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15
settembre
2010 - 7 Tishrì 5771 |
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Adolfo
Locci,
rabbino capo
di Padova
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Minchà,
la quarta preghiera della giornata del giorno di Kippur, è definita ‘Et
ratzon - ora del gradimento. La ragione di tale definizione sta nel
fatto che questa Tefillà, proprio perché il tempo della sua recitazione
si colloca nel bel mezzo della giornata lavorativa, rischia di essere
trascurata (non sia mai saltata e speriamo almeno recuperata) e
sacrificata, sia volontariamente sia involontariamente, sull’altare
della ricerca frenetica di beni materiali. Pertanto, la Tefillà di
Minchà del giorno di Kippur diventa simbolo dell’espressione del nostro
proponimento di migliorare l’adempimento della mitzwà della Tefillà,
ricordando che l’ ‘Yiun Tefillà (attenzione/concentrazione alla
recitazione delle Tefillot) è una delle sei mitzwoth che permettono
all’individuo di “goderne i frutti in questo mondo” e che, al tempo
stesso, costituiscono un “patrimonio per il mondo futuro” (TB Shabbat
127a). Gmar Chatimà Tovà
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Matilde
Passa,
giornalista
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Una mente in pace non è una mente senza pensieri, ma una mente che ha
fatto pace con i pensieri. (Joseph Goldstein)
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Giornata della cultura
- Positivo il primo bilancio
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L’undicesima edizione della
Giornata Europea della Cultura Ebraica ha avuto un’ottima riuscita:
tirando le somme della quantità e della qualità delle iniziative,
dell’attenzione mediatica, della curiosità che ha suscitato, possiamo
affermare che la Giornata si sta consolidando sempre più quale evento
di effettiva risonanza nazionale che catalizza attenzione e interesse
nel mondo ebraico e, soprattutto, in quello non ebraico; un dato che
deve far riflettere, in positivo, su come la società percepisce gli
ebrei e l’ebraismo. Durante la Giornata si sono svolti in Italia poco
meno di trecento eventi, tutti di alta qualità (convegni, mostre,
conferenze, concerti, visite guidate, degustazioni, passeggiate
archeologiche, itinerari artistici, mercatini), organizzati nelle 62
località che quest’anno hanno aderito alla manifestazione, con
interventi di grande livello e una ottima partecipazione di pubblico.
Abbiamo avuto una fortissima attenzione mediatica, con diverse
centinaia di articoli, servizi televisivi e radiofonici, e moltissime
visite al sito della Giornata
sia nella parte di consultazione dei programmi che nelle pagine
culturali.
Per quanto riguarda l’affluenza, per ora possiamo fornire solo dei dati
ancora incompleti e parziali: circa 50.000 i visitatori, ma manca
ancora il conteggio di circa 10 località, e anche i dati che ci sono
pervenuti da alcune località sono parziali).
La sensazione, riportata da diversi organizzatori, è stata quella di
vivere una bellissima giornata di festa, capace di coniugare cultura e
svago, e di agire nella direzione di abbattere il pregiudizio che
ancora esiste nei confronti del mondo ebraico, aprendo le porte per
mostrare chi siamo, come e dove viviamo le nostre tradizioni e,
appunto, la nostra cultura.
Livorno ‘capofila’ si è rivelata una città capace di accogliere
l’iniziativa con grandissimo entusiasmo, soprattutto per merito di una
splendida comunità ebraica, che intrattiene con il territorio e con le
istituzioni dei rapporti (antichissimi) di pacifica e prolifica
convivenza (nell'immagine la sinagoga di Livorno in occasione
della Giornata). L’evento è stato un grande successo, con la
mobilitazione di tantissimi cittadini, l’attenzione fortissima delle
istituzioni e dei media locali, e una folta presenza di pubblico
proveniente anche da fuori città. Per diverse iniziative non c’è stato
abbastanza spazio per accogliere il pubblico, tanto da dover promettere
a chi è rimasto escluso una nuova edizione degli spettacoli organizzati.
Sira Fatucci
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Qui Milano - Designati
i delegati per il Congresso UCEI
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Una settimana dopo
l’assemblea generale degli iscritti in cui si sono discusse proposte e
possibili candidature per il prossimo Congresso dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane, il Consiglio della Comunità di Milano
designa i sette delegati di sua competenza. Dopo un lungo confronto fra
maggioranza e opposizione, iniziato già prima della pausa estiva e
proseguito nella serata di ieri, si è arrivati alla votazione. Ciascuno
aveva la possibilità di esprimere quattro preferenze, ed erano assenti
quattro consiglieri (tre di maggioranza e uno di opposizione).
Nell’ambito del Consiglio sono stati eletti Roberto Jarach, Avram
Hason, Simone Mortara e Guido Osimo; tra gli esterni Cobi Benatoff, che
con 14 preferenze ha ottenuto il maggior numero di voti, Emanuele
Cohenca e Raffaele Turiel. Ora sarà necessario lavorare per le
candidature da proporre ai membri della Comunità nelle elezioni del 7
novembre, quando verranno scelti gli altri dieci delegati che andranno
a rappresentare la Comunità ebraica di Milano al Congresso UCEI di
dicembre.
rt
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Avi Grant, allenatore
del West Ham: “È Kippur, non alleno”
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Avi Grant, allenatore
israeliano del West Ham fanalino di coda della Premier League, sabato
prossimo non siederà sulla panchina della propria squadra. In quelle
ore infatti osserverà lo Yom Kippur, il giorno più sacro nel calendario
ebraico che prevede la totale astensione da ogni tipo di attività
lavorativa e il divieto di mangiare e bere per 25 ore. La decisione di
Grant è stata appoggiata dai dirigenti degli Hammers, club che pur
versando in una situazione di classifica disastrosa (è ultimo con zero
punti dopo quattro partite) ha acconsentito a privarsi del suo tecnico
nella difficile trasferta sul campo dello Stoke City, che a un mese dal
via del campionato rappresenta già un delicato spareggio salvezza. “È
difficile osservare tutti i precetti della tua religione se ti occupi
di sport - ha detto David Gold, uno dei proprietari del West Ham - ma
la religione è un fatto personale e quindi, come avrei voluto che Avi
fosse della partita, così rispetto la sua decisione”. Gold, che nel
nome tradisce evidenti origini ebraiche, ha poi aggiunto: “Se i miei
nonni fossero ancora vivi sabato non verrebbero sicuramente allo
stadio”. Grant ha un rapporto molto profondo con la religione e già in
occasione dello Yom Kippur di tre anni fa era stato protagonista di una
situazione analoga. Il digiuno cadeva infatti alla vigilia del suo
debutto da allenatore del Chelsea e nonostante l’importanza della
circostanza, il tecnico di Petah Tiqva decise di affidare la
preparazione della partita al suo vice e preferì fare teshuvà.
Adam Smulevich
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Champions League - Resa
onorevole per l’Hapoel Tel Aviv
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Debutto positivo ma zero
punti nel match inaugurale del girone B di Champions League per
l’Hapoel Tel Aviv, che nonostante un buon possesso palla e alcune
importanti azioni corali paga lo scotto dell’inesperienza (è
all’esordio nella massima competizione continentale) e lascia l’intera
posta in palio al Benfica. I lusitani si impongono per 2 a 0 grazie a
un goal capolavoro di Luisao nella prima frazione di gara bissato da
Cardozo nella ripresa. Prestazione comunque confortante per gli ospiti
che fa ben sperare per i futuri impegni europei. Agli israeliani resta
infatti la soddisfazione di aver imbrigliato a lungo la manovra degli
avversari, ricchi di qualità dal centrocampo in su, impensierendo più
volte (soprattutto con Schechter e Tamuz) un club che nel suo palmares
vanta 32 titoli nazionali e due Coppe dei Campioni. Per sapere se le
rose fioriranno appuntamento tra due settimane quando al Bloomberg
Stadium di Tel Aviv arriverà il Lione, vittorioso di misura (1 a 0)
sullo Schalke 04 nell’altra partita del girone B. Uscire indenni dalla
sfida con i francesi sarebbe già un successo.
Benfica 2 -
0 Hapoel Tel Aviv
(Luisao, Cardozo)
a.s.
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Giocare a fare i duri
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La vicenda del reverendo Terry
Jones, e del suo annunciato proposito (poi ritirato, ma portato a
compimento da alcuni imitatori) di bruciare il Corano nella ricorrenza
dell’11 settembre, impone alcune considerazioni.
Riguardo al personaggio, c’è poco da dire. Più che un cretino, o un
pericoloso sovversivo, un piccolo e cinico furbo, che ha saputo
abilmente sfruttare il sistema mediatico per fare pubblicità alla sua
minuscola congregazione, di cui fino a ieri nessuno conosceva
l’esistenza, e che ora vedrà sicuramente moltiplicare i suoi adepti. I
giochi ‘cattivi’ hanno sempre esercitato un sinistro fascino, anche sui
bambini, e, in America, come ovunque, c’è molta gente che si annoia, e
a cui piace giocare “a fare i duri”.
Ciò detto, va anche sottolineato come lo straordinario rilievo dato
alla notizia, che è sembrata addirittura tenere il mondo col fiato
sospeso, nella paura delle prevedibili e annunciate ritorsioni
islamiche - puntualmente verificatesi -, come se si fosse alla vigilia
di una possibile catastrofe planetaria, ha francamente del surreale. Il
Jones non ricopre nessun incarico pubblico, rappresenta solo sé stesso
e, al massimo, qualche decina di ‘fedeli’, presumibilmente della sua
stessa raffinatezza intellettuale. E lo stesso vale per i suoi patetici
replicanti, che si sono fatti ritrarre mentre, in beata solitudine,
bruciavano il Corano nel cortile di casa, a esclusivo beneficio dei
fotografi. Per quale bizzarro motivo il gesto idiota di un paio di
poveretti dovrebbe essere interpretato come un’ingiuria inferta da
parte degli Stati Uniti d’America, nella loro globalità (imponendo
addirittura l’intervento personale del Presidente), se non di tutto
l’Occidente, o dell’intera ‘cristianità’? Chi mai poteva avere
investito il reverendo di un così ampio e autorevole potere di
rappresentanza? In tempi normali, la sparata avrebbe meritato al
massimo un trafiletto in una pagina interna del Gainesville Times - tra
un furto di bestiame e una rissa al saloon -, una ramanzina o una multa
da parte dello sceriffo, per turbativa dell’ordine pubblico, qualche
pernacchia dai vicini di casa. E invece, il nostro non solo è
improvvisamente salito alla ribalta mondiale, ma si è trovato
addirittura a diventare l’arbitro, con le sue scelte, dei destini del
pianeta.
Se ciò è accaduto, evidentemente, vuol dire che tanto normali, i tempi
che viviamo, non sono. Non è normale, non è logico che si riconosca a
mezzo mondo una forma di estrema e patologica suscettibilità, tanto da
ritenere naturale e inevitabile un’insurrezione di massa, con violenze
e uccisioni, per il gesto di pochi squinternati, arbitrariamente eletti
a rappresentanti ufficiale dell’altra metà del mondo. L’ovvia
considerazione, tante volte reiterata, secondo cui i terroristi non
rappresentano tutti i musulmani, non vale evidentemente per gli
occidentali, che, in qualsiasi momento, possono essere globalmente
colpevolizzati per il singolo comportamento demenziale di un qualsiasi
scriteriato. Una suscettibilità, fra l’altro, molto particolare e
‘selettiva’, dato che, quando i versi del Corano vengono usati come
coreografia per filmati amatoriali, ritraenti sgozzamenti in diretta, o
cose del genere, nessuno si offende.
Francesco
Lucrezi, storico
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Roba da Mat
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Riporta la stampa livornese che
il «Mat», lega Autonomista Toscana, per opporsi all'ipotesi di
costruzione di una moschea in città attuerà una "clamorosa iniziativa".
«Ci opponiamo con fermezza all'ipotesi di costruire una moschea a
Livorno. E per ribadire la nostra contrarietà il prossimo sabato, 18
settembre, distribuiremo in centro carne di maiale (salsicce, salame,
finocchiona ecc.) insieme a un volantino che illustrerà le nostre
ragioni del no alla moschea", dice il MAT- segretario Chelucci che
prosegue affermando: "Come è noto il maiale è un animale impuro secondo
l'Islam e con questo atto non vogliamo mancare di rispetto a questa
religione (sottolineatura che equivale a conferma - ndr) ma vogliamo
rivendicare il nostro diritto di comportarci secondo le nostre usanze
quando siamo a casa nostra: diritto che spesso è messo in discussione
dai cosiddetti "nuovi italiani"».
Un serio commento a queste e altre affermazioni parallele, illiberali
doc, richiederebbe molto spazio: posto che il MAT- Chelucci sembra
ignorare il fiorire di sagre dedicate al povero maiale e le varie
norcinerie esistenti, la scelta del 18 ottobre, digiuno ebraico del
Kippur, potrebbe però aprire un ulteriore fronte imprevisto dagli
incauti autonomisti toscani.
Se è infatti 'noto che anche gli ebrei non hanno grandi simpatie per il
maiale (il quale invero ringrazia e apprezza), pur non sgomentandosi di
vederselo intorno, gli effetti di un lungo digiuno possono essere
molteplici e la "tollerante" Livorno non merita, per la sua storia, una
simile "maialata". Viene proprio da dire : "roba da MAT...".
Gadi
Polacco, consigliere dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
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notizieflash |
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rassegna
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Milano
- imbarazzi e proteste
per la mostra di Cattelan
Milano,
15 settembre |
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Contestazioni a Milano per la mostra di Maurzio
Cattelan. I manifesti dell'esposizione, che raffigurano Adolf Hitler
genuflesso e con le mani giunte, sono stati bloccati
dall'amministrazione comunale prima che finissero sulle strade. Il
primo a sollevare perplessità alla idea di vedere la città tappezzata
con icone del Fuhrer è stato l'assessore all'Arredo, Maurizio Cadeo,
responsabile del settore pubblicità. »
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Ieri si sono aperti “realmente” i colloqui tra
israeliani e palestinesi, dopo la cerimonia voluta a Washington
all’inizio del mese dal presidente Obama; al di là delle dichiarazioni
ottimistiche fatte soprattutto da Mitchell, nulla è trapelato al
termine della giornata, e i previsti incontri coi giornalisti sono
stati annullati. »
Emanuel
Segre Amar
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
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