituzione, di non aver detto neppure una parola per impedire
quello che è avvenuto", afferma. "E per non ammettere le proprie
responsabilità, la Chiesa procede su un doppio binario, per un verso
cristianizzando la Shoah, per l`altro occultando i propri errori.
Questo binario - scrive - è pericolosissimo". Interviene anche il
rabbino Riccardo Di Segni, che, senza citare Pio XII, scrive: "Alla
santità ci possono arrivare anche i peccatori, purché riconoscano le
loro colpe, certamente non con le autoassoluzioni personali o del
sistema al quale appartengono".
Papa / Per
Pio XII nubi su visita sinagoga pontieri a lavoro
Benedetto
XVI in discorso a Curia ribadisce condanna Shoah
Città del
Vaticano, 21 dic. (Apcom) -
[...] Che attorno alla visita al Tempio maggiore della capitale si
coagulassero speranze e preoccupazioni è illustrato da una vignetta
pubblicata sull'ultimo numero di 'Pagine ebraiche', il mensile delle
comunità ebraiche italiane. Un Pontefice funambolo che attraversa il
Tevere camminando in bilico su una corda. A tendergli una mano, un
bambino con la kippà. Per tenersi in equilibrio, il Papa tiene un'asta
da cui pendono due bandiere. Su una c'è scritto "dialogo", sull'altra
"conversione". Un'ambivalenza rispecchiata dagli striscioni che, sotto
il profilo della sinagoga, appaiono sull'altra sponda del Tevere.
Alcuni sono critici, altri di benvenuto. "Basta con la preghiera del
venerdì santo", "grazie della visita", "ricordati della shoah",
"apriamo al dialogo", "fermate i negazionisti", "benvenuto", "rispetta
le diversità". La vignetta è stata scelta prima che il Papa decidesse
di far avanzare il processo di beatificazione di Papa Pacelli, e mostra
che le controversie tra la comunità ebraica e Papa Ratzinger sono più
d'una, confermando, inoltre, che la strada che porterà con ogni
probabilità Benedetto XVI alla sinagoga è irta di incognite. [...]
[…] L'Osservatore romano non riferisce le voci sull'ipotesi di
modifiche al programma della visita. Del resto - questo il foglio
quotidiano lo rileva anche nell'editoriale del direttore Gian Maria
Vian - il Papa ha dedicato alla Shoah un passaggio dell'odierno
discorso per gli auguri di Natale alla Curia romana. Ricordando il suo
viaggio primaverile in Israele, Benedetto XVI si è soffermato sulla
visita al memoriale di Gerusalemme. "La visita allo Yad Vashem ha
significato un incontro sconvolgente con la crudeltà della colpa umana,
con l'odio di un'ideologia accecata che, senza alcuna giustificazione,
ha consegnato milioni di persone umane alla morte e che con ciò - ha
detto Ratzinger - in ultima analisi, ha voluto cacciare dal mondo anche
Dio". Polemiche lambiscono visita Papa in sinagoga confermata ma dipende da ebrei; Ratzinger, Shoah male sconvolgente (di Elisa Pinna) Città del Vaticano, 21 dic (Ansa) - […]
Sull'atteggiamento di Ratzinger verso il nazismo nessuno ha mai avuto
dubbi. Tuttavia i segnali inviati dal pontificato di Benedetto XVI sono
accolti con sentimenti variegati nel mondo ebraico, dove suscitano
consensi ma anche diffidenze. Una situazione riassunta da una vignetta
pubblicata dal mensile 'Pagine ebraiche', prima che venisse firmato il
decreto per le virtu' eroiche di Pacelli. Raffigura Ratzinger che
attraversa il Tevere dal Vaticano alla Sinagoga, camminando in bilico
su una corda. E si tiene in equilibrio grazie ad un bilanciere da cui
pendono due scritte: da un lato ''dialogo'', dall'altro
''conversione''. E sull'altra sponda del fiume, sotto il Tempio, una
selva di striscioni: ''Basta con la preghiera del venerdi' santo'',
''Grazie della visita'', ''Ricordati della Shoah'', ''Apriamo al
dialogo'', ''Fermate i negazionisti'', ''Benvenuto'', ''Rispetta le
diversita'''.
Papa: vignetta di Pagine Ebraiche Città del Vaticano, 21 dic (AGI) - La
visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma si svolgerà in un clima
certamente non facile, dopo la firma sul decreto che riconosce
l'eroicità delle virtù di Pio XII. Ma non è solo da questa decisione di
Ratzinger che dipendono le tensioni: «Pagine Ebraiche»,
foglio ufficiale delle Comunità Ebraiche italiane, era già in stampa,
infatti, quando sabato scorso le agenzie hanno divulgato la notizia del
decreto. E ciò nonostante riporta una vignetta che raffigura Benedetto
XVI che attraversa il Tevere dal Vaticano al Ghetto camminando in
bilico su una corda. E si tiene in equilibrio grazie ad un bilanciere
da cui pendono due bandiere: quella del «dialogo» e quella della
«conversione».[...]
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