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4 maggio 2011 - 30 Nisan 5771
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l'Unione informa
ucei 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
 
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Adolfo Locci
Adolfo
Locci
rabbino capo
di Padova

“Parla ai figli d’Israele e di loro: Riguardo alle feste del Signore, che proclamerete come sacre convocazioni, queste sono le Mie feste.” (Vaikrà 23:2).Spiega Moshè David Valle (Padova 1696-1777): “E’ scritto “attem – voi” (e non otam – loro) perché “tutto” dipende dal comportamento dell’ebreo; perché gli esseri superiori, in questo caso, vanno dietro gli esseri inferiori e li aspettano sia riguardo il loro invito sia riguardo la loro osservanza...”. La giusta fissazione delle feste nel calendario, come il loro rispetto, crea il giusto connubio fra cielo e terra e non il fatto che tali appuntamenti siano “solo” stabiliti dall’Alto...
Dario Calimani,
 anglista


dario calimani

Quando provo orgoglio per i tanti ebrei famosi - da Einstein a Freud alla Montalcini - questo dà più senso al mio ebraismo? Mi sto forse compiacendo per la superficie dell’ebraismo altrui o sto forse cercando di convincermi che a me va bene viverne uno di imitazione e di riflesso? 
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davar
Unione e Comunità: il Consiglio Ucei rilancia il confronto
Respinte le dimissioni del vicepresidente Calò
consiglio uceiRistabilire rapporti solidi, fattivi, equilibrati fra singole Comunità e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Scongiurare la minaccia di defezioni che rischierebbero di indebolire l'ebraismo italiano. Una mozione adottata all'unanimità dal Consiglio dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, riunito a Firenze la scorsa domenica, ha respinto le dimissioni del vicepresidente Ucei Anselmo Calò e contestualmente ha fissato nuovi obbiettivi di azione e incisività.
La lunga pausa imposta dalla festività di Pesach ha permesso un laborioso lavoro di ricomposizione di una crisi, aperta con una lettera riservata con la quale Calò denunciava nello specifico la scarsa correttezza dei rapporti fra la Comunità di Roma e l’Unione. Il documento criticava i presidenti dei due enti accusando il primo di non rispettare lo Statuto e di prevaricare l’Unione nella legittima rappresentanza dell’ebraismo italiano di fronte alle istituzioni politiche del Paese, e il secondo di un eccessivo fair-play nella gestione dei rapporti con le Comunità.
Le dimissioni hanno di fatto aperto una riflessione e un serrato dialogo che ha coinvolto i presidenti delle Comunità e molte componenti del rabbinato italiano. Sono emersi nel complesso un forte apprezzamento del lavoro svolto in questi anni da Calò, e una condivisione, parziale o totale, delle sue osservazioni. Il vicepresidente è stato di conseguenza da tutti invitato a ritirare le proprie dimissioni.
Un serio tentativo di ricomposizione è quindi stato compiuto dal Consiglio dell’Unione che, discutendo apertamente, anche sulla base di una densa relazione del Presidente Renzo Gattegna, ha provato a dare risposte operative e di contenuto alle importanti questioni sollevate da Calò, in particolare in merito ai temi della rappresentanza dell'ebraismo italiano, della laicità dello Stato e della lotta al negazionismo.



Renzo Gattegna: “Senso di responsabilità e volontà costruttiva
possono volgere in positivo fattori potenzialmente negativi”

renzo gattegnaII Presidente dell'Unione delle Comunità Italiane Renzo Gattegna ha dichiarato:

“Il Primo maggio si è tenuta a Firenze una riunione straordinaria del Consiglio dell'Unione per affrontare e valutare immediatamente le cause della dimissioni rassegnate dal vicepresidente Anselmo Calò. Dopo un dibattito ampio e costruttivo si sono delineate valutazioni omogenee e tutti i Consiglieri presenti hanno collaborato fattivamente alla stesura di una delibera che messa ai voti è stata approvata all'unanimità. Mi auguro che questo rimanga un esempio di come con volontà costruttiva e senso di responsabilità si sia riusciti a volgere in positivo un fatto potenzialmente negativo. Il risultato è stato infatti di migliorare e rendere più efficiente il funzionamento del Consiglio, anticipando il modello di struttura che l'UCEI dovrà assumere quando la riforma dello Statuto dell'ebraismo italiano troverà la sua piena applicazione. Come Presidente, ma soprattutto come amico, formulo l'auspicio che Anselmo Calò dia all'accaduto una valutazione simile e che prendendo atto dei numerosi attestati di stima per il lavoro da lui svolto continui a ricoprire la carica attraverso la quale ha reso un eccezionale servizio alle istituzioni ebraiche italiane”.


Rav Riccardo Di Segni: “Una riflessione su temi importanti.
Da questa crisi l'Unione deve uscire più forte”


rav di segniIl rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni ha dichiarato:

“Questa crisi nasce dalla riflessione su temi importanti come quelli della rappresentanza dell'ebraismo italiano e i suoi rapporti con la società. Sono problemi che vanno chiariti presto e bene e l'approvazione di un documento unitario alla riunione del Consiglio dell'UCEI del 1 Maggio è già un buon segno. Esistono però problemi più importanti, che non ci consentono il lusso di disperdere le energie valide, che devono essere coordinate su un lavoro comune, anche se ciascuno porta esperienze e concezioni differenti. Per questo spero vivamente che le dimissioni di Anselmo Calò, di cui ho sempre apprezzato le capacità gestionali e umane, siano ritirate e si possa tornare a un lavoro di squadra utile. Non vorrei che si aprisse una catena inarrestabile di rinunce, anche se motivate da delusioni per difficoltà operative innegabili. Da questa crisi l'UCEI deve uscire più forte, con il concorso di tutti”.

 
Qui Roma - Dialogando, idee e prospettive per l’inclusione
logo dialogandoNuovi modelli di integrazione, nuove sfide di accoglienza e condivisione. Nella sala Mappamondo della Camera è stata presentata questa mattina la manifestazione Dialogando, primo festival dedicato all’integrazione che avrà luogo a Bassano del Grappa dal 3 al 5 giugno. A delineare obiettivi e calendario dell’iniziativa il vicepresidente dell’Associazione Dialoghi Asolani Daniele Nahum, ex presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia e attuale vicepresidente della Comunità ebraica di Milano, accompagnato nell’occasione dal presidente di Dialoghi Asolani Pietro Piccinetti, dall’assessore alla Programmazione e sviluppo economico, beni culturali e identità isolane di Lampedusa Pietro Busetta e dall’assessore alla Cultura di Bassano del Grappa Alessandro Fabris. Il festival Dialogando vedrà nel suggestivo comune veneto autorevoli esponenti del mondo politico, economico e culturale a confronto su uno dei temi cardine dell’ormai multietnica e multiculturale società italiana. Gli incontri di Dialogando saranno animati da cento ragazzi scelti dall'ente secondo un criterio meritocratico. Tra i relatori è prevista la partecipazione di Tobia Zevi, presidente dell’Associazione di cultura ebraica Hans Jonas, che dibatterà sul ruolo assunto dalle religioni in Italia. Il giornalista e consigliere della Comunità ebraica di Milano Stefano Jesurum modererà invece il confronto Idee per una nuova cittadinanza. Colloquio con le seconde generazioni a cui parteciperà Nahum in rappresentanza di Dialoghi Asolani.
La presenza alla conferenza odierna di Busetta e Fabris, protagonisti di un simbolico gemellaggio tra i due comuni, il primo storica porta d’accesso all’immigrazione di matrice nordafricana, il secondo nuovo laboratorio d’eccellenza per le politiche di integrazione ha contrassegnato la mattinata. Lampedusa e Bassano del Grappa insieme per il Centocinquantenario di Unità italiana nel nome dell’inclusione. “Tre giorni per unire il nostro paese in un modo nuovo” recita uno degli slogan di Dialogando.
Ha concluso la prima sessione dei lavori Carmine Caprì, presidente della Fondazione Sabir, da anni realtà di riferimento nell’analisi e nella riflessione pubblica sulle principali questioni del territorio siciliano. A seguire, alla presenza del ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan, del capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera Benedetto Della Vedova, del presidente della Fondazione Farefuturo Adolfo Urso e del deputato del Partito Radicale Rita Bernardini, si è svolto un confronto tra rappresentanti di organizzazioni giovanili italiane impegnate sul fronte dell’immigrazione e del dialogo dal titolo Il futuro del Mediterraneo. Democrazia, lavoro, internet. Voce ebraica del confronto, moderato da Filomeno Lopes, il presidente Ugei Daniele Regard, che ha anticipato un fitto calendario di eventi organizzati dall’ente in collaborazione con il Forum Nazionale sull’immigrazione del Partito Democratico. Sul finire di mattinata è intervenuto anche il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. Tra i punti toccati da Pacifici, la lotta al pregiudizio verso le comunità rom e sinti e le possibili collaborazioni tra realtà ebraiche e islamiche nel sostenimento di alcune battaglie comuni come quella che punta a preservare la legittimità di pratiche quali la circoncisione e la macellazione rituale. Il presidente Pacifici, che ha ricordato l’importanza del dialogo con i rappresentanti dell’Islam italiano quando ciò avviene in condizioni di assoluta trasparenza, ha quindi illustrato il modello positivo di integrazione rappresentato da Israele, paese che negli anni Novanta accolse un milione di immigrati provenienti dai paesi dell’ex Unione Sovietica. Divulgato inoltre dal leader dell’ebraismo capitolino il progetto che vedrà la Comunità ebraica di Roma lavorare a fianco dell’ente no profit Prospera per favorire l’ingresso di giovani immigrati nel mondo del lavoro.

Adam Smulevich
 
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pilpul
Shoah e poesia 
Francesco LucreziLo Yom ha-Shoah è caduto quest’anno, impossibile negarlo, in un momento particolarmente difficile e inquieto per il popolo ebraico (ma quante volte si è potuto dire diversamente?). La voce dei nemici di Israele si fa sempre più minacciosa, né i sommovimenti in atto nel mondo arabo sembrano, almeno finora, avere segnato una svolta nel segno di una volontà di dialogo e riconciliazione (a volte, come in Egitto, sembra anzi il contrario); l’accordo tra Hamas e Fatah parrebbe avere affossato le esili speranze di potere disporre, prima o poi, di un partner negoziale affidabile, quantunque duro ed esigente; i valori della memoria e dell’antifascismo vacillano, in tutta Europa, sotto i colpi di nostalgici, reazionari, negazionisti e oscurantisti di ogni risma, che sembrano spuntare dovunque come funghi, dalla Francia (ove il Front National di Marine Le Pen cresce sempre più nei sondaggi) all’Ungheria (che si è appena dotata di una nuova costituzione di stampo clericale e ultranazionalista), dalla Finlandia alla Russia, all’Italia (almeno due candidati alle prossime elezioni amministrative di Napoli hanno fatto aperta apologia del nazismo, nella quasi indifferenza generale) ecc… Ed è abbastanza triste dovere segnare, come unico motivo di consolazione, la morte di Bin Laden.
Se dalla realtà e dalla politica non vengono buone notizie, si può forse cercare, però, qualche segnale di speranza nel mondo dell’arte e della fantasia. E piace citare, a questo proposito, lo straordinario, delicatissimo contributo all’elaborazione della memoria che viene dalla voce di una giovane coppia di scrittori ebrei americani, marito e moglie, già meritatamente ascesi nell’empireo dei grandi della letteratura contemporanea: Jonathan Safran Foer e Nicole Krauss. Dopo il grido muto della generazione dei sopravvissuti, e la dolorosa ricerca di senso dei loro figli, la “New York’s golden literary couple” rappresenta una terza generazione di testimoni, che, sulle tracce del terribile destino dei loro nonni, sembra avere creato nuove forme di linguaggio e di emozione, in grado di coniugare la contemplazione della voragine del XX secolo con la costruzione di un futuro non chiuso alla speranza. La memoria della Shoah, nelle pagine dei due scrittori (pensiamo ai romanzi “Ogni cosa è illuminata”, “La storia dell’amore”, “La grande casa”), non è più una prigione, una condanna, ma un naturale specchio dell’anima, una inesauribile sorgente di coscienza, un “secondo cuore” palpitante. E viene da chiedersi cosa avrebbe detto, di fronte alle loro pagine, Teodoro Adorno, a cui si deve la famosa asserzione secondo cui, dopo Auschwitz, non sarebbe mai più stato possibile creare poesia. Quella frase, è stato detto, era già poesia, così come è poesia l’idea della Krauss, ne “La storia dell’amore”, secondo cui ogni parola, per quanto perduta, possa rinascere, e tornare a risuonare. Viene da pensare, al riguardo, alla riflessione di Walter Benjamin, che, alla domanda se la fotografia fosse o no una forma di arte, rispose che occorreva invece chiedersi in che misura la nascita della fotografia avesse cambiato la stessa nozione di arte. Allo stesso modo, si può dire che l’idea di memoria è cambiata dopo la Shoah e, con essa, la poesia sulla memoria. Se il viaggio di Ulisse, col felice ritorno a Itaca, è precluso, così come il viaggio di Enea, alla gloriosa conquista di un nuovo mondo, nuovi viaggiatori si sono, comunque, messi in cammino, con la forza di una parola umile, sommessa, che chiede di essere ascoltata.

Francesco Lucrezi, storico

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notizieflash   rassegna stampa
Giorgio Napolitano presto in Israele
per ritirare il premio Dan David

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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il 15 maggio si recherà in visita a Tel Aviv. Fra i motivi del viaggio quello di ritirare il premio Dan David - uno dei più prestigiosi riconoscimenti israeliani - che gli fu attribuito nell'edizione del 2010. Lo conferma una nota ufficiale diffusa oggi
dall'organizzazione del premio. La consegna - si legge nel testo - si svolgerà nell'aula magna dell'Università di Tel Aviv, tradizionale sede della premiazione, alla presenza fra gli altri del presidente israeliano, Shimon Peres, già Nobel per la pace. Il Dan David è un riconoscimento nato diversi anni fa..
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Proprio mentre questa rassegna viene scritta, al Cairo, grazie al lavoro dei nuovi capi, si festeggia la pace (pace?) tra i cosiddetti moderati di Fatah e gli estremisti di Hamas. Sapendo, purtroppo, come vanno le cose, non ci illudiamo che il mondo arrivi a comprendere che questo è il passo decisivo per vedere anche la Cisgiordania sotto il controllo di Hamas, e l'Egitto, una volta che avrà aperto le frontiere di Rafah, stretto alleato di coloro che l'Occidente ha  etichettato come terroristi.
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Emanuel Segre Amar


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Pagine Ebraiche 
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Dafdaf
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