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12 aprile
2011 - 8 Nisan 5771 |
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Roberto
Della Rocca,
rabbino
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" ....e
non procederete nei loro statuti....." (Levitico, 18;3). Sotto
l'espressione "chukkòt ha goijm", norme dei popoli, la Torah sembra
alludere a tutte quelle pratiche che hanno attinenza con
l'idolatria e con la corruzione. In verità rientrano sotto questa
fattispecie normativa anche comportamenti non legati
necessariamente all'idolatria. Alcuni codificatori,
tra cui il rabbino medioevale di Pavia Yossèf Colon, imputano a questo
divieto anche quelle attitudini che sono prive di motivazioni
razionali, che vengono eseguite solo per imitazione e acquiescenza o
comportamenti contrari alla pubblica decenza e con risvolti immorali.
Questa concezione della diversità come precetto divino a cui adempiere
mette in discussione, fra l’altro, l’idea che l’uomo si realizzi
soltanto nella conformità, assoggettandosi supinamente al codice
sociale vigente, rifuggendo sempre ogni singolarità. Il singolo non è
riducibile a soli valori collettivi, egli stesso rappresenta un valore
assoluto: la specificità dell'anima umana, la singolarità dei suoi
attributi costituisce insieme il rischio e il valore dell'individuo.
Come tale l'uomo è posto di fronte all'Eterno, non come modello
impersonale. La Torah vuole dall'uomo l'attuazione della sua singolare
irripetibilità, non l'adeguamento acquiescente a uno schema collettivo. |
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Dario
Calimani,
anglista
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Ci insegnano che bisogna
sempre riprendere un ebreo che sbaglia. Ma chi ha la certezza di essere
così perfetto nelle sue azioni da potersi permettere di riprendere gli
altri? E chi, in ogni caso, è certo di possedere la delicatezza
necessaria per farlo? E se poi il rimprovero provocasse una frattura,
sarebbe stato utile aver corretto (o aver tentato di correggere) un
comportamento individuale ai danni di un rapporto interpersonale? Gli
insegnamenti non dovrebbero talora confrontarsi con le variabili del
reale? E come viene considerato nell’ebraismo un insegnamento sbagliato
o semplicemente dannoso?
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Qui Roma - Scatta il
maggioritario, Pacifici resta alla guida
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“Sarò il presidente di
tutti”. Questa la promessa di Riccardo Pacifici, capolista della
formazione Per Israele, al termine di una prova elettorale che lo ha
confermato alla guida della Comunità ebraica di Roma in occasione delle
elezioni per il rinnovo del Consiglio della più antica realtà della
Diaspora. Per la prima riunione di Consiglio non ci sarà da attendere a
lungo. Pacifici, che ha già in tasca la presidenza grazie al nuovo
meccanismo che prevede il voto di lista, un premio di maggioranza per
favorire la governabilità e l'elezione diretta del capolista della
formazione che raccolga oltre il 45 per cento dei consensi, l'ha
convocata immediatamente per domani sera, il mercoledì ad appena tre
giorni dalla consultazione elettorale. Da Auschwitz dove si trova in
compagnia del presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti
assieme a 400 giovanissimi provenienti da tre regioni italiane per un
viaggio della Memoria, Pacifici ha delineato alcuni punti nevralgici
del suo programma (attenzione al sociale, centro sportivo per la
Comunità) e annunciato che sceglierà i componenti della giunta e gli
assessori in base non solo alla volontà elettorale ma anche alle
competenze professionali e di esperienza. “Si tratta di qualità -
spiega Pacifici - che sono convinto di poter trovare anche tra i
consiglieri delle altre liste”. Oltre tremila gli ebrei romani
presentatisi ai 10 seggi distribuiti in città per una affluenza totale
pari al 32,18 per cento degli aventi diritto, dato che si
attesta su cifre lievemente inferiori rispetto a quanto registrato
nella scorsa tornata elettorale. La lista Per Israele si aggiudica le
elezioni con il 47,5 per cento dei voti prevalendo sulle altre due
formazioni in lizza: Hazak (30,72 per cento) guidata dal consigliere
UCEI Victor Magiar e Efshar (22,23 per cento) con capolista Raffaele
Sassun. Per quanto riguarda la composizione del nuovo Consiglio,
quindici posti vanno agli uomini di Pacifici mentre i gruppi Hazak e
Efshar si aggiudicano rispettivamente otto e cinque cariche.
Reazioni a caldo dagli altri candidati: “Mi aspetto una proposta di
collaborazione con le altre due liste. Collaborazione che tre anni fa
non c’è stata" commenta il leader di Hazak Victor Magiar. Che poi
aggiunge: “Pacifici si conferma presidente della Comunità, ma sarà
costretto a dover tener conto di rappresentare anche la restante metà
degli ebrei romani”. Su posizioni analoghe Raffaele Sassun che invoca
cooperazione tra le forze scese in campo. “Ci serve un gioco di squadra
- dice Sassun - perché le sfide che ci attendono come Comunità sono
varie e difficili a cominciare dal bilancio. Per questo non si può
pensare di risolvere le cose senza lavorare insieme”. Quelle svoltesi
nella giornata di domenica sono state elezioni anticipate causate dalle
recenti dimissioni in blocco dei consiglieri del gruppo di minoranza
Per i giovani insieme presentatisi all’appuntamento con la nuova lista
Hazak. Nell’occasione gli ebrei romani sono andati al voto con i nuovi
meccanismi approvati dall'ultimo Congresso UCEI: voto di lista,
correttivi per stimolare la governabilità ed elezione diretta del
capolista alla carica di presidente nel caso l'elettorato avesse
espresso una preferenza per un singolo nome superiore alla percentuale
del 45 per cento. La soglia è stata superata da Per Israele con 68
voti. In attesa dei primi atti operativi del nuovo Consiglio si
susseguono in queste ore i messaggi di congratulazioni rivolti a
Pacifici dal mondo istituzionale romano e nazionale.
“Alla Comunità ebraica ci lega un rapporto di collaborazione forte,
ricco di idee e di progetti. Oggi posso dire che anche sul piano
personale continuerò a lavorare con Riccardo con la passione e lo
spirito di collaborazione che caratterizza il nostro rapporto ormai da
molti anni” dichiara in una nota il presidente della Provincia di Roma
Nicola Zingaretti. “A nome di tutta la città - il messaggio del sindaco
Alemanno - faccio gli auguri di buon lavoro a Riccardo Pacifici,
riconfermato oggi alla guida della più antica comunità ebraica di
Europa. Pacifici è una personalità autorevole, capace di fare del
dialogo il punto di riferimento. Negli anni trascorsi del suo mandato
ha proiettato con entusiasmo e competenza la comunità ebraica romana
nel dibattito civile”. Si felicita con Pacifici anche il presidente
della Regione Lazio Renata Polverini che alla stampa rilascia la
seguente dichiarazione: “Alla Comunità ebraica di Roma ci lega un
rapporto di collaborazione e di vicinanza. E con questo spirito
continueremo a lavorare insieme, dopo le esperienze già condivise in
passato, con particolare attenzione ai giovani attraverso nuovi
progetti e iniziative''.
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Qui Firenze -
Riscoprire i nostri tesori in Israele |
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Un viaggio alla riscoperta
dei tesori ebraici d’Italia in Eretz Israel. Si chiama Aronoth Kodesh
di antiche sinagoghe italiane in Israele ed è l’affascinante e inedita
proposta di itinerario che la Comunità ebraica di Firenze rivolge a
tutto l’ebraismo italiano. Una settimana di emozioni (dal 28 giugno al
5 luglio) - da Gerusalemme a Tel Aviv, da Tiberiade a Latrun - che si
declina sulla scia della straordinaria impresa dell’ebreo livornese
Umberto Nahon. Inviato dell’Agenzia Ebraica in Italia, dall'immediato
dopoguerra Nahon si dedicò con intramontabile passione a un obiettivo
ambizioso: ridare vita agli arredi dei templi italiani caduti in
disuso. In 25 anni di attività Nahon portò in Israele numerosi cimeli e
due sinagoghe: quella di Conegliano Veneto in cui oggi pregano gli
italiani di Gerusalemme e uno dei tre Batè Hakenesset di Mantova,
attualmente ospitato nelle sale del Museo d’Israele. L’azione
appassionata di Nahon fu incentrata in particolare sul salvataggio
degli armadi che custodiscono i rotoli della Torah (in ebraico "aronoth
kodesh”). Arredi di pregevolissima fattura che sono adesso esposti in
luoghi di grande significato come lo splendido Aron seicentesco di
Soragna che ha trovato nuova collocazione nella sinagoga della Knesset,
il Parlamento israeliano. Realizzato in collaborazione con David
Cassuto, il programma del viaggio prevede sette giorni intensi alla
riscoperta di questo patrimonio di inestimabile valore simbolico e
artistico sotto la guida esperta di Angela Polacco Lazar. Una preziosa
occasione di conoscenza da cogliere per chi vuole approfondire le
proprie radici e riaffermare con orgoglio la variegata e particolare
tradizione dell’ebraismo italiano. “Considerata la vastità geografica e
storica dell’itinerario proposto - spiega il presidente della Comunità
ebraica di Firenze Guidobaldo Passigli - mi auguro la partecipazione di
ebrei italiani in rappresentanza di numerose Comunità. Da parte nostra
abbiamo attuato una politica di prezzi bassi e formule elastiche che
spero possano aiutare ulteriormente il coinvolgimento degli
interessati”.
Per
maggiori informazioni su programma e prezzi clicca qui
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Qui Roma - Judaica-Europeana, una rete per la cultura |
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Condividere l'immenso
patrimonio culturale ebraico, grazie alle nuove tecnologie informatiche
è l'obiettivo del nuovo importante progetto “Europeana-Judaica”.
L'iniziativa è stata presentata in un convegno organizzato dal
dipartimento di Storia, Culture e Religioni dell'Università La Sapienza
di Roma. Promotrici del progetto sono studiose afferenti a vari centri
di studio: Laura Quercioli Mincer, docente del diploma universitario
triennale in Cultura Ebraica, Fiorella Bassan de La Sapienza, e Myriam
Silvera, di Tor Vergata e de La Sapienza, coadiuvate da Marina
Caffiero, docente di Storia moderna all’università La Sapienza, che ha
presieduto e coordinato la presentazione.
Il progetto, finanziato dalla Unione Europea, prevede la realizzazione
di un complesso Portale che auspica di riunire in forma telematica
diversi tipologie di contributi culturali: libri, materiale
audiovisivo, fotografico o artistico, già digitalizzati o in via di
digitalizzazione, provenienti dai 27 Paesi membri dell'Unione. Si
prevede che il progetto arriverà a contare oltre 14 milioni di dati,
visto anche l'intento di coinvolgere nel progetto numerose istituzioni
culturali partner sparse in tutta Europa. Fra le altre cose saranno
inoltre organizzati veri e proprie musei e mostre virtuali, ha spiegato
Marina Caffiero nell'introdurre gli interventi della giornata.
Fra i numerosi partecipanti al convegno, oltre alle promotrici, erano
presenti: il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Renzo Gattegna, assieme all'assessore ai beni culturali UCEI Annie
Sacerdoti, il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma Riccardo Di
Segni, il direttore del corso di laurea in Studi ebraici Enzo
Campelli, la preside della nuova facoltà di Filosofia, Lettere, Scienza
umanistiche e Studi orientali Marta Fattori, il direttore
dell'associazione università Impresa per la Formazione
(Amitié) Pier Giacomo Sola, oltre a Marzia Piccininno e Maria
Teresa Natale, rappresentanti del ministero per i Beni e le attività
culturali e dell’Istituto centrale per il catalogo unico delle
biblioteche italiane, Roberto D’Autilia, rappresentante del progetto
Panmind Labs del Polo Universitario di Colle Val D’Elsa, Francesco Gui,
del Dipartimento di Storia dell’Università La Sapienza, Franco Piperno,
musicologo dell’Università La Sapienza e ovviamente il
direttore del dipartimento di Storia, Cultura e Religioni, Mariano
Pavanello, che ha ospitato l'evento.
Grande entusiasmo per il progetto in corso di realizzazione è stato
manifestato da tutti gli intervenuti e in particolare dai leader
ebraici presenti.
Renzo Gattegna ha spiegato come il progetto sia particolarmente
apprezzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche italiane, che ha
contribuito al progetto in vari modi, ad esempio con l’inserimento
online degli indici della Rassegna Mensile di Israel, in linea con gli
obiettivi dell’iniziativa volta a un allargamento nazionale e
internazionale dell’uso delle nuove tecnologie.
Il rav Di Segni (nell'immagine assieme Mariano Pavanello e Marta
Fattori), dal canto suo, ha ricordato invece come la possibilità di
mettere in correlazione patrimoni culturali provenienti da ogni parte
d’Europa, facilitata dall’uso degli strumenti informatici e
tecnologici, rappresenti una preziosa risorsa in più rivolta a tutti,
in un momento di riscoperta della presenza ebraica in Europa non solo
dal punto di vista politico, ma anche come determinante fattore
culturale, spesso in passato non adeguatamente valutato.
Enzo Campelli invece ha sottolineato come il binomio Ebraismo - Europa
rappresenti allo stesso tempo due termini “multidimensionali” per i
quali tentare una rassegna esaustiva delle varie implicazioni è
operazione ardua e rischiosa. “Tuttavia va detto che questo è un
binomio proficuo e mette in evidenza come l’ebraismo non ha mai temuto
le contraddizioni, ha sempre ammesso l’incertezza, non cancella le
differenze, predilige la domanda alla risposta, è razionale ma non teme
le associazioni libere, con un metodo di studio e di ricerca peculiare,
quanto mai contrario al mondo cartesiano con le sue regole certe. Ed è
proprio in questi termini che la scienza moderna ha concepito se
stessa: come argomentazione e interpretazione critica continua”, ha
spiegato il direttore del corso di laurea in studi ebraici.
Il padrone di casa, Mariano Pavanello, ha messo invece in luce la
grande importanza della trasmissione del sapere umanistico ebraico in
Europa e la rilevanza dell’informazione in un’epoca, la nostra, dove
spesso si assiste a una scarsa attenzione da parte delle istituzioni
pubbliche su queste tematiche. In questo contesto, Europeana - Judaica
va controcorrente e seppur si tratta di un “progetto nato in sordina”
come ha affermato Pavanello, “è andato sempre crescendo”.
La carrellata di interventi, anche tecnici, che si sono
susseguiti nel corso dell'incontro, hanno messo in luce non solo la
funzionalità del progetto e il lavoro fatto sinora ma anche il tanto
lavoro che c'è ancora da fare.
Maria Rita
Salustri
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la cronaca integrale sul Portale dell'ebraismo italiano www.moked.it
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Perdono e Giustizia
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Sabato scorso, a Roma, è
stata celebrata la XVII Giornata della Memoria del genocidio del
Rwanda. Uno dei crimini più efferati e terrificanti del XX secolo,
perpetrato da assassini appartenenti all’etnia Hutu nei confronti dei
connazionali Tutsi. Secondo i calcoli delle Nazioni Unite, più di
ottocento mila morti in poco più di un mese, mentre la comunità
internazionale si ostinava in una colpevole indifferenza e i governanti
dell’epoca incitavano al massacro.
Yolande Mukagasana, scrittrice candidata al premio Nobel per la Pace
nel 2010, sopravvissuta all’omicidio della sua gente, di suo marito e
di tutti i suoi figli, ha ricordato al pubblico quali sono i cardini
del suo impegno di testimone: «Occorre» ha dichiarato «ritrovare
persino la gioia di vivere. Si può essere un sopravvissuto, ma la
sopravvivenza non può diventare uno status permanente, perché la
sopravvivenza non è vita». La donna, che gira il mondo in lungo e in
largo per ricordare lo sterminio del suo popolo e per creare nel suo
paese la «Collina dei Giusti», ha spiegato che a fine anno tornerà in
Rwanda per vivere quotidianamente insieme alle persone che come a lei
hanno sofferto.
Nel corso della manifestazione Moni Ovadia ha citato il passo del
Talmud in cui è scritto che il mondo poggia su tre cose: la giustizia,
la verità, la pace. Senza un solo accenno all’odio, la donna gli ha
indirettamente risposto affermando: «Non si può vivere senza perdonare,
ma per perdonare c’è bisogno di giustizia, e per avere la giustizia
serve ritrovare l’umanità».
Tobia
Zevi, Associazione Hans Jonas
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notizie
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rassegna
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Israele
- Il sistema di difesa antimissile
evita 9 razzi verso il Sud del Paese
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la rassegna |
“Pietra miliare nella storia della difesa”, così il quotidiano
israeliano Haaretz, definisce l'innovativo sistema di difesa
anti-missile "Iron Dome", la “cupola di ferro”, messo a punto da
americani e israeliani, che ha permesso, nel fine settimana scorso, di
intercettare e distruggere nove ordigni sparati verso lo Stato
israeliano dai miliaziani di Hamas. La minaccia dei razzi puntati
contro i centri israeliani nel Sud del Paese, pur non
cancellata, come ha tenuto a sottolineare il premier israeliano
Benjamin Netanyahu, potrà essere notevolmente ridimensionata. La
notizia rincuora, almeno in parte, i circa 500 mila israeliani
residenti ad Ashdod, Ashkelon, Sderot e in altre località vicine al
confine, che in queste settimane hanno dovuto ripetutamente correre nei
rifugi per ripararsi dalla pioggia di missili giunti da Gaza.
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Pacifici
resta alla guida
“Sarò
il presidente di tutti”
Marco Giovannelli, Il Messaggero,
12 aprile 2011
Anna
Frank - Ha
un nome
l'ufficiale
che l'arrestò
Roberto Caracciolo,
La Gazzetta del Mezzogiorno,
12 aprile 2011
Ad Auschwitz
l'unità
d'Italia degli studenti
Mauro Evangelisti, Il Messaggero,
12 aprile 2011
Guardiamoci
in faccia
Matthew Kaminski,
Il Foglio, 12 aprile 2011
Autocensura
sul caso Goldstone
Dimitri Buffa, L'Opinione, 12 aprile 2011
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