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15 settembre 2010 - 7 Tishrì 5771
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l'Unione informa
ucei 
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alef/tav
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Roberto Della Rocca Adolfo
Locci,
rabbino capo
di Padova

Minchà, la quarta preghiera della giornata del giorno di Kippur, è definita ‘Et ratzon - ora del gradimento. La ragione di tale definizione sta nel fatto che questa Tefillà, proprio perché il tempo della sua recitazione si colloca nel bel mezzo della giornata lavorativa, rischia di essere trascurata (non sia mai saltata e speriamo almeno recuperata) e sacrificata, sia volontariamente sia involontariamente, sull’altare della ricerca frenetica di beni materiali. Pertanto, la Tefillà di Minchà del giorno di Kippur diventa simbolo dell’espressione del nostro proponimento di migliorare l’adempimento della mitzwà della Tefillà, ricordando che l’ ‘Yiun Tefillà (attenzione/concentrazione alla recitazione delle Tefillot) è una delle sei mitzwoth che permettono all’individuo di “goderne i frutti in questo mondo” e che, al tempo stesso, costituiscono un “patrimonio per il mondo futuro” (TB Shabbat 127a). Gmar Chatimà Tovà
Matilde
Passa,
giornalista
   

Matilde Passa


Una mente in pace non è una mente senza pensieri, ma una mente che ha fatto pace con i pensieri.  (Joseph Goldstein)

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davar
Giornata della cultura - Positivo il primo bilancio
Sinagoga di LivornoL’undicesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica ha avuto un’ottima riuscita: tirando le somme della quantità e della qualità delle iniziative, dell’attenzione mediatica, della curiosità che ha suscitato, possiamo affermare che la Giornata si sta consolidando sempre più quale evento di effettiva risonanza nazionale che catalizza attenzione e interesse nel mondo ebraico e, soprattutto, in quello non ebraico; un dato che deve far riflettere, in positivo, su come la società percepisce gli ebrei e l’ebraismo. Durante la Giornata si sono svolti in Italia poco meno di trecento eventi, tutti di alta qualità (convegni, mostre, conferenze, concerti, visite guidate, degustazioni, passeggiate archeologiche, itinerari artistici, mercatini), organizzati nelle 62 località che quest’anno hanno aderito alla manifestazione, con interventi di grande livello e una ottima partecipazione di pubblico. Abbiamo avuto una fortissima attenzione mediatica, con diverse centinaia di articoli, servizi televisivi e radiofonici, e moltissime visite al sito della Giornata sia nella parte di consultazione dei programmi che nelle pagine culturali.
Per quanto riguarda l’affluenza, per ora possiamo fornire solo dei dati ancora incompleti e parziali: circa 50.000 i visitatori, ma manca ancora il conteggio di circa 10 località, e anche i dati che ci sono pervenuti da alcune località sono parziali).
La sensazione, riportata da diversi organizzatori, è stata quella di vivere una bellissima giornata di festa, capace di coniugare cultura e svago, e di agire nella direzione di abbattere il pregiudizio che ancora esiste nei confronti del mondo ebraico, aprendo le porte per mostrare chi siamo, come e dove viviamo le nostre tradizioni e, appunto, la nostra cultura.
Livorno ‘capofila’ si è rivelata una città capace di accogliere l’iniziativa con grandissimo entusiasmo, soprattutto per merito di una splendida comunità ebraica, che intrattiene con il territorio e con le istituzioni dei rapporti (antichissimi) di pacifica e prolifica convivenza (nell'immagine la sinagoga di Livorno in occasione della Giornata). L’evento è stato un grande successo, con la mobilitazione di tantissimi cittadini, l’attenzione fortissima delle istituzioni e dei media locali, e una folta presenza di pubblico proveniente anche da fuori città. Per diverse iniziative non c’è stato abbastanza spazio per accogliere il pubblico, tanto da dover promettere a chi è rimasto escluso una nuova edizione degli spettacoli organizzati.

Sira Fatucci

Qui Milano - Designati i delegati per il Congresso UCEI
Giunta di MilanoUna settimana dopo l’assemblea generale degli iscritti in cui si sono discusse proposte e possibili candidature per il prossimo Congresso dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il Consiglio della Comunità di Milano designa i sette delegati di sua competenza. Dopo un lungo confronto fra maggioranza e opposizione, iniziato già prima della pausa estiva e proseguito nella serata di ieri, si è arrivati alla votazione. Ciascuno aveva la possibilità di esprimere quattro preferenze, ed erano assenti quattro consiglieri (tre di maggioranza e uno di opposizione). Nell’ambito del Consiglio sono stati eletti Roberto Jarach, Avram Hason, Simone Mortara e Guido Osimo; tra gli esterni Cobi Benatoff, che con 14 preferenze ha ottenuto il maggior numero di voti, Emanuele Cohenca e Raffaele Turiel. Ora sarà necessario lavorare per le candidature da proporre ai membri della Comunità nelle elezioni del 7 novembre, quando verranno scelti gli altri dieci delegati che andranno a rappresentare la Comunità ebraica di Milano al Congresso UCEI di dicembre.

rt

Avi Grant, allenatore del West Ham: “È Kippur, non alleno”
Angelica Calo LivneAvi Grant, allenatore israeliano del West Ham fanalino di coda della Premier League, sabato prossimo non siederà sulla panchina della propria squadra. In quelle ore infatti osserverà lo Yom Kippur, il giorno più sacro nel calendario ebraico che prevede la totale astensione da ogni tipo di attività lavorativa e il divieto di mangiare e bere per 25 ore. La decisione di Grant è stata appoggiata dai dirigenti degli Hammers, club che pur versando in una situazione di classifica disastrosa (è ultimo con zero punti dopo quattro partite) ha acconsentito a privarsi del suo tecnico nella difficile trasferta sul campo dello Stoke City, che a un mese dal via del campionato rappresenta già un delicato spareggio salvezza. “È difficile osservare tutti i precetti della tua religione se ti occupi di sport - ha detto David Gold, uno dei proprietari del West Ham - ma la religione è un fatto personale e quindi, come avrei voluto che Avi fosse della partita, così rispetto la sua decisione”. Gold, che nel nome tradisce evidenti origini ebraiche, ha poi aggiunto: “Se i miei nonni fossero ancora vivi sabato non verrebbero sicuramente allo stadio”. Grant ha un rapporto molto profondo con la religione e già in occasione dello Yom Kippur di tre anni fa era stato protagonista di una situazione analoga. Il digiuno cadeva infatti alla vigilia del suo debutto da allenatore del Chelsea e nonostante l’importanza della circostanza, il tecnico di Petah Tiqva decise di affidare la preparazione della partita al suo vice e preferì fare teshuvà. 
 
Adam Smulevich

Champions League - Resa onorevole per l’Hapoel Tel Aviv
Angelica Calo LivneDebutto positivo ma zero punti nel match inaugurale del girone B di Champions League per l’Hapoel Tel Aviv, che nonostante un buon possesso palla e alcune importanti azioni corali paga lo scotto dell’inesperienza (è all’esordio nella massima competizione continentale) e lascia l’intera posta in palio al Benfica. I lusitani si impongono per 2 a 0 grazie a un goal capolavoro di Luisao nella prima frazione di gara bissato da Cardozo nella ripresa. Prestazione comunque confortante per gli ospiti che fa ben sperare per i futuri impegni europei. Agli israeliani resta infatti la soddisfazione di aver imbrigliato a lungo la manovra degli avversari, ricchi di qualità dal centrocampo in su, impensierendo più volte (soprattutto con Schechter e Tamuz) un club che nel suo palmares vanta 32 titoli nazionali e due Coppe dei Campioni. Per sapere se le rose fioriranno appuntamento tra due settimane quando al Bloomberg Stadium di Tel Aviv arriverà il Lione, vittorioso di misura (1 a 0) sullo Schalke 04 nell’altra partita del girone B. Uscire indenni dalla sfida con i francesi sarebbe già un successo.

Benfica 2 - 0 Hapoel Tel Aviv (Luisao, Cardozo)
 
a.s.

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pilpul
Giocare a fare i duri
Tobia Zevi
La vicenda del reverendo Terry Jones, e del suo annunciato proposito (poi ritirato, ma portato a compimento da alcuni imitatori) di bruciare il Corano nella ricorrenza dell’11 settembre, impone alcune considerazioni.
Riguardo al personaggio, c’è poco da dire. Più che un cretino, o un pericoloso sovversivo, un piccolo e cinico furbo, che ha saputo abilmente sfruttare il sistema mediatico per fare pubblicità alla sua minuscola congregazione, di cui fino a ieri nessuno conosceva l’esistenza, e che ora vedrà sicuramente moltiplicare i suoi adepti. I giochi ‘cattivi’ hanno sempre esercitato un sinistro fascino, anche sui bambini, e, in America, come ovunque, c’è molta gente che si annoia, e a cui piace giocare “a fare i duri”.
Ciò detto, va anche sottolineato come lo straordinario rilievo dato alla notizia, che è sembrata addirittura tenere il mondo col fiato sospeso, nella paura delle prevedibili e annunciate ritorsioni islamiche - puntualmente verificatesi -, come se si fosse alla vigilia di una possibile catastrofe planetaria, ha francamente del surreale. Il Jones non ricopre nessun incarico pubblico, rappresenta solo sé stesso e, al massimo, qualche decina di ‘fedeli’, presumibilmente della sua stessa raffinatezza intellettuale. E lo stesso vale per i suoi patetici replicanti, che si sono fatti ritrarre mentre, in beata solitudine, bruciavano il Corano nel cortile di casa, a esclusivo beneficio dei fotografi. Per quale bizzarro motivo il gesto idiota di un paio di poveretti dovrebbe essere interpretato come un’ingiuria inferta da parte degli Stati Uniti d’America, nella loro globalità (imponendo addirittura l’intervento personale del Presidente), se non di tutto l’Occidente, o dell’intera ‘cristianità’? Chi mai poteva avere investito il reverendo di un così ampio e autorevole potere di rappresentanza? In tempi normali, la sparata avrebbe meritato al massimo un trafiletto in una pagina interna del Gainesville Times - tra un furto di bestiame e una rissa al saloon -, una ramanzina o una multa da parte dello sceriffo, per turbativa dell’ordine pubblico, qualche pernacchia dai vicini di casa. E invece, il nostro non solo è improvvisamente salito alla ribalta mondiale, ma si è trovato addirittura a diventare l’arbitro, con le sue scelte, dei destini del pianeta.
Se ciò è accaduto, evidentemente, vuol dire che tanto normali, i tempi che viviamo, non sono. Non è normale, non è logico che si riconosca a mezzo mondo una forma di estrema e patologica suscettibilità, tanto da ritenere naturale e inevitabile un’insurrezione di massa, con violenze e uccisioni, per il gesto di pochi squinternati, arbitrariamente eletti a rappresentanti ufficiale dell’altra metà del mondo. L’ovvia considerazione, tante volte reiterata, secondo cui i terroristi non rappresentano tutti i musulmani, non vale evidentemente per gli occidentali, che, in qualsiasi momento, possono essere globalmente colpevolizzati per il singolo comportamento demenziale di un qualsiasi scriteriato. Una suscettibilità, fra l’altro, molto particolare e ‘selettiva’, dato che, quando i versi del Corano vengono usati come coreografia per filmati amatoriali, ritraenti sgozzamenti in diretta, o cose del genere, nessuno si offende.

Francesco Lucrezi, storico

Roba da Mat
Tobia Zevi
Riporta la stampa livornese che il «Mat», lega Autonomista Toscana, per opporsi all'ipotesi di costruzione di una moschea in città attuerà una "clamorosa iniziativa". «Ci opponiamo con fermezza all'ipotesi di costruire una moschea a Livorno. E per ribadire la nostra contrarietà il prossimo sabato, 18 settembre, distribuiremo in centro carne di maiale (salsicce, salame, finocchiona ecc.) insieme a un volantino che illustrerà le nostre ragioni del no alla moschea", dice il MAT- segretario Chelucci che prosegue affermando: "Come è noto il maiale è un animale impuro secondo l'Islam e con questo atto non vogliamo mancare di rispetto a questa religione (sottolineatura che equivale a conferma - ndr) ma vogliamo rivendicare il nostro diritto di comportarci secondo le nostre usanze quando siamo a casa nostra: diritto che spesso è messo in discussione dai cosiddetti "nuovi italiani"».
Un serio commento a queste e altre affermazioni parallele, illiberali doc, richiederebbe molto spazio: posto che il MAT- Chelucci sembra ignorare il fiorire di sagre dedicate al povero maiale e le varie norcinerie esistenti, la scelta del 18 ottobre, digiuno ebraico del Kippur, potrebbe però aprire un ulteriore fronte imprevisto dagli incauti autonomisti toscani.
Se è infatti 'noto che anche gli ebrei non hanno grandi simpatie per il maiale (il quale invero ringrazia e apprezza), pur non sgomentandosi di vederselo intorno, gli effetti di un lungo digiuno possono essere molteplici e la "tollerante" Livorno non merita, per la sua storia, una simile "maialata". Viene proprio da dire : "roba da MAT...".

Gadi Polacco, consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

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notizieflash   rassegna stampa
 
Milano - imbarazzi e proteste
per la mostra di Cattelan

Milano, 15 settembre 
 
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Contestazioni a Milano per la mostra di Maurzio Cattelan. I manifesti dell'esposizione, che raffigurano Adolf Hitler genuflesso e con le mani giunte, sono stati bloccati dall'amministrazione comunale prima che finissero sulle strade. Il primo a sollevare perplessità alla idea di vedere la città tappezzata con icone del Fuhrer è stato l'assessore all'Arredo, Maurizio Cadeo, responsabile del settore pubblicità.  »
 
Ieri si sono aperti “realmente” i colloqui tra israeliani e palestinesi, dopo la cerimonia voluta a Washington all’inizio del mese dal presidente Obama; al di là delle dichiarazioni ottimistiche fatte soprattutto da Mitchell, nulla è trapelato al termine della giornata, e i previsti incontri coi giornalisti sono stati annullati.   »

Emanuel Segre Amar 







   

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