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8
aprile
2011 - 4 Nisan
5771 |
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Alfonso
Arbib,
rabbino capo
di Milano
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Secondo
una famosa interpretazione rabbinica la tzaràat, la malattia della
pelle di cui si parla nella parashà di questa settimana, è una
punizione per il leshon harà', la maldicenza. Lo Sfat Emet, grande
commentatore del '900 invece, basandosi sulla traduzione aramaica di
Onkelos, fa notare che questa malattia chiude i pori della pelle.
Questa chiusura dei pori impedisce la penetrazione della luce. La
tzaràat, secondo questa interpretazione, sarebbe un modo di segnalare
all'uomo la perdita di sensibilità. Sono due interpretazioni diverse ma
forse c'è un punto di contatto. Noi facciamo tranquillamente leshon
harà' soprattutto perché siamo insensibili al dolore
altrui.
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Sonia
Brunetti
Luzzati,
pedagogista
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Pesach, hag ha aviv .
Il senso e i precetti relativi all’educazione ebraica sono spesso spiegati attraverso metafore
legate alla natura, al fiorire, alla cura “di un
giardino” inteso come luogo della narrazione di
un’esistenza che cresce, si manifesta e si sviluppa talvolta
in maniera imprevista o improvvisa, talvolta con lentezza e gradualità.
Rinunciare e lasciarsi trascinare dal pessimismo che
caratterizza il recente modo di narrare la scuola e le nuove
generazioni nella pubblicista attuale equivale sia all’incapacità di
raccogliere la sfida che i tempi impongono, sia allo
“strappare i germogli” per usare un‘espressione cara
ai Maestri, impedendo così che la pianta cresca e sopravviva.
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Qui Roma - Cultura
ebraica, il laboratorio della Giornata
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Un incontro stimolante
quello che si è tenuto ieri a Roma al Centro Bibliografico dell’UCEI.
Una trentina di responsabili della Giornata Europea della Cultura
Ebraica provenienti da tutta Italia si sono riuniti per conoscersi,
confrontarsi e scambiarsi idee sul tema che propone l’edizione di
quest’anno “EDJC 2.0: Facing the future” (Giornata Europea
della Cultura Ebraica 2.0: di fronte al futuro). Un tema che racchiude
una sfida: far conoscere la cultura e il patrimonio ebraico anche
attraverso i nuovi mezzi di comunicazione che la tecnologia attualmente
mette a disposizione.
Nel corso della riunione dopo l’intervento di Annie Sacerdoti,
consigliere delegato alla Giornata, e di Emanuele Ascarelli, direttore
del Dipartimento Informazione e Relazioni Esterne dell’UCEI, Sira
Fatucci, coordinatrice e “motore” della Giornata ha condotto
l’incontro, e si è parlato a 360 gradi di tutte le questioni inerenti
l’organizzazione della Giornata sia di ordine pratico che di contenuto,
e si è inoltre cercato di rafforzare il doppio network che si è creato
tra le località che aderiscono alla Giornata: in Italia tra le circa 60
località, e in Europa tra le 26 nazioni che partecipano.
Nella seconda parte dell’incontro si è parlato delle nuove tecnologie,
e soprattutto delle possibilità e le opportunità che esse
offrono quando applicate adeguatamente. Una sfida proiettata nel
futuro, che le Comunità e le località che aderiscono alla Giornata
potranno attuare o meno. Un’occasione che partendo dal 4 settembre,
potrà far crescere per tutto l’anno le Comunità che la coglieranno.
E se - come asserisce il teorico della comunicazione Marshall McLuhan -
”Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla
magia”, nel corso delle presentazioni delle varie tecnologie che
potrebbero essere sfruttate, si è avuto in più di un momento la
sensazione di essere di fronte se non proprio alla magia, a un parente
prossimo. E che -soprattutto nella nostra epoca - può contribuire ad
abbattere i confini geografici.
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Qui Gerusalemme - Nuovo
Consiglio per la Hevrat Yehudè
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Si è riunito per la prima
volta il nuovo Consiglio della Hevrat Yehudè Italia, l’associazione
degli italiani di Gerusalemme. Eliahu Ben Zimra è stato riconfermato
presidente. Del Consiglio fanno parte anche Angela Lazar Polacco, che
si occuperà dei rapporti con la comunità, Angelo Piattelli, con delega
al Museo Nahon, Sergio Della Pergola ai rapporti esteri, Cecilia Nizza
alla Cultura, Samuele Giannetti alla gestione del Tempio, Viviana Di
Segni Sacerdoti alla Tesoreria.
Nel corso della riunione si è parlato anche della campagna di raccolta
per salvare quello che, da ormai sessant’anni, costituisce il fulcro
della presenza degli italiani in Israele. Lo storico edificio di rehov
Hillel 27, sede del Tempio italiano (con arredi originali provenienti
dalla sinagoga seicentesca di Conegliano Veneto), del Museo Umberto
Nahon di Arte Ebraica, oltre che delle attività della Hevrat Yehudè
Italia, è stato messo in vendita dal Municipio della città. Per
l’Associazione della comunità italiana in Israele si prospetta
l’opportunità unica di acquisirne la proprietà, ma solo a patto di
riuscire a trovare le risorse economiche necessarie entro l’estate del
2011.
Il Consiglio ha fatto dunque il punto sulla situazione: la campagna
prosegue con risultati soddisfacenti e i consiglieri hanno espresso
l’auspicio che nelle prossime settimane si intensificherà grazie al
supporto di donatori provenienti dall’Italia.
rt
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Qui Roma - Bioetica e
Diritto ebraico
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Bioetica e Diritto ebraico.
La presentazione degli elaborati di Cristian Fuschetto e Mirko Garasic
dedicati alla Bioetica e al "Nuovo Pensiero. Per una declinazione
levinasiana dell’etica della vita - con un apporto per le complesse
questioni morali poste dalla nuova scienza della vita" ha
contrassegnato la cerimonia di premiazione dei due candidati, dottori
di ricerca, vincitori del Bando di concorso 2009 proposto dal Centro
Bibliografico e patrocinato dalla Regione Lazio. Fuschetto è
giornalista scientifico e dottore di Ricerca in Bioetica all’Università
Federico II di Napoli, Garasic, appena rientrato dagli Usa, vincitore
di una Fulbright è stato Visiting Researcher presso le Università di
Oxford e Yale, ha consegnato un contributo su una questione di estremo
rilievo per l’Ebraismo: "Defending male circumcision: relevant
differences in the ethics of male and female circumcision."
Nel corso della cerimonia hanno affrontato le tematiche evocate da
queste ricerche il rav Roberto Della Rocca, direttore del dipartimento
Educazione e Cultura UCEI, la professoressa Donatella Di Cesare,
filosofa, e l’avvocato Daniela Dawan, giurista.
"Il progetto - spiega la responsabile del Centro bibliografico UCEI
Gisèle Lévy - è stato presentato alla Regione Lazio nel 2009 ed è
incentrato sull’approfondimento di tematiche complesse e ancora da
definire, oggetto di studio in quest’ultimo decennio sotto vari
profili: quello del supporto tecnico alla vita, quello del diritto
dell’infanzia, quello della dignità della persona, quello del rispetto
della cultura e della religione, quello della “falsa” morale
occidentale che a volte si scontra con delle riflessioni sull’esistenza
ispirate a scelte politiche opportunistiche".
Donatella Di Cesare, ordinario di Filosofia del linguaggio alla
Sapienza e di Filosofia ebraica al Corso di Laurea dell’Ucei, ha
affrontato, tra l’altro, il discorso della de-responsabilizzazione
attraverso il rinvio al parere dell’esperto, come unico referente
persino nella risoluzione delle problematiche della Bioetica. Questo
problema riappare anche quando, in materia di culto, la decisone viene
demandata a specialisti che non sono in grado di affrontare una
disciplina nella sua molteplicità.
Si è discusso del “paternalismo” della medicina e dell’autonomia
dell’individuo, della liceità della circoncisione maschile (berit milà)
patto fondamentale per l’appartenenza all’identità ebraica, sicuramente
positiva anche in termini medici, e che in questi ultimi anni è oggetto
di attacchi antisemiti che la mettono a confronto con la “circoncisone”
femminile in uso presso alcune civiltà islamico-africane.
E’ stato fatto rilevare quanto di diverso esiste tra queste due
pratiche. L’avvocato Dawan, Professoressa di diritto processuale alla
Scuola di specializzazione per le professioni forensi dell’Università
di Milano, ha sottolineato quanto in effetti nel berit milà non ci
siano problematiche legate alla lesione fisica dell’individuo in quanto
per “lesione” si deve intendere una diminuita funzionalità dell’organo.
Una lesione fisica permanente, e il danno aggravato con lesione di
minore, sono infatti severamente puniti dal procedimento penale. Ha
anche sottolineato che la pratica ha ingenerato dei problemi di liceità
in un contesto in cui il “mohel”, o circoncisore rituale, non è
necessariamente un medico chirurgo, pur esercitando questa professione
(ma non si tratta di “esercizio abusivo della professione medica”). In
effetti, ha spiegato l'avvocato Dawan, data la tenerà età dell’infante,
non è necessario intervenire “chirurgicamente” come invece si dovrebbe
per il rito musulmano, che vede protagonisti i bambini di tredici anni.
Il rav Roberto Della Rocca ha fatto una riflessione sui due attributi
(in virtù del Salmo 85 “L’Amore e la Giustizia si incontreranno e si
baceranno”), il primo è infatti esclusivo, intemperante, cieco,
concentrato e privilegiatore, mentra la seconda è inclusiva,
temperante, bilanciata, diffusa e non arbitraria, pur essendo “bendata”.
A differenza della Giustizia della nostra Torà, considerata
erroneamente dai non ebrei quale inflessibile e inclemente, infatti, il
concetto d'amore espresso dalla cultura maggioritaria, quello del
perdono, potrebbe anche essere talvolta “connivente” con il
male.
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Qui Firenze, qui Siena
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Le sfide degli archivi
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Sono
i giovedì della Soprintendenza, occasioni speciali in cui la
Soprintendenza Archivistica apre le porte di Palazzo Giugni, storico
edificio nel cuore di Firenze, per mostrare i suoi ambienti e
raccontare le sue attività. Incontri periodici pensati per festeggiare
il Centocinquantenario di Unità italiana in cui è possibile riscoprire
l’immenso patrimonio documentario toscano e affrontare insieme a
relatori d’eccezione le nuove prospettive di conoscenza e tutela degli
archivi. Protagonista della giornata di ieri la memoria documentaria
dei culti acattolici nella regione, con attenzione soprattutto alle
sorti di due minoranze legate da una storia che presenta spesso forti
analogie: la minoranza valdese e quella ebraica. Le quattro studiose
relatrici – Gabriella Todros, Alessia Artini, Chiara Marcheschi e
Ilaria Marcelli – si sono soffermate sul percorso di integrazione
compiuto da queste identità nel corso dei secoli raccontando la sfida
di preservarne la memoria e coltivarne allo stesso tempo presente e
futuro attraverso il ricco materiale cartaceo custodito nelle
rispettive sedi. Chiara Marcheschi e Ilaria Marcelli in particolare
hanno delineato davanti al numeroso pubblico presente vicende storiche
e archivistiche dei nuclei ebraici di Firenze e Siena. Presente in sala
tra gli altri Lionella Viterbo, responsabile dell’archivio fiorentino e
autrice insieme a Marcheschi e Marcelli di un libriccino edito da
Polistampa in cui si illustra il materiale conservato in tale sede.
Adam Smulevich
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Principio e pratica
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Martedì 19 aprile, primo giorno
di Pesach, sarà l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze pasquali.
Per le mie classi che vanno all’esame ci sono giri di interrogazioni da
completare e naturalmente tutti vogliono passare il più tardi
possibile: la mia prevista assenza nell’ultimo giorno utile non è stata
quindi facile da digerire per gli allievi, ma quando ho spiegato che si
trattava per me di una festività religiosa molto importante ho
incontrato una comprensione e un rispetto inaspettati. E’ vero che per
guadagnarmi questa comprensione e questo rispetto mi sono dichiarata
disponibile a soluzioni alternative, come entrate anticipate o uscite
posticipate (cosa non propriamente allettante nei giorni immediatamente
precedenti a Pesach), d’altra parte proprio questa mia disponibilità è
stata probabilmente percepita come una dimostrazione della serietà
delle mie esigenze.
Non so fino a che punto si possa generalizzare la mia esperienza
specifica, ma ho l’impressione che in Italia sia abbastanza facile
trovare rispetto per le proprie esigenze pratiche, cercando soluzioni
giorno per giorno ai problemi che si presentano. Viceversa le questioni
di principio facilmente non vengono capite, anzi, spesso destano
reazioni sproporzionate. Mi è capitato molto spesso di leggere e
sentire da parte degli allievi difese appassionate del crocifisso in
classe, eppure fortunatamente nelle scuole in cui ho lavorato finora il
crocifisso in classe non c’era: ai ragazzi dava fastidio che venisse
messo in discussione quello che ritenevano un loro diritto, o, meglio,
dava fastidio l’idea che una minoranza potesse in qualche modo mettere
in discussione l’identità della maggioranza; una volta salvato il
principio, però, di cosa succedesse in pratica non si preoccupavano
troppo. Allo stesso modo ho l’impressione che in una discussione
teorica sulle minoranze religiose in Italia i miei allievi sarebbero
stati molto meno disponibili ad accettare in linea di principio il
diritto di ciascuno di stare a casa nei propri giorni festivi.
Sembra dunque che a volte convenga non rinunciare ai principi, ma
arrivarci partendo dai singoli casi concreti e non viceversa; in fondo
è l’approccio abituale nella cultura ebraica.
Anna
Segre, insegnante
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notizieflash |
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rassegna
stampa |
Final
Four di Eurolega – Il Real Madrid sulla strada del Maccabi
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Sarà il Real Madrid a contendere al Maccabi Tel Aviv l’accesso alla
finalissima di Eurolega nella semifinale di Final Four in programma dal
6 all’8 maggio a Barcellona. Ieri sera il team madrileno ha sconfitto
nella “bella” dei quarti di finale il Valencia con il risultato di 66 a
58 interrompendo la serie negativa che lo teneva lontano dalle Final
Four da ben 15 anni. C’è il marchio Italia nel club spagnolo: tecnico
del Real è infatti l’italiano Lele Molin, promosso coach dopo le
dimissioni di Ettore Messina. L’altra semifinale della Coppa Campioni
del basket sarà Montepaschi Siena – Panathinaikos con i senesi chiamati
all’impresa contro una delle squadre più titolate d’Europa.
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Da Gaza missile su uno scuolabus
giornata di guerra con Israele
Fabio
Scuto, la Repubblica, 8 aprile 2011
The
Goldstone chronicles,
Herald Tribune, 8 aprile 2011
Raid Nato, strage di ribelli
Misurata è allo stremo
Roberto
Romagnoli, il Messaggero,
8 aprile 2011
La
Nato chiede all'Italia di bombardare
Vincenzo
Nigro, la Repubblica, 8 aprile 2011
Aznar, Bolton e Nirenstein, un premio per il
Medio Oriente
Matteo
Sacchi, il Giornale, 8 aprile 2011
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è il giornale dell'ebraismo
italiano |
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Dafdaf
è il giornale ebraico per bambini |
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L'Unione
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