se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai  click qui  
 
  logo  
L'Unione informa
 
    30 agosto 2010 - 20 Elul 5770  
alef/tav   davar   pilpul   rassegna stampa   notizieflash  
 
Moked - il portale dell´ebraismo italiano
alef/tav    
  Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma Riccardo
Di Segni,

rabbino capo
di Roma
Sarà la magistratura a chiarire le dinamiche e le responsabilità di quanto è successo nella sala parto dell'ospedale di Messina, dove due medici avrebbero litigato mettendo a rischio una partoriente là presente e il bambino che doveva nascere. Ma questo episodio getta un'insolita luce su un brano biblico, tanto importante quanto complicato. E' la legge della parashà di Mishpatim (Esodo 21:22) che dice: "se due uomini litigano e colpiscono una donna incinta e i suoi figli escono e non ci sarà una disgrazia ecc."Su questo brano si basano vari e importanti principi giuridici, dalla responsabilità di lesioni non intenzionali, alla modalità di rifusione del danno fino alla valutazione dello status del feto. E' proprio su questo brano (letto nella versione ebraica o nella traduzione greca) che si definisce la diversa visione giuridica ebraica e cristiana sull'aborto. Ma aldilà di questo, la scena che descrive la Torà è strana. Perché due uomini che si azzuffano dovrebbero colpire e danneggiare proprio una donna incinta e non una persona qualsiasi? L'incidente di Messina spiega che questo è possibile, anche oggi, in modi nuovi. In altre situazioni si direbbe che la realtà supera l'immaginazione, qui si può dire che la realtà supera il midrash. 
Il Foglio di ieri se la prende con monsignor Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, per il suo attacco alla politica di espulsioni dei rom portata avanti dalla Francia, accusandolo di aver paragonato le espulsioni dei rom a un "nuovo olocausto". In questi termini, del resto, la notizia è stata data anche da altri giornali, fra cui El Mundo e l'Unità. Leggendo attentamente sui giornali che la riportano il testo dell'intervista rilasciata da monsignor Marchetto, però, leggiamo non che i rom "sono vittime di un olocausto", bensì che essi "sono stati vittime anch'essi di un olocausto". La differenza è abissale, perché Marchetto non fa un inaccettabile parallelo fra l'Olocausto e le espulsioni, ma si riferisce al fatto storico che i rom e i sinti sono stati sterminati durante l'Olocausto, uno sterminio che non è un'opinione politically correct di Marchetto, ma un fatto storico: dai quattro ai cinquecentomila i sinti e i rom sterminati, del dicembre 1942 il "decreto di Auschwitz" emanato da Himmler con cui si decretava la loro deportazione nei campi di sterminio, il campo degli zingari, ad Auschwitz, 21000 i prigionieri che vi passarono, gli ultimi tremila mandati alle camere a gas nella notte fra l'1 e il 2 agosto del 1944. L'aver trasformato un passato "sono stati vittime" in un presente "sono vittime" cambia quindi notevolmente il senso del discorso, come del resto fa ogni cattiva lettura. Ma purtroppo viviamo in un'epoca in cui nessuno sa più l'italiano e anche quando lo conosce non fa la fatica di leggere quel che è davvero scritto, ma quel che si immagina, o che gli fa comodo, sia scritto.  Anna Foa,
storica
Anna Foa, storica  
  torna su
davar    
 
  Qui Livorno - Un anno per il caporale Shalit

AbbaziaPrigionieri di Sion - Assirè Zion - sono tutti quei nostri fratelli che per anni, per decenni, hanno vissuto sotto regimi totalitari e antisemiti, regimi che li hanno tenuti segregati dal resto del mondo ebraico e spesso li hanno fatti oggetto di persecuzioni. Il loro desiderio di salire verso Israele e di ricongiungersi con i correligionari nel mondo li espose a dure repressioni e all’impossibilità di emigrare. Oggi che questa segregazione non esiste più, dobbiamo levare un pensiero reverente e riconoscente a chi ha mantenuto nelle avversità la propria fede e la volontà di restare unito all’Am Israel. Sono stati questi moderni Amanti di Sion - Chovevè Zion - che hanno tenuto accesa la fiamma dell’ebraismo in un periodo oscuro e hanno così permesso il rafforzamento del nostro Stato. Avvicinandosi i Giorni Terribili - Yamim Noraim - in cui si ricordano con commozione i propri defunti, si elevi un pensiero anche a coloro che per Sion hanno lottato e sofferto, e in particolare al caporale Gilad Shalit, tuttora nelle mani dei suoi spietati rapitori in una sconosciuta prigione. A tutti i lettori dell'Unione informa va il nostro più caldo augurio di Chatimà Tovà e Mo’adim le-Simchà

Samuel Zarrough, presidente della Comunità ebraica di Livorno

Qui Venezia - Un anno per la comprensione

AbbaziaSi apre il 5771, l’anno nel quale gli ebrei italiani sono chiamati a rinnovare gli strumenti che permettono al nostro ebraismo di avere una vita organizzata e strutturata. Da come li rinnoveremo dipende un’alternativa vitale: riusciremo a ricreare qualcosa di genuinamente ebraico che rappresenti degnamente i valori che ancora ci caratterizzano, o costruiremo un bellissimo castello destinato a sgretolarsi al primo soffio, seppellendo quanto resta di un passato glorioso? Voglio augurare a tutti noi che in quest’anno Ha-Kadosh Barukh Hu ci doni la capacità di comprenderci fra di noi, in modo da poter tutti collaborare a costruire un futuro valido e stabile.  Kethivà wa-chatimà tovà.

Elia Richetti, presidente dell'Assemblea rabbinica italiana e rabbino capo di Venezia

Qui Firenze - Un anno per risolvere i problemi

AbbaziaMutuando un esempio classico del marketing, il leader di una comunità dovrebbe comportarsi come quell'amministratore che estrae casualmente una pallina da un sacchetto che ne contiene alcune bianche e le altre di vari colori, ciascuna in gradazioni dal più scuro al più chiaro. Se la sfera estratta è bianca, rappresentazione di una soluzione ottimale esistente, egli la deve riconoscere come tale e rimetterla nel sacchetto. Se invece la sfera è colorata, egli deve adottare delle iniziative o strategie per farla diventare, se non proprio bianca, almeno di tonalità più chiara. Se si procede con metodo e con costanza in questa direzione, alla fine avremo tutte palline bianche, cioè problemi e situazioni ben impostati e ben risolti. E' questo l'augurio che io formulo ai presidenti delle ventuno comunità ebraiche italiane.
Shanà Tovà

Guidobaldo Passigli, presidente della Comunità ebraica di Firenze

Qui Milano - Un anno per riscoprire il legame con il passato

AbbaziaIl periodo che precede l’inizio di un nuovo anno rappresenta un momento in cui i nostri pensieri si rivolgono al futuro. Nel Talmud, nel trattato di Sukkah leggiamo “Se ascolterai l’antico, ascolterai il nuovo”. Da questo passo comprendiamo che, nell’ebraismo per costruire un autentico rinnovamento, occorre mantenere il legame con il passato, senza lasciarsi distrarre dalle mode passeggere e necessariamente superficiali. In questo 5771 auguro alle nostre Comunità di poter guardare avanti per costruire un futuro che affondi le sue radici nelle fonti dell’eternità del popolo ebraico: le sue tradizioni.

Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano


L'integrazione e la pace

DafDafUna lunga intervista con Il re di Giordania, Abdallah II, è stata trasmessa ieri sera dal primo canale della televisione israeliana. Nato nel 1962, il re parlato con calma, senza la solita retorica contro Israele, più come un giovane amico memore dell’amicizia fra suo padre re Hussein e il premier Rabin. E ha allargato il campo delle conversazioni che si apriranno questa settimana, il 2 settembre, a Washington fra israeliani e palestinesi. “Il quadro più largo per il popolo israeliano è l’integrazione d’Israele nel mondo arabo-islamico. Questo è il premio”, ha detto. Poco dopo è tornato sull’argomento aggiungendo: “Se israeliani e palestinesi si siederanno al tavolo e risolveranno i loro problemi, allora tutti questi elementi che tentano di agire per la distruzione di Israele, non avranno più una giustificazione, non solo nella regione ma anche più lontano da qui”. Argomento per ora ipotetico, ma non privo di fascino. L’integrazione di Israele nel Medio Oriente sarebbe indubbiamente una meta che meriterebbe dei sacrifici.

Sergio Minerbi, diplomatico


Giovani ebrei italiani: Gheddafi, spettacolo indecente

DafDafIl presidente dell'Unione giovani ebrei italiani ha dichiarato: “Lo spettacolo offerto ancora una volta da Gheddafi è indecente, non vorremmo che il nostro paese divenisse il palcoscenico per le prediche integraliste del dittatore libico”. “Il prossimo incontro lo faccia con noi e ci renda conto delle condizioni disumane degli immigrati in Libia, dei diritti umani non rispettati o degli ebrei cacciati e uccisi dal suo paese nel 1967. È giunta l’ora che una volta per tutte vengano definiti gli indennizzi e i risarcimenti degli ebrei dovuti scappare dai pogrom del 1967 e di tutti gli italiani con l’avvento al potere di Gheddafi nel 1970, questione di cui siamo certi il governo Berlusconi se ne farà interprete. Invece che invitare l’Europa alla conversione, Gheddafi studi e si renderà conto che i suoi show sono possibili grazie a quella cultura ebraico cristiana che hanno reso oggi l’Europa libera, laica e democratica.”


National Geographic: a Tel Aviv la Miami beach del Mediterraneo

Tel AvivSabbia fina, ombrelloni, bar e ristoranti, campi da calcio e beach volley, palestre all’aperto. È il lungomare di Tel Aviv, chilometro dopo chilometro in grado di soddisfare le esigenze di qualsiasi amante della tintarella. Oggi la vivace spiaggia che nella lunga estate israeliana diventa il cuore della vita della città, diurna e notturna, ha visto ufficializzare le sue ambizioni di meta ideale per vacanze all’insegna delle due emme (mare & movida). La prestigiosa rivista National Geographic ha inserito la spiaggia di Tel Aviv al nono posto della top ten delle spiagge cittadine del mondo. Prime tre classificate Barcellona, la sudafricana Cape Town, e Honolulu, arcipelago delle Hawaii, tanto per capirci. Scrive il National Geographic: “Nella ‘bolla’, come viene spesso definita la città per la tendenza dei suoi abitanti a rimanere indifferenti di fronte alle tensioni della regione, si trovano ristoranti, locali, discoteche aperte fino all’alba. E di giorno è a disposizione una spiaggia che si estende per oltre otto miglia (13 chilometri), letteralmente a pochi passi dalla città”. Così Tel Aviv si è guadagnata la definizione di Miami Beach del Mediterraneo, e vede legittimata la sua aspirazione a diventare un polo di attrazione per il turismo giovane, che abbina volentieri bagni e discoteche alla visita delle bellezze naturali e storiche che Israele offre in ogni luogo. Considerando che nelle sere d’agosto, lungo la promenade (tayelet in ebraico), si sente parlare più francese, inglese e italiano dell’ebraico, il percorso sembra imboccato.

Rossella Tercatin


Qui Genova - Cultura ebraica in mostra

permutazioniPer il presidente della Comunità ligure Maurizio Ortona “non si può non cominciare dal più grande, Lele Luzzati: in collaborazione con il Museo Luzzati, grazie all'amicizia del direttore Sergio Noberini, abbiamo allestito, nel museo ebraico, una vasta panoramica dell'opera di Luzzati, intitolata Viaggio nel mondo ebraico”. Questo viaggio è l'interpretazione che Luzzati dette dell'ebraismo: lo comunicò con scenette, disegni, maschere e scenografie, teatrini e stoffe. A Genova, il fulcro della Giornata Europea della Cultura Ebraica 2010, dedicata al tema dell'arte, è la mostra allestita per l'occasione nei locali del museo ebraico. La mostra è divisa in tre diverse sezioni, le quali daranno modo agli spettatori di seguire un percorso lungo le tappe più significative della storia ebraica, attraverso l'occhio degli artisti che l'hanno rappresentata.
“Per approfondire la conoscenza del personaggio - Ortona (nell'immagine) continua a spiegare l'omaggio della Comunità di Genova al grande illustratore - abbiamo invitato a parlare Giacoma Limentani, scrittrice, romanziera e traduttrice assai sensibile ai temi della tradizione e della cultura ebraica, la quale ebbe un sodalizio artistico e amicale con Luzzati, il quale illustrò alcuni suoi scritti”. Nel corso della mattinata “interverrà anche Carla Gianini, la moglie di Giulio Gianini, regista con cui Luzzati lavorò in molte occasioni”.
Le altre sezioni della mostra sono dedicate; una all'allestimento realizzato dal Centro Ebraico Pitigliani di Roma, che, sotto il titolo Gente che viene gente che va, racconta gli spostamenti e le migrazioni, più o meno forzati, del popolo ebraico nel corso della storia: l'altra, “sempre per rimanere nell'ambito dell'arte figurativa - spiega il presidente Ortona - è dedicata ad un giovane talentuoso artista della nostra Comunità, Claudio Eliezer Tommasetti”.
A conclusione della mattinata al museo ebraico è prevista una lezione del rabbino capo di Genova rav Giuseppe Momigliano, incentrata sul tema dei significati e simboli dei colori nella tradizione ebraica.
“La seconda parte della giornata - spiega Ortona - si terrà invece nella zona del Porto Antico. In piazzale Mandraccio verrà eseguito, da trenta ballerini, un inedito spettacolo di danze ebraiche: ci trasferiamo in piazza, nel centro di Genova, con l'intento di allargare il più possibile la partecipazione della cittadinanza”.

Manuel Disegni


Qui Monte San Savino - L'omaggio ad Amos Oz 

Jack ARBIBA oltre due secoli dalla scomparsa dell'ultimo ebreo di Monte San Savino in seguito ai moti antifrancesi e antigiacobini del 1799, nelle strade e nelle piazze del piccolo borgo della Valdichiana aretina per un giorno si torna a parlare ebraico. L'evento clou della Giornata Europea della Cultura Ebraica (nell'immagine un momento della Giornata 2009), ormai un appuntamento fisso per i sansavinesi (che alcuni in zona chiamano “gli ebrei della Valdichiana”) sarà una mostra dedicata ad Amos Oz, penna e coscienza critica di Israele che non ha mai nascosto l'orgoglio di scrivere in quella lingua dal sapore antico che per lui ha “il suono melodioso di un pregiato strumento musicale” e di cui è ambasciatore nel mondo. “Dopo così tanto tempo era importante far sentire una voce ebraica a Monte San Savino - spiega Jack Arbib, principale artefice della riscoperta di quella poco conosciuta identità sansavinese attraverso l'associazione culturale Salomon Fiorentino -. Abbiamo scelto di incentrare il nostro programma sulla figura di Oz perché, oltre ad essere uomo del dialogo e della tolleranza, è il rappresentante di punta dell'ebraico, lingua che ama in modo viscerale e che sfrutta in tutto il suo potenziale espressivo”. La mostra, che si compone di una quarantina di fotografie ispirate agli scritti dell'autore del celebre pamphlet Contro il fanatismo, è un percorso ciclico nelle emozioni: pensieri di uno scrittore che diventano parole di un libro, parole di un libro che si trasformano in immagini, immagini che tornano pensieri in chi le osserva. “Il nostro vuol essere un piccolo omaggio a un grande protagonista della letteratura contemporanea - continua Arbib -. Sarà un'esperienza interattiva e coinvolgente: estratti dei suoi libri verranno letti e discussi da poeti, scrittori e gente di ogni tipo. Abbiamo inoltre il piacere di ospitare una delegazione del comune di Arad, sua attuale città di residenza, che ci ha permesso di esportare la mostra a Monte San Savino e che ci aiuterà con la recitazione dei testi in ebraico. Ripeto, è fondamentale che da queste parti si torni a sentire una eco ebraica”. L'inizio della Giornata, come da tradizione, avverrà con la donazione di alcuni volumi alla biblioteca di Monte San Savino (“forse l'unica struttura comunale in Italia ad avere una sezione dedicata alla letteratura ebraica”, dice Arbib) e proseguirà con varie iniziative dislocate in più punti. Oltre agli appuntamenti dedicati ad Oz, in programma una gustosa conversazione tra Arbib e l'artista Mimmo Grasso che cercherà di individuare punti di contatto tra la lingua della Torah e il dialetto napoletano, un concerto di musica ebraica del flautista e cantore Eyal Lerner, un itinerario guidato dall'architetto Sergio Bianconcino alla scoperta dei luoghi di residenza e socialità degli ebrei sansavinesi, declamazione di poesie ebraiche e degustazioni dei migliori vini kasher. In distribuzione anche una maglietta speciale della Giornata, disegnata da Mimmo Paladino. Conclusione al Cimitero Ebraico in zona Campaccio, per una visita ma soprattutto per una preghiera. “Ci tengo molto a chiudere con un kaddish, anche perchè questo cimitero è per me un luogo della memoria. Quando l'ho visto per la prima volta era in condizioni pessime. Constatando l'incuria in cui versava mi è venuta in mente la mia storia familiare, il nostro cimitero ebraico in Libia distrutto da un regime folle, e ho pensato: figli senza padri e padri senza figli. Così ho deciso di prendermene cura come se al suo interno vi fossero sepolti parenti e amici”. L'impatto con le erbacce e la desolazione del Campaccio risale al 2001. Da allora di strada, nella valorizzazione del patrimonio ebraico di Monte San Savino, ne è stata fatta molta. Dal restauro della sinagoga, un tempo deposito di rifiuti del Comune e adesso nuovamente agibile, alla nascita dell'associazione culturale Salomon Fiorentino, soggetto basilare nel lavoro di ricerca e costruzione di ponti con la società, per arrivare a una serie di iniziative editoriali e museali che stanno riscuotendo molto successo. Come Le Ketubbot di Monte San Savino, mostra dedicata ai contratti matrimoniali ebraici a cura di Stefania Roncolato (autrice del libro omonimo edito da Giuntina), che è stata a Tel Aviv e sarà presentata al centro Pitigliani di Roma domenica prossima.

Adam Smulevich


Qui Padova - Elevazioni e Permutazioni

permutazioniIn occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, il 5 settembre 2010, la Comunità ebraica di Padova offre, tra le diverse attività in programma, un percorso tra Ghematrià e permutazioni attraverso i lavori di 23 artisti italiani e stranieri che si sono prestati a reinterpretare i concetti principali della mistica ebraica con opere di pittura, scultura, fotografia, video. La mostra Elevazioni & permutazioni 2, nata dalla collaborazione tra Maria Luisa Trevisan e Nadine Shankar, docente di filosofia all’accademia di Belle Arti Bezalel di Gerusalemme, verrà allestita nei locali della ex sinagoga tedesca in via delle Piazze con una parte delle opere esposte nei mesi estivi al Laboratorio di ricerca d’arte contemporanea PaRDeS di Mirano.
Nella tradizione ebraica, dai circoli della Merkavà al movimento Chassidico e oltre, le lettere dell’alfabeto ebraico, e tanto più quelle che compongono il nome di Dio, forniscono una possibile chiave di lettura non solo della Torah, ma della realtà stessa che ci circonda. (...)

Michael Calimani

Questo articolo prosegue sul Portale dell'ebraismo italiano moked.it


Arte ebraismo

AbbaziaUn titolo significativo per la Giornata Europea della Cultura Ebraica del prossimo 5 Settembre. In una società come quella italiana ed europea che si confronta quotidianamente con le sfide e i problemi del multiculturalismo con passi in avanti e pericolosi passi indietro, l’arte è uno strumento di divulgazione e di comprensione dell’altro. L’arte, soprattutto contemporanea, è stata spesso interprete delle tendenze culturali e sociali in atto e talvolta anticipatrice di queste. Non è un caso che moltissime espressioni oggi dell’arte, della cultura, della grafica e della multimedialità si confrontino con i temi sociali e fra questi spicca il tema dell’integrazione, così importante e spesso così malposto agli occhi dell’opinione pubblica per molteplici motivi, politici spesso, ma anche legati alla fretta di consumare le notizie e alla mancanza di un progetto culturale di integrazione, che garantisca i diritti ma che preveda i doveri, che garantisca il multilinguismo ma che valorizzi la lingua italiana….. Da Livorno capofila, da Roma, dalla mia Milano e da tutte le città piccole e grandi quest’anno abbiamo un’occasione in più, grazie al tema scelto, per far e farci conoscere e per essere uno stimolo e un esempio di pacifica e stimolante convivenza fra tutte le componenti sociali e culturali della società.

Riccardo Hofmann, Consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

 
 
  torna su
pilpul    
 
  Tacchi a spillo. L’Italia e l’Islam

di cesareFino a che punto l’economia detta legge sulla politica? Fino a che punto contano il mercato, gli affari, il profitto? E sotto la pressione della crisi economica regge ancora la democrazia parlamentare? C’è da dubitarne - in Occidente e soprattutto in Italia. In tale contesto non stupisce la visita di Gheddafi. Non è la prima volta. Gli affari sono affari, anche se non hanno molto a che vedere con il bene pubblico e sono spesso privati, tanto privati da passare sotto silenzio.
Al di là poi dei petrodollari, la Libia si è offerta di «collaborare» per fare in modo che i disperati, che attraversano il deserto, non giungano fino alle rive del mediterraneo. Non importa come. Il sipario è calato su quel che avviene dietro le quinte. La coscienza è alleggerita e alla fin fine grata alla Libia che si offre come equivoco bastione per difendere la fortezza dell’Europa.
Grata al punto da considerare stravaganze e bizzarrie le mosse studiate e ponderate dell’ambiguo «leader» libico (perché poi «leader»? Non governa con poteri quasi assoluti da decenni?). Così oggi i giornali parlano di «show» a proposito della lezione sul Corano imposta da Gheddafi, esponente del panarabismo e restauratore della shari’a nel suo paese da dove, tra linciaggi e agguati mortali, nel 1967 - in concomitanza con la guerra dei sei giorni in Israele - furono cacciati tutti gli ebrei.
Una lezione sul Corano. Un monito affinché l’Islam sia la religione del futuro in Europa. Che male c’è? La domanda non nasce solo da quel «disincanto del mondo» che ha colpito da tempo l’Occidente. Qui il disincanto si mescola con il cinismo molto italiano, aumentato a dismisura negli ultimi tempi.
Tacchi a spillo, gonne attillate, generose scollature: immagine indegna e umiliante dell’Italia al femminile - promossa dal governo - pronta a vendere la propria presenza per un po’ di euro, a mettersi sul mercato per ascoltare una lezione di Corano. Non sanno o fanno finta di non sapere come sono trattate le donne nel mondo mussulmano? Certo non saranno tra le firmatarie dell’appello per salvare Sakineh dalla lapidazione. Pensano a sé: incassano i soldi e colgono la lezione sul Corano come una opportunità per una eventuale carriera. Seguono supinamente l’economia e le sue leggi (l’etica, ci dicono, è ormai un optional).
Non riflettono sul fatto che la donna come «altro», la donna nella sua alterità, non riesce a trovare spazio nell’Islam? Il che è poi sintomo della tendenza alla dominazione, alla difficoltà a riconoscere qualsiasi «altro» non musulmano. Il modo in cui vengono trattate le donne è infatti sempre la spia di una civiltà. Non ci riflettono perché, a loro volta, sebbene nella modalità diversa di un paese non pre-moderno, ma post-moderno, eppure irriducibilmente maschilista, sono soggetti secondari, persone non libere, perché non rispettate. Consapevoli o no, costituiscono un insulto per le donne di questo paese.

Donatella Di Cesare, filosofa
 
 
  torna su
rassegna stampa    
 
 
leggi la rassegna
 
 

“Ebrei geneticamente diversi”. Germania, furore per Sarrazin
Berlino -  Si riparla, a Berlino, di patrimonio genetico degli ebrei come fattore diversificante, ed establishment, media e società insorgono. Il discorso è lanciato dal personaggio più controverso del momento: Thilo Sarrazin, alto dirigente della Bundesbank e membro della Spd (partito socialdemocratico, sinistra, all'opposizione). Per difendere le sue tesi sull'effetto disastroso dell'immigrazione musulmana in Germania e in Europa, che già hanno spaccato il Paese, egli ha dichiarato tra l'altro in un'intervista a Welt am Sonntag «Tutti gli ebrei hanno un determinato gene, i baschi anche hanno un gene che li distingue da tutti gli altri». Durissime, scandalizzate le reazioni del governo e della comunità ebraica: Sarrazin ha passato il segno. [...]
Andrea Tarquini, la Repubblica, 30 agosto 2010

 
 
  torna su
notizieflash    
 
 
Europei basket - Sconfitta indolore e qualificazione per Israele
Al termine di un girone pieno di emozioni e colpi di scena, la nazionale israeliana di basket, nonostante la sconfitta subita domenica sera in Montenegro (79-69), stacca il biglietto buono per i Campionati Europei del 2011 in Lituania. Se gli uomini di Shivek si fossero imposti sul parquet di Podgorica, cosa che era nelle loro possibilità, avrebbero chiuso i conti come prima forza del raggruppamento, ottenendo la certezza di un posto a Vilnius. La vittoria non è arrivata ma poco male: grazie a una serie di combinazioni favorevoli, la seconda posizione in classifica vale comunque la qualificazione diretta. Montenegro spesso davanti e ospiti molto imprecisi (Casspi solo 5/20 dalla lunga distanza), il ko slavo è giusto ma non fa male. Festa grande anche per le donne: il quintetto rosa, sconfiggendo la Romania per 79 a 72, si è guadagnato l'accesso agli Europei femminili.
 
 
    torna su
 
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche.
Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili.
Gli utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it per concordare le modalità di intervento.
Il servizio Notizieflash è realizzato dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in collaborazione con la Comunità Ebraica di Trieste, in redazione Daniela Gross.
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”.