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L'Unione informa |
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2 marzo 2010 - 16 Adar 5770 |
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alef/tav |
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Roberto Della Rocca, rabbino |
Secondo
una tradizione erano le lettere a rendere le Tavole del Patto leggère e
sostenibili. Quando Moshè scese dal monte Sinai, e prese coscienza che
i figli di Israele stavano adorando il vitello d'oro, le lettere
volarono in Cielo, e solo in quel momento le Tavole diventarono troppo
pesanti perché lui potesse reggerle. E' così che le Tavole
caddero e andarono in frantumi. L'idea che erano le lettere a
rendere più agevole il trasporto delle Tavole, e a far si che queste
fossero più leggère rispetto al loro peso reale, ci indica
che certi oneri e pesi diventano insostenibili quando
il contenuto che li giustifica viene a mancare. In questo caso è
il contenitore a trasformarsi in un giogo insopportabile
inevitabilmente destinato ad andare in pezzi. |
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Non
è perché le cose sono difficili che non abbiamo il coraggio di
intraprenderle. E' perché non abbiamo il coraggio di intraprenderle che
sono difficili. (Seneca) |
Matilde Passa,
giornalista |
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Qui Roma - Nuovo impegno per la Memoria
Sdegno
e vivace indignazione hanno caratterizzato le manifestazioni per
reagire allo sfregio subito dalle pietre d'inciampo poste nel quartiere
romano di Monteverde Vecchio. I sampietrini di ottone lucente creati
dall'artista tedesco Gunter Demnig e posti in piazza Rosolino Pilo,
solo un mese fa, nel Giorno della Memoria, in ricordo della famiglia di
Piero Terracina sterminata nei campi di concentramento nazisti erano
stati sporcati con vernice nera. Al momento della loro installazione il
quartiere aveva celebrato l'evento con una grande partecipazione, ecco
perché di fronte a un atto così lontano dal proprio modo di sentire è
tornato in piazza per trasmettere a Piero la propria solidarietà e la
propria vicinanza. “Ieri, quando ho visto questi sampietrini
profanati, ho pianto perché i miei cari non hanno una tomba, sono
finiti tutti in fumo e cenere e queste sette pietre sono per me come le
loro tombe”. Ha detto Piero Terracina intervenendo per ultimo, dopo
Fabio Bellini, presidente del XVI Municipio, che ha promosso la
fiaccolata , Adachiara Zevi, responsabile del progetto in itinere delle
'pietre d'inciampo', Riccardo Pacifici, presidente della Comunità
Ebraica di Roma, Nicola Zingaretti presidente della Provincia e Gianni
Alemanno, sindaco della capitale, mentre sulla piazza brillavano decine
e decine di candele accese e tutte le persone intervenute ascoltavano
in silenzio le sue parole. “Penso
che questo gesto non sia opera di quattro cretini come qualcuno ha
sostenuto, credo invece che queste persone siano pienamente
responsabili. In Germania sono state installate centinaia di
'pietre d'inciampo' e nessuno le ha toccate, dobbiamo allora domandarci
a che punto siamo qui in Italia? Non dobbiamo dimenticare che la nostra
Costituzione poggia sulle spalle dei nostri martiri.” Ha osservato
Terracina che ha poi concluso “La Memoria non è il ricordo, la Memoria
rappresenta il passato ma anche il futuro di ognuno di noi, chi perde
la memoria è un peso per i propri cari, ma se la Memoria la perde un
popolo è la catastrofe” (Nell'immagine le Stolpersteine dopo
l'intervento di ripristino del Comune di Roma). Parole di
condanna della vile azione sono state espresse da tutti gli
intervenuti. Pacifici li ha definiti “Gesti vigliacchi che provano a
cancellare la memoria in modo puerile e che invece non fanno che
rafforzare tutti coloro che sono decisi a ricordare” esprimendo poi la
necessità di punire i responsabili “dobbiamo reagire contro
questi gesti - ha concluso Pacifici che pochi istanti prima aveva
citato il passo della Bibbia in cui si raccomanda ad ogni ebreo di
ricordare e combattere Amalek - "Perché queste azioni nel nostro paese
non devono più essere permesse”. Al mattino Piero Terracina aveva
ricevuto la visita del deputato del Pd ed ex sindaco di Roma Walter
Veltroni al quale è legato da una lunga amicizia, Terracina infatti è
stato uno dei primi ad accompagnare l'ex sindaco nei viaggi della
Memoria. Veltroni ha commentato l'episodio ammonendo sul fatto
che "l'antisemitismo, l'odio, il tentativo di negare anche solo il
ricordo della Shoah sono segnali allarmanti che non vanno
sottovalutati. La mia piena solidarietà - ha detto Veltroni - va a
Piero Terracina, che considero un uomo straordinario e a cui mi lega un
affetto fortissimo, e alla comunità ebraica romana contro questi nuovi
insulti. Alla città, al nostro paese spetta il compito di non abbassare
mai la guardia"
Lucilla Efrati
Qui Roma - I giovani incontrano Fini: multiculturalità e reciproco rispetto gli ingredienti del futuro
Far
incontrare ragazzi appartenenti a fedi religiose diverse e di
provenienze diverse con il presidente della Camera dei deputati
Gianfranco Fini, discutere assieme a lui sui temi del rispetto della
persona, del rapporto delle istituzioni con le diverse identità
religiose e del ruolo dei giovani nella società. Erano questi gli
scopi, per altro raggiunti, dell’incontro che si è svolto ieri a Roma,
nella suggestiva cornice della Sala del Tempio di Adriano, e che ha
preso spunto dal libro scritto dal presidente della Camera dedicato ai
ragazzi nati nel 1989, “Il futuro della Libertà”. L’evento è stato
promosso dall’Ugei (Unione giovani ebrei d’Italia), dal Benè Berith
Giovani, dalla Coreis (Comunità religiosa islamica) e dalla Comunità di
Sant’Egidio, con il patrocinio dell’assessorato ai giovani della
Comunità ebraica di Roma. Erano presenti, oltre a un vasto pubblico di
ragazzi, il deputato Alessandro Ruben e il presidente della Comunità
ebraica di Roma Riccardo Pacifici. “E’ fondamentale che questo
percorso di confronto prosegua e che questo possa avvenire coinvolgendo
le istituzioni”, così Daniel Citone, assessore ai giovani della
Comunità Ebraica di Roma ha affermato, mostrandosi molto soddisfatto
del risultato dell’incontro e quindi auspicandone degli altri. Proprio
sul ruolo delle istituzioni si è soffermato l’onorevole Fini, che ha
sottolineato come leadership significhi sapere indicare una scala
valoriale che riguardi il futuro e non soltanto analizzare e dividersi
nel quotidiano dibattito politico. Nell’incontro, moderato dalla
giornalista Ester Mieli, i ragazzi hanno avuto opportunità di rivolgere
domande al presidente della Camera: l’esule Dawood Yousefi, proveniente
dall’Afghanistan ma residente in Italia da 4 anni e appartenente
all’organizzazione Gente di Pace, ha chiesto a Fini di rendere più
agevole la concessione della cittadinanza per i figli di stranieri nati
in Italia; Maryam Turrini della Coreis ha ribadito il ruolo storico
dell’Islam nella civiltà europea; Daniel Funaro, consigliere dell’Ugei,
si è interrogato sul ruolo dei giovani e sul contributo che possono
dare alla creazione di una nuova cultura politica, Angela Licciardi
della Comunità di Sant’Egidio si è interrogata su come tradurre
la solidarietà da principio guida per il singolo individuo a faro
dell’agire politico. Il presidente della Camera ha risposto
affermando che il presupposto imprescindibile deve esser il
rispetto della dignità della persona e che partendo da questo bisogna
pretendere che per tutti le differenze di fede, provenienza e cultura,
costituiscano un elemento di arricchimento e non di scontro. Secondo
Fini le ideologie del ‘900 son accomunate proprio dal fatto di aver
posto al centro della loro visione non l’uomo ma l’etnia nazionale o
l’appartenenza di classe, portando a un esito disastroso. Occorre
quindi facilitare la concessione della cittadinanza per i ragazzi nati
in Italia da genitori stranieri ma senza prescindere dal rispetto delle
regole che costituiscono un punto di partenza e dovere per chi vive in
Italia. Emarginare significa per il Presidente della Camera escludere e
con ciò dare modo ai cattivi maestri di condurre i ragazzi verso
l’estremismo. Alla fine dell’incontro la soddisfazione dei ragazzi
per le risposte ottenute e per la possibilità di dialogo con il
Presidente della Camera era evidente e tutti auspicavano di poter
presto tornare a incontrarsi.
Daniele Ascarelli
Studio israeliano: fumare riduce l'intelligenza
Scemo
chi fuma. I tabagisti abituali presenterebbero un quoziente
intellettivo più basso di chi si astiene dal vizio della nicotina.
Questo il responso di uno studio pubblicato sulla rivista Addiction dal
Sheba Medical Center di Tel Hashomer, il più grande ospedale d'Israele,
accreditato centro di ricerca scientifica e medica. Il fiore
all'occhiello della sanità israeliana prende una posizione netta contro
il consumo di sigarette. Secondo i suoi esperti, oltre ai risaputi
danni che il fumo provoca alla salute fisica, da aggiungere anche a
quelli estetici, ci sarebbero anche delle controindicazioni per quanto
riguarda le funzioni cognitive. Mark Weiser e i sui collaboratori del
reparto di psichiatria del centro Sheba si sono accorti che tra coppie
fratelli di cui solo uno è fumatore, spesso è l'altro a
totalizzalizzare punteggi più alti nei test standard del Q.I.. L'equipe
di ricerca ha dunque esaminato un campione di 20.221 soldati di Tzahal,
l'esercito di difesa israeliano, tutti diciottenni e maschi. Di questi
il 28,5% è risultato essere un fumatore abituale (si è considerato tale
chi ha dichiarato di concedersi più di cinque sigarette al giorno).
Proprio questa minoranza nel campione selezionato sembrerebbe, dal
risultato dei test, penalizzata dal punto di vista dell'intelligenza.
Centouno il quoziente medio dei non fumatori, novantaquattro quello dei
fumatori. Uno scarto sensibile. A maggior ragione visto che tali dati
sono stati depurati da fattori esterni alla ricerca, quali la
situazione socioeconomica e il livello d'istruzione dei genitori. Da
Israele arriva un'ulteriore buona ragione, che si aggiunge alle tante
già note, per smettere di fumare o per non cominciare proprio. Rimane
insoluta un'ardua questione: è davvero il fumo che rende scemi, oppure
bisogna già esser poco intelligenti per mettersi a fumare?
Manuel Disegni
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Torah oggi – Educazione e principio di autorità
Si
è svolto in questi giorni a Bologna un seminario dal titolo “Perché mi
bocci?” Sull’argomento è intervenuto su Il Giornale Giorgio Israel.
Ora, dopo la distruzione del principio di autorità, sembra che la
recente riforma stia cercando di portare un po’ d’ordine nella scuola e
che stiano fioccando le insufficienze. Sarebbe troppo lungo fare un
discorso sull’educazione dal punto di vista della tradizione ebraica,
ma penso che ci siano due principi irrinunciabili: uno generale e
l’altro particolare. Il primo afferma ‘asè lechà rav uknè (oppure, vekanè) lechà chavèr (Avoth 1: 6) - procurati un maestro e acquista un compagno
(oppure, che la penna ti sia compagna). Questo principio stabilisce che
la trasmissione del sapere passa necessariamente attraverso lo studio,
sotto la guida di un maestro: il suo insegnamento è il punto di
partenza su cui costruire la futura conoscenza. Meglio se lo studio
viene memorizzato con la penna, tradizionale o digitale, e approfondito
condividendo studi e dubbi con un altro compagno. Il secondo afferma chanòch lannà’ar ‘al pi darkò (Proverbi 22:6) - educa il ragazzo secondo la sua inclinazione.
Questo principio comporta invece uno sforzo da parte del Maestro per
capire quali siano le tendenze del giovane per aiutarlo a sviluppare
quegli aspetti che sono più vicini alla sua indole e che possono meglio
valorizzare le sue capacità. Per
raggiungere questo obiettivo bisogna però partire dall’educazione dei
maestri e dei genitori che svolgono la prima funzione educativa.
rav Scialom Bahbout |
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“E’ ora di cercare i delatori per dovere di giustizia” Svastiche
sui muri, slogan antisemiti. E, come fosse una sfida, ieri una nuova
scritta contro gli ebrei a Monteverde, proprio mentre era in corso una
fiaccolata di solidarietà a Piero Terracina perché sabato notte erano
state imbrattate le pietre della memoria poste davanti alla casa
dell'anziano ex deportato. Riccardo Pacifici, presidente della Comunità
ebraica romana, ha detto qualche giorno fa che è ora di cercare i
collaborazionisti e i delatori che, per cinquemila lire, consegnarono
gli ebrei ai nazisti. [...] Non ha in qualche modo paura che
questa ricerca possa essere una sorta di catena d'odio? «Assolutamente
no, perché non sono mosso da spirito di vendetta. Semmai dalla
giustizia e dalla necessità della memoria. Io non voglio che queste
persone, che ormai avranno tra gli ottanta e i novant'anni finiscano
davanti a una Corte. Vorrei solo che ci dicessero perché fecero questo,
cosa li spinse. I loro racconti sarebbero anche un modo per far luce
sulla storia di Roma in quel periodo. Nel museo della Shoah in Israele,
dal 1950 viene assegnata la Medaglia dei Giusti a tutti coloro che
aiutarono gli ebrei a sfuggire alla deportazione. Credo allora che si
debba fare luce su come e perché altri denunciarono gli ebrei. Per la
giustizia e per la memoria, ribadisco. Vorrei sapere se hanno rimosso,
o se sono tormentati dal rimorso. Ce lo dicano». […]
Enrico Gregori, il Messaggero, 2 marzo 2010
Si apre la settimana universitaria contro Israele. L'Italia svetta in Europa Roma.
E' l'Italia il paese europeo con il più alto numero di università che
da ieri celebrano la “Settimana contro l'Apartheid d'Israele”. Un
evento internazionale che coinvolge decine di capitali. Le aule delle
università di Roma, Pisa e Bologna ospiteranno a diverso titolo il
boicottaggio dello stato ebraico. Proprio a Pisa, cinque anni fa, il
diplomatico israeliano Shai Cohen fu cacciato dalla facoltà di Scienze
politiche al grido di Israele non ha diritto di esistere, il popolo
ebraico non esiste: è un'invenzione dell'occidente, e le vostre cose
andatevele a fare in sinagoga . Nella stessa facoltà di Scienze
politiche oggi si spiega come portare avanti “Boicottaggio,
Disinvestimento e Sanzioni su Israele”. Prima vittima: la
Carmel-Agrexco, “principale esportatore di prodotti agricoli dalle
colonie israeliane illegali nei territori occupati”. Il boicottaggio
d'Israele è celebrato all'insegna della lotta contro l'ideologia
razzista del sionismo . […]
Giulio Meotti, Il Foglio, 2 marzo 2010
Roma città della pace Il
presidente d'Israele e il presidente dell'Autorità nazionale
palestinese si stringeranno la mano a Roma) all'Ara Pacis, il 22
aprile. La Città Eterna diventerà Capitale della pace. «E’ estremamente
importante - spiega il sindaco Gianni Alemanno - che questo incontro si
svolga qui proprio il giorno dopo il Natale di Roma: vogliamo che la
città sia teatro della convivenza pacifica e siamo convinti che questo
evento possa accelerare il processo di pace» tra Israele e i territori
palestinesi. [...] [...] Ma il lavoro svolto dal Comune di Roma
che porta all'incontro parte da lontano. Dal viaggio di Alemanno in
Israele nel maggio 2009. In quell'occasione il sindaco incontra i due
rappresentanti e a loro propone la stretta di mano nella Capitale. Il
primo cittadino va dall'israeliano: l'idea piace. Poi dal palestinese
ha l'ulteriore conferma che è tempo di agire. E in una settimana parte
la macchina organizzativa e politica. L'ufficio relazioni
internazionali del Campidoglio lavora a pieno ritmo. Così si susseguono
le iniziative in favore del confronto tra culture. A oggi si contano
trenta conferenze per il dialogo nel Mediterraneo. Quattro
pubblicazioni scientifiche dedicate alle popolazioni del Mare Nostrum.
Grande attenzione è data anche al Med Film Festival e un successo
appena conclamato è il Forum economico del Mediterraneo, svolto nella
Capitale. Insomma, un lavoro intenso che guarda alla crescita del
dialogo e che non sfugge agli occhi di israeliani e palestinesi.
[...]
Fabio Perugia, il Tempo, 2 marzo 2010
Israele difende i luoghi sacri ebraici Da
qualche giorno si registrano a Gerusalemme e a Hebron, scontri fra la
polizia israeliana e giovani palestinesi e, come al solito, ci sono
lanci di pietre da una parte e lacrimogeni dall'altra. Questi scontri
sono partiti in sordina, non è la prima volta che succede, e stanno
seguendo lo stesso copione che caratterizzò i primi giorni delle due
sanguinose intifade, forse i dirigenti palestinesi pensano che questo
sia il momento adatto per farne scoppiare una terza. La “scusa” di
queste contestazioni è la decisione da parte del governo israeliano di
dichiarare i luoghi santi della religione ebraica, anche fuori dai
confini dello Stato di Israele, di interesse nazionale e che dovranno
essere protetti al fine di evitare qualsiasi cambiamento dello “status
quo”. In particolare i siti sensibili sono le tombe dei patriarchi di
Hebron, la tomba di Rachele a Betlemme e quella di Giuseppe a Nablus; e
non è detto che in futuro ne possano essere aggiunti degli altri. Si
tratta di luoghi da sempre sacri per l'Ebraismo e lo divennero, in un
secondo momento, anche per il Cristianesimo e l'Islam. La decisione,
fortemente caldeggiata dalla parte religiosa dell'elettorato
israeliano, è dovuta, al timore che quei siti possano subire, come è
già accaduto in passato (ricordiamo lo scempio che fu fatto della tomba
di Giuseppe all'indomani della firma dei trattati di Oslo) nuovi e più
cruenti attacchi. […]
Michael Sfaradi, l’Opinione, 2 marzo 2010
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Israele-Siria,
tregua a suon di mele
Tel Aviv, 2 mar - E'
iniziata oggi al valico di Quneitra l'esportazione di diecimila
tonnellate di mele dalle alture occupate del Golan verso Damasco. Le
operazioni di transito avvengono sotto la supervisione della Croce
Rossa internazionale con la cooperazione delle Nazioni Unite e
dureranno prevedibilmente alcune settimane. Il valore complessivo di
queste esportazioni è stimato in diversi milioni di dollari. Un momento
di distensione nei rapporti sempre molto tesi fra Israele e Siria. Si
tratta del quinto anno consecutivo in cui il valico di Quneitra viene
aperto per consentire l'introduzione in Siria di mele che - secondo il
portavoce militare israeliano - sono state prodotte nel Golan da
agricoltori non solo drusi-siriani ma anche israeliani. |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. |
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