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L'Unione informa
 
    3 settembre 2010 - 24 Elul 5770  
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Moked - il portale dell´ebraismo italiano
alef/tav    
  roberto colombo Roberto Colombo,
rabbino 
A Rosh ha-Shanà: la testa dell'anno. A Rosh ha-Shanà si celebra la testa. Un occhio può vedere a chilometri di distanza e un orecchio può udire voci lontanissime ma solo la testa può legarti all'infinito, a un passato di migliaia di anni, a un presente e un futuro ancora da creare. A Rosh ha-Shanà è solo l'ebreo che può decidere se unirsi a un passato millenario, a un presente vitale e di avere un futuro o scegliere la propria fine privo di passato, presente e futuro, guardando lentamente la sua famiglia dissolversi ebraicamente. (Rav Pincus)   
Il divieto di “farsi” delle immagini, secondo alcuni studiosi, pare corroborato dalla struttura stessa del racconto biblico che è asciutto, conciso, non fantasioso e offre pochi spazi alle descrizioni dei paesaggi. Una teoria che legge l’ebraismo dall’angolatura della storia delle religioni. L’assenza delle immagini però non esclude il mondo delle immagini così come l’incolore non nega la presenza del colore che invece diventa essenziale in alcuni passaggi narrativi della Torah. Basti pensare ad esempio all’arcobaleno, all’azzurro del talled o alla descrizione del pettorale sacerdotale. 
Sonia
Brunetti Luzzati,
pedagogista
sonia brunetti  
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  Qui Torino - Un anno per le sfide
LeviIl 5771 sarà per la Comunità Ebraica di Torino un anno cruciale: è stato nominato un nuovo rabbino capo nella persona di rav Eliahu Birnbaum; contando sulla sua autorevolezza, sulla sua esperienza e sul suo spirito di iniziativa, con il supporto di rav Somekh e di altri qualificati collaboratori, verrà avviato un vasto programma di iniziative volte a dare nuova linfa alla vita comunitaria, ad avvicinare i lontani, a rafforzare i legami degli ebrei torinesi con la Comunità e l’ebraismo, inserendo la Comunità di Torino nel contesto internazionale di un ebraismo ortodosso, ma moderno, dinamico e che guarda al futuro. E’ una coraggiosa sfida che può anche avere benefici effetti per tutto l’ebraismo italiano. L’augurio che mi sento di formulare dal più profondo del cuore è che vengano superati preconcetti e vecchi rancori, che venga percepita la grande rilevanza del progetto che è stato avviato e che ogni singolo membro della Comunità sia disponibile a collaborare per il suo successo.
Tullio Levi, presidente della Comunità Ebraica di Torino

Qui Trieste - Un anno per raggiungere le mete
MarianiRosh ha-Shanà ci propone ogni anno una riflessione profonda, ricordandoci che in questa data D. creò il mondo. I nostri Saggi però sottolineano che il mondo in realtà fu creato il 25 di Elul e che quindi Rosh ha-Shanà cade nel sesto giorno della creazione, il giorno in cui D. creò Adamo, il primo uomo. Ci potremmo chiedere come mai festeggiamo la creazione del Mondo e non quella del primo uomo? La logica ci porta a pensare che una possibile spiegazione si trovi nel fatto che la potenza divina necessaria per creare il mondo - un tutto dal nulla - è molto più grande e percepibile ai nostri limitati sensi di quella necessaria per creare Adamo dalla terra stessa. In realtà la creazione dell'uomo apre, senza dubbio, una relazione tra D. e il mondo da Lui creato. La nostra tradizione orale ci insegna che nessun oggetto non può essere definito come tale fin tanto che la sua creazione non sia completata. La creazione di Adamo - il primo uomo - completa la creazione del mondo, iniziatasi sei giorni prima ma che senza l'apparizione dell'uomo, forse non avrebbe avuto motivo di esistere e svilupparsi. Quindi Adamo completa il processo di creazione che festeggiamo a Rosh Ha-Shanà. La nostra vita in questo mondo è piena di momenti di sfida, in cui si richiede da noi capacità di flessibilità, comprensione e umiltà. Saper riconoscere il bene che ci viene dato, a qualsiasi livello, è un aspetto importantissimo della nostra vita e della relazione uomo - D., che ci porta ad essere più felici, più integrati nella nostra Comunità, più ricettivi delle necessità altrui e maggiormente in condizione di offrire il nostro appoggio, aiuto e supporto.  Desidero di tutto cuore augurare a tutta la Comunità ebraica italiana, che il nuovo anno 5771, ci permetta di stabilire una unità interna, un senso genuino di completezza, ove ciascuno di noi si senta direttamente coinvolto nella vita della Comunità, con le mete e le sfide che ci attendono nel nuovo anno.  Sia questo per tutti noi un anno di pace e serenità, nelle nostre famiglie e dentro noi stessi. Un anno di salute e benessere, in cui ci si senta forti, positivi, sani e pieni di energie. Un anno in cui si riesca personalmente e comunitariamente a raggiungere tutte quelle mete che ogni Rosh Hashana ci proponiamo di ottenere nel corso dell'anno ma che tante volte poi capiamo quanto sia difficile farlo. Una maggiore coesione, un riconoscere la forza dell'essere insieme sicuramente ci porteranno a raggiungere nuove ed importanti mete. Shana Tova a tutti!
Andrea Mariani, presidente della Comunità Ebraica di Trieste

Qui Bologna - Un anno per il mondo intero
SermonetaUno degli inni simbolo introdotti nel formulario di preghiere per Rosh ha-Shanà, e riconosciuto da quasi tutti i minhaghim, inizia con le parole: "Achot ketanà", "la sorella più piccola". E' una lunga poesia in cui viene descritto l'operato all'interno di una famiglia, in cui il più piccolo dei figli (in questo caso la sorella), nonostante la sua grave malattia, prega per il bene di tutta la famiglia e si raccomanda all'Eterno affinché non faccia mancare niente di ciò che i suoi cari necessitano. Questo pijut è diviso in più strofe e alla fine di ognuna di esse viene ripetuta una frase che dice: "Termini l'anno e le sue cose cattive". I commentatori del testo identificano nella "sorella più piccola" la Nazione ebraica, secondo ciò che è detto nel libro del Deuteronomio: "...poiché voi siete i più piccoli fra tutti i popoli", la quale , nonostante i suoi problemi si preoccupa del bene di tutti i componenti della sua famiglia. Nei Jamim Noraim, giorni dedicati alla riflessione sulle nostre azioni commesse durante l'anno ed alla teshuvà per quelle meno buone, noi ebrei, nonostante i nostri molteplici problemi, dedichiamo gran parte delle nostre preghiere alla richiesta dei beni materiali, fondamentali per la vita terrena, anche per tutta l'umanità. In effetti questi giorni di grandi solennità - Rosh ha-Shanà e Kippur - hanno, sempre secondo l'opinione dei Chakhamim, un valore universale in cui il popolo di Israele chiede al Signore Iddio il bene e la pace per tutto il mondo. Elo-henu she bashamaim ten shalom ba 'olam - Signore nostro che sei nel cielo concedi la pace al mondo intero. Le shanà tovà tikkatevu ve techatemu.
Avraham Alberto Sermoneta, rabbino capo di Bologna

Qui Napoli - Un anno per il cambiamento
PunturelloLe aspettative rispetto a Rosh ha-Shanà e Yom Kippur sono sempre molto alte. Ci si augura gli uni con gli altri soddisfazioni infinite, berachot, desideri esauditi, felicità. Nei confronti di noi stessi aumentano, proprio in questi giorni, i buoni propositi e le promesse per il nuovo anno. L’impegno al cambiamento, o meglio la voglia di farlo, caratterizza il tempo di questi giorni e lo condiziona al punto che riecheggia ovunque fuori e dentro di noi: “Quest’anno e l’anno che farò…” Rileggendo poco tempo fa la parashà di Ekev vi è scritto a proposito della Terra di Israele: “È un paese, di cui il Signore, Iddio tuo, prende cura; sul quale il Signore, Iddio tuo, tiene costantemente gli occhi, dal principio dell’anno, sino alla fine dell’anno.” Deut.11, 12. Guardando con attenzione il testo ebraico vediamo come manchi unaה  (Hey) quasi come se il testo dicesse: “dal principio dell’anno, sino alla fine di un anno”. Un anno qualsiasi quindi e non più “l’anno”. Così il Rebbe di Satmar interpreta l’assenza di questa seconda lettera ה (Hey) , indicando proprio nell’approccio a Rosh Ha-Shanà il vero problema: comunemente ci si avvicina ai giorni terribili dicendo che questo sarà “l’anno”, predisponendo un potere e una forza dediti al cambiamento, al migliorare noi stessi e il mondo che ci circonda, ma poi con il passare dei mesi questo anno speciale diventa un anno comune come tutti quanti gli altri, concludendosi come un qualsiasi altro anno. Facciamo in modo che la ה (Hey) iniziale del versetto in questione accompagni invece ogni singolo giorno di questo anno, che sia l’anno, il primo di una lunga serie di anni speciali: ecco la sfida per il prossimo Rosh Ha-Shanà.
Pinhas P. Punturello, rabbino della Comunità Ebraica di Napoli
 
Qui Merano - Un anno per la prosperità
innerhoferAuguro a tutti, in Israele e nella diaspora,  un anno di pace e prosperità senza guerre, senza catastrofi,senza attentati. Un anno dolcissimo e felice. Da ricordare.
Eli Rossi Innerhofer, presidente della Comunità Ebraica di Merano




Qui Livorno - Una Giornata di arte e cultura

Livorno“Alle manifestazioni livornesi per la Giornata Europea della Cultura Ebraica abbiamo lavorato in stretta collaborazione con il Comune e la Provincia di Livorno.”
Lo ha detto Samuel Zarrough, presidente della locale Comunità Ebraica, in occasione della conferenza stampa di presentazione della Giornata, che si è tenuta questa mattina nei locali della Comunità. Quest’anno la città toscana è capofila della manifestazione in Italia, che vedrà coinvolte nel nostro Paese ben sessantadue località.
“La Comunità Ebraica di Livorno è felice di essere capofila delle manifestazioni di quest’anno - ha proseguito Zarrough -. Quest’anno il tema della Giornata è proprio Arte ed ebraismo, e Livorno ha dato al mondo moltissimi artisti ebrei, uno su tutti il grande Amedeo Modigliani.”
“Tra noi e la Comunità ebraica, nell’organizzare la manifestazione, c’è stata una vera e propria unità di intenti – ha detto Mario Tredici, assessore alle Culture del Comune di Livorno -. La cosa che più mi ha colpito del programma è che sono state scelte due linee guida molto interessanti: l’arte e la musica. Si tratta di due linguaggi universali: questa scelta sottolinea molto bene il rapporto fecondo e aperto che c’è tra la nostra città e il mondo ebraico.”
Sono intervenuti anche il rabbino capo di Livorno Yair Didi, Gadi Polacco, consigliere UCEI e della Comunità ebraica livornese, Guido Guastalla, consigliere della Comunità Ebraica di Livorno, e Yoram Ortona, consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane delegato alla Giornata della Cultura, che ha sottolineato la felice scelta di Livorno quale città capofila per l’Italia. “E’ una città di mare - ha detto - che anche per questa sua caratteristica è stata luogo di accoglienza per gli ebrei, nello stesso periodo in cui dalla Spagna e dal sud Italia venivano espulsi. Voi livornesi siete depositari di valori importanti di apertura verso la diversità - ha proseguito Ortona - e siamo felici dunque che domenica la sinagoga e gli altri luoghi dell’ebraismo livornese si apriranno alla cittadinanza, per dare l’avvio alle manifestazioni che avranno luogo in tutta Italia.”
“Non è un caso - afferma in un messaggio Gadi Polacco - che a essere, di anno in anno, capofila nazionale della Giornata Europea della Cultura Ebraica sia una città e non il suo nucleo ebraico: la Giornata nasce infatti come momento di interazione e ulteriore apertura della cultura ebraica verso l’intera società circostante. In questi mesi di preparativi è emersa a Livorno netta la sensazione di questo forte coinvolgimento che attraversa istituzioni, autorità, enti vari, privati che con grande entusiasmo collaborano a quella che confidiamo sarà una bella e partecipata Giornata livornese: aggiungendo a ciò l’attenzione già dimostrata dai mezzi d’informazione il quadro diviene completo. Un secondo e in parte inaspettato risultato è stato ulteriormente realizzato perché la Giornata ormai si è estesa e supererà le 24 ore domenicali: dopo l’anteprima presso la Circoscrizione 2 durante “Effetto Venezia”, infatti, è giunta l’iniziativa sul cinema a Castiglioncello. Un’importante mostra si aprirà sabato sera, altre domenica, mentre da alcune librerie verranno manifestazioni nei giorni seguenti. Incoraggianti le previsioni meteo, a questo punto non rimane davvero che dare a tutti appuntamento a Livorno”!
La Giornata Europea della Cultura Ebraica vede crescere di anno in anno i consensi del pubblico: lo scorso anno, solo in Italia, oltre sessantamila persone hanno preso parte alle manifestazioni.
Il programma degli eventi in Italia è consultabile sul sito www.ucei.it/giornatadellacultura e consente di costruire e sperimentare gli itinerari più diversi, a seconda dei propri gusti e della propria sensibilità.
Le iniziative dei 28 Paesi europei sono consultabili sul sito: www.jewisheritage.org
La Giornata Europea della Cultura Ebraica di Livorno, che ieri ha avuto un gustoso preambolo con la proiezione del film La Banda di Eran Kolirin a Castiglioncello e con una finestra sul cinema israeliano a cura di Margherita Ascarelli, inizierà in musica. A dare il via alla manifestazione della città capofila dell’edizione 2010 - presentata questa mattina in conferenza stampa sarà la Fanfara dell’Accademia navale labronica con l’esecuzione degli inni europeo e italiano. Cerimonia di apertura coordinata da Gadi Polacco e concerto del Coro del Tempio Maggiore di Roma in onore di Rav Elio Toaff, livornese doc e grande protagonista dell’ebraismo italiano. Porteranno i loro saluti il presidente della Comunità ebraica di Livorno Samuel Zarrough, il presidente UCEI Renzo Gattegna, il presidente della Provincia Giorgio Kutufa, il sindaco Alessandro Cosimi e il consigliere UCEI con delega alla Giornata Yoram Ortona. A seguire Yair Didi, rabbino capo di Livorno, interverrà su arte e scrittura ebraica. Nel giardino antistante alla sinagoga verrà poi piantato a più mani un melograno per festeggiare l’imminenza del capodanno ebraico e il pittore Fausto Vivaldi, aiutato da quanti vorranno contribuire con un tocco di pennello, dipingerà un quadro raffigurante il luogo di culto di piazza Benamozegh. Aperitivo kasher e dopo pranzo appuntamento nella sala consiliare della Provincia di Livorno per un convegno su estetica ed etica nell’ebraismo sefardita moderato dall’editore e libraio Guido Guastalla.
Relatori, oltre allo stesso Guastalla che parlerà di Amedeo Modigliani e dei suoi amici livornesi e parigini, saranno il professor Leonardo Amoroso che affronterà il tema estetica ed ebraismo, il dottor Raffaele Bedarida che si soffermerà sull’ebraismo sefardita tra emancipazione e orientalismo, il professore Cesare Terracina che terrà una lezione su simbologia e iconografia nell’arte ebraica tra modernità e contemporaneità, e il dottor Arturo Schwarz che disquisirà su arte e amore nella Cabbalà. Previsti anche gli interventi dell’architetto David Palterer sulla sua esperienza di allestimento museale e di Anna Sikos sull’associazione AMATA. e sul Museo d’arte moderna e contemporanea di Tel Aviv nel centenario della fondazione. Quindi prosecuzione al Museo ebraico Yeshivà Marini di via Micali, con la vicepresidente della comunità Paola Jarach che guiderà i visitatori all’interno della struttura e inaugurerà una nuova sala. Nel programma l’esposizione di alcune ketubot in collaborazione con il Benè Berith Isidoro Kahn, una mostra di antichi manoscritti e tessuti alla presenza dei restauratori e la proiezione del video Un Rabbino italiano dedicato a Rav Toaff e curato da Emanuele Ascarelli e Milko Duiella. Nel pomeriggio sarà inoltre possibile visitare il cimitero storico di viale Nievo insieme a David Novelli, che coadiuvato da una serie di volontari che si sono occupati della ripulitura del cimitero dalle erbacce e che in seguito a un vero e proprio patto morale hanno preso l’impegno di continuare il lavoro anche dopo la GECE, porterà i visitatori tra le tombe di alcuni grandi nomi della Livorno ebraica, tra cui molti rabbanim e parnassim del Tempio.
Conclusione della manifestazione al Teatro Goldonetta con un secondo buffet kasher e con un concerto di musica ebraica che porterà sul palco l’Ensemble dell’Istituto Musicale Pietro Mascagni (diretto da Stefano Agostini) e il Coro Ernesto Ventura della Comunità ebraica (diretto da Paolo Filidei). Nel corso della Giornata sarà inoltre attivo uno stand informativo riservato a varie associazioni ebraiche, uno spazio ludoteca e un servizio navetta per il cimitero e la Yeshivà Marini, mentre un annullo filatelico delle Poste Italiane verrà apposto su alcune cartoline commemorative raffiguranti un quadro del pittore Luigi Levi dedicato al vecchio Tempio di Livorno. A riprova del forte legame esistente tra comunità ebraica e cittadinanza, particolarmente prezioso in fase organizzativa, sono inoltre previste una serie di iniziative in gallerie d’arte e librerie del centro che in molti casi proseguiranno anche dopo la fine della Giornata.


Firenze
Qui Firenze - Una Giornata per tutta la città





Milano

Qui Milano - Apertura e patrimonio





Qui Milano - Cdec: “Obiettivo sul mondo ebraico” per la Giornata della cultura



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Qui Pisa, qui Pitigliano - L'atre di Daniel Schinasi




Qui Vercelli, qui Asti - Novità, arte e ricordi


Qui Napoli - La musica di Raiz e i Radicanto alla Giornata della Cultura
 
 
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pilpul    
 
  La responsabilità di chi insegna

anna segrePer la prima volta in vita mia mi ritrovo ad affrontare gli esami di settembre. Dall’altra parte della cattedra non ci sono due o tre mesi di studio e non c’è l’apprensione per l’esito, ma è comunque una piccola seccatura: preparare la prova, né troppo facile né troppo difficile, assistere allo svolgimento, correggere, discutere sui risultati. A pensarci bene, però, questa seccatura non è un’ingiustizia, perché se gli allievi non imparano la responsabilità è anche nostra. Ci sarà qualcuno che regala le sufficienza per evitare seccature, ma c’è anche qualche insegnante che cade nell’errore opposto e crede di dimostrare la propria serietà con la severità, come se somministrare tante insufficienze fosse un merito e l’effettiva preparazione raggiunta dagli allievi non fosse un problema suo. Non è così che funziona: il nostro mestiere dovrebbe consistere nell’insegnare a tutti, non solo a chi è bravo e ne ha voglia. E’ compito nostro trovare le motivazioni e le parole adatte per ciascuno. Poi chiaramente non sempre ci si riesce e spesso davvero non è colpa nostra, ma la piccola seccatura di settembre ha la funzione di ricordarci qual è il senso del nostro mestiere.

Anna Segre, insegnante

 
 
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rassegna stampa    
 
 
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Il commento alla rassegna stampa di Claudio Vercelli è sul Portale dell'ebraismo italiano moked.it

 
 
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notizieflash    
 
 
Qui Venezia - Diversi candidati alla carica di rabbino                    
Il presidente della Comunità Ebraica di Venezia Amos Luzzatto ha dichiarato: “Stanno circolando notizie da fonti a noi sconosciute circa la nomina del nuovo rabbino capo della Comunità di Venezia. Rav Benyamin Gili, al quale vanno tutti i nostri sentimenti di amicizia e di stima, in questo momento non ha ricevuto alcuna nomina ufficiale. Vi sono alcuni candidati a ricoprire la carica di Rabbino capo di Venezia ed è prevista una riunione a breve termine della apposita Commissione per vagliare i curricula dei candidati. Solo dopo questo giudizio la pratica sarà trasmessa al Consiglio della Comunità cui spetta la delibera in merito alla nomina del rabbino capo per i prossimi anni. Queste due sedute non hanno ancora avuto  luogo e possiamo solo deprecare che vengano fatte circolare notizie premature che possono soltanto creare malintesi e difficoltà operative alla Comunità Ebraica di Venezia.” 

 Pacifici: "La condanna a morte di Sakineh riguarda tutti"         
"Oggi siamo tutti iraniani. Quella di Sakineh è una vicenda che riguarda tutti", lo  ha affermato il presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, presente alla manifestazione davanti all'ambasciata iraniana contro la condanna a morte della donna.
 
 
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