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31 maggio 2011 - 27 Iyar 5771
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Roberto Della Rocca
Roberto
Della Rocca,
rabbino

Stasera e domani, 28 di Iyar, si festeggia la liberazione di Yerushalaim avvenuta durante la guerra dei sei giorni. Tra i Salmi più indicati per questa occasione si evidenzia il 122, nel quale si canta, tra l'altro, la gioia di trovarsi sulle porte di Yerushalaim, luogo di pace e di giustizia. Il verso 3 di questo Salmo,  forse uno dei più enigmatici della Bibbia “...Yerushalaim che è costruita come una città di un’armoniosa unità...” è commentato dal Talmùd, Taanìt 5 a, come un riferimento all'accoppiamento tra la Yerushalaim celeste e quella terrestre. Ma anche una chiara indicazione di come non c’è una Yerushalaim celeste senza il ritorno del popolo ebraico nella Yerushalaim terrestre. Si conferma pertanto un’imposssibilità di una salvezza religiosa senza una giustizia sociale nella città terrestre. Yerushalaim, dove la luce e l’azzurro del cielo è senza eguali, non costituisce per noi un mero simbolo teologico, come neppure un sito dell’immaginazione, del folklore e della retorica popolare, ma piuttosto un luogo reale dove si frappongono questioni concrete relative ai rapporti con il prossimo e con altri uomini. E dove interagiscono fratellanze talvolta difficili e articolate. Tutto ciò nella Yerushalaim terrestre e odierna, e non in pii pensieri come neppure nei mondi della comunicazione virtuale.
Dario
 Calimani,
 anglista


Dario Calimani
È in atto oggi in Italia un deliberato programma di impoverimento della scuola pubblica e dell’università, in particolare di tutto ciò che concerne la cultura umanistica, ossia quella cultura che dovrebbe insegnare a sviluppare pensiero e dibattito attorno al senso del nostro vivere sociale e ai valori della democrazia. Si stanno imponendo – oltre all’egemonia dell’interesse privato – il valore crudo dell’utilitarismo scientifico. È un danno che si paga con il misconoscimento dei valori etici e dei doveri comuni. E quando non ci si saprà più confrontare rispettando l’identità, il ruolo e le idee l’uno dell’altro, sarà il momento di riconoscere che si sta preparando l’avvento di un nuovo regime, non solo culturale.

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davar
Qui Milano - Si rinnova il governo della città,
si apre stagione di rapporti nuovi per la Comunità
Giuliano PisapiaGiuliano Pisapia è il nuovo sindaco di Milano. L’avvocato sessantaduenne, illustre penalista, un passato da parlamentare indipendente eletto nelle fila di Rifondazione Comunista, ha sconfitto al ballottaggio il sindaco uscente Letizia Moratti. Con la sua amministrazione si apre anche una nuova fase di rapporti tra istituzioni cittadine e Comunità ebraica milanese, dopo la lunga stagione di amministrazioni di centro-destra, come commenta il presidente della Comunità Roberto Jarach.
“La posizione della Comunità ebraica deve essere di neutralità politica nei confronti del governo locale finché non vengono messi in discussione i principi fondamentali di convivenza e di rispetto dei diritti e delle libertà di pensiero e di parola. Fortunatamente, questa eventualità nella realtà di Milano, e della democrazia italiana in generale, è molto remota e direi oggi nemmeno ipotizzabile. Il cambio nel governo della nostra città presenta le normali difficoltà di ricostruzione di pluriennali rapporti personali di collaborazione e di conoscenza, ma non ho dubbi che con la nuova amministrazione potremo trovare piena disponibilità ad affrontare le tematiche che più ci stanno a cuore. Appena formata la nuova giunta valuteremo meglio i tempi necessari per andare a regime, in funzione di rapporti personali già consolidati o nuovi rapporti da instaurare con singoli assessorati. Ringrazio Letizia Moratti e tutta la sua squadra per gli ottimi rapporti e per il sostegno dato alla Comunità ebraica negli ultimi cinque anni, in continuità con i due mandati precedenti del sindaco Albertini. Sono certo che l’immagine e il posizionamento della Comunità ebraica nella società milanese saranno ugualmente apprezzati dal nuovo sindaco Pisapia e che la collaborazione con le autorità cittadine resterà ottimale”.
Invia le sue felicitazioni al neosindaco il consigliere milanese dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Riccardo Hoffman: “Desidero innanzitutto esprimere i miei migliori auguri di ogni successo all’avvocato Pisapia per il suo nuovo e importante mandato di sindaco di Milano. Sono convinto che continuerà l’eccellente rapporto con le istituzioni milanesi e che si apriranno nuove opportunità di collaborazione con il mondo ebraico milanese e italiano per far conoscere all’esterno la storia bimillenaria della presenza ebraica in Italia, la realtà di oggi, la cultura ebraica nelle sue molteplici forme, la realtà di Israele”.
Quella di Giuliano Pisapia è stata una candidatura appoggiata da molti esponenti di spicco dell’ebraismo milanese per la sensibilità dell’avvocato verso il tema dei diritti della persona e dei rapporti con le minoranze etniche e religiose, ma anche per le rassicurazioni sul nodo della questione mediorientale. Pisapia, proveniente da quell’area della sinistra dove più spesso si riscontra un certo pregiudizio nei confronti delle ragioni dello Stato ebraico, ha infatti incassato l’appoggio di Sinistra per Israele, ancora all’indomani della sua candidatura alle primarie del Partito democratico, nel novembre del 2010.
“Giuliano Pisapia ha avuto da subito il desiderio di incontrare la nostra realtà che ha come obiettivo quello di rompere i luoghi comuni e i pregiudizi che una certa area della sinistra, spesso maggioritaria, nutre nei confronti di Israele" spiega Giorgio Albertini, coordinatore della sezione milanese di Sinistra per Israele e collaboratore di Pagine Ebraiche. "Pisapia è venuto da noi - prosegue Albertini - con la volontà di ascoltare e ricevere indicazioni sulla questione mediorientale per arrivare a un atteggiamento equo, esprimendo vicinanza alle istanze di sicurezza di Israele. In un certo senso ci ha chiesto di essere guidato nell’approccio da tenere nei confronti di questi problemi, con il suo consueto atteggiamento di apertura e di fiducia nei confronti delle persone che lo circondano tra cui il nostro Massimo Chierici, che ha curato la sua campagna internet”.
Apertura e condivisione che l’allora candidato sindaco Pisapia ha espresso anche in un messaggio inviato alla Comunità ebraica negli scorsi giorni in occasione di Yom Haatzmaut, Festa per l’Indipendenza dello Stato d’Israele, in cui oltre all’auspicio dell’impegno di ogni milanese per “il sogno di una pace giusta in Medio Oriente che promuova l'idea di due popoli e due Stati”, ha espresso apprezzamento per il ruolo che la Comunità ebraica svolge nella città come “portatrice di uno sguardo profondo e antico sul tema della convivenza, della difesa dell'identità e dell'integrazione”. L’importanza che l’agenda di Giuliano Pisapia attribuisce a questioni come l’integrazione e la politica verso l’immigrazione e le minoranze è un segnale molto positivo anche secondo Emanuele Fiano, deputato milanese del Partito democratico, segretario nazionale di Sinistra per Israele ed ex presidente della Comunità ebraica cittadina. “Dobbiamo essere molto contenti per la grande partecipazione al voto, che è sempre una garanzia di democrazia, apertura e rispetto per tutti. Nei giorni scorsi insieme abbiamo avuto un incontro privato tra consiglieri della Comunità e alcuni esponenti di quella che sarà l’amministrazione Pisapia proprio sui temi di accoglienza verso gli stranieri, immigrazione, rapporti con gli islamici. La Comunità ebraica riveste infatti un ruolo fondamentale come sentinella contro l’intolleranza e il razzismo. Va poi sottolineato che Pisapia vuole nella sua squadra un consulente che si dedichi ai rapporti con le religioni, tutte le religioni, e con il ruolo che esse giocano in una grande metropoli”.
All’incontro privato, cui erano presenti Stefano Boeri e Pierfrancesco Majorino, hanno partecipato il vicepresidente della Comunità ebraica Daniele Nahum e l’assessore alla cultura Daniele Cohen.
“È stata una chiacchierata informale molto positiva" racconta Nahum, che ha di recente lanciato con editoriale sulle pagine milanesi del quotidiano La Repubblica la proposta di istituire anche a Milano un assessorato all’integrazione. "Abbiamo ricevuto, da parte dei vertici del Partito democratico milanese, un importante interessamento al tema dei diritti della persona e di quanto l’esperienza della Comunità ebraica possa apportare in questo frangente, una rassicurazione sulle posizioni della nuova amministrazione nei confronti della questione mediorientale e infine un grande apprezzamento e interesse per la valorizzazione della cultura ebraica nel contesto cittadino”.

Rossella Tercatin

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pilpul
Facciamoci una risata
Tobia ZeviPotrei scrivere nuovamente delle «baruffe» romane. Qualcuno se ne rallegrerebbe. In un certo senso invidio chi adopera continuamente frasi infuocate, granitico nelle sue convinzioni, roccioso nelle scelte di «campo», turgido negli accenti, sempre tonitruante e stentoreo. Beato lui. Io in queste polemiche mi sento in ogni caso sconfitto, perché ritengo che litigare sia assai più facile che parlarsi, e che quando lo si fa si perde un po' tutti quanti. Con grave danno dell’ebraismo italiano. Ça suffit. La notizia del giorno sono le elezioni amministrative. Non mi pare opportuno lanciarsi in considerazioni politiche: su queste colonne ci si è spesso occupati di rom, di immigrazione, di moschee. Non per generico interesse culturale, ma perché come minoranza paese questi temi ci interessano, o dovrebbero interessarci. Si è già sottolineato come alcuni accenti della competizione elettorale meneghina fossero completamente inaccettabili: zingaropoli, stanze del buco, campi rom e moschee a ogni angolo di strada. Questa propaganda elettorale – da ieri sotto la lente d’ingrandimento delle autorità europee – non ha fatto breccia nelle menti dei milanesi, che hanno impartito una lezione a tutti noi. Ma c’è un altro aspetto. Mentre le accuse contro Giuliano Pisapia si facevano sempre più terribili, il popolo dei suoi militanti ha cominciato una martellante campagna virtuale in cui lo stesso candidato veniva tacciato di ogni nefandezza: di aver fatto suonare la sveglia troppo forte, di aver rubato le chiavi dimenticate in ufficio, di aver rotto il tacco tra le pietre del selciato. Una saga virtuale divertentissima e, alla fine, assai efficace. Forse questa opportunità ci era sfuggita: che l’arma migliore contro l’intolleranza e il razzismo sia una saggia, benefica risata? Che anche all’interno delle nostre comunità, quando ci infervoriamo in discussioni all’arma bianca, convenisse stemperare e ironizzare? Chi non è d’accordo, una risata lo seppellirà.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas 


Sandro Natan Di Castro: "Stanchi di che?"
Dibattito aperto
A proposito delle polemiche e degli episodi avvenuti nell’ambito della Comunità ebraica di Roma, sono molti i contributi pervenuti in redazione. Esponenti ebraici italiani, opinion leader o semplici lettori di cui vi proproniamo una rassegna ampia nella sezione dossier del Portale dell’ebraismo italiano, che ospita tra gli altri gli interventi di Giorgio Gomel, Gheula Canarutto Nemni, Tobia Zevi, Francesco Lucrezi, Il Tizio della Sera, Donatella Di Cesare, Ugo Volli, Sergio Della Pergola, Anna Foa, Renzo Gattegna, Mino Di Porto, Gad Lerner, Victor Magiar, Fiamma Nirenstein, Riccardo Pacifici, Paolo Brogi, Francesca Nurnberg, Daniel Funaro, Sandro Natan Di Castro, I ragazzi di Havi’u et Hayom, Moni Ovadia, Giorgio Israel, Sharon Nizza, Gadi Luzzatto Voghera, Roberto Jarach, Fabio Della Pergola, Gavriel Segre e Giuseppe Damascelli.

clicca qui per leggere il dossier sul Portale dell'ebraismo italiano www.moked.it

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notizie flash   rassegna stampa
Successione di Strauss-Kahn al FMI,
il governatore Fischer invita alla prudenza
  Leggi la rassegna

“Amo il mio lavoro alla Banca Centrale d’Israele. Vedremo cosa accadrà nei prossimi giorni ma è ancora prematuro parlare di questo argomento visto che la rosa dei candidati non è completa e mancano ancora molti giorni al voto”. Questo l’invito alla prudenza formulato stamani alla Ben Gurion University dal governatore della Banca Centrale d’Israele Stanley Fischer a proposito delle voci che lo vorrebbero tra i candidati alla successione di Dominique Strauss-Kahn alla guida del Fondo Monetario Internazionale. 
 

Non vi sono notizie fresche sulla rassegna di oggi. Gli articoli più significativi da leggere riguardano l'antisemitismo: un vero e proprio saggio breve di Paolo Mieli pubblicato dal Corriere sulla figura di Giuda Iscariota e il modo in cui la cristianità lo identificò con l'ebraismo e una risposta di Furio Colombo a una lettera al Fatto sulla "lobby ebraica"...»

Ugo Volli











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