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L'Unione informa |
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21 febbraio 2010 - 7 Adar 5770 |
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alef/tav |
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Benedetto Carucci Viterbi, rabbino |
Nel
testo della Torà le prescrizioni relative alla costruzione del
tabernacolo seguono, dal punto di vista spaziale, una successione
dall'interno all'esterno: dall'aron, l'arca santa, alle tende di
copertura. Il racconto della realizzazione del progetto, invece, segue
l'ordine contrario: dall'esterno all'interno, dalle tende all'aron. In
generale: le intenzioni - che partono dal cuore - sono necessarie nella
fase di ideazione; nella realizzazione è necessario prendere in
considerazione la concreta situazione esterna.
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Nella
società contemporanea tutti i nostri comportamenti privati sono sempre
più visibili e controllabili (telecamere a circuito chiuso,
tracciabilità di tabulati, percorsi di carte di credito, operazioni
bancarie, elenchi di telefonate; contatti internet,…). I segni che
lasciamo consapevolmente e inconsapevolmente sono più che
sufficienti a testimoniare di ciò che facciamo e sono spesso abbastanza
eloquenti. In ogni caso ciò che facciamo “nel tempo” costituisce una
traccia più che sufficiente a chiunque voglia guardare. Spesso, per
accumulo, pur con una buona approssimazione per difetto, quella traccia
alla fine è una testimonianza significativa di chi noi siamo. Perché
continuiamo a essere convinti che se qualcuno indaga e mette insieme
quei pezzi che noi abbiamo lasciato in giro è perché c’è un complotto?
Io prenderei in considerazione anche l’ipotesi opposta, che una prova
del complotto possibile, ci sarebbe anche se cominciasse a verificarsi
la condizione della sistematica sparizione di quelle tracce. E mi
chiederei: perché spariscono? E soprattutto chi le fa sparire?
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David Bidussa storico sociale delle idee |
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davar |
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Qui Firenze - Nuovi progetti per la gioventù ebraica
Giovani ebrei di tutta Italia unitevi. È
questo l’invito che sembra arrivare dal Noar 2010, secondo raduno
nazionale delle realtà giovanili ebraiche italiane organizzato
dall’Assessorato ai giovani dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, che si sta svolgendo in queste ore nelle sale della Comunità
di Firenze. Sono molti i movimenti presenti al raduno (Unione Giovani Ebrei d'Italia, Ufficio giovani nazionale, Maccabi, Hashomer Hatzair, Pitigliani, Hans Jonas), in rappresentanza di un ebraismo vario e composito. E non solo da un punto di vista geografico. Facilitare
il contatto tra le diverse associazioni e gruppi, valorizzare al
massimo le risorse disponibili, fare in modo che i giovani possano
effettivamente sentirsi coinvolti nelle attività e nei diversi
movimenti, ciascuno in base alle proprie sensibilità e attitudini.
Costruire, in sintesi, il futuro dell’ebraismo giovanile. Ecco le
finalità del meeting fiorentino,a cui partecipano anche Claudia De Benedetti, vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Giuseppe Piperno, presidente UGEI e Alan Naccache, coordinatore dell'Ufficio giovani nazionale dell'Ucei. A fare gli onori di casa Daniela Misul, presidente della Comunità di Firenze e rav Joseph Levi. Tra le tante tematiche affrontate, la rinascita di Hatikwa,
lo storico giornale dei giovani ebrei italiani da lungo tempo fermo ai
box. Un giornale che avrà una tiratura ambiziosa - circa dodicimila
copie - e che arriverà nelle case di tutti gli iscritti alle Comunità
insieme a Pagine Ebraiche. Laboratorio culturale, Hatikwa
sarà aperto a chiunque vorrà contribuire sia scrivendo qualcosa che
suggerendo idee e temi da sviluppare. Potrà inoltre contare sulla
collaborazione della redazione di Moked e Pagine Ebraiche,
pur mantenendo la propria autonomia editoriale dalle due testate. Il
progetto grafico sarà curato da Giandomenico Pozzi. Il primo numero
andrà in stampa nella mattinata di mercoledì 3 marzo. Giusto in tempo
perché le primissime copie possano essere distribuite in occasione
della festa di Purim organizzata dall’Ugei a Firenze (5-7 marzo),
quando circa 250 ragazzi provenienti da tutta Italia si ritroveranno
nel capoluogo toscano. Ma Hatikwa non è l’unica novità predisposta
dall’Ugei dal punto di vista dell’informazione. Si sta infatti
concludendo il restyling del sito web, che rappresenterà da Purim in
poi uno strumento fondamentale e ancora più efficace per ridurre le
distanze all’interno del frazionato mondo ebraico italiano. Le novità
sono state introdotte ai presenti da Ariel Techouba. Al
termine del suo discorso, ha preso il via il lavoro delle tre
commissioni, che nelle prossime ore lavoreranno anche alla luce delle
varie relazioni presentate dalle singole organizzazioni. Educazione
informale under 18 e rapporto con l’Ugn, il passaggio dai movimenti
giovanili alle attività over 18, i problemi delle attività over 18 e il
rapporto con gli studenti israeliani. Queste le tre tematiche che
verranno affrontate nel pomeriggio e che, si spera, porteranno a
risultati concreti. Non mancherà, in ogni caso, l’appoggio dell’UCEI.
“Sarò al vostro fianco, vi sosterrò e cercherò di permettervi di
realizzare i vostri progetti più ambiziosi”, ha promesso la
vicepresidente Claudia De Benedetti.
Adam Smulevich
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pilpul |
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Qui Vancouver - Speranze sul ghiaccio
In questi giorni la risicatissima squadra olimpica israeliana in
trasferta a Vancouver sta giocando la sua carta migliore: i fratelli
Roman e Alexandra Zaretsky (nell'immagine a fianco, foto di David J. Phillip),
pattinatori di buon livello europeo partiti per il Canada con qualche
ambizione di medaglia. Ma la medaglia probabilmente non arriverà. Al
termine della prima giornata di gare, infatti, i due fratelli occupano
la decima posizione in classifica. Difficile pensare ad una improbabile
rimonta, anche se il pattinaggio regala spesso sorprese clamorose. I
due si dichiarano comunque soddisfatti della loro prestazione, pur
sempre migliore di quella di cui si resero protagonisti agli scorsi
Giochi Olimpici invernali di Torino, quando ottennero un ben più
scialbo ventiduesimo posto finale. Svaniscono così i sogni di
alloro della Federazione e di Efraim Zinger, presidente del Comitato
Olimpico israeliano, che alla vigilia aveva annunciato a mezzo stampa:
“È giunto il momento di vincere qualcosa”. Speranze rimandate (forse)
al 2014. E mentre dal gigantista Mikhail Renzin arrivano pochi
segnali di vita, dallo snowboard arriva una notizia curiosa: la
vittoria di un’atleta australiana di nome Torah. Ma niente sussulti
sulla sedia, è mormone.
a.s. |
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Obama riparte da Russia e Israele
Sono
appena rientrato da New York, dove ho parlato con diverse persone che
certo non fanno la politica americana, ma la commentano pubblicamente e
concorrono non poco ad influenzarla. Fra di loro il presidente del
Council on Foreign Relations, Richard Haas, e il suo predecessore,
Leslie Gelb. Ho avuto anche modo di incontrare Ted Sorensen, indomabile
kennediano e oggi sostenitore convinto di Obama. il clima è tutt'altro
che buono e le analisi sono spesso cataloghi di difficoltà più ardue
del previsto e di errori e contraddizioni del presidente
nell'affrontarle Obama contava sulla propria capacità di ottenere
consensi trasversali e di costruire così un clima bipattisan attorno
alle sue iniziative e invece mai come con lui la radicalizzazione dello
scontro poli- tico è stata tanto elevata. I repubblicani non gli danno
tregua né sulle grandi nè sulle piccole cose e un'opinione pubblica
sgomenta per un tasso di disoccupazione che tocca ormai milioni di
famiglie è sensibilissima a queste critiche (proprio ieri l'ex
governatore repubblicano del Massachusetts, Mitt Romney, dichiarava
solennemente che il presidente non è riuscito ad aggiustare l'economia
e a creare nuovi posti di lavoro e ha quindi fallito). Sul piano
internazionale il passaggio dalla aggressività al dialogo non sta dando
nessun frutto con l'Iran, che continua a essere un interlocutore
intrattabile e verso il quale ci si sente ora costretti a inasprire
sanzioni, che potrebbero alla fine fallire. Tanto più che verso la Cina
Obama è stato prima troppo morbido e ora improvvisamente duro, creando
un clima di conflitto che di sicuro non lo aiuterà a chiudere il
cerchio delle sanzioni contio Teheran. Per non parlare
dell'Afghanistan, dove manda nuove truppe, proclama che il ritorno a
casa inizierà a metà 2011 e poco dopo dallo staff una voce autorevole
precisa che naturalmente dipenderà dalle circostanze. Insomma, le
difficoltà ci sono e qualcosa nell'amministrazione di sicuro non va.
Non tutti seguono gli stessi indirizzi, si sovrappongono visioni
diverse e sembra che il presidente pon riesca per ora a fare
l'amalgama. Leslie Gelb ha di sicuro esagerato nella sua ultima colonna
sul The Daily Beast, proponendo dettagliatamente a Obama i nomi da
sostituire e quelli da introdurre nella sua squadra per migliorare le
cose. Ma nessuno nega che qui le cose vadano migliorate, così come
nessuno nega che vi sono questioni cruciali su cui non si sono fatti
passi avanti perché è mancata una vera strategia. E in testa a questa
lista c'è la questione israelo-palestinese, nella quale si è puntato
tutto su una riduzione preventiva degli insediamenti israeliani nei
territori destinati ai palestinesi, che il primo ministro israeliano
Netanyahu non voleva e forse non poteva politicamente dare. Fotografata
così, la presidenza Obama, se non giustifica la condanna senza appello
pronunciata da Romney, mostra un percorso talmente avaro di successi da
mettere in dubbio la forza stessa degli Stati Uniti nei prossimi mesi e
anni (oltre che la rielezione del presidente nel 2012). Ma è una
fotografia corretta, non è deformata dal clima corrosivo creato
dall'opposizione e dalle simmetriche ansie dei sostenitori, che avevano
sperato in una trionfale cavalcata del nuovo messia? In una situazione
che non potrebbe essere più difficile tutte le opzioni sono aperte,
anche le più negative; e tanto più lo sono se gli errori persistono e
se la squadra del presidente continua a non essere tale. Ma non c'è
solo questo. Intanto il tema che sta più a cuore agli americani, il
futuro dell'economia e dei posti di lavoro, può diventare col tempo la
carta vincente di Obama. Per ora può dire, come ha detto mercoledì
scorso, che il suo piano ha evitato un vero e proprio disastro e ha
consentito un inizio ormai certo di ripresa. Più avanti, se la ripresa
continua; potrà anche rivendicare il ritorno dell'occupazione e
lavorare al ridimensionamento del bilancio federale in un clima assai
meno oppressivo di quello di oggi. Nel frattempo, la nuova fermezza che
sta dimostrando contro i baroni della finanza lo aiuta a mantenere il
contatto con le famiglie e i ceti pi colpiti dalla crisi. Sul piano
internazionale, un risultato che la nuova amministrazione ha ottenuto e
che avrà effetti su diverse questioni sul tappeto è la nuova relazione
con la Russia. Ci si è arrivati premendo il tasto giusto, quello della
ripresa dei negoziati sul controllo degli armamenti, che soddisfa
l'orgoglio dei russi quali interlocutori di rango mondiale. Certo si è
che proprio in questi giorni essi hanno sospeso l'invio a Teheran dei
sistemi antimissilistici s-300 e sono pronti a concorrere alle sanzioni
contro il regime iraniano, spingendo la Cina altrimenti isolata in
Consiglio di sicurezza più al negoziato di merito sulle stesse sanzioni
che non a vietarle. Non solo, ma tutto questo si collega al clima nuovo
che c'è a Mosca nei confronti di Israele: si rivendica la quota
importante di popolanione israeliana che proviene dalla Russia e si
cominciano a delineare interessi comuni. E stato proprio dopo la visita
di Netanyahu a Mosca di qualche giorno fa che è arrivata la sospensione
degli s-300 già destinati all'Iran e questo di sicuro sarà fonte di
riflessione a Teheran, se lì si vorrà andare avanti con l'arricchimento
dell'uranio facendo finta di niente. Ancora a proposito di Israele, è
vero che il negoziato coi palestinesi è al palo, ma è non meno vero che
le cose nel la West Bank stanno evolvendo in una direzione che rafforza
l'Autorità Palestinese e può ridurre le resistenze e le diffidenze
israeliane, rendendo così possibile domani ciò che è impossibile oggi:
l'economia cresce a ritmi superiori al 6% (e già Israele ha
silenziosamente ridotto i controlli su chi si muove per lavoro), mentre
Hamas sta perdendo sia il controllo delle moschee, sia la capacità di
offrire alle famiglie quei servizi sociali che tanto avevano alimentato
i suoi consensi. Sono solo alcuni dei cambiamenti positivi che fanno
parte del quadro, così come lo è il clima diverso che c'è nei confronti
degli Stati Uniti all'Onu, dove molto più facilmente di ieri essi
trovano oggi interlocutori disposti ad ascoltare e farsi
convincere.Nell'enunciare giudizi e aspettative, perciò, anche di essi
si deve tener conto. In più c'è da chiedersi dove andranno i
repubblicani con l'opposizione senza quartiere che hanno instaurato. Se
finiranno attratti dall'estremismo del movimento dei Tea Party, nelle
elezioni presidenziali del 2012 difficilmente potranno coagulare una
maggioranza. E dopo, forse, l'aria di Washington tornerà respirabile.
Non c'è dunque ragione di cedere all'isteria delle critiche e alla
tentazione, al fondo suicida, di bruciare al più presto ogni idolo per
cercarne un altro. Obama ha ancora un domani. Giuliano Amato, Il Sole 24 Ore, 21 febbraio 2010 |
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Israele chiede aiuto alla Cina
Gerusalemme 21 feb - La
stampa israeliana riferisce oggi che una delegazione israeliana andrà
in Cina per convincere Pechino a sostenere nuove sanzioni all'Iran
contro i suoi progetti nucleari. A guidare la delegazione che sara' nel
Paese asiatico nei prossimi giorni il ministro per le Questioni
strategiche Moshe Yaalon (un generale della riserva, ex capo di Stato
Maggiore) e dal governatore della Banca d'Israele, l'economista Stanley
Fisher. |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
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indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
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