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27 maggio
2011 - 23 Iyar 5771 |
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Alfonso
Arbib,
rabbino capo
di Milano
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La
Halakhà prevede che prima di Shavu'òt si cominci a leggere il libro di
Bemidbàr. I Chakhamìm considerano l'esperienza del midbàr - deserto -
premessa fondamentale per poter ricevere la Torah. Perché? Ci possono
essere ovviamente varie risposte a queste domande, una di queste è che
il deserto rappresenta l'umiltà (Avrahàm dice di se stesso "Io sono
polvere e cenere"). Ricevere la Torah significa innanzitutto ascoltare
il messaggio divino. La parashà del Matàn Torah comincia con le parole
"E ascoltò". Senza capacità di ascolto è impossibile ricevere la Torah,
per essere capaci di ascoltare è necessario non considerare se stessi
al centro dell'universo ed essere capaci di mettere da parte la propria
superbia per mettersi nelle condizioni di ricevere il messaggio divino.
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Sonia
Brunetti
Luzzati,
pedagogista
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Lo chiamano “effetto Daf Daf”.
Si tratta della curiosa iniziativa di un gruppo di bambini che ha
spontaneamente deciso di produrre un proprio giornalino da diffondere a
scuola insieme alla testata per piccoli che Pagine Ebraiche pubblica
ormai da mesi. Agli adulti stupiti questa volta è stata richiesta la
possibilità di poter fotocopiare il numero appena prodotto anziché un
aiuto per scrivere il loro profilo su Fecebook. Variazioni creative al
rito emancipatorio per eccellenza della nostra epoca.
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Jarach: “Dall'Ucei
equilibrio e parole di saggezza”
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Intervenendo in risposta
all’intervento del Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Renzo Gattegna sulle polemiche e gli episodi avvenuti
nell’ambito della Comunità ebraica di Roma, il Presidente della
Comunità ebraica di Milano, Roberto Jarach, ha inviato questo
messaggio: “Caro Renzo, credo tu mi conosca abbastanza bene per sapere
che non tendo a scrivere per farmi bello né a fare complimenti formali.
Sento oggi il bisogno di esprimerti la mia riconoscenza per le sagge e
pacate riflessioni sui fatti di Roma, di cui tra l’altro non conosco i
dettagli, ma nelle quali ho molto apprezzato il tentativo di condannare
un odioso episodio senza cadere in condanne e solidarietà a singoli.
Trovo questo il giusto ruolo del Presidente dell’UCEI nella difesa di
principi e valori, astenendosi da attribuzioni di patenti a buoni e
cattivi. In occasione della riunione di Giunta mi è stato richiesto di
inviare messaggi di solidarietà e/o di condanna e ho potuto sostenere
che il mio Presidente aveva correttamente espresso quello che è anche
il mio pensiero e che la solidarietà a qualcuno si sarebbe interpretata
come accusa a qualcun altro stravolgendo il messaggio sui valori e
disvalori. Grazie, continua a difendere così la nostra
immagine”.
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Qui Torino - Un
convegno in ricordo di Guido Fubini
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Antifascista militante,
insigne giurista, difensore dei diritti delle minoranze e della libertà
di culto. Un grande convegno dal titolo L’impegno di una vita ricorderà
nelle prossime ore la straordinaria figura di Guido Fubini a un anno
dalla scomparsa. L’appuntamento è nella sua kehillah, la Comunità
ebraica di Torino, dove domenica 29 maggio a partire dalle 9.30 fino a
tardo pomeriggio si svolgerà un’appassionante giornata di studi a lui
dedicata. Molti gli ospiti chiamati a portare un contributo come molti
saranno i temi, legati alla sua densa attività in campo ebraico e
civile, affrontati nel corso della giornata: dal dibattito sempre
attuale sulla laicità alla lunga strada che portò all’Intesa tra
ebraismo italiano e Stato, dall’inesauribile impegno politico del
giurista torinese all’analisi critica di alcuni suoi scritti. Il
programma del convegno è suddiviso in due distinte sessioni di
approfondimento. La sessione mattutina, coordinata da Gastone
Cottino, prevede gli interventi di Franco Segre (Ebraismo e laicità),
Anselmo Calò (Il rilancio della Rassegna Mensile d’Israel), Dario
Tedeschi (La lunga strada per l’Intesa con lo Stato), Stefania Dazzetti
(La tutela dei diritti di libertà nei rapporti tra Stato e confessioni
religiose) e Marco Brunazzi (L’impegno politico: dalla Francia
all’Italia). Al pomeriggio, con il coordinamento del presidente della
Comunità ebraica di Torino Tullio Levi, interverranno invece Antonio
Caputo (Giustizia e libertà), David Meghnagi (Antisemitismo,
antisionismo, pace in Medio Oriente), Alberto Cavaglion (Gli scritti,
tra narrazione, ironia e polemica), Gustavo Zagrebelsky e Stefano Levi
Della Torre (Dialogo sulla laicità). Le conclusioni saranno affidate a
Gastone Cottino.
Numerosi gli enti che hanno
collaborato alla realizzazione dell’evento: oltre alla Comunità ebraica
di Torino hanno dato il loro contributo Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, Gruppo di Studi Ebraici, Istituto di studi storici Gaetano
Salvemini, Centro Piero Gobetti e Movimento d’Azione Giustizia e
Libertà. L’evento è inoltre patrocinato da Città di Torino, Università
degli Studi di Torino e Master Internazionale di II livello in
Didattica della Shoah dell’Università Roma Tre.
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Le molteplici anime di
Guido Fubini
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Si potrebbe fare un convegno
per raccontare i vari momenti della storia di Guido Fubini, da quando,
tredicenne, si fece espellere da tutte le scuole del regno per aver
scritto “abbasso Hitler” sulla porta del bagno della scuola, al suo
impegno in Giustizia e Libertà a Milano nei mesi che precedono la
Liberazione, alle vicende legate alla sua professione di avvocato. E si
potrebbe organizzare un altro convegno sui suoi libri autobiografici in
cui racconta queste vicende. Poi si potrebbe analizzare, in un altro
convegno, la sua riflessione sui diritti delle minoranze e il suo ruolo
nel dibattito che ha portato alle Intese e allo Statuto dell’ebraismo
italiano. Sarebbe anche opportuno un convegno sulla Rassegna Mensile di
Israel (che Guido Fubini ha diretto per alcuni anni); e naturalmente
non si può dimenticare Ha Keillah, la rivista torinese, organo del
gruppo di studi ebraici, di cui Guido è stato tra i fondatori e di cui
è stato ininterrottamente redattore senza fare mai mancare in ogni
numero uno o più contributi. Nei suoi articoli trattava di diritto, di
politica italiana, ma anche di comunità ebraiche, Israele, ebraismo,
Tanakh. Poi ci sarebbe da organizzare un convegno sull’antisemitismo, e
un altro sulla laicità (in ambito italiano, ma anche all’interno delle
istituzioni ebraiche), e molti altri ancora.
Per tutti questi motivi la giornata di studio dal titolo “L’impegno di
una vita”, che si svolgerà domenica a Torino in ricordo di Guido Fubini
a un anno dalla sua scomparsa, si profila non solo molto interessante,
ma anche estremamente variegata: tra le molteplici anime di Guido
Fubini e i molteplici interessi che hanno indirizzato la sua
riflessione in diversi ambiti, ciascuno troverà facilmente i temi più
vicini alla propria sensibilità. Questa varietà di temi ci ricorda che
ci sono molti modi di vivere l’ebraismo; il rispetto per questa
pluralità è un altro insegnamento di Guido Fubini su cui varrebbe la
pena di organizzare un convegno: un rispetto di cui oggi nelle nostre
comunità si sente talvolta il bisogno.
Anna
Segre, insegnante
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Dibattito aperto |
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A proposito delle polemiche e
degli episodi avvenuti nell’ambito della
Comunità ebraica di Roma, sono molti i contributi pervenuti in
redazione. Esponenti ebraici italiani, opinion leader o
semplici lettori di cui vi proproniamo una rassegna ampia nella sezione
dossier del Portale dell’ebraismo italiano che ospita tra gli altri gli
interventi di Giorgio Gomel, Gheula Canarutto Nemni, Tobia Zevi,
Francesco Lucrezi, Il Tizio della Sera, Donatella Di Cesare, Ugo Volli,
Sergio Della Pergola, Anna Foa, Renzo Gattegna, Mino Di Porto, Gad
Lerner, Victor Magiar, Fiamma Nirenstein, Riccardo Pacifici,
Paolo Brogi, Francesca Nurnberg, Daniel Funaro, Sandro Natan Di Castro,
I ragazzi di Havi’u et Hayom, Moni Ovadia, Giorgio Israel, Sharon Nizza, Gadi Luzzatto Voghera e Roberto Jarach.
clicca qui per leggere il dossier
sul Portale dell'ebraismo italiano www.moked.it
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notizieflash |
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rassegna
stampa |
Fmi:
Fischer (Banca di Israele)
non smentisce candidatura
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Leggi la rassegna |
Posto vacante per la sostituzione di Dominique
Strauss-Kahn, capo del Fondo monetario internazionale. Fra i
candidati spicca il nome di Stanley Fischer, capo della banca centrale
di Israele, che in un'intervista a Les Echos alla
domanda sulla sua possibile candidatura alla direzione del Fmi
ha risposto: "Ho un lavoro eccitante come capo della banca centrale di
Israele. Ma la gestione del Fondo monetario internazionale è una
posizione appassionante". Fischer è stato direttore generale
aggiunto del Fmi tra il 1994 e il 2001, ricorda Les Echos. Le
candidature per questa posizione sono state aperte lunedì, e per ora
solo il ministro dell'Economia francese Christine Lagarde e il
Governatore della banca centrale del Messico, Agustin Carstens, hanno
annunciato la candidatura, mentre il governatore della banca centrale
del Kazakhstan, Grigory Marchenko è stato proposto dalla Comunità degli
Stati Indipendenti (ex Unione Sovietica meno gli Stati baltici e
Georgia). Le candidature devono pervenire al Fmi entro il 10 giugno.
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Il
delitto paga? Abituati come siamo ad assistere impotenti al modo in cui
l’inflazione di crimini e criminali è abitualmente lasciata impunita,
un moto di comprensibile sorpresa, unita a legittima soddisfazione, ci
ha accompagnato nell’apprendere, ieri pomeriggio, che Ratko Mladic –
meglio noto come «il boia di Srebrenica», la città bosniaca dove
comandò, in qualità di generale dell’esercito serbo, l’eccidio di
migliaia di musulmani indifesi – sia stato assicurato alla giustizia...»
Claudio Vercelli
Sono sostanzialmente tre gli
argomenti che tengono banco sulla stampa nazionale e internazionale: il
futuro della pace in Medioriente dopo il discorso di Obama che ribadiva
un ritorno ai confini del ’67, le rivolte popolari nei paesi arabi e i
dubbi degli otto Grandi sulle modalità di intervento e sulle
conseguenze politico diplomatiche, e infine un’ampia riflessione sulla
questione della Memoria e della Giustizia, attualizzata dalla cattura
(finalmente!) del criminale di guerra serbo-bosniaco Ratko Mladić...»
Gadi Luzzatto Voghera
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è il giornale dell'ebraismo
italiano |
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Dafdaf
è il giornale ebraico per bambini |
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L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che
incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli
articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente
indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di
posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone
che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti
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