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16 novembre
2010 - 9 Kislev 5771 |
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Roberto
Della Rocca,
rabbino
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lotta con l’angelo di Esaù, Giacobbe viene colpito al femore, nel suo
cammino, nella sua “halakhà”.
La storia non passa senza ferite, per far splendere il sole il testo
sottolinea che Giacobbe zoppica. Il suo cammino è rallentato ma non
bloccato. Questa lotta è molto legata alla polvere. Il verbo lottare che viene
usato ha una radice “alef,
bet, kuf”, stesso etimo della parola polvere... come se
lottare con un altro volesse significare togliergli la terra da sotto i
piedi. Farlo cadere, farlo volare in aria e poi farlo ricadere, cioè
non dargli presa sulla terra, non dargli stabilità. Ma l’angelo di Esaù
non riesce a togliere stabilità a Giacobbe e a polverizzarlo. Se
interpretiamo tutto questo nel segno di quello che avverrà in futuro
nei rapporti tra i discendenti di Giacobbe e gli altri, il fatto che il
nostro Patriarca è zoppo sta ad indicare che le persecuzioni subite non
ci hanno impedito di andare avanti ma, senza dubbio, hanno rallentato
il nostro cammino. Ma la cosa più significativa è che nel declinare
l’invito di Esaù a procedere assieme, nel tentativo di una normalizzazione dei
loro rapporti, Giacobbe non usa l'handicap del suo claudicare per
giustificare il suo diverso e lento andamento. Preferisce piuttosto
argomentare il suo rifiuto alla paternalistica e
omologante proposta del fratello dicendo
di voler procedere secondo un altro ritmo che è quello dei
bambini e quello del suo gregge. Con buona pace di tutti coloro che ci
accusano di usare la Shoah, Giacobbe insegna ai suoi discendenti che il
passo deve essere cadenzato dal cammino dei bambini: il nostro futuro.
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Marco
Morselli,
docente
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Nell’interessante nota
sull’inaugurazione della Sagrada Familia di Barcellona, il rav Riccardo
Di Segni
osserva: «Chi ha abolito la legge continua a ispirarsi ad alcuni suoi
riti». La teoria e la prassi della cristianità concordano con tale
abolizione. «Cristo è la fine della Legge» scrive Shaul/Paolo (Rm
10,4). Ma “tèlos” vuol dire anche “il fine”, e allora il versetto si
tradurrebbe: «il Messia è il fine della Torah». E il suo maestro: «Non
pensiate che io sia venuto ad abolire la Torah e i Neviim» (Mt 5,17).
Piccoli esempi del paziente lavoro che consente di decostruire la
teologia della sostituzione.
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Rassegna mensile di Israel, "Un patrimonio per tutti"
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Il
Corso di Laurea in studi ebraici apre il nuovo anno accademico con una
prolusione della storica Anna Foa, che si svolgerà questo pomeriggio al Centro
Bibliografico dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane cui
parteciperanno il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della
Ricerca Mariastella Gelmini, Renzo Gattegna, presidente dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane, il rav Riccardo Di Segni, direttore
del Collegio rabbinico italiano, Giuseppe Fuà, presidente della
Fondazione per i beni culturali ebraici in Italia Onlus, Enzo Campelli,
coordinatore del Corso di Laurea in studi ebraici la storica Anna Foa e
il direttore della rivista professor Giacomo Saban.
Punto focale della lectio magistralis gli Indici della Rassegna mensile
di Israel dal 1925 al 2005.
Professor
Saban ci parli della Rassegna mensile di Israel.
La
Rassegna è nata nel 1925 a opera di Dante Lattes e Alfonso Pacifici e,
salvo un'interruzione di dieci anni durante il periodo dei
provvedimenti razzisti e nel primo dopoguerra fra il 1938 e il 1948 ha
continuato a essere pubblicata fino a oggi. E’ l’unica rivista che,
accanto a temi generali di cultura ebraica, si occupa degli aspetti
storici e culturali che interessano l’ebraismo italiano ed è divenuta
da tempo uno strumento indispensabile allo studioso della storia, del
pensiero, della letteratura degli ebrei in Italia.
Quale è il
valore di questa indicizzazione?
Da
molti anni si sentiva l'esigenza di avere un indice completo di tutta
la collezione. In passato, in occasione del ventesimo compleanno della
Rassegna c'era stata un'indicizzazione parziale ma la gente sentiva
l'esigenza di un'indicizzazione completa. E' soltanto a partire dal
2004 che grazie all'interesse e alla collaborazione della Fondazione
per i beni culturali ebraici in Italia, che è stato possibile
realizzare questo progetto per l'impulso di due storici Anna
Foa e Mario Toscano. Il lavoro è stato realizzato grazie al prezioso
lavoro svolto dalla dottoressa Silvia Rebuzzi e dalla dottoressa
Micaela Vitale.
Quale è il
valore dei contenuti della Rassegna Mensile per uno studioso?
Il
valore dei contenuti della Rassegna è enorme e non solo per gli
studiosi. La Rassegna contiene articoli che rispecchiano l'epoca in cui
gli studiosi che vi hanno scritto sono vissuti ma hanno anche un
immenso valore storico. Per fare un esempio Amos Oz in un suo celebre
romanzo parla di Joseph Klausner ebbene Klausner ha scritto sulla
Rassegna. La Rassegna contiene articoli di personaggi di dimensione
internazionale che sono fonte di studio e materiale per gli storici di
domani oltre ad essere una vetrina di quello che accade oggi. E direi
di più l'importanza che ha saputo acquistarsi la Rassegna nel mondo
della cultura è dimostrata dal fatto che un'istituzione accademica
internazionalmente nota, la Jstore, ci ha chiesto l'autorizzazione di
riprodurre integralmente e in forma identica come presentazione
interamente a sue spese, la collezione completa della Rivista, fin
dalla sua fondazione.
Che significa
questo?
Significa
che in questo modo gli studiosi di tutto il mondo possono accedere a
tutti i contenuti della Rassegna perché la Jstore può offrire la
riproduzione dell'articolo in formato originale, in sostanza la JStore
avrà una funzione di servizio, gli studiosi di storia ebraica italiana
possono avere bisogno di documenti e la Jstore può procurarglieli.
Che cosa
significa per lei dirigere una rivista come questa?
Direi
una grande responsabilità, perché vorrei essere all'altezza dei miei
predecessori. La Rassegna è stata diretta da Dante Lattes, il rav
Giuseppe Laras, Augusto Segre, Guido Fubini e Amos Luzzatto che hanno
una levatura intellettuale ebraica superiore alla mia che ho competenze
in campo scientifico.
Che cosa dirà
oggi pomeriggio alla presentazione degli indici?
Dirò
che da anni ci si augurava di avere questo strumento di lavoro e ora è
stato anche messo in rete, era una cosa voluta da studiosi competenti e
qualificati nel campo che non sono lettori casuali e di questo mi sento
davvero soddisfatto.
Lucilla Efrati
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Il fascismo, il
razzismo e le ambiguità del mondo accademico
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Quale
fu il ruolo del mondo accademico italiano nell’elaborazione delle
teorie razziste durante il fascismo? A questo interrogativo cerca di
rispondere il nuovo libro del professor Giorgio Israel “Il fascismo e
la razza” edito da Il Mulino che è stato presentato ieri a Palazzo
Giustiniani al Senato della Repubblica. Alla presentazione, promossa
dalla fondazione Magna Charta, hanno preso parte oltre all’autore, il
giornalista Paolo Mieli, il senatore Luigi Compagna e Giovanni Maria
Vian, storico e direttore dell’Osservatore Romano.
Nel libro
Israel, professore di Storia della matematica all’Università La
Sapienza di Roma, torna su tematiche già affrontate in passato nel suo
precedente “Scienza e razza nell’Italia fascista”, scritto con Pietro
Nastasi, approfondendo nuovi documenti e prendendo in considerazione le
innovazioni bibliografiche pur rimanendo nel solco della storiografia
di De Felice.
La tesi di fondo è che il mondo accademico
italiano, più dell’opinione pubblica, si compromise largamente con le
teorie razziste e spesso questi studiosi riuscirono a farla franca dopo
la guerra, riprendendo il proprio posto nelle Accademie e nelle
Università, magari proprio al posto degli stessi docenti ebrei espulsi
per le leggi razziste.
Israel però nel corso della presentazione
ha tenuto ha sottolineare come il suo sguardo non sia stato mosso dal
desiderio di fare giustizia, anche se ciò spesso non è valso a
risparmiargli le critiche di chi si sente ancora legato a questo o quel
docente.
Una volta finita la guerra inoltre nota Israel il
processo di abrogazione della legislazione razziale fu estremamente
lento e questo testimonia il reinserimento sofferto del mondo ebraico
nella società italiana.
Il libro del professor Israel è quindi
insieme la storia del compromesso del mondo accademico italiano con la
teoria razzista e la storia dei compromessi dell’Italia postfascista e
racconta, a fronte delle difficoltà di reinserimento degli studiosi
ebrei nel mondo accademico, come nessuno, fra quelli che le avevano
sostenute, ebbe il coraggio di assumersi le responsabilità delle
precedenti posizioni razziste.
Daniele
Ascarelli
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Volontà di educare |
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Ci sono situazioni estreme,
clamorosamente casuali, utili a riflettere su noi stessi. Alcuni giorni
fa i giornali hanno raccontato di un medico ebreo tedesco che si è
rifiutato di operare un paziente dopo aver scoperto sulla sua pelle
tatuaggi con simboli nazisti. Il dottore si è fatto sostituire da un
collega, che ha dunque evitato danni al paziente, ma questa vicenda
mostra un conflitto da due impulsi e principi: da un lato
l’indignazione e la rabbia per l’ottusità di un giovane che non conosce
la storia e probabilmente non si rende conto della gravità dei suoi
comportamenti, dall’altro il dovere di un medico di curare chi ha
bisogno di assistenza.
La prima reazione sarebbe quella di affermare che il medico ha
sbagliato, ma personalmente ritengo che sia davvero difficile giudicare
una circostanza di questo tipo. In un libro molto interessante Simon
Wiesenthal chiese a un grande numero di pensatori di esprimere la
propria opinione su un fatto (assai più drammatico) che gli era
capitato: chiamato al capezzale di un soldato tedesco morente, il
giovane Wiesenthal - non ancora «cacciatore di nazisti» e prigioniero
dei tedeschi - rifiutò di dargli il perdono per aver partecipato al
rogo di massa di decine di ebrei dell’Est-Europa. Per tutta la vita
l’autore continuò a interrogarsi sulla propria scelta, chiamando altre
menti per aiutarlo nel giudizio. La gamma delle risposte, com’è ovvio,
fu estremamente variegata e ciascuna delle risposte poteva
difficilmente prescindere da un portato soggettivo.
Io non me la sento di dare un giudizio su questo medico del Nord-Reno
Wesfalia. Uno ci si deve trovare in alcune situazioni, e tutti
conosciamo bene quel sentimento di rabbia profonda e sorda che ci
attanaglia quando percepiamo alcune frasi o osserviamo alcuni simboli
(oggi in parte sdoganati). Però credo, per contro, che si debba fare un
plauso al presidente della Comunità ebraica di Milano, Roberto Jarach,
e ai suoi collaboratori, per un episodio di alcune settimane fa: a un
giovane milanese di 19 anni che aveva ingiuriato gli ebrei all’uscita
della sinagoga, denunciato alla polizia, è stato offerto di commutare
la prospettiva di un processo per istigazione all’odio razziale con una
giornata di visita e discussione nella sinagoga, negli uffici
comunitari, nelle scuole ebraiche. Una scelta saggia, lungimirante,
alta. Una volontà di educare e non di esibire i muscoli.
Tobia
Zevi, Associazione Hans Jonas
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notizieflash |
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rassegna
stampa |
Riccione, ombre
sugli Incontri del Mediterraneo
Per una volta invece della piadina a Riccione hanno fatto una frittata.
Nella nota località marittima romagnola è iniziato ieri e si svolgerà
fino al 29 novembre, organizzato dal Comune e dal locale assessorato
alla Cultura sotto l’egida di Provincia di Rimini e Regione
Emilia-Romagna, un ciclo di incontri denominato Incontri del
Mediterraneo sul conflitto israelo-palestinese. Niente di male
naturalmente se non fosse per i toni che vengono utilizzati nella
scheda di presentazione dell’iniziativa pubblicata su Facebook da tal
Giacomo Fidelibus... »
Una villa in Israele
per Leonardo Di Caprio
Una villa in Israele. Questo sarebbe il progetto dell'attore di
Hollywood Leonardo Di Caprio. A sostenerlo è il quotidiano israeliano
ha-Yom, che interpreta l'intenzione dell'attore americano come un
ulteriore rafforzamento del suo legame con la modella israeliana Bar
Rafaeli. »
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I tre argomenti principali
nella rassegna di oggi sono prosecuzioni di notizie dei giorni scorsi.
In Israele si è in attesa della decisione del consiglio dei ministri
sulle offerte americane di appoggio militare e politico in cambio del
rinnovo per tre mesi della sospensione delle costruzioni in Giudea e
Samaria - non a Gerusalemme (La
Stampa). L’offerta viene descritta come così ricca e generosa
da “non poter essere rifiutata” (Virginia Di Marco sul Riformista) :aerei dell’ultima
generazione, appoggio diplomatico contro i colpi di testa eventuali
dell’Autorità Palestinese, non rinnovabilità del blocco. Sicché vi
sarebbe un’esile maggioranza nel Consiglio dei ministri per sostenerla
(David Ariel sul Foglio). Ma certamente alla sua
approvazione seguirebbero forti tensioni politiche dentro la
maggioranza e dentro il Likud, con il possibile esito di un cambio
nell’appoggio parlamentare al governo, in cui forse Kadima prenderebbe
il posto di Yisrael beitenu... »
Ugo
Volli
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è il giornale dell'ebraismo
italiano |
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Dafdaf
è il giornale ebraico per bambini |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un
proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
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