se
non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui
|
27
gennaio
2011 - 22 Shevat
5771 |
 |
|
 |
|
|
|
|
 |
 |
Riccardo
Di Segni,
rabbino capo
di Roma
|
Non
basta dire "Giornata della Memoria". Quando si parla di memoria bisogna
specificare chi ricorda e cosa ricorda. Nel calendario ebraico la prima
giornata della memoria - yom hazikkaron- è il Capodanno, quando il
Signore ricorda tutte le sue creature e speriamo che lo faccia con
misericordia. Poi c'è il nostro ricordo dell'uscita dall'Egitto, che
facciamo a Pesach, di Sabato e anche in tutti giorni. E ancora, alla
vigilia di Purim, il ricordo di Amalek, nello Shabbat Zakhor, il Sabato
in cui "ricorda" è un imperativo (Devarim 25:17). E ancora il ricordo
della distruzione del Tempio e di tutto il resto, nei giorni di digiuno
appositi, in cui siamo noi a ricordare ma anche a chiedere al Signore
di ricordare cosa c'è successo (Ekha 5:1). Possiamo aggiungere il
ricordo della resistenza al nazismo e delle guerre recenti di Israele e
delle loro vittime. Ma in questa giornata della memoria, per essere
chiari, sono gli "altri" che devono ricordare cosa è stato.
|
|
 |
Sergio
Della Pergola,
Università Ebraica
di Gerusalemme
|
|
Nel giorno
della memoria. Il nuovo importante libro di Manuela Consonni,
pubblicato dalla Magnes Press, la prestigiosa casa editrice
dell'Università di Gerusalemme, si intitola in ebraico "Resistenza
o Shoah". Alquanto agevole, dunque, la traduzione del titolo in
italiano. Il sottotitolo, invece, è più complesso: "Zikaròn hagherúsh
vehahashmadàh beItàliah 1945-1985". Il senso della traduzione in
italiano è: "La memoria della deportazione e dello sterminio in Italia,
1945-1985". E qui emerge un serio problema semantico sul quale sarebbe
opportuno discutere in ebraico ma del quale è bene che anche i lettori
italiani siano al corrente...»
|
|
 |
|
Memoria - Napolitano: "Vigilare contro nuova intolleranza"
|
 |
Un
pensiero “affettuoso e riverente” è quello che Renzo Gattegna,
presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, rivolge a
Tullia Zevi, scomparsa qualche giorno fa, nella cerimonia che si è
svolta al Quirinale alla presenza del Presidente della Repubblica
Giorgio Napolitano, del ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini e del professor Giuseppe Galasso per celebrare
il Giorno della Memoria.»
l.e.
|
|
"Noi
ebrei italiani. La nostra Memoria"
|
 |
Il Presidente dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha pronunciato in occasione
del Giorno della Memoria 2011 il seguente intervento:
“Illustre e caro Presidente Napolitano,
illustri autorità civili, militari e religiose, cari amici, carissimi
ragazzi
Il Giorno della Memoria di questo 2011, anno durante il quale
celebriamo il 150° anniversario dell’unità d’Italia, è un evento
diverso e speciale che ci offre l’occasione per capire il ruolo svolto
e l’apporto dato dagli ebrei alla nascita dello Stato Italiano.
L’adesione degli ebrei italiani al Risorgimento fu convinta e
largamente diffusa. Vi parteciparono, passando dall’attività
cospirativa mazziniana, alla Repubblica Romana del 1848, alla
spedizione dei Mille, sino alla conquista di Roma del 20 settembre 1870.
Con l’unità della nazione, dopo molti secoli, tutti gli ebrei italiani
vedevano riconosciuto il loro diritto ad una cittadinanza piena ed
essi, divenuti uomini liberi, sprigionarono una grande forza creativa e
parteciparono alla vita culturale, spirituale, politica ed economica
distinguendosi anche nelle forze armate durante il primo conflitto
mondiale.
Ma una domanda che non trova risposta ancora ci assilla.
Come è potuto accadere che la stessa piccola, civile, pacifica
minoranza ebraica, che dette un così alto contributo all’unità della
Patria, possa essere stata, solo pochi decenni dopo, tradita,
discriminata e perseguitata.
Il regime fascista, con l’emanazione delle leggi antiebraiche sulla
razza del 1938, sancì il definitivo discostamento dell’Italia dalle
idee di libertà, uguaglianza e democrazia fondative della Nazione.
Quelle leggi che fecero precipitare gli ebrei in una condizione di
disumana discriminazione furono al tempo stesso la dimostrazione della
fragilità politica dello stato monarchico che, dopo aver abolito nel
1925 la democrazia parlamentare, giunse a violare per la prima volta
nella sua storia i propri princìpi fondanti.
Si trattò di un’involuzione e di un regresso per il quale gli ebrei per
primi pagarono il prezzo più alto, ma che costò sofferenze e sangue a
tutti gli italiani che furono trascinati in rovinose sconfitte militari
e furono costretti a subire la feroce occupazione nazista fino
all’aprile del 1945.
L’Italia iniziò a risorgere nel 1946, con due eventi di grande valore
istituzionale, politico e simbolico: la trasformazione da monarchia in
repubblica e la creazione e promulgazione, nel 1948, di una
Costituzione di altissimo livello civile, giuridico e sociale, fatti
questi che le permisero di riconquistare la concordia interna e quella
credibilità internazionale che le garantì un posto tra le grandi
democrazie occidentali.
Ma che cosa accadde nel frattempo alle vittime delle persecuzioni e
delle deportazioni nei campi di sterminio nazisti, a quei pochi che
riuscirono a sopravvivere e a tornare nelle loro case?
Nel dopoguerra, per anni, la Shoah non fu raccontata, spesso neanche
all’interno delle famiglie.
I pochi sopravvissuti, i testimoni diretti, prima di riuscire a parlare
attraversarono un lungo periodo di tragica solitudine, di
incomunicabilità, a volte di vergogna, presi da assurdi, ma umanamente
e psicologicamente comprensibili, sensi di colpa per essersi salvati, a
volte per paura di non essere creduti.
L’istituzione del “Giorno della Memoria” trova la sua ragion d’essere
nella necessità di colmare il grave deficit di conoscenza dovuto al
ritardo con il quale la Shoah è stata raccontata e studiata.
La Shoah è stata un’immensa tragedia che ha colpito il popolo ebraico
con un tentativo di distruzione totale. I princìpi ideologici che ne
furono alla base causarono la persecuzione anche di altri gruppi e
categorie; si trattò di una barbarie che agì contro la “diversità” in
generale.
Solo quando i crimini commessi emersero in tutta la loro enormità, la
Shoah divenne un parametro di riferimento per giudicare il
comportamento del genere umano tenuto da persone, gruppi e nazioni
negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso.
Auschwitz divenne lo spartiacque simbolico tra civiltà e barbarie al
punto che, da alcuni storici, il Ventesimo secolo è stato denominato il
“Secolo di Auschwitz”.
La Shoah avvenne nel cuore dell’Europa, il continente, allora, più
moderno sul piano tecnologico e più avanzato culturalmente. Non sempre
i passi in avanti della scienza e della tecnologia vanno in parallelo
con il progresso civile e morale dell’uomo e dei popoli.
Il Giorno della Memoria non è un’iniziativa finalizzata a perpetuare
conflitti e rancori, ma a formare la coscienza civile delle giovani
generazioni. Questa fu la finalità principale che anche Tullia Zevi,
alla guida dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane fino al 1999,
enunciò chiaramente. Oggi ancor più sentiamo il vuoto da lei lasciato,
venendo a mancare solo pochi giorni fa. Rivolgo alla sua memoria un
pensiero affettuoso e riverente.
Questo è il modo migliore per ricordare e onorare milioni di vittime,
facendo sì che il loro sacrificio non resti vano, ma diventi un monito
che contribuisca al progresso dell'umanità.
Caro Presidente Napolitano, la ringrazio per aver ospitato anche
quest’anno al Quirinale il Giorno della Memoria, la cui celebrazione ci
consente di esprimere il sentimento di unità che viene rinsaldato con
questo contributo offerto dagli ebrei italiani a tutti i loro
connazionali.
Crediamo, infatti, che il nostro Paese sarà più libero e migliore solo
se, attraverso la conoscenza e la comprensione della propria storia,
rimarrà consapevole che la conquista della democrazia costituisce un
passo fondamentale ed un bene prezioso da consegnare con orgoglio alle
nuove generazioni”.
|
|
Qui
Milano - Ripensare la Memoria
|
 |
Il Giorno della Memoria è
stato istituito dal Parlamento con la legge 211 del 2000. Sin dal primo
momento un ampio dibattito ha attraversato il mondo ebraico italiano
circa il ruolo da assumere nei confronti di questa ricorrenza, e sul
significato da attribuirle.»
Rossella Tercatin
|
|
Roma
abbraccia i suoi sopravvissuti
|
 |
Qui Milano - La Memoria e le nuove generazioni
|
 |
I
testimoni della Shoah sono fondamentali, ma purtroppo il tempo passa e
si avvicina il momento in cui non potremo più ascoltare la voce di chi
quel periodo lo ha vissuto.»
rt
|
|
“Ebrei e
neri ricordano insieme l'Europa, la Shoah e l'Africa”
|
 |
Voci ed espressioni diverse
ma unite nel ricordo della Shoah, è quanto si propone di fare la
manifestazione “Sulla nota delle razze, ebrei e neri ricordano insieme
l'Europa, la Shoah e l'Africa"...»
Lucilla Efrati
|
|
Qui
Venezia - Luzzatto: "Non solo commemorazione"
|
 |
Nelle sale monumentali della
Biblioteca Nazionale Marciana, si è inaugurata la mostra “1938-1945. La
persecuzione degli ebrei in Italia. Documenti per una storia”, sotto
l'Alto Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri Comitato
di Coordinamento per le Celebrazioni in Ricordo della Shoah.»
Michael
Calimani
|
|
|
Questo oggi di oggi
|
 |
Un
mare sotto a noi. Ci viviamo come sopra a un antartide. In superficie,
il ghiaccio, sotto acque pulsanti e invisibili. Viviamo su questo
nuovo antartide come in una geografia terrestre comparsa in occasione
del passaggio da ù un'era a un'altra - da durante la Shoah a dopo la Shoah.»
Il
Tizio della Sera
|
|
notizieflash |
|
rassegna
stampa |
Memoria - Silvio Berlusconi:
“Mai abbassare la guardia”
Roma,
27 gennaio - “Undici anni fa - scrive il premier nella
nota diffusa da palazzo Chigi per il Giorno della Memoria -, il
Parlamento ha istituito in Italia la ‘Giornata della Memoria’. Da
allora, il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di
Auschwitz, ricordiamo solennemente ‘lo sterminio del popolo ebraico (la
Shoah)...»
Memoria - Gianfranco Fini
ospite
della Comunità ebraica
Roma
27 gennaio - In occasione del Giorno della Memoria, la
Comunità ebraica della Capitale, riceve in queste ore il presidente
della Camera Gianfranco Fini al Tempio Maggiore. Sono presenti fra
gli altri il Riccardo Pacifici, presidente della Comunità, e il rabbino
capo Riccardo Di Segni.
|
|
|
|
|
L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
che fossero interessati a offrire un
proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo
messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare
con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete
comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it
indicando nell'oggetto del messaggio “cancella” o “modifica”. © UCEI -
Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo
aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione
informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale
di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
|
|
|