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31
agosto
2010 - 20 Elul 5770 |
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Roberto
Della Rocca,
rabbino
Le
due sezioni più corte della Torah, Nitzavìm e Vajelekh si leggono
spesso insieme e quasi sempre nell'ultimo Shabbat dell'anno, quello che
precede il Rosh Ha-Shanà. Il paradosso è che Nitzavìm
significa
stare fermi mentre Vajelekh significa andare, camminare. Il popolo
ebraico che sta andando in Israele per costruire un nuovo progetto
viene invitato a fermarsi, “Attém Nitzavìm”, “ Voi starete
fermi…” (Deuteronomio, 29;9), viceversa Moshè che è costretto a
fermarsi nel cammino verso Eretz Israel, è colui che va, che cammina,
“Vajelekh Moshè”, “Moshè andò..” (Deuteronomio, 31;1). Chi viene
sollecitato a muoversi è bene che ogni tanto si fermi a pensare e ad
ascoltare, chi invece sente bloccato il proprio cammino deve continuare
ad andare avanti fino al limite concesso. Mi sembra questa una
sollecitazione significativa per proiettarci con senso di maturità
verso un nuovo anno.
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Maurizio
Molinari,
giornalista
La possibile costruzione di una moschea a ridosso di Ground Zero divide
gli americani fra i difensori del progetto in nome della libertà
religiosa e gli oppositori secondo i quali si tratterebbe di un'offesa
alle vittime dell'11 settembre. Nel confronto molto acceso una voce
pacata è quella di Timothy Dolan, arcivescovo cattolico di New York,
che ha suggerito una soluzione ispirata al precedente del convento
delle carmelitane ad Auschwitz. Negli anni Novanta si trattò di un
progetto che oppose la Chiesa, che difendeva il diritto di erigere una
imponente croce davanti al lager, e le comunità ebraiche che la
consideravano un tentativo di impossessarsi della memoria delle vittime
della Shoà. "A decidere fu Giovanni Paolo II - ha ricordato Dolan -
stabilendo che il convento si sarebbe fatto ma non in quel posto".
Suggerendo una via d'uscita alla crisi.
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Rosh haShanà 5771...
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...Un anno per la pace
L’augurio di quest’anno non può prescindere dalle situazioni serie che
coinvolgono contemporaneamente ebrei e non ebrei. Primo tra tutti il
programma nucleare dell’Iran fondamentalista, una questione che non ha
trovato ancora soluzione e che diventa ogni giorno più grave. Poi la
situazione in Israele. Negli ultimi anni la distanza emotiva e
culturale delle popolazioni del medioriente nei confronti di Israele si
fa sempre maggiore. Quando si parlava anni addietro di un’ondata di
odio che cresceva nei confronti di Israele, si era in una situazione
ancora sopportabile. Non ci illudiamo che tale ondata di odio sia stata
superata dal trattato di pace con Egitto e Giordania, essa viene invece
alimentata in modo strumentale e chi governa Israele non si rende
sempre conto dello stato delle cose. Noi ebrei della Diaspora dobbiamo
acquisire una consapevolezza maggiore e pensare ai compiti che ci
derivano qui in Europa dove ci si crogiola sempre più nella fiducia
verso coloro che si autoproclamano nostri migliori amici. Ricordiamoci
che i muri delle incomprensioni possono generare facilmente l’ostilità
anche dove non ve n’è traccia. Il nostro compito principale è
quindi di allargare l’atmosfera culturale di amicizia fraterna nei
confronti degli ebrei e ricordare che il pericolo maggiore per noi è
l’isolamento.
Amos
Luzzatto, presidente della Comunità Ebraica di Venezia ed ex presidente
Ucei
...Un anno vissuto ebraicamente
Nelle preghiere che recitiamo durante i due giorni di Rosh Hashanà, più
volte esprimiamo il concetto che il sostegno fondamentale per le nostre
suppliche si trovi nel merito acquisito dal mancato “sacrificio di
Isacco”. Tuttavia, il brano della Torà che racconta l’episodio solenne
della ‘Akedàt Ytzchak (legatura di Isacco; Genesi cap. 22), atto di
grande fede richiesto ad Abramo, lo leggiamo nel secondo giorno mentre
il primo giorno, leggiamo il brano che racconta vicende di vita
quotidiana relativi alla crescita di Isacco (Genesi cap. 21). Se
l’ultima prova del nostro primo patriarca costituisce un elemento
fondamentale nel processo di Teshuvà sarebbe stato opportuno fissarne
la lettura nel primo giorno. Questa disposizione delle letture bibliche
di Rosh hashanà ci vuole indicare che una vita ebraica si fonda sia su
momenti solenni sia sulla quotidianità. Per Abramo, come per tutti noi,
vivere i problemi quotidiani del nostro ebraismo richiedono forse uno
sforzo maggiore rispetto a quello necessario per un gesto - anche se
solenne – da compiere poche volte all’anno o addirittura una volta
nella vita. Quando in questi giorni il Bet HaKeneset si riempirà di
tante persone, molte delle quali non sono solite frequentarlo,
rinnoviamo il nostro impegno affinché tutti possano trasmettere la
solennità di questo momento in tutti gli altri giorni dell’anno fino a
che, ognuno di noi, possa dimostrare di aver trasformato un ebraismo
“occasionale” in uno, più difficile sì, ma quotidiano.
La sopravvivenza delle nostre Comunità passa necessariamente per questo
percorso...Shanà Tovà.
Adolfo Locci, rabbino capo di Padova
...Un anno di serenità
La Comunità Ebraica di Verona si sta preparando a celebrare la
festività di Rosh Ha-Shanà insieme a tutte le Comunità Ebraiche
Italiane. Auguro a tutti un buon anno 5771 foriero di pace e serenità.
Ketivà va chatimà tovà.
Carlo Rimini, presidente della Comunità Ebraica di Verona
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Qui Milano - La cultura
ebraica in primo piano
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Arte
e ebraismo. Nel capoluogo lombardo il tema scelto per la Giornata
europea della cultura ebraica del 2010 non poteva che declinarsi “alla
milanese”: concerti, conferenze, mostre. Le tradizionali visite guidate
alla sinagoga centrale di via Guastalla (nell'immagine) rimangono uno
degli appuntamenti più cari alla cittadinanza, e quest’anno si è scelto
di andare oltre: la sinagoga diventa il cuore e il contenitore di tutte
le iniziative, come spiega l’assessore alla Cultura della Comunità
ebraica Daniele Cohen. “La giornata della Cultura
rappresenta un
momento di incontro importante sia con la città di Milano, sia con gli
iscritti alla Comunità. Per questa ragione abbiamo tenuto a offrire
ospitalità in quello che è un luogo simbolo dell’ebraismo milanese a
tutti coloro che interverranno alle manifestazioni”. [...]
Rossella
Tercatin
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Qui Mantova - Un
patrimonio inestimabile
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Può
una città come Mantova mancare a un appuntamento dal titolo Arte ed
Ebraismo? Certo che no, e la Comunità mantovana ha preparato una serie
di eventi che anche quest’anno anticiperanno di pochi giorni il
Festivaletteratura, così da offrire a concittadini e visitatori un
motivo in più per varcare le soglie della settecentesca Sinagoga. Per
la mattinata di domenica 5 settembre è prevista la consueta apertura
del Tempio Norsa di Mantova, dove - oltre alle visite guidate - verrà
presentato, dal vice presidente Emanuele Colorni, il poderoso lavoro di
digitalizzazione del prezioso archivio della Comunità, prossimo a
essere inserito tra i fondi più rilevanti del circuito virtuale
bibliotecario territoriale ad accesso nazionale. [...]
Angelica
Bertellini
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Qui
Mantova - Lo splendore di Sabbioneta
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A
Sabbioneta è stata appena restaurata la bellissima sinagoga: il 5
settembre si inaugureranno ufficialmente i restauri conservativi (Via
Bernardino Campi, 1 Tei. 0375.52039 - info@sab-bioneta.org). La
conferenza di presentazione dei restauri sarà alle 17 a Palazzo Forti:
vi parteciperanno Fabio Norsa, Alberto Sarzi Madidini, Alain Elkann,
Emanuele Colorai, Massimo Terzi e Giovanna Gola.
Alle 18:
inaugurazione ufficiale del restauro. Inoltre, dalle 09.30 alle 13.00 e
dalle 14.30 alle 19.00, all'interno della Sinagoga, esposizione di
libri della famosa stamperia ebraica di Sabbioneta del XVI secolo e
vendita di libri nel book shop del'Ufficio del Turismo. Infine, dalle
09.30 alle 18.30 apertura del cimitero ebraico di Borgofreddo (ingresso
libero).
Mantova, sono previste visite alla Sinagoga settecentesca
Tempio Norsa, dalle ore 10,30 alle 12,30 (Via G. Govi 13, info tel.
0376 32149 - comebraica.mn@virgilio.it). Durante la giornata si parlerà
anche di Talmud, a seguito del ritrovamento di una pagina del Talmud
nella settecentesca Biblioteca Teresiana di Mantova, e del riordino e
della digitalizzazione dell'Archivio storico della Comunità ebraica di
Mantova, di grande valore storico e culturale, finanziata sia dalla
Regione Lombardia che dalla Fondazione Banca Popolare di Verona.
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Qui Siena - Un
patrimonio di stoffe e di conoscenza
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Nella terra del Palio e
delle contrade, in cui splendidi tessuti fanno da contorno alla corsa
equestre più famosa al mondo, la Giornata Europea della Cultura Ebraica
non poteva prescindere dal tessile e dalle sue meraviglie. Segue questo
filone la prima iniziativa in programma, una presentazione inedita dei
tesori di seta ad uso rituale degli ebrei senesi. L’esposizione di
alcuni sefarim e rimmonim conservati nella sinagoga accompagnerà queste
raffinate testimonianze di vitalità religiosa, figlie di un passato
glorioso e di un presente che conosce una fase di rinnovata
effervescenza. “Mi sembra fondamentale partire mostrando al pubblico il
nostro patrimonio - dice Anna Di Castro, referente per la GECE di Siena
-. Il legame e le sinergie con l’esterno, una priorità e una sfida per
comunità piccole come la nostra, si costruiscono solo parlando di chi e
cosa siamo. Non credo che esista occasione migliore per raccontarci e
dar vita a scambi culturali con l’ambiente circostante. [...]
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Qui Livorno -
Pitigliano, la piccola Gerusalemme toscana
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Qui
Livorno - E per i più giovani c’è il Moadon fai da te
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Qui
Livorno - A Castiglioncello il cinema israeliano
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Gheddafi e l'oltraggio
ai diritti umani |
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Complimenti
all'Unione giovani ebrei d'Italia, e al suo presidente Giuseppe
Piperno, per aver detto con semplicità e chiarezza ciò che pochi hanno
avuto il coraggio di dichiarare: che la visita di Gheddafi di questi
giorni, oltre ad essere una pagliacciata indegna e sapientemente
costruita, è anche un oltraggio ai diritti umani e alla sensibilità
democratica. Che a Gheddafi andrebbe chiesto conto dei campi di
prigionia per i migranti, dello sfruttamento ignobile di essere umani,
di prendere impegni seri nei confronti dei cittadini libici di
religione ebraica espulsi dopo il 1967. Niente di tutto questo,
purtroppo. Per onorare contratti miliardari con le principali aziende
dello Stato le autorità italiane calpestano tutti i valori che
dovrebbero esserci propri - salvo poi fare le pulci alla Cina lontana
sui diritti umani - e si disonora il nostro paese. Addirittura Gheddafi
si spinge oltre: l'Europa, a sentirlo, che diventerà musulmana, deve
risarcire la Libia per i presunti torti che avrebbe subito. Qualcuno ha
detto che la storia la prima volta è tragedia, ma quando si ripete si
risolve in farsa. Se penso alle migliaia di africani torturati,
stuprati, derubati, reclusi e sfruttati dalle autorità libiche anche in
questo momento, mi viene da dire che in questa occasione tragedia e
farsa si svolgono a tutti gli effetti in contemporanea.
Tobia Zevi, Associazione Hans
Jonas
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche.
Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili.
Gli utenti che fossero interessati a partecipare alla sperimentazione
offrendo un proprio contributo, possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
per concordare le modalità di intervento. Avete ricevuto questo
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