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L'Unione informa
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24 agosto 2010 - 14 Elul 5770 |
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alef/tav |
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Roberto
Della Rocca,
rabbino |
Ieri
sera presso la Comunità di Trieste ho presentato il libro di rav Akiva
Tatz "Percorso di vita, idee, spiritualità e valori ebraici nella
società moderna" edito da Mamash. Un testo che può costituire un
compito di grande importanza soprattutto nella formazione dei nostri
giovani e per quegli adolescenti che dopo il bar mitzwa non sono più
coinvolti in qualche tipo di educazione ebraica. Akiva Tatz, nato in
Sudafrica, svolge la sua attività di medico e rabbino in Gran Bretagna
e con questa sua opera ribadisce una concezione qualitativa della
nostra identità aiutandoci a sviluppare una capacita di pensare in modo
ebraico e una possibilità di leggere il mondo non solo attraverso gli
occhiali della cultura dominante ma cercando di riappropriarci della
nostra propria cultura.
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Accogli ogni disastro chiedendo: quanto sarà importante fra cinque anni?
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Vittorio
Dan Segre, pensionato |
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davar |
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"DafDaf, una sfida difficile per noi giovani giornalisti"
E'
in distribuzione in questi giorni, insieme al numero di settembre di
Pagine Ebraiche, il numero zero di DafDaf, il nuovo giornale ebraico
per bambini. Prendere in mano nelle scorse la prima copia stampata per
la redazione è stata un’emozione molto grande. Perché il giornale
ebraico dei bambini è il frutto di un percorso complicato ed
entusiasmante. Noi giornalisti ci siamo immersi in una nuova dimensione
di lavoro, grazie all’aiuto di tante persone, primi fra tutti i membri
del Comitato scientifico. Che cosa troveranno i giovani e giovanissimi
lettori sfogliando DafDaf? Troveranno molti elementi, alcuni
divertenti, altri educative, alcuni completamente nuovi e altri che
forse i loro genitori riconosceranno come provenienti dai tempi della
loro infanzia.
Ci saranno aspetti di approfondimento sulla cultura ebraica e su Israele, poi racconti, giochi, rubriche... Nell’anno
di lavoro che sta per concludersi è nata l’idea di creare un giornale
rivolto ai bambini. Piano piano l’idea si è trasformata in un progetto
e così è arrivato anche il momento in cui il vortice dei possibili
contenuti doveva tradursi in qualcosa di molto concreto: in pagine.
Pagine da sfogliare, come suggerisce il nome del giornale. A questo
punto le difficoltà erano molte. La mancanza di esperienza nel campo.
La necessità di adattarsi allo spazio a disposizione, che sembra
immenso quando è vuoto, ma diventa drammaticamente insufficiente quando
inizia a riempirsi. La volontà di dare ai bambini un giornale
divertente, ma anche capace di insegnare qualcosa. Per risolvere
questi problemi abbiamo chiamato a raccolta molti esperti. Momento
fondamentale di incontro con loro sono state le due settimane di
Redazione aperta a Trieste. È proprio nel giardino della colonia
carsica di Opicina, in mezzo a tanti futuri piccoli lettori di dafdaf,
che molto del contenuto di questo numero è stato ideato. Anche dal punto di vista grafico abbiamo avuto potuto contare su contributi d’eccezione.
La
testata e la copertina sono state donate a DafDaf da due grandi
disegnatori italiani Paolo Bacilieri ed Enea Riboldi, che ha seguito la
realizzazione del giornale con consigli quotidiani. A Trieste poi sono
venuti a trovarci, carichi di disegni e suggerimenti, Franco Valussi,
da vent’anni protagonista in casa Disney e autore della famosa saga dei
“Promessi topi”, e Walter Chendi che ha firmato pochi mesi fa la
graphic novel “La porta di Sion”. I lettori di DafDaf avranno la
possibilità di scoprire questi disegnatori numero dopo numero, nella
pagina dedicata alla “Matita del disegnatore”, che li racconta
cominciando proprio con Paolo Bacilieri. DafDaf non poteva
dimenticare un’altra esperienza analoga, entrata nella storia delle
pubblicazioni ebraiche in Italia, il mitico “Giornale per noi”, uscito
negli anni Settanta e Ottanta. Guardare verso il futuro, mantenendo un
legame diretto con il passato. Proprio da “Per noi” provengono alcuni
contenuti, come il racconto illustrato da Emanuele Luzzati e il
personaggio del rav Basquiz. Nel giornale ebraico per bambini
entra una risorsa fondamentale per i bambini ebrei, le scuole ebraiche
di quattro comunità italiane: Roma, Milano, Torino e Trieste. In DafDaf
viene dato spazio ai loro lavori perché alunni e insegnanti possano
condividere i loro progetti, ma anche scoprire e ispirarsi a quello che
succede nelle altre realtà. C’è un’ultima parte del giornale che
forse per deformazione professionale, abbiamo ritenuto importante
inserire: i temi d’attualità. Notizie che, sia pur non quotidiane,
possano aiutare i bambini a comprendere e approfondire aspetti del
mondo in cui vivono. Nel corso dei lavori, il Comitato è rimasto
in contatto costante, nonostante le vacanze estive, utilizzando lo
strumento della teleconferenza, che ha consentito un continuo scambio
di opinioni. Ad assicurare un contenuto di valore e originale sono
intervenuti gli scritti dei tre rabbini, oltre alle pagine dedicate al
mese di Tishri e alle sue ricorrenze. E ci siamo sforzati di trovare
una formula per inserire qualche parola in lingua ebraica.
Una
maratona di 15 differenti versioni grafiche, realizzate, poi scartate,
poi riprogettate da zero ha prodotto il risultato di 16 facciate in
mezzo tabloid, suddivise in tre sezioni: Quanti storie (letture,
racconti, letteratura e svago), Sfoglio e imparo (educazione e mondod
elle scuole), Notizie fresche (giornalismo e attualità per i lettori
giovanissimi), e altrettanti livelli di lettura, indicati nella parte
superiore di ogni pagina (Per chi comincia a leggere, Per chi si sente
già sicuro, Per lettori esperti). Fra le tante novità del nuovo
giornale su cui ha insistito il direttore in accordo con il Comitato di
esperti, un forte accento sull'educazione ebraica informale e
sull'educazione alle Middot (qualità del carattere, piuttosto che
accumulo formale delle nozioni). Una rubrica fissa (PingPong) dedicata
nel solco della tradizione ebraica al confronto fra le differenze e
all'arricchimento che ne consegue. Uno
spazio dedicato alla presentazione di un giovane lettore (Io sono) e al
concorso a premi collegato all'iniziativa. Inaugura questa pagina nel
numero zero Chiara, di 11 anni, che lamenta come a Torino manchi un
ristorante kasher e dichiara che da grande vorrebbe essere cuoca, o
attrice. Ora che il numero zero sta arrivando nelle case, una
nuova grande sfida attende nel 5771 la redazione: trasformare DafDaf in
un appuntamento atteso, in un compagno di giochi, di lettura e di
crescita. Sperando di ricevere tanti consigli proprio da chi più di
chiunque può aiutarci: i lettori di DafDaf, che saremo sempre felici di
ascoltare e incontrare. Un breve momento di felicità in redazione non
può farci dimenticare che molto resta da fare e da migliorare perché il
giornale cresca bene e assuma una sua fisonomia meglio definita e più
rispondente alle esigenze del lettore. Perché i giornali, si ripete
sempre a noi giovani giornalisti in redazione, non devono essere
realizzati per riempire fogli bianchi, ma per parlare con i lettori. Si
scrivono nella speranza di essere letti e sfogliati, con curiosità e
allegria.
Rossella Tercatin
Qui Trieste - Percorso di vita e voglia di futuro
Lo
straordinario successo di partecipazione e di coinvolgimento registrato
dall'intervento del rav Roberto Della Rocca al Museo ebraico della
Comunità di Trieste (un successo che va ben al di là dei termini
numerici di una sala straboccante di pubblico nonostante il torpore di
queste giornate estive) testimonia del crescente interesse che la
minoranza ebraica in Italia sta suscitando anche nella società
circostante. Accolto dal presidente della Comunità ebraica
triestina Andrea Mariani e dalla presidente del museo ebraico “Carlo e
Vera Wagner” Gianna Wagner De Polo, il direttore del dipartimento
Educazione e cultura Ucei ha presentato la nuova edizione italiana di
“Percorso di vita. Idee, spiritualità e valori ebraici nella società
moderna” (Mamash edizioni), un testo che illustra alcuni dei principi
più profondi dell'ebraismo, dimostrando come queste idee possano e
debbano guidare le nostre decisioni, le nostre scelte più importanti,
le nostre relazioni e il nostro sviluppo interiore. Daniele Cogoi,
triestino oggi presidente in Gran Bretagna della comunità ebraica di
Chelsey, ha onorato la propria famiglia in memoria dei genitori Dario e
Claudia sostenendo questa edizione che sarà fra l'altro offerta in dono
a tutti i giovani della comunità. Nei momenti di festa che hanno
fatto seguito alla conferenza, sulla rinnovata terrazza del museo di
via del Monte, ai piedi del colle di San Giusto, si respirava già
un'aria di grande progettualità per le numerose scadenze autunnali che
attendono la comunità e l'insieme delle istituzioni ebraiche italiane
(a cominciare dalla Giornata europea della cultura ebraica, ormai alle
porte), di apertura alla cittadinanza e di desiderio di comprendere la
propria identità, di preservarla e di tramandarla nelle generazioni.
“Per questo motivo - ha affermato il presidente della Comunità Andrea
Mariani - al di là del tema dell'arte che caratterizza quest'anno la
Giornata della cultura, fra le varie iniziative in cantiere molte
saranno dedicate al tema del matrimonio ebraico”. Nella grande sinagoga
della comunità giuliana si celebreranno in questi giorni numerosi
matrimoni ebraici, anche come segno, alla vigilia del nuovo anno
ebraico, di fiducia e di speranza per un futuro positivo.
Bejahad 5770 - La vigorosa
rinascita di Zagabria
Il
palazzo d’inizio secolo è in pieno centro di Zagabria, elegante e
appena celato dal verde. Ci si inerpica di qualche piano e una volta
oltrepassate le abitazioni si accede agli uffici della Comunità
ebraica. Basta varcare quella soglia per immergersi in un’atmosfera
ariosa, allegra, impregnata di un ebraismo vivo. All’effetto
contribuiscono senz’altro i lampadari argentei e dorati cesellati con
delicatezza a melograni, fiori e frutti da un artista israeliano che
tornano nella piccola sinagoga e le pareti e finestre candide decorate
da maghen David trasparenti. Ma più del luogo fisico, a colpire il
visitatore è l’energia che circola negli ambienti comunitari. Siamo nel
pieno dei preparativi per il festival Bejahad, progetto lanciato
proprio dalla piccola Comunità croata. Con il vicepresidente Vladimir
Salomon, il rav Kotel Da-Don e il presidente della Comunità ebraica di
Trieste Andrea Mariani si discutono i dettagli dell’organizzazione. Si
entra nel vivo della quotidianità di un evento che coinvolge centinaia
di persone (dalla carne kasher al meccanismo delle prenotazioni) senza
mai trascurare quell’afflato ideale che sta ispirando la fiorente
rinascita delle Comunità ebraiche dell’ex Jugoslavia. Oggi la vita sta
infatti tornando in quest’area d’Europa, così crudelmente segnata dalla
storia degli ultimi settant’anni. A Fiume la piccola Comunità (oggi
meno di duecento persone) ha inaugurato due anni fa la rinnovata
Sinagoga con una grande festa. A Zagabria, dove la Comunità ebraica
conta 1500 persone, la rinascita si traduce in regolari attività di
culto, nella possibilità di rispettare la kashrut e soprattutto in una
nuova scuola che accoglie oggi quasi 60 bambini. La riunione si sposta
proprio qui, per un incontro con le insegnanti e gli alunni. Il
contesto dell’istituto intitolato a Lauder e Hugo Kon è ben diverso da
quello che accoglie la sede comunitaria. La zona è periferica,
l’immobile anonimo. Ma all’interno torna a farsi sentire la stessa
magica energia. “Qui – spiega la direttrice Josenka Rafaj – i bambini
possono frequentare le sette classi della scuola primaria. Fin dalla
prima il programma prevede lo studio dell’ebraico, con il metodo Tal
am, e dell’inglese. In quarta si aggiunge il francese e, per chi lo
desidera, dalla quinta il latino e dalla settima il greco”. Il
risultato è che i bambini più grandi sono del tutto in grado di
interloquire con i visitatori italiani alternando l’ebraico e
l’inglese. E qualcuno non esita ad avventurarsi in un elementare
italiano, perché da tempo sono in atto degli scambi tra le classi di
Zagabria e quelle della scuola della Comunità ebraica di Trieste e più
volte in estate i ragazzi croati sono stati ospiti della Colonia di
Opicina. “Il rapporto con le Comunità di Croazia e Slovenia – spiega il
presidente della Comunità ebraica di Trieste Andrea Mariani – è per noi
molto importante. Si tratta di realtà con cui vi è una forte vicinanza
storica e culturale che stanno vivendo una fase di grande crescita.
Sentiamo il dovere di essere loro vicini in questo momento così
delicato mettendo a loro disposizione le nostre strutture e la nostra
esperienza in un rapporto che non è certo a senso unico. Da queste
Comunità abbiamo infatti tanto da imparare in termini di entusiasmo e
intraprendenza”.
(In
alto la sinagoga di Zagabria in un’immagine del 1906. Costruita nel
1867 accoglieva oltre 500 persone. Fu distrutta nel 1941 dagli
ustascia. Al suo posto oggi si trova un parcheggio. E’ in atto un
progetto per la sua ricostruzione).
Daniela
Gross, Pagine Ebraiche, luglio 2010
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pilpul |
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Una lezione di diplomazia
Bisogna
dare atto a Benedetto XVI di avere dato al mondo una lezione di
diplomazia. Durante l'Angelus di domenica scorsa da Castelgandolfo il
papa, rivolgendosi ai fedeli nel consueto italiano, è poi passato
rapidamente al francese per ricordare che l'uomo è vocato da D-o
all'accoglienza e al rispetto delle diversità e che per Gesù gli ultimi
saranno i primi. Perché questa virata? A buon intenditor poche parole,
recita il proverbio. In questo caso il messaggio deve essere arrivato
forte e chiaro al presidente francese Sarkozy, già rimproverato nei
giorni scorsi da alti prelati per il suo piano-nomadi, che prevede tra
le altre cose il rimpatrio "volontario" anche dei rom comunitari.
Nessun riferimento esplicito, nessuna esternazione chiara: un semplice
cambio di idioma, esito sublime di millenni di felpatissima diplomazia.
Ancora una volta la voce che si leva più decisa contro la
discriminazione dei rom in Europa è quella della Chiesa. Molti altri
potrebbero e dovrebbero pronunciarsi sull'argomento di più e meglio. In
ogni caso il tema rom è uno straordinario indicatore sulla qualità
delle democrazie in cui viviamo, poiché queste persone possono essere
considerate gli "ultimi" della società. Pur essendo numericamente una
minoranza esigua, i rom attirano su di sé il massimo della riprovazione
sociale possibile, vengono ritenuti soggetti devianti e generalmente
sono vissuti dalla maggioranza come una minaccia alla civile
convivenza. I politici lucrano un consenso proponendo misure rigide per
controllarli, sebbene sappiano che i numeri non sono tali da destare
alcun allarme sociale diffuso (ben altri sono i pericoli veri per la
sicurezza!), e questo impedisce un dibattito pubblico che non sia
infarcito di slogan e proclami eccessivi. Occorre vigilare e denunciare
ciò che non va bene su questa questione, poiché essa mostra
impietosamente il livello di inciviltà cui siamo giunti. Ricordandoci
anche della famosa poesia di Brecht (la cui attribuzione in realtà non
è certa): vennero a prendere gli zingari...
Tobia
Zevi, Associazione Hans Jonas
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rassegna stampa |
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Il cordoglio della comunità ebraica
Roma,
23. Un «sincero amico e fautore del dialogo e della comprensione fra le
religioni»: così viene definito monsignor Alberto Abloridi dal
presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane (Ucei), Renzo
Gattegna, che ha voluto associarsi al dolore per la scomparsa del
vescovo emerito di Livorno. […]
L'Osservatore Romano, 24 agosto 2010
Di Segni: da lui tracce solide d'apertura
«Mantengo
vivo e caro il ricordo» del vescovo Alberto Ablondi «nella speranza che
il suo esempio e il suo insegnamento abbiano lasciato solide tracce».
Così il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, esprime il suo «grande
rammarico» per la scomparsa del presule in una testimonianza ad
Avvenire. [...]
Giacomo Giambassi, Avvenire, 24 agosto 2010
«Moked», il Portale dell'ebraismo italiano
«L'espulsione dei rom è una vergogna per l'Europa»
Anche
nella comunità ebraica italiana c'è chi si indigna per le espulsioni
dei rom dalla Francia e per le dichiarazioni del ministro Roberto
Maroni. «Fa vergogna all'Europa» così scrive Donatella Di Cesare su
«Moked», il portale online dell'ebraismo italiano. «Mentre i turisti
vanno e vengono, tra Bali, New York e le Seychelles - si legge
nell'articolo - i rom e i sinti vengono sottoposti a una espulsione
poliziesca coatta spacciata come scelta volontaria». [...]
Il Manifesto , 24 agosto 2010
La Francia contro il Papa: «Sui rom le
critiche sono ingiuste»
Il
giorno dopo, le parole del Papa fanno ancora eco. Il suo appello da
Castelgandolfo lanciato in francese ha spaccato la Francia laica e
illuminista. «L' accoglienza degli uomini di tutte le origini» non è
piaciuta al governo di Sarkozy. A insorgere per primo è stato il
ministro dell'Immigrazione che - punto sul vivo - ha subito manifestato
tutta la sua indignazione iniziando con bilanci, con dare e avere di un
bilancio all'interno dell'Europa: «A questa fratellanza universale la
Francia fa molto più della sua parte. Noi siamo il secondo paese al
mondo dopo gli Stati Uniti, abbiamo superato il Canada in materi
d'asilo». [...] Ma il
ministro dell'Immigrazione non è l'unico a indignarsi: insieme a lui ci
sono il ministro dell'Agricoltura, Bruno le Maire che insieme ad un
gruppo di colleghi reclama «il principio della separazione totale fra
Chiesa e Stato». [...]
Manila Alfano, il Giornale, 24 agosto 2010
Il castagno di Anna Frank fiorirà ancora
«Il
nostro castagno è in piena fioritura dai rami più bassi alla cima è
carico di foglie e molto più bello dell'anno scorso»: così, il 13
maggio 44, scriveva nel suo Diario la quattordicenne Anna Frank. Oggi
la violenza del vento e della pioggia ha abbattuto il grande albero, il
castagno di Anna che cresceva dietro il nascondiglio dove la ragazza
ebrea si rifugi invano, l'albero che era ormai malato ma che resisteva
al suo posto da un secolo e mezzo come un testimone muto. [...]
Giuseppe Montesano, Il Mattino, 24 agosto
2010
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notizieflash
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Europei
basket - Israele passeggia in Lettonia
La
nazionale israeliana di basket, dopo la brutta e inattesa sconfitta
interna con l’Italia, era chiamata a un pronto riscatto in Lettonia per
tenere ancora vive le speranze di qualificazione ai campionati europei
del 2011 (si qualificano le prime e le due migliori secondi dei vari
raggruppamenti). Missione compiuta: il quintetto di Israele ha sbancato
Riga con un roboante 92 a 56 che consolida il secondo posto nel gruppo
A. Gli uomini di Shivek non avevano alternative ai due punti: un passo
falso e sarebbero stati superati in classifica dagli azzurri. Dopo un
avvio titubante - forse causato dalla tanta tensione accumulata nelle
scorse ore - gli ospiti hanno preso rapidamente il largo, chiudendo i
giochi a metà partita. I padroni di casa, più arrendevoli di quanto si
potesse immaginare alla vigilia, hanno opposto una resistenza modesta.
Adesso, per essere sicura di ottenere la qualificazione diretta senza
dover affrontare la lotteria dei gironi di ripescaggio, la nazionale
israeliana deve vincere i due ultimi match in calendario contro
Finlandia (in casa) e Montenegro (in trasferta).
LETTONIA 56 – 92 ISRAELE
CLASSIFICA
GRUPPO A
MONTENEGRO 10 (5-1), ISRAELE 8 (4-2), ITALIA 8 (4-3), LETTONIA 4 (2-5),
FINLANDIA 2 (1-5)
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche.
Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili.
Gli
utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per
concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste,
in redazione Daniela Gross.
Avete
ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it
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