se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui |
|
|
 |
|
L'Unione informa |
|
|
|
14 luglio 2010 - 3 Av 5770 |
|
 |
|
| |
|
alef/tav |
|
|
 |
|
 |
Adolfo Locci, rabbino capo di Padova |
"Come
posso da solo sopportare il vostro disturbo, il vostro peso, le vostre
liti?" (Devarim 1:12) La stessa espressione è usata dal profeta Geremia
nel libro di Ekhà (1:1): "Come mai risiede desolata la città che era
piena di gente?" C'è un nesso tra queste due frasi? In tutte e due i
casi le domande poste sono indirizzate verso l'interno e non verso
l'esterno. Forse, per risolvere questioni che ci dividono e fermare il
corso di una decadenza, dovremmo riuscire a porci le giuste domande e
avere una grande onestà intellettuale per ammettere le nostre
responsabilità in tal senso, senza cercare al di fuori di noi le cause
dei nostri problemi.
|
 |
Per fare uscire un tuo amico dal fango, non aver paura di sporcarti. (Baal Shem Tov)
|
Alfredo Mordechai Rabello, giurista |
 |
|
|
 |
|
|
torna su |
davar |
|
|
|
|
Supernova SN2005E, storia di una stella
Sebbene in ambito cinematografico, l’esplosione di una stella sia un
effetto speciale piuttosto normale e ripetitivo, in campo scientifico è
un fenomeno che offre continuamente nuovi spunti di ricerca e di
riflessione sull’origine stessa dell’universo. L’esplosione
di una supernova rappresenta l’ultimo atto, distruttivo e spettacolare,
del ciclo evolutivo di una stella cosiddetta massiccia. Durante
l’esplosione viene liberata un’enorme quantità di energia e la stella
diventa così luminosa da splendere più di una intera galassia. La luce
emessa dalla stella in seguito all’esplosione ha una persistenza di
qualche mese ed è paragonabile alla luce che il nostro Sole è in grado
di irradiare in un miliardo di anni. Fino a oggi, gli scienziati
avevano identificato solo due modi in cui una stella, arrivata alla
fine della sua vita, potesse esplodere: sostanzialmente, per collasso
gravitazionale, nel caso di una stella massiccia (una stella molto
calda e luminosa) o per esplosione termonucleare, nel caso di una nana
bianca (una stella di piccole dimensioni, con una bassissima luminosità
e un colore tendente al bianco). Ora, grazie agli scienziati del
Weizmann Institute of Science, in collaborazione con altri scienziati
in giro per il mondo, si è riusciti a scoprire una terza tipologia di
supernova. La scoperta è stata ampiamente argomentata in uno studio
pubblicato sulle pagine della nota rivista scientifica Nature. La
supernova SN2005E venne avvistata per la prima volta dai telescopi nel
gennaio del 2005. Fin dall’inizio gli scienziati si accorsero di alcune
anomalie e iniziarono così a raccogliere e incrociare i dati raccolti
da diversi telescopi situati in giro per il mondo, misurando sia
l’ammontare di materiale espulso durante l’esplosione sia la
composizione chimica dello stesso. I dati raccolti risultarono
però contraddittori: la supernova si trovava in una regione periferica
dove non si erano mai verificate esplosioni di supernovae dal collasso
di un nucleo stellare. L’ipotesi che la stella d’origine potesse
essersi generata nel centro della galassia e successivamente migrata
verso la zona periferica venne quasi subito esclusa: “Ci sembrò
chiaro - spiega Hagai Perets, del Weizmann Institute of Science in
Israele e attualmente all’Harvard-Smithsonian Center - che ci trovavamo
davanti a un nuovo tipo di supernova”. Analizzando poi la sua
composizione chimica, essa non combaciava con quella riscontrabile in
supernovae del secondo tipo. Le nane bianche infatti sono composte
principalmente di carbonio e ossigeno, mentre la supernova SN2005E
risultava essere molto ricca in elio. SN2005E presentava inoltre
livelli insolitamente alti di calcio e titanio, tipici prodotti della
reazione nucleare che utilizza l’elio invece del carbonio o
dell’ossigeno. “Non avevamo mai visto uno spettro simile”, spiega
Paolo Mazzali dell’INAF Osservatorio astronomico di Padova, distaccato
presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e attualmente ospite al Max
Planck Institute for Astrophysics di Monaco. Mazzalli ha collaborato,
come membro di uno dei due team internazionali, alle ricerche su
SN2005E insieme ad altri colleghi provenienti dagli Stati uniti, dal
Canada, dal Cile, dall’Inghilterra e ovviamente da Israele come Avishay
Gal-Yam. Gli studi sulla nuova tipologia di supernova potrebbero
spiegare le alte concentrazioni di calcio presenti sia nell’universo
che nel nostro corpo e dare nuova linfa vitale agli studi sui
positroni, particelle di segno opposto agli elettroni generate in
seguito al decadimento degli elementi che compongono la cosiddetta
materia oscura: “La materia oscura - spiega Gal-Yam - potrebbe anche
non esistere, ma la presenza di positroni nei processi legati a questa
nuova forma di supernova ci fornisce ulteriori elementi per
approfondire l’argomento”. Uno dei prodotti della supernova SN2005E è
infatti una forma di titanio radioattivo che, come risultato del suo
decadimento, emette positroni. Anche se il termine "materia
oscura" può sembrare, per l’appunto, piuttosto oscuro, esso rappresenta
invece il termine che fisici, astrofisici e cosmologi hanno dato alla
materia che non emette luce visibile, onde radio, raggi X, raggi gamma
o altre tipologie di radiazioni elettromagnetiche. Si ritiene oggi che
la materia oscura sia molto più consistente della materia visibile e
che abbia svolto un ruolo fondamentale nella formazione della struttura
dell'universo a noi conosciuto.
Michael Calimani
Champions League – Hapoel Tel Aviv verso il passaggio del turno
Terminati
i mondiali sudafricani, avete nostalgia del calcio giocato e aspettate
impazienti il fischio di inizio del prossimo campionato? Non temete,
cari amici calciofili (o calciofolli), il menu è ricco anche in queste
settimane di canicola. Certo, dovrete accontentarvi di spettacoli di
profilo minore, ma le vostre partite e i vostri goal li avrete. Anzi,
forse non ve ne siete neanche accorti ma la Champions League è già
iniziata. Tra le squadre che hanno aperto le danze della massima
competizione continentale, insieme a improbabili compagini azere e
kazake, anche gli israeliani dell’Hapoel Tel Aviv, che ieri sera hanno
sfidato sul prato del Bloomberg Stadium i bosniaci del FK Zeljeznicar
nel match di andata del secondo turno preliminare della coppa con le
orecchie. I padroni di casa hanno iniziato la stagione alla grande: un
perentorio cinque a zero a loro favore è il ticket di ingresso (salvo
clamorosi ribaltoni nel match di ritorno) al terzo turno preliminare.
Protagonista assoluto della serata il centravanti di origine drusa
Maharan Lala con quattro reti. Gloria anche per Yossi Shivhon, tap in
vincente su respinta corta del portiere avversario. A questo punto in
casa Hapoel si attende con ansia il sorteggio di venerdì 16 luglio, che
decreterà gli accoppiamenti del prossimo turno ad eliminazione diretta,
penultimo ostacolo prima della fase a gironi. Fase mai raggiunta dai
rossi di Tel Aviv, che sognano di emulare il Maccabi Haifa, già due
presenze tra le 32 grandi del Vecchio Continente (2002-2003 e
2009-2010). Le possibilità ci sono, molti dei protagonisti della
positiva esperienza europea dello scorso anno, culminata con la
vittoria del gironcino di Europa League davanti ad Amburgo e Celtic
Glasgow, sono ancora a disposizione di mister Guttman. Anche la sorella
minore della Champions scalda i motori: in queste ore si preparano a
scendere in campo altre due squadre di Tel Aviv, Bnei Yehuda e Maccabi,
che domani sera affronteranno gli irlandesi dello Shamrock Rovers e i
montenegrini del Mogren Budva nella partita di andata del secondo turno
preliminare.
as
|
|
|
|
|
torna su |
pilpul |
|
|
|
|
Il rifiuto palestinese
Alle
ripetute, quasi quotidiane offerte e petizioni, rivolte dal governo
israeliano all’Autorità Nazionale Palestinese, affinché si riprendano
al più presto, senza alcuna precondizione, negoziati diretti di pace,
Abu Mazen ha risposto che essi “non sono per il momento all'ordine del
giorno”. Non stiamo qui a ripercorrere il secolare problema della
natura del conflitto mediorientale, delle diverse responsabilità delle
parti nella sua genesi e perpetuazione, delle eventuali, realistiche o
remote possibilità di soluzione, ma limitiamoci a interpretare il
significato di tale rifiuto. Da anni si assiste allo spettacolo
ridicolo di due autorità politiche, insediate a pochi chilometri l’una
dall’altra, le quali, per parlarsi, sono costrette a fare la spola con
capitali lontanissime, in complicate ed estenuanti triangolazioni. La
cosa apparirebbe, evidentemente, del tutto priva di senso, ma soltanto
ove si dia per presupposto che entrambe le parti - quantunque divise
sugli specifici contenuti di un ipotetico accordo, nei suoi vari
aspetti – siano almeno accomunate dal desiderio di pervenire comunque,
in qualche modo, a una forma di intesa. Ma che tale desiderio comune
esista è tutto da dimostrare, e molti segnali sembrerebbero indicare
l’esatto contrario. Alcune immagini del recente passato, in
particolare, si impongono, nel complesso e ponderoso contenzioso
arabo-israeliano, per la loro estrema chiarezza e semplicità
comunicativa. Tutti ricordano, per esempio, il ritorno in patria,
rispettivamente, di Yasser Arafat e di Ehud Barak, dopo che, il 25
luglio 2000, si registrò il fallimento, a Camp David, delle lunghe
trattative svolte, sotto l’egida del Presidente americano Clinton, per
pervenire a un accordo definitivo di pace. Tutto il mondo poté
assistere alle immagini del premier israeliano che scendeva la scala
dell’aereo a capo chino, per poi scusarsi contrito, di fronte alla sua
nazione, per il proprio insuccesso. E tutto il mondo, nelle stesse ore,
poté assistere alla scena di un Arafat trionfante, che alzava le dita
al cielo nel gesto di vittoria, innanzi a un’immensa folla esultante.
Un’incontenibile gioia, esibita in mondovisione, per avere fallito, per
non avere raggiunto l’accordo, alla cui realizzazione si era lavorato –
meglio, si aveva fatto finta di lavorare – per lunghi anni, col
coinvolgimento di migliaia di persone. Quanto all’odierno rifiuto
dell’attuale dirigenza palestinese, si era immaginato che i palestinesi
avrebbero avuto convenienza a intavolare trattative dirette in questo
momento, per approfittare dell’attuale momento di difficoltà e
debolezza del governo israeliano. Ma forse, mentre viene mantenuta
alta, nelle piazze islamiche, la tensione antisraeliana, si è preferito
non concedere all’avversario il piccolo beneficio d’immagine di una
stretta di mano. Ma tant’è. Chiediamoci solo, per un attimo, quali
sarebbero i commenti internazioni se fosse Israele a rifiutare di
sedersi a un tavolo negoziale. Ma si tratta di una domanda,
evidentemente, molto ingenua.
Francesco Lucrezi, storico |
|
|
|
|
torna su |
rassegna stampa |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
In
queste ore si stanno decidendo le sorti della nave Al Amal (la
speranza) che vuole portare aiuti dichiarati umanitari a Gaza.
Gheddafi, tramite il chiacchierato figlio Seif El Islam, l’ha
organizzata per rispondere alle accuse di tenere una posizione troppo
filooccidentale, e per questo qualsiasi attacco contro Israele serve
perfettamente. Quale sia in queste ore la realtà è difficile dire.
Radio 1 ha detto alle 7 che sarebbe ferma in mezzo al mare con i motori
in avaria. Altri sostengono che sarebbe circondata dalle motovedette
israeliane in alto mare; la Libia sostiene che continua la sua rotta
verso Gaza mentre il capitano avrebbe comunicato agli israeliani che
avrebbe deciso di fare rotta verso l’Egitto (da dove si cercherebbe poi
di far arrivare il carico nella Striscia). Ne parlano oggi praticamente
tutti i quotidiani. Desidero sul tema sottolineare il pezzo di
Tramballi sul Sole 24 Ore che,
se non altro, dà per certo che la nave faccia rotta verso l’Egitto, ma
che afferma con sicurezza che sarebbe circondata dagli israeliani
(mentre Israele lo ha smentito). Tramballi scrive anche che Israele è
particolarmente attenta alle sorti di questa nave che batte bandiera
moldava perché la Moldavia è la terra natale del ministro Lieberman,
che quindi non potrebbe subire un affronto proprio in simili
circostanze. Strana teoria visto che il blocco è dichiarato a tutte le
navi. Nell’articolo si trovano anche parole che definiscono i 9 morti
della Flotilla: “alcuni passeggeri”; parole queste che si accompagnano
a quelle utilizzate da Giorgio in altro articolo sul Manifesto:
“civili turchi”. Mi appaiono difficili da accettare termini come
attivisti, pacifisti e altri simili letti nei giorni scorsi per
definire quelle persone che volevano morire da martiri. Mancavano
ancora queste definizioni di passeggeri e civili ed ora il quadro
appare completo. Sullo stesso tema Salerno sul Messaggero
aggiunge che dalla Giordania una nuova spedizione porterà beni di prima
necessità passando per il Sinai. Nulla da eccepire, ma quando Salerno
scrive che questi beni scarseggiano o sono del tutto assenti a Gaza
viene da chiedergli sa ha letto le affermazioni di Hamas che sostiene
che questi sono presenti in abbondanza (come d’altronde tutti i video
dimostrano). Nelle prossime settimane negli USA si
celebreranno le nozze della figlia dei Clinton con un americano di
religione ebraica. Molto interessanti sono le spiegazioni date su La Stampa alle
diverse alternative che hanno gli ebrei che scelgono di avere un
matrimonio misto; troviamo ben due articoli, uno di Molinari, ed un
altro che viene presentato come intervista a Rav Riccardo Di Segni che risponde a 5 domande. Sul Corriere
Frattini parla del grande capitalismo nato negli ultimi decenni in
Israele e sulle intenzioni del governo Netanyahu di regolamentarlo. Libero
apre una pagina importante su Morando Morandini e sul suo passato di
fascista acceso. Anch’egli ha dimenticato quanto scriveva prima della
guerra? Bene ha fatto Festorazzi a riportare le sue parole di allora e
a confrontarle con le posizioni che poi sostenne nel dopoguerra. Non
appare così del tutto strano se il figlio di Morandini, Paolo,
divenne poi un terrorista rosso. E su chi fu fascista ed ebreo, nel
caso specifico Renzo Ravenna, podestà a Ferrara per molti anni,
leggiamo invece sul Corriere
nella quotidiana risposta di Romano ai lettori. Ravenna fu un podestà
molto amato dai ferraresi fino a poco prima della promulgazione delle
leggi razziali; rimase poi in Italia fino all’8 settembre quando trovò
rifugio in Svizzera. Liberal scrive sulle ancora poco chiare vicende
dello scienziato nucleare iraniano Amiri scomparso mentre era in
pellegrinaggio alla Mecca e ricomparso in America; fu rapito o cercò di
rifarsi una vita in occidente? Al momento sembra solo che stia tornando
verso casa passando attraverso il Pakistan; potrebbe anche trattarsi di
un nuovo scambio (magari dalle tragiche conseguenze) con i prigionieri
americani detenuti in Iran. Staremo a vedere nei prossimi giorni. Sull’Unità
si legge una intervista al segretario dell’OLP Rabbo: il pensiero
politico di De Giovannangeli, che firma questa intervista, è ben noto a
tutti i lettori del quotidiano che difficilmente dà spazio a posizioni
filoisraeliane. Non leggiamo infatti nessuna di quelle domande che
servirebbero a presentare un’intervista al segretario dell’OLP che non
appaia invece come una vetrina per l’intervistato. . Il Foglio
spiega i tentativi di togliere dal commercio in Egitto il racconto
Mille e una notte; dicono gli oppositori di questo racconto che si
tratta di letteratura accettabile in occidente, ma loro hanno una
cultura differente (parole queste da tenere bene in mente). Su Liberal Tariq
Alhomayed analizza a fondo i recenti cambiamenti nella politica
internazionale di Barack Hussein Obama; la popolarità del presidente è
in forte calo ed ora questi cambiamenti potrebbero essere gli estremi
tentativi per salvarsi nelle elezioni di medio termine. Infine Avvenire parla
della tavoletta con scritte a carattere cuneiforme ritrovata a
Gerusalemme: risale al 1400 dell’e.v., 400 anni prima di re Davide. Già
allora Gerusalemme era una importante città che manteneva relazioni con
il lontano Egitto.
Emanuel Segre Amar |
|
|
|
|
torna su |
notizieflash |
|
|
|
|
Il presidente Mubarak non sarà ricoverato in Germania Il Cairo, 14 lug - Hosni
Mubarak non si recherà in Germania per ragioni di salute. A riferirlo
fonti diplomatiche vicine alla presidenza della repubblica egiziana che
hanno smentito informazioni di fonte libanese circa un viaggio di del
Presidente egiziano. Il giornale indipendente Masri el Yom oggi
riferisce che il presidente è in buona salute e domenica riceverà
separatamente il presidente dell'Anp Abu Mazen (Mahmoud Abbas) e il
premier israeliano Benyamin Netanyahu. Altre fonti affermano che il
rinvio della visita di Netanyahu in Egitto - che ieri sembrava essere
stata procrastinata sine die - aveva per obiettivo di evitare di
collegare la visita alla vicenda della nave libica di aiuti per le
popolazioni di Gaza che dovrebbe attraccare ad un porto egiziano.
Secondo la stampa locale i dirigenti egiziani hanno infatti preferito
rinviarla ancora nella speranza che nel frattempo si concluda la
vicenda della nave Amalthea. Da Israele si fa notare che per Netanyahu
l'obiettivo principale del colloquio è di aggiornare Mubarak sulle
intese da lui raggiunte la settimana scorsa a Washington con il
presidente Barack Obama e chiedere il suo intervento per convincere il
presidente palestinese Abu Mazen (Mahmud Abbas) ad avviare al più
presto negoziati diretti con Israele. Nel frattempo la stampa
israeliana afferma che in Israele c'é grande apprensione per le
condizioni di salute di Mubarak. Il quotidiano Yediot Ahronot scrive in
merito che egli soffre di un tumore e che il suo stato fisico peggiora
"di giorno in giorno". Lo stesso giornale conferma però che
contrariamente a quanto pubblicato da alcuni giornali arabi, Mubarak
non ha per il momento alcuna intenzione di tornare in Germania per
sottoporsi a una nuova serie di cure. |
|
|
|
|
|
torna su |
|
L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross. Avete
ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. |
|
|