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8 novembre
2010 - 1 Kislev 5771 |
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Riccardo
Di Segni,
rabbino capo
di Roma
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Qualcuno dice che tra gli
ingredienti del shemen hamishchà, l'olio dell'unzione prescritto in
Shemot 30:22-33 per consacrare oggetti e persone (il gran sacerdote, il
sacerdote militare, il re) ci fosse anche la cannabis, una droga oggi
in voga e ovviamente discussa. Ma l'olio profumato si spalmava e si
spruzzava, non si fumava... I millenni che ci separano dall'antica
prescrizione biblica non consentono verifiche, anche perché le
tradizioni rabbiniche sono scarne: il Talmud dice che quest'olio nel
Secondo Tempio non era più disponibile e che praticamente l'unzione del
tabernacolo e dei suoi oggetti fu fatta solo una volta da Mosè; l'olio
però da qualche parte è rimasto (Shevuot 15a, Horayot 11 e 12).
Sembrerebbero questioni di pura teoria, ma non è così. I telegiornali
di ieri hanno mostrato il Papa compiere la cerimonia di dedicazione (in
ebraico si direbbe. chinukh o chanukkà...) della Sagrada Familia di
Barcellona versando e poi spalmando sull'altare dell'olio. In pratica
la Chiesa riprende e continua dei modelli rituali prescritti nella
Torah, che l'ebraismo non pratica da millenni, anche quando il Tempio
funzionava e dei quali conserva solo un ricordo nostalgico e una
speranza di ricostituzione. E' lo strano paradosso del rapporto delle
due religioni con le radici bibliche, dove chi ha abolito la legge
continua a ispirarsi ad alcuni suoi riti (ma non a caso: il nome di
cristiano richiama in greco l'unzione), mentre chi la legge la osserva
non può mantenere alcuni riti perché tecnicamente impedito. Ovviamente
non è solo questione di riti, è il problema fondamentale e attualissimo
della continuità, della fedeltà, del rifiuto e della
sostituzione.
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Vittorio
Dan
Segre,
pensionato
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Qualunque situazione, bella o brutta, un giorno cambierà.
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Talmud,
la grande sfida del rav Adin Steinsaltz
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Quarantacinque anni dopo
l'avvio del suo straordinario progetto, intrapreso nel 1965 all'età di
27 anni, nell'intento di rendere più leggibile il
Talmud per il pubblico contemporaneo, il rav Adin Steinsaltz
(nell'immagine) ha completato ieri, con una commovente cerimonia,
questa grande impresa.
Raccolti nelle sinagoghe e nei centri di studio su tutti i continenti
migliaia di ebrei hanno festeggiato l'avvenimento in occasione della Giornata globale per gli studi ebraici.
Il testo del Talmud, in aramaico vocalizzato e corredato di un'ampia
antologia di commenti, è ora interamente a disposizione di
numerosissimi cittadini intenzionati a confrontarsi con l'opera
fondamentale dell'ebraismo diasporico e contemporaneo.
Nelle prossime settimane il rav Steinsaltz è atteso in
Italia e in particolare, alla fine di novembre, a Roma per un intervento
dedicato agli studi talmudici.
Il giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche, nel suo numero di
novembre, attualmente in distribuzione, gli ha dedicato una pagina con
gli articoli che seguono.
Il
Talmud parlerà anche italiano
L’appuntamento è a Roma dal
25 al 28 novembre. La riunione, in occasione dell’inaugurazione
dell’anno accademico al Collegio rabbinico italiano, vedrà la presenza
di nomi autorevoli nel campo degli studi ebraici. La sfida di cui si
getteranno le basi è imponente: tradurre in italiano il Talmud,
l’immenso testo che costituisce il pilastro fondamentale della
metodologia e della tradizione ebraica. “Un progetto importante quanto
ambizioso. Sarebbe la prima volta in Italia - spiega il rav Riccardo Di
Segni, rabbino capo di Roma e direttore del Collegio rabbinico italiano
- che si compie un’operazione di questo tipo. Sarebbe un modo -
continua il rav - per allargare il bacino di utenza del testo
talmudico. La traduzione avvicinerebbe molte persone a questa opera
così complessa e interessante, ma potrebbe diventare anche un utile
ausilio per lo studio”.
Scritto in aramaico, il Talmud è notoriamente un’opera di difficile
comprensione, che utilizza un linguaggio sintetico, criptico, per cui
spesso è difficile assimilare il significato preciso delle frasi. Si
comprende, dunque, quanto sia prezioso per chi studia l’immenso mare
dei trattati talmudici, l’aiuto dei maestri e dei commentatori. Senza
dimenticare la barriera linguistica: l’aramaico, infatti, non è
esattamente la lingua più praticata al mondo. Proprio con la finalità
di superare la barriera linguistica, a Gerusalemme rav Adin Steinsaltz,
uno dei massimi conoscitori del Talmud, ha sviluppato un grande
progetto di traduzione commentata dell’antico testo in ebraico moderno.
Grazie al lavoro di rav Steinsaltz, il Talmud ha raggiunto una
diffusione a livello globale; la sua versione, con commento e
approfondimenti, è stata tradotta in diverse lingue moderne, fra cui
inglese, francese, tedesco e russo. E il settimo giorno di questo mese
di novembre sarà un giorno di grandi festeggiamenti in tutto il mondo,
una data storica: uscirà, infatti, l’ultimo trattato tradotto da
Steinsaltz, il completamento del lavoro di una vita. Il Global Day of
Jewish Learning, un’iniziativa che coinvolge tutto il mondo ebraico,
per festeggiare insieme la storia, la cultura, la tradizione del popolo
di Israele. Mentre si conclude un ciclo, dunque, in Italia si cerca di
aprirne un altro. Partendo da una nuova versione in lingua italiana.
Nella nostra lingua, infatti, se non per poche e sporadiche pagine, non
si trova una versione del testo talmudico. “Per portare avanti questo
progetto - spiega rav Riccardo Di Segni - sarà necessario un grande
investimento di forze ed energie”. Il Collegio rabbinico italiano e
l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane saranno, ovviamente, in prima
fila ma dovranno essere coinvolte, per un lavoro che dovrebbe protrarsi
per molti anni, anche altre istituzioni. “Recentemente - afferma Di
Segni - abbiamo avuto un incontro positivo con il ministro Gelmini, che
ha espresso il suo interesse per il progetto”. Alla riunione ha
partecipato anche il consigliere UCEI Sandro Di Castro. L’idea è di
coinvolgere anche il Consiglio nazionale delle ricerche, che potrebbe
garantire un valido supporto grazie ai suoi diversi dipartimenti.
Un’operazione monumentale che, come ha sottolineato il direttore del
Collegio rabbinico, permetterebbe a molti ebrei italiani di avvicinarsi
a un testo così importante per la tradizione ebraica. “Con la
traduzione - spiega rav Gianfranco Di Segni, che è biologo molecolare
proprio al Cnr e docente al Collegio Rabbinico di Roma - si potrebbe
rendere accessibile ai più, come del resto ha fatto rav Steisaltz, il
Talmud. Potrebbe essere un primo passo per spingere molte persone ad
intraprendere il difficile cammino dello studio dei trattati
indispensabili per comprendere la nostra realtà, la nostra identità e
la nostra legge”.
Daniel
Reichel, Pagine Ebraiche, novembre 2010
L’appuntamento a Roma, il viaggio
verso la vita
Parlare di un’amicizia lunga
oltre 40 anni con rav Adin Even Israel Steinsaltz è forse una missione
impossibile, col rischio di violazione della privacy. Nella miglior
tradizione chassidica, Il pensiero di rav Steinsaltz (nell'immagine) è
meglio avvicinabile attraverso le miriadi di storie da lui raccontate
nel corso di un’esistenza che auguriamo, per nostro egoismo, ancora
lunga e felice.
Rispondo alla richiesta di Pagine Ebraiche di scrivere su questo
straordinario Maestro, atteso a Roma e in procinto di visitare una
volta di più alcune delle comunità ebraiche italiane, ricordando una di
queste storie che mi sembra emblematica del personaggio. Colpito in
gioventù da una malattia alla milza per mancanza di enzimi, in un’epoca
in cui non si conoscevano ancora come oggi rimedi, dopo molte
esitazioni da parte dei medici fu sottoposto a un intervento chirurgico
in Israele. Dopo aver trasformato per giorni la sua stanza di ospedale
in una specie di permanente simposio talmudico, consegnò a un amico,
prima di entrare in sala operatoria, una busta chiusa con istruzioni a
chi consegnarla in caso di “non ritorno” dal viaggio che stava per
intraprendere.
A intervento felicemente concluso, l’amico restituendogli la busta,
chiese come compenso per il servizio fortunatamente incompiuto di
sapere quali libri della sua immensa biblioteca mentale si era portato
con sé durante la degenza. “Per il viaggio più lungo - fu la risposta -
quello di andata, il libro dei Salmi. Per quello più corto, quello del
ritorno, Agatha Christie”.
Vittorio Dan
Segre, Pagine Ebraiche, novembre 2010
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Unione a Congresso - L’Italia ebraica al voto
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Da
Merano a Napoli, da Genova a Trieste, la giornata di ieri è stata
contrassegnata per gli ebrei italiani dal voto per eleggere i 42
delegati di nomina non consiliare che li rappresenteranno al Congresso
dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in programma ad inizio
dicembre. Malgrado la pioggia che ha colpito da mattina a sera la
penisola, l’affluenza l'affluenza al voto è proseguita con regolarità
nel corso della giornata. In occasione della consultazione elettorale,
le 21 Comunità ebraiche italiane sono ripartite in tre circoscrizioni
(piccole e medie comunità con Firenze capofila, Milano con Mantova e
Roma con Napoli). Per conoscere i risultati del voto bisognerà
attendere ancora qualche giorno, visto che le operazioni di spoglio
sono previste a partire da mercoledì 17 novembre in attesa del voto per
corrispondenza cui hanno accesso coloro che sono residenti fuori dalla
sede originaria. Tra i tanti punti salienti che saranno affrontati dai
delegati eletti in sede congressuale ci sono il futuro assetto
dell’ebraismo italiano tramite la riforma dello Statuto, il rapporto
tra comunità e rabbinato e la riforma della legge elettorale. Nella
foto un momento delle votazioni nella sede della Comunità ebraica di
Firenze.
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Cento
lumi da Casale Monferrato a Parigi
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Una prestigiosa esposizione
di chanukkiot le lampade della festa ebraica di Chanukkà sarà
inaugurata in queste ore al Museo ebraico di Parigi dove rimarrà sino
al 23 gennaio. “Dieci lumi a Casale Monferrato, lampade d'artista per
Chanukkà” è il nome di questa singolare mostra curata dal direttore del
Museo, Laurence Sigal, nella quale saranno esposte 35 lampade del Museo
di Casale Monferrato.
“L’inaugurazione di una mostra d’arte ebraica contemporanea di per sé
non è una notizia; - afferma la vicepresidente Ucei Claudia De
Benedetti impegnata nelle fasi finali dell'allestimento - ma la notizia
è che nelle prossime ore nelle sale del Museo di Arte e Storia Ebraica
di Parigi avverrà un gemellaggio ideale tra la l’ebraismo parigino, tra
i più vivi e cosmopoliti d’Europa, e l’ebraismo casalese che, con
caparbietà, gioia e amore ha deciso di lottare contro la demografia ed
abitare giorno giorno dopo giorno, ricorrenza ebraica dopo ricorrenza
ebraica, gli spazi dell’antico Ghetto e della splendida Sinagoga degli
Argenti”.
“Dieci anni or sono a Casale Monferrato Elio Carmi e Antonio Recalcati
hanno voluto coinvolgere tanti amici artisti e chiedere loro di donare
una lampada di Chanukkà che sarebbe andata a formare il primo nucleo di
una raccolta di lampade uniche al mondo”. “Con il 2010 - ricorda la De
Benedetti - la collezione, ospitata nel forno delle azzime della
Comunità, ha raggiunto le 115 opere e per festeggiare questo traguardo
la Fondazione Arte Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel
Piemonte Orientale ONLUS ha raccolto i fondi necessari per finanziare
un volume in italiano, francese ed inglese edito da Skirà. Laurence
Sigal direttore del Museo Ebraico di Parigi ha scelto le 35 opere che
saranno esposte fino al 23 gennaio nelle Sale dell’Hotel de Saint
Aignan, 71 Rue du Temple, nel cuore del Marais”.
A tagliare il nastro di inaugurazione dell'esposizione Salvatore
Giorgio Ottolenghi, presidente della Comunità da 54 anni, con Elio
Carmi, Serena Tedeschi e la piccola Avigail figlia di Serena, in
rappresentanza delle quattro generazione di iscritti casalesi presenti
al vernissage, e racconterà ai parigini che la sua Comunità è in
costante crescita grazie all’arrivo di giovani famiglie israeliane che
lavorano a Valenza e le attività hanno potuto avvalersi della
collaborazione fattiva del Dipartimento Educazione e Cultura dell'Ucei,
dell’ufficio Giovani Nazionale e dei numerosi volontari che prestano la
loro opera per il garantire una efficiente gestione della Comunità.
Sarà presente anche Eric De Rothschild, padrino spirituale di questa
esposizione.
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Sorgente
di vita - Dagli scacchi alla fiction su Pio XII
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Scacco matto all’Iran: il
trentenne israeliano Alik Gershon strappa a un iraniano il primato di
partite simultanee giocate e vinte: il record è stato raggiunto a Tel
Aviv, dove Alik ha sfidato 523 persone contemporaneamente, correndo da
un tavolo all’altro per giocare le sue mosse. E’ il servizio di
apertura della puntata di Sorgente di vita che va in replica questa
sera alle 1,20 su Raidue.
Si parla poi delle lenticchie: protagoniste del noto episodio
della Genesi nel quale Esau’ cedette la primogenitura al fratello
Isacco, usi, significati e curiosità del più antico
legume che la storia ricordi, dal racconto biblico all’altopiano umbro
di Castelluccio.
Dopo le polemiche sulla fiction “Sotto il cielo di
Roma” l’analisi della storica Anna Foa sulla discutibile
ricostruzione storica dell’operato del papa Pio XII durante il periodo
dell’occupazione tedesca e della razzia del ghetto da parte
dei nazisti il 16 ottobre ’43.
Infine un servizio dedicato alla produzione cinematografica e
televisiva israeliana presentata al Pitigliani Kolno'a
Festival: gli autori presenti parlano della fiction sui
gruppi di ebrei osservanti e della serie sui soldati reduci dalla
prigionia in Siria. Interessanti le immagini girate amatorialmente da
Itzhak Rabin.
Sorgente di vita andrà in onda in replica anche lunedì 15 novembre alle
ore 9,30 del mattino.
I servizi di Sorgente di vita sono anche online.
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Il buon legislatore
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Filone d’Alessandria ha scritto
una «Vita di Mosè» in cui riflette fra l’altro sui fondamenti politici
dell’ebraismo e si sofferma non solo sulla Legge, ma anche sulla figura
del legislatore. Per essere all’altezza del suo compito, il legislatore
dovrebbe infatti possedere più virtù degli altri, e dovrebbe
soprattutto mostrare quelle doti che favoriscono la facoltà
legislativa: oltre al senso della comunità, che significa dare la
precedenza, nelle assemblee, a ciò che è di utilità comune, un grande
amore per la giustizia «rendendo a ognuno quanto gli è dovuto».
La Legge ebraica fu ferma e salda anche perché Mosè fu un ottimo
legislatore. Fra le nazioni invece le leggi e le istituzioni vengono
turbate da tirannidi, guerre e motivi di ogni sorta; «spesso poi
avviene - prosegue Filone - che un eccessivo lusso, insieme al
superfluo, finisca per annullare le leggi, perché i più non possono
sostenere a lungo l’eccesso e diventano violenti a causa della sazietà:
violenza e legge sono nemiche».
Donatella
di Cesare, filosofa
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l'Unione in forma
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Ma la preghiera per Pio XII ha
maggiore effetto se recitata in rigoroso silenzio?
Resh
Nullius
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notizieflash |
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rassegna
stampa |
Haaretz:
"In Cisgiordania
“Tshal non ha più ricercati”
Tel
Aviv, 8 novembre
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Leggi la rassegna |
A dieci anni dall’inizio dell’Intifada al-Quds, la ribellione armata
dei palestinesi, Tsahal (l’esercito israeliano) non ha più ricercati in
Cisgiordania. A dare la notizia è stato il quotidiano israeliano
Haaretz.
Secondo il giornale nella Cisgiordania settentrionale - dove un tempo,
fra Nablus e Jenin, agiva il principale motore propulsore nella
organizzazione di attentati - la lista dei palestinesi ricercati da
Israele è adesso vuota. »
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è il giornale dell'ebraismo
italiano |
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Dafdaf
è il giornale ebraico per bambini |
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