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L'Unione informa
 
    24 gennaio 2010 - 9 Shevat 5770  
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Moked - il portale dell´ebraismo italiano
alef/tav    
  Benedetto Carucci Viterbi Benedetto Carucci Viterbi,
rabbino
Raccontare bene imprime il racconto non solamente nella mente di chi ascolta, ma anche in quella di chi narra. È una buona indicazione educativa, per genitori ed insegnanti, che apprendiamo dall'inizio della parashà letta ieri: "Affinché tu racconti ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli...i Miei prodigi....E saprete che sono il Signore".
In Italia, a dieci anni dalla sua istituzione  il “Giorno della Memoria”, gode di un consenso unanime. Potrebbe essere un segnale eccezionale, ma istintivamente diffido. Vorrei che si facesse un bilancio e un’analisi del contenuto culturale che questa unanimità esprime, intorno a che cosa si costruisce, che cosa esalta, che cosa dimentica e che cosa non nomina. In un Paese che è diviso su tutto, che non ha mai trovato un simbolo, un luogo e una procedura per ricomporre le proprie fratture, questo consenso mi sembra falso, artificiale e foriero di altre ricomposizioni che hanno per obiettivo l’oblio, comunque la “normalizzazione” delle scene scabrose e inquiete della storia passata. Tutto ciò ha ancora più significato se si considera che noi viviamo in una fase storica in cui il passato non è definitivamente consegnato allo studio o alla riflessione pacata, ma è oggetto di continue rivendicazioni da quanti ne comprendono l'importanza come fonte di identità e di potere. Una condizione che innalza la mia diffidenza perché una replica, se non efficace certo significativa e lodevole, sarebbe la rivendicazione dell’autonomia della cultura dal potere. Una condizione che in Italia ha rappresentato, e ancora oggi rappresenta, l’eccezione più che la regola.  David
Bidussa,

storico sociale delle idee
david bidussa  
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   Memoria - Il Giorno che cambia con i tempi

wieselperesLa prossima settimana, nello stesso giorno il Presidente israeliano Shimon Peres si rivolgerà al Parlamento tedesco mentre il Premio Nobel Elie Wiesel apparirà di fronte ad una sessione speciale della Camera di Deputati a Roma.
Non si tratta di una coincidenza.
I due eventi saranno punti centrali del Giorno della Memoria, una ricorrenza annuale che cade il giorno dell’anniversario della liberazione di Auschwitz da parte dell’esercito Sovietico il 27 gennaio 1945, oggi celebrata dalle Nazioni Unite e da più di due dozzine di Stati.
Ogni anno, si organizzano centinaia di eventi in o intorno a questa data. La Gran Bretagna, l’Italia e la Germania in particolare hanno un’estesa programmazione.
“C’è una grande sensibilità verso questo tema sia a livello locale che istituzionale” dice Alessandro Ruben, deputato nelle fila del Pdl “Di anno in anno gli eventi si moltiplicano incluse moltissime iniziative nelle scuole”.
La natura delle commemorazioni è, anche, una riflessione dei tempi.
Mentre molte delle iniziative legate al Giorno della Memoria si connettono direttamente alla Memoria e all’impatto del genocidio nazista degli Ebrei, c’è un’enfasi crescente su quello che l’esperienza dell’Olocausto può insegnare riguardo altri genocidi e persecuzioni, come quelli in Ruanda, Bosnia, Cambogia e Darfur.
Le persecuzioni perpetrate nei confronti degli zingari e degli omosessuali negli anni della Seconda Guerra Mondiale, sono anch’esse oggetto di considerazione.
Rabbi Andrew Baker, direttore del dipartimento Affari Internazionali dell’American Jewish Committee, dice che questo cambio di prospettiva è da aspettarsi.
“Per gli Ebrei”, dice, l’Olocausto “è una tragedia unica e senza precedenti. Ma eventi commemorativi nazionali ed internazionali per loro natura rilevano le lezioni universali che si possono trarre dall’evento. Con i sopravvissuti ed altri testimoni oculari che ci lasciano, quelle espressioni universali finiscono per occupare, inevitabilmente, uno spazio maggiore.”
Nello stesso momento, gruppi pro-Palestinesi, stanno cercando di trasformare il Giorno della Memoria in un’opportunità per criticare Israele.
L’anno scorso, per esempio, in segno di protesta contro l’operazione militare israeliana contro Hamas nella Striscia di Gaza, un’organizzazione mussulmana ha boicottato le commemorazioni in Gran Bretagna mentre l’amministrazione locale di Barcellona ha cancellato una pubblica accensione delle candele, parte del programma del Giorno della Memoria.
“ Ricordare l’Olocausto degli Ebrei mentre è in atto l’Olocausto dei Palestinesi non è giusto” recita la dichiarazione di un pubblico ufficiale, descritto come rappresentante del Comune di Barcellona, riportata dal giornale La Vanguardia.
Questo gesto ha provocato una risposta indignata da parte del Board of Deputies, l’ente che rappresenta gli Ebrei della Gran Bretagna.
“Il conflitto tra Israele ed Hamas non dovrebbe avere assolutamente nessuna relazione con un giorno che rappresenta la lotta globale contro l’odio” ha detto il portavoce del Board Mark Frazer. “Senza considerare l’ovvia fallace logica che sta dietro alla decisione, questo è un’affronto a tutti i Sopravvissuti all’Olocausto e alla memoria di milioni di vittime. Questa mossa dovrebbe essere criticata nei termini più severi possibili a tutti i livelli del Governo Spagnolo”.
Anche se la Germania ha celebrato il Giorno della Memoria il 27 di Gennaio sin dal 1996, la spinta a fare lo stesso in molti altri Paesi è arrivata solo in seguito al decisivo Forum Internazionale sull’Olocausto tenutosi a Stoccolma nel 2000, dieci anni dopo che la caduta del comunismo aveva permesso un’esplorazione senza censure della Storia. In molti Paesi Comunisti, lo studio e la commemorazione della Shoah erano stati limitati e le questioni ebraiche soppresse.
Al Forum di Stoccolma, i leader di 46 nazioni promisero di promuovere l’educazione e la ricerca sull’Olocausto, e di “incoraggiare forme appropriate di commemorazione dell’Olocausto, inclusa un’annuale Giornata della Memoria”.
Molte delle nazioni partecipanti scelsero il 27 di Gennaio, data l’importanza di Auschwitz come simbolo dell’Olocausto, e l’Assemblea Generale dell’ONU nel 2005 scelse questa data come il Giorno Internazionale della Commemorazione in onore delle vittime dell’Olocausto.
Molti Paesi hanno scelto, invece, date che marcano momenti dell’Olocausto all’interno dei loro territori.
In Polonia, per esempio, è il 19 di aprile, anniversario della Rivolta del Ghetto di Varsavia. La Romania ha scelto il 9 di ottobre, il giorno del 1941 in cui il governo rumeno alleato dei Nazisti cominciò a deportare gli Ebrei.
L’istituzione del Giorno della Memoria ha avuto le sue critiche. Alcuni sono preoccupati del fatto che istituzionalizzare la memoria dell’Olocausto rendendola una data ufficiale nel calendario rischia di trasformare la commemorazione in un clichè.
Questo, tuttavia, nella maggior parte dei casi non sembra accadere.
“Consideriamo come altri eventi storici sono commemorati”, dice Rav Baker, che copre anche la carica di rappresentante per la lotta all’antisemitismo dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa. “Il giorno dei Veterani negli Stati Uniti sembra segnato, prima di tutto, dall’inizio dei saldi nei grandi magazzini. Diversamente invece, l’Olocausto è ricordato seriamente e con sobrietà”.
 “Mentre non voglio sembrare troppo ottimista, - aggiunge Rav Baker - non penso che dovremmo avere paura che la memoria dell’Olocausto possa scomparire o che i negazionisti trovino nuovi adepti”.
“Questi ultimi 20 anni hanno testimoniato una crescita costante delle attività educative e commemorative. La negazione dell’Olocausto è un’arma brandita principalmente da antisemiti e nemici d’Israele, non qualcosa che è genuinamente dibattuto in circoli legittimi”.
Deborah Lipstadt, storica della Emory University che ha scritto molto sul fenomeno del negazionismo dice che è”gratificante per lei come storica che ci sia tutta questa attenzione per l’Olocausto, un evento che è adesso storia specialmente con la scomparsa della generazione dei sopravvissuti”.
Ma aggiunge, “Uno spera che ci sia un’attenzione a livello più profondo: esaminare come questo [evento] si produsse e avvenne, mentre il mondo rimaneva in silenzio”.

Ruth Ellen Gruber

(versione italiana di Rocco Giansante)



Memoria - Un Yzkor per ricordare le vittime di Casale Monferrato


casale locandinaUn Yzkor e una conferenza in ricordo dei cinquantanove casalesi che persero la vita in seguito alle persecuzioni razziste apriranno le celebrazioni dedicate al Giorno della Memoria nella Comunità Ebraica di Casale Monferrato. Oggi alle 16 in vicolo Salomone Olper (cuore dell’antico ghetto di Casale) la sala conferenze della Comunità ebraica vedrà l’incontro tra Bruno Maida, docente di storia contemporanea all’Università di Torino e la professoressa Betty Massera studiosa di storia della Deportazione e della Shoah per un dibattito dal titolo "Rifondare la memoria", alle 18  si svolgerà la cerimonia religiosa.
"Come da tradizione a Casale vengono commemorate le vittime della Shoah con un Izkhor che si svolgerà in due momenti - spiega il presidente della Comunità Ebraica di Casale, Giorgio Ottolenghi,- "uno davanti alla lapide posta all'ingresso della sinagoga e il secondo, il 27 gennaio a Moncalvo nel Vicolo 27 gennaio che è stato intitolato al Giorno della Memoria quando lo Stato italiano ha promulgato la legge istitutiva".
La Comunità Ebraica di Casale Monferrato commemorerà il Giorno della Memoria con varie iniziative che si svolgeranno nel corso della settimana in modo da rendere accessbile a tutti il momento di ricordo e il significato di questa giornata.

l.e.



Avraham Sutzkever e il 'suo' Acquario verde

sutzkeverNon ha avuto molta risonanza in Italia la notizia della morte nella sua casa di Tel Aviv, del poeta Avraham Sutzkever, una delle ultime grandi voci della letteratura yddish, grande amico di Marc Chagall e oggetto di ammirazione di Boris Pasternak.  Nato nel 1913 a Smorgon, nell'allora Impero Russo, deportato da bambino in Siberia con la famiglia dal regime bolscevico, Sutzkever cominciò a pubblicare versi negli anni '30 e fu annoverato quasi subito fra i classici della poesia yiddish. Rinchiuso dai nazisti nel ghetto di Vilnius nel 1941, fuggito dalla reclusione e protagonista della lotta partigiana, rifugiato a Mosca e poi a Lodz e infine emigrato in Palestina nel 1947, continuò a difendere il patrimonio culturale yiddish anche nel nuovo Stato di Israele, dando vita negli anni successivi ad associazioni e circoli letterari e proseguendo a scrivere nella lingua madre sino alla morte. La casa editrice Giuntina presenterà il 18 febbraio un suo inedito in lingua italiana, dal titolo 'Acquario verde'. Il libro racconta gli ultimi giorni del ghetto di Vilna e la caccia dei nazisti agli ultimi sopravvissuti. Con uno stile evocativo e poetico Sutzkever crea un mondo primordiale e senza Dio, in cui la prospettiva è tutta rivolta ai perseguitati e alla forza morale che oppongono al male radicale e disumanizzato dei persecutori che viene relegato in un’oscurità indistinta e minacciosa. È la poesia a incarnare le forze umane di salvezza e al tempo stesso è testimone del coraggio di tutti i piccoli eroi senza nome che combattono contro le forze della distruzione.



Giovani leader e le borse di studio di Cantoni Ghiron

Un'atmosfera calda e festosa ha accompagnato la consegna delle Borse di Studio Raffaele Cantoni, dedicate a giovani che giungono dall'Italia e che intendono iscriversi a Università, Yeshivot, o altri Istitituti di studio superiori specializzati. Per il secondo anno di seguito la cerimonia ha coinciso con la consegna delle borse di studio Ghiron Mortara destinate a giovani che frequentano un corso per madrichim e leader giovanili in Israele e che si sono impegnati  a tornare a prestare servizio in Italia in attività dedicate ai giovani nelle piccole comunità.
Nella sede del  "Havat Hanoar Hazioni" a Gerusalemme, nella sala che porta il suo nome,  l'Ambasciatore Sergio Minerbi  ha ricordato la figura di Raffaele Cantoni, militante nelle fila del partito socialista e nelle organizzazioni ebraiche milanesi eletto presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nel 1946, che si batté perché la nuova Costituzione italiana sancisse per gli ebrei un quadro chiaro di uguaglianza e di libertà religiosa e perché fosse riconosciuto loro un risarcimento per i danni subiti durante le persecuzioni razziste.
"Siamo molto fieri di questa iniziativa" ha dichiarato la vicepresidente Ucei Claudia De Benedetti. " I ragazzi che hanno vinto lo scorso anno la borsa Cantoni - Ghiron  stanno già tutti lavorando nel nostro ufficio giovani con degli splendidi risultati "
"Quest'anno nuovamente abbiamo assegnato la Borsa di studio Cantoni a ragazzi che hanno conservato un legame molto forte con l'ebraismo italiano. Rispetto all'anno scorso le domande sono circa il 50 per cento in più e l'Israel University Day, la manifestazione che faremo il 7  febbraio al Centro Bibliografico a Roma  è stata organizzata proprio per far conoscere ai ragazzi le varie opportunità possibili".


 
 
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  anna momiglianoRotschild Boulevard - Medici felici, pazienti sani

Il buon umore fa bene alla salute: messa così non sembra una grande scoperta. E invece un recente studio dell'università di Ben Gurion apre la strada a nuovi metodi per abbassare i costi della sanità pubblica, nonché a risparmiare cure inutili (e dunque dannose) per i pazienti. Infatti i ricercatori hanno scoperto che, quando sono felici e rilassati, i medici tendono a prescrivere meno medicinali ai loro pazienti. “Quando sono turbati, i medici tendono a parlare meno e uno dei risultati è che vengono prescritti alcuni medicinali senza verificare che siano effettivamente indispensabili,” spiega la sociologa Talma Kushnir, che insieme alla sua squadra ha condotto uno studio su 188 dottori della sanità pubblica. Morale della favola? Il buon umore del medico fa bene alla salute... dei pazienti. E anche ai conti pubblici.

Anna Momigliano  
 
 
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"Io, vivo per miracolo"
Primo Levi: "Cara, sono vivo"


Kattowice, 6 giugno 1945 

Bianca carissima, finalmente mi si presenta un occasione di comunicare con l'Italia con una certa garanzia di arrivo a destinazione. Io non accompagno il latore della presente che viaggia con mezzi suoi solo perché le finanze non me lo permettono, ed inoltre perché il giorno del rimpatrio collettivo sembra prossimo. Come i pochi compagni italiani superstiti, io sono vivo per miracolo. Al momento in cui i tedeschi hanno abbandonato l'Alta Slesia, io ero convalescente di scarlattina nell'Ospedale di Monivitz con altri ottocento malati; pare che i tedeschi avessero ordine di ucciderci (come fecero altrove in altre circostanze) e forse non ne ebbero il tempo. Sono riuscito a sfamarmi alla meglio, per dieci giorni sfuggendo a un tremendo bombardamento, poi il 27 gennaio, sono arrivati i russi. Dopo parecchi pellegrinaggi, sono finito qui, in un campo cosiddetto di "attesa" . Effettivamente, tutti gli stranieri che hanno soggiornato qui sono stati smistati verso le relative patrie, solo gli italiani attendono ancora. Di coloro che partirono con me da Fossoli siamo ora qui in sei. Degli inabili allavoro (donne, vecchi, bambini) non abbiamo che pochissime notizie, risulta purtroppo certo che Vanda Maestro è morta. Luciana Nissim partì in settembre per Breslavia: forse si è salvata. Di noi 95 del campo di Monivitz, 75 sono morti colà di fame e di malattia; quattordici furono deportati dal tedeschi in fuga (fra questi Alberto della Volta di Brescia, Franco Sacerdoti di Torino, l'ing.Aldo Levi di Milano, Eugenio Gluecksmann di Milano). Di loro non si hanno notizie sicure, ma corrono voci assai preoccupanti sulla loro sorte. Restiamo noi sei. Qui non si sta male. Si mangia in abbondanza (ma la cucina russa richiede stomaci appositi) si dorme bene, non si lavora, si gode una certa libertà, per cui con un po' di iniziativa si pu circolare, pagarsi il lusso di qualche alimento extra, di qualche cinematografo, o almeno qualche visita economica turistica alla città. Siamo ora più di mille italiani, fra prigionieri di guerra, politici e rastrellati. La popolazione è molto benevola, i russi anche. Non credere a quanto ho potuto scrivere da Monovitz; l'anno passato sotto le SS è stato spaventosamente duro a causa della fame, del freddo, delle percosse, del pericolo costante di essere eliminato in quanto inabile al lavoro. Porterò (spero) in Italia il numero di matricola tatuato sul braccio sinistro, documento di infamia non per noi, ma per coloro che ora cominciano ad espiare. Ma la maggior parte dei miei compagni portano nelle carni più gravi segni delle sofferenze patite. Spero di poter salire presto la tradotta: ad ogni modo tieni presente che il servizio postale non è ancora regolare e ti sarei gratissimo se tu cercassi di affidare ad un polacco o un russo rimpatriante anche sommarie notizie delle mie carissime e di Voi tutti. Con l'incarico una volta giunto in Polonia di scriverle indirizzando a Primo Levi, presso il Comitato Ebraico di qui: CENTRANLY KOMITET ZYDOW POLSKIC KATOWICE ULICA MARIAWKA 21. Viviamo qui con l'ansia terribile di qualche vuoto al nostro ritomo: se fossimo rassicurati su questo, non ci sarebbe grave l'attesa. Ti prego tenta tutte le vie: Croce Rossa, Svizzera, i partiti: pensate alla nostra tremenda incertezza Il mio cuore è con Voi. 

(Torino,Archivio Ebraico B. e A. Terracini' Delegazione per l'assistenza agli emigranti ebrei (Delasem), Privati, enti diversi. Fascicoli nominativi (L) 1945-1946,n. 82 sottofascicolo 62)

Primo Levi, testo pubblicato su La Repubblica 24 gennaio 2010

 
 
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notizieflash    
 
 
Messaggio di Osama Bin Laden al Presidente Obama                  
Colombo, 24 gen -
"Questo è un messaggio di Osama ad Obama" dice il messaggio trasmesso da al Jazira nel quale il leader di Al Qaida dopo aver rivendicato l'attentato del 25 dicembre, Bin Laden dice che esso si giustifica con la presenza degli Stati Uniti in Medio Oriente e con il problema della Palestina. "E' triste - dice ancora - vedere che Lei vive in un posto sicuro, mentre i nostri fratelli soffrono a Gaza"."I nostri attacchi contro di voi continueranno - conclude - fino a quando continuerete ad appoggiare Israele".
 
 
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