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L'Unione informa
 
    12 marzo 2010 - 26 Adar 5770  
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Moked - il portale dell´ebraismo italiano
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  Roberto Colombo, rabbino Roberto Colombo, rabbino Vaiakèl e pequdè, due parashòt intere per ripetere come Moshè aveva impiegato tutte le offerte portate. Se non si fosse fatto un puntiglioso resoconto delle entrate e delle spese sicuramente tra gli ebrei qualche dubbio di regolarità sarebbe sorto. A voler fare della maldicenza si riesce sempre a trovare il modo, anche se il malcapitato è Moshè Rabbenu. (Rav Avigdor Neventzal)
Si avvicina Pesach e già si apprestano i preparativi che tra qualche giorno ferveranno nelle case ebraiche: riordini, pulizie, inviti per il Seder, riproposizione di antiche ricette e di tradizioni famigliari. Gérard Haddad, psichiatra ebreo francese che ha analizzato i riti alimentari che caratterizzano la vita ebraica, rileva: l'’integrazione dell’individuo nel gruppo è determinata da un atto di divorazione molto particolare che consiste nel "mangiare" le parole del Libro. Se il mangiare dunque trascina il sapere, Pesach è un punto centrale della riflessione sulla propria identità ebraica a cui raramente anche i più lontani rinunciano. Sonia
Brunetti Luzzati, pedagogista


Sonia Brunetti  
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  Memoria - Visitare il campo di Auschwitz,
la responsabilità di aiutare a comprendere


Il Museo dell’ex-campo nazista di Auschwitz ha pubblicato il Report annuale sul 2009. Come al solito, esso contiene una pagina dedicata alle provenienze nazionali dei visitatori. In essa viene dato conto di una novità sulla quale merita meditare. Ma diamo la parola ai dati: i visitatori sono stati 1.220.000 nel 2007, 1.130.000 nel 2008, 1.300.000 nel 2009. In ciascuno dei tre anni, i primi due paesi di provenienza risultano la Polonia (oltre un terzo del totale) e la Gran Bretagna. Tanto nel 2007 che nel 2008 seguivano Stati Uniti, Germania e Italia; nel 2009 invece seguono Italia, Israele (quasi alla pari) e Germania. Dal 2008 al 2009 i visitatori statunitensi si sono letteralmente dimezzati, forse in conseguenza della crisi economica. Peraltro nello stesso arco di tempo i visitatori israeliani sono aumentati del 50 per cento. Un eguale accrescimento è stato registrato per le provenienze dall’Italia, cresciute da 43.000 a 63.900. Da questi numeri deriva che la visita ‘italiana’ ad Auschwitz è ormai un fatto non più episodico, bensì sociale e tendente a essere strutturale (almeno nel breve periodo). Il Rapporto ci dice che quasi due terzi di tutti i visitatori sono studenti, ma non dettaglia tale ripartizione a livello di singola nazione; diciamo quindi grossolanamente che tra i visitatori italiani del 2009 vi erano quarantamila studenti. Se moltiplichiamo questo numero per due, tre, quattro ecc. otteniamo un dato sicuramente ingente. Comunque il solo fatto di essere divenuti la terza provenienza pone a tutti noi gravi responsabilità. Direi che è proprio giunta l’ora di avviare una riflessione pubblica su due questioni gravose: la qualità degli ausili didattici che i nostri studenti trovano in loco, il significato e le modalità del viaggio ad Auschwitz in un “treno della memoria”.

Michele Sarfatti,
direttore Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea


Qui Milano - Keren Hayesod 2010, creiamo insieme il nostro futuro

Qui MilanoNell’affascinante cornice di Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa, si è aperta ieri sera la campagna di raccolta 2010 del Keren Hayesod. L’associazione fondata nel 1920 in seguito alla Dichiarazione Balfour durante il Congresso mondiale sionista, festeggia i suoi novant’anni di progetti per sostenere Israele e rafforzare i suoi legami con gli ebrei della diaspora.
Ospiti d’onore della serata, introdotta dal giornalista Paolo Del Debbio, sono stati Gideon Meir, ambasciatore di Israele in Italia dal 2006, Yossi Peled, ministro senza portafoglio del governo Nethanyahu e Avi Pazner, presidente mondiale del Keren Hayesod. Diversi rappresentanti delle istituzioni locali e oltre 600 membri della Comunità sono intervenuti all’iniziativa, che ha alternato momenti solenni e atmosfere festose.
Toccante è stato il racconto di Yossi Peled, che ha rievocato la sua storia personale, dalla prima infanzia in Belgio durante la Seconda Guerra Mondiale, quando i genitori fuggiti dalla Polonia lo affidarono a una famiglia cristiana per salvarlo dalla deportazione, fino alla visita di pochi mesi fa in Germania, in veste di ministro e generale di uno stato ebraico “quando finalmente ho provato la sensazione che mio padre, ucciso nei campi di sterminio senza che io lo abbia mai conosciuto, fosse almeno un po’ orgoglioso di me”.
L’ambasciatore Gideon Meir ha sottolineato l’esigenza fondamentale di promuovere nel mondo un’immagine diversa di Israele, lanciando l’iniziativa di “Milano incontra Israele” per il prossimo autunno, una settimana di cultura israeliana nel capoluogo lombardo che fungerà da pilota per portare il progetto in tutte le città italiane.
Grandissimi gli applausi per Avi Pazner, che dopo 12 anni ha annunciato non si ricandiderà alla presidenza del Keren Hayesod, ringraziando Samy Blanga, presidente dell’associazione in Italia, e i suoi predecessori, per il grande lavoro svolto, perché “la comunità italiana, si è sempre distinta, anche nei momenti più difficili di questi anni, per il grande sostegno al Keren Hayesod e a Israele”.
Mentre sui maxi-schermi scorrevano le immagini legate ai numerosi progetti dell’organizzazione, in particolare rivolti ai giovani e agli olim hadashim (nuovi immigrati), in attesa del dessert, sono state distribuite ai partecipanti le fatidiche buste in cui sottoscrivere le donazioni. “Nonostante la crisi economica mondiale, nel 2009 il Keren Hayesod Italia è riuscita a raccogliere una cifra superiore a quella dell’anno precedente – ha ricordato Samy Blanga – Vi chiedo uno sforzo ancora maggiore, perché senza generosità non esiste identità ebraica, e il Keren Hayesod ha bisogno dell’aiuto di tutti per continuare a realizzare i sogni di Herzl e Ben Gurion”.

Rossella Tercatin


Qui Vercelli - Famiglia, religione e diritto interculturale,
le lezioni di rav Somekh e rav Momigliano all’università


SomekhLa facoltà di giurisprudenza dell'Università del Piemonte orientale Amedeo Avogadro, in collaborazione con l'Interreligious studies academy di Milano, organizza un seminario pubblicistico dal titolo “Famiglia, religioni e diritto interculturale”. I corsi si svolgono dal 11 marzo al 18 maggio 2010 nella sede di Alessandria. A inaugurare il ciclo di lezioni è il rabbino capo di Torino Alberto Somekh (nella foto mentre mostra una ketubah agli studenti). L'iter seminariale prevede dodici lezioni afferenti a diverse discipline, tutte quante riguardanti i temi - più che mai attuali - del diritto familiare e delle sue declinazioni nelle diverse culture e religioni che compongono la nostra società. La tradizione ebraica - esperienza giuridica quadrimillenaria, sottolinea rav Somekh - sarà protagonista anche nella seconda tappa del percorso: il 16 marzo infatti rav Giuseppe Momigliano, rabbino capo di Genova, esporrà una relazione dal titolo: Lo scioglimento del vincolo matrimoniale nel diritto ebraico. Seguiranno altri approfondimenti sul diritto islamico, su quello canonico, su quello induista, sull'incontro tra leggi e costumi diversi dovuto ai fenomeni migratori, sui matrimoni misti. Il seminario, nel suo insieme - spiega Roberto Mazzola, docente di diritto canonico nell'ateneo, uno dei responsabili scientifici del progetto insieme a Bianca Gardella Tedeschi e -  ha  un carattere programmaticamente interdisciplinare, pensato per mettere in luce la complessità delle tematiche affrontate e per creare confronti e sinergie tra differenti culture giuridiche.
La lezione di Somekh si è concentrata principalmente sulla costituzione del vincolo matrimoniale, “istituto cardine della vita del popolo ebraico. La tradizione ebraica, accanto al discorso spirituale ed etico, ne sviluppa anche uno prettamente giuridico”, spiega il rabbino. “Se non fosse presente l'aspetto legislativo - argomenta - la religione si ridurrebbe a un insieme di buoni consigli”. “Il vincolo matrimoniale - prosegue - assume il significato di un completamento reciproco tra un uomo e una donna in vista di un'entità, quella familiare, che trascende la singola persona”.
“Nella visione ebraica uomo e donna sono in egual misura indispensabili alla costituzione di una famiglia, perciò non si parla di gradi, spiega rav Somekh. È vero però che lui e lei non sono identici, sul piano fisico come su quello psicologico. La tradizione pertanto prevede dei ruoli determinati, tenendo conto delle inclinazioni specifiche legate al sesso”. “Il ruolo dell'uomo è quello di fulcro economico della famiglia”. La fonte di riferimento per il diritto ebraico è il Talmud, spiega Somekh, “prisma attraverso il quale si deve leggere la Torah se si vuole capirla. Esso prescrive al marito di amare sua moglie come se stesso e onorarla più di se stesso”. La posizione di centro economico impone al marito dei doveri stringenti nei confronti di sua moglie. Recita Esodo 21,10: “Non dovrà farle mancare il nutrimento, gli indumenti e la coabitazione”, ovvero il rapporto coniugale. “Qui sta una delle grande differenze tra il diritto ebraico e quello canonico, prosegue il rabbino: la sessualità, nel pensiero cristiano, è una concessione fatta all'istinto dell'uomo, mentre la castità rimane un'ideale. Nell'ebraismo invece non è così: l'esercizio della sessualità, nei confini della vita matrimoniale, si configura come un vero e proprio dovere”. L'altra grande differenza è l'esistenza del divorzio: “Il matrimonio cristiano è un sacramento per la vita, quello ebraico invece è dissolubile, non soltanto con la morte di uno dei coniugi”.
Il rabbino prosegue addentrandosi anche nelle piaghe del testo della Mishnah, spesso squisitamente giuridiche, che catturano l'interesse dell'uditorio accademico. Al termine della lezione descrive agli studenti la cerimonia nuziale ebraica, infine invita i curiosi a partecipare a un matrimonio che celebrerà lui stesso nella sinagoga di Casale Monferrato.

La bibliografia indicata da rav Somekh agli studenti giuristi comprende:
- Alfredo Mordechai Rabello, Introduzione al diritto ebraico: fonti, matrimonio e divorzio, bioetica, Giappichelli, Torino, 2002
- Ben Zion Schereschewsky, Family law in Israel, ed. Rubin Mass, Gerisalemme, 1984
- Maurice Lamm, The jewish way in love and marriage, ed. Harper % Row, New York, 1998
- Alberto Somekh, Il matrimonio ebraico, le ketubot dell'Archivio Terracini, Zamorani, Torino, 1997

Manuel Disegni
 
 
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  Comix - “Mickey Mouse in Gurs”

FumettoSe si esamina con attenzione la produzione di fumetti legati alla Shoah, si può notare che gli autori sono tutti figli o nipoti di deportati, che cercano di raccontare gli eventi drammatici dei parenti. Si può tranquillamente parlare di seconda generazione, così oggi si identificano coloro che raccontano i ricordi e soprattutto gli stati d’animo, i sentimenti con cui sono convissuti in casa nel dopoguerra.

FumettoPer citarne una Lizzie Doron, pubblicata in Italia dalla Giuntina, è un evidente esempio di seconda generazione di “testimoni”. Si tratta dei testimoni indiretti, di coloro che raccontano l’atmosfera e l’ambiente umano in cui sono cresciuti.
In realtà già nel 1942 un deportato iniziò a raccontare la sua Shoah. Si tratta di Horst Rosenthal e del suo “Mickey Mouse in Gurs”. Gurs era un campo di concentramento francese.

Andrea Grilli


Qui Firenze - L’arte come ponte di dialogo

Qui FirenzeFirenze e Tel Aviv hanno due storie molto diverse. Una è conosciuta in tutto il mondo per i suoi plurisecolari gioielli, l’altra sorse nel bel mezzo del nulla poco più di un secolo fa. Eppure le due città hanno deciso di camminare insieme nel nome dell’arte, grazie ad un progetto di interscambio culturale fortemente voluto da Alfonso De Virgiliis, presidente della Fondazione Premio Galileo 2000, e da Rodolfo Foti, presidente dell’associazione Italia-Israele di Firenze.
Il progetto, presentato in conferenza stampa insieme a Omer Mordechai, direttore del Tel Aviv Museum of Art, si svilupperà in due fasi. La prima prevede una mostra di una sessantina di opere degli artisti israeliani Adam Berg e Yossef Krispel. I dipinti verranno esposti per cinque settimane nelle sale del Palazzo Medici Riccardi, attuale sede della Provincia (l’inaugurazione è prevista per il prossimo settembre). E non sarà certo un’esibizione modesta e priva di appeal. La garanzia della bontà dell’evento - spiega De Virgiliis - “è la grande attenzione ad ogni minimo dettaglio mostrata da Mordechai in questi giorni”. In un secondo momento, nell’estate del 2011, saranno invece alcuni artisti toscani ad avere l’onore di esporre le proprie opere a Tel Aviv. Alle domande incalzanti dei giornalisti su chi saranno i fortunati, i due rispondono: “Non facciamo ancora dei nomi perché non vogliamo illudere nessuno”.
Il Tel Aviv Museum of Art rappresenta una vetrina di primissimo piano, che al suo interno ospita numerosi quadri di artisti di fama internazionale. Tra di essi molti italiani: fiore all’occhiello della collezione sono quattro opere realizzate da Giorgio de Chirico nel suo fertilissimo periodo metafisico. E presto ci sarà anche un quadro di Caravaggio. Il dipinto, che sarebbe dovuto arrivare in Israele insieme alla delegazione che ha recentemente accompagnato Silvio Berlusconi in Terra Santa, è ancora nel nostro paese. Colpa della stiva dell’aereo, troppo piccola per ospitare un quadro di quelle dimensioni. Episodio vagamente imbarazzante, tanto che l’ambasciatore italiano si è mobilitato per sbloccare in breve tempo la situazione. Mordechai ha la battuta pronta: “Saremmo stati contenti anche se ci avessero mandato un Caravaggio più piccolo”.

Adam Smulevich

 
 
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Neonazista svedese estradato per il furto dell'insegna
Stoccolma - Il neonazista svedese Anders Hoegstroem, mandante del furto dell'insegna del campo di sterminio nazista di Auschwitz sarà estradato in Polonia. Lo ha deciso una corte di Stoccolma. Hoegstroem, 34 anni, è stato arrestato l'11 febbraio per aver ordinato il trafugamento della celebre scritta «Arbeit Macht Frei» (Il lavoro rende liberi) che campeggia all'ingresso di Auschwitz avvenuto il 18 dicembre scorso. […]
La Repubblica, 12 marzo 2010

Israele ricuce lo strappo
Ma gli Usa insistono: «Subito il negoziato»

[...] Joe Biden atto III: dopo i ministri israeliani, è il premier Bibi Netanyahu a riconoscere che di gaffe s'è trattato e a presentare le scuse ufficiali per «il momento sbagliato» di quell'annuncio sulle nuove costruzioni. Il vicepresidente Usa è dietro le tende dell'università di Tel Aviv, quando gli leggono il perdono implorato. Ritarda un po', ed eccolo uscire. In platea, non c'è un solo ministro del governo israeliano, ma non conta: Biden chiude qui l'incidente - «a volte è proprio un vecchio amico d'Israele, come me, a dover far sentire forte la sua voce» - e chiede d'andare avanti coi negoziati indiretti fra israeliani e palestinesi.[...]
[…] Sorvola sull'ong (peraltro smentita dal sindaco) secondo la quale, a Gerusalemme Est, gli edifici progettati sarebbero in realtà 50 mila: «I negoziatori avranno tempo per risolvere questa e altre questioni. Non possiamo rinviare, gli estremisti sfruttano le nostre differenze d'opinione».  [...]
Francesco Battistini, il Corriere della Sera, 12 marzo 2010

Assad bifronte
Il Palazzo del popolo, in cima al monte Kassioun, domina tutta Damasco. La residenza ufficiale del presidente siriano è un edificio maestoso, che mette quasi soggezione. Sotto le imponenti volte intarsiate gli ospiti stranieri devono camminare su un tappeto rosso lungo 100 metri prima di essere accolti da Bashar Assad, 44 anni, al potere dal luglio 2000. Le visite di stato si susseguono a ritmo frenetico, come in nessun'altra capitale mediorientale: dal presidente francese Nicolas Sarkozy a re Abdallah dell'Arabia Saudita, dall'alleato strategico iraniano Mahmoud Ahmadinejad al primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan. Dal 18 al 20 marzo, anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, accompagnato dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, potrà ammirare dalle ampie vetrate una delle più antiche città del mondo e tentare di convincere Assad che è nel suo interesse collaborare sul piano politico, su quello delle riforme democratiche, delle relazioni commerciali, del turismo e degli investimenti. […]
[…] Oggi è un leader coccolato, che tutti vogliono coinvolgere perché ne riconoscono l'influenza nella turbolenta regione: in Libano, in Iraq, in Palestina, perfino nello Yemen, dove ha mediato per preservare l'unità del paese contro le spinte secessioniste della minoranza sciita, al punto da mettersi in contrasto con l'Iran. E sicuramente un interlocutore difficile e ambiguo che, da una parte, fa timide aperture all'Occidente e, dall'altra, rafforza l'asse con il blocco radicale, Iran-Hezbollah-Hamas, tanto per aumentare la sua forza contrattuale. Le ultime settimane hanno visto l'apoteosi del doppio gioco. [...]
Pino Buongiorno, Panorama, 12 marzo 2010

 
 
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Sull'ex ufficiale nazista Adolf Eichmann c'è un segreto di Stato
che il tribunale di Lipsa potrebbe obbligare a rendere pubblico
Berlino, 11 mar -
Il tribunale amministrativo di Lipsia potrebbe abolire presto il segreto di Stato sui documenti che raccontano gli ultimi 15 anni di vita di Adolf Eichmann, l'ex ufficiale nazista rifugiatosi in Sud America nel 1950 e rapito dagli agenti del Mossad 10 anni dopo per essere processato in Israele, dove fu impiccato nel 1962. Il ricorso era stato mosso da una giornalista tedesca, Gabriele Weber. La Weber, scrive il settimanale Der Spiegel, sostiene che i documenti su Eichmann - uno dei principali architetti della 'soluzione finale' di Adolf Hitler - debbano essere di dominio pubblico. I servizi segreti tedeschi Bnd, invece, non hanno alcuna intenzione di cedere alla richiesta, poiché sostengono che gran parte delle informazioni contenute nel voluminoso dossier sono state fornite da un servizio di intelligence straniero. Se fossero divulgate, secondo la Bnd, verrebbe compromesso il rapporto di fiducia tra gli 007 tedeschi e quelli di altri paesi, che in futuro non sarebbero più così disposti a collaborare con Berlino. Tuttavia, un giornalista argentino, Uki Goni, che per anni ha seguito casi di ex ufficiali nazisti fuggiti in Sud America, è convinto che quei documenti nascondano le prove dell'aiuto dato ad Eichmann dal governo tedesco e da funzionari italiani e del Vaticano.


Gerusalemme, Netanyahu assente all'inaugurazione
di una nuova sinagoga nella Città Vecchia
Gerusalemme, 12 mar -
L'inaugurazione di una sinagoga, appena restaura, all'interno della Città Vecchia, sta facendo salire la tensione a Gerusalemme. La cerimonia avrà luogo lunedì e saranno presenti, fra gli altri, alcuni ministri israeliani e i rabbini capo Yona Metzger e Shlomo Amar. Ma il premier Benyamin Netanyahu ha fatto sapere oggi che non ci sarà. Preferisce accontentarsi di un messaggio televisivo registrato per non creare irritazione, in particolar modo dopo il recente confronto con gli Stati Uniti sui progetti di estensione del rione ebraico di Ramat Shlomo, a Gerusalemme Est.
 
 
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