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Regalità d’Italia
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Il
2 giugno è la festa della Repubblica. Più precisamente, ricorda il
giorno del 1946 in cui, con un referendum popolare, la maggioranza (ma
non di tanto) della popolazione italiana votò contro la monarchia e a
favore della repubblica. Quarantadue anni prima, il giovane re Vittorio
Emanuele III si era recato per la prima volta in visita alla Sinagoga
Maggiore di Roma, da poco inaugurata. Così è descritta la visita del re
nella cronaca del Vessillo Israelitico (1904, LII, pp. 345-348):
“Un
avvenimento della più alta importanza storica e morale si compiva
sabato 2 Luglio (19 Tamuz 5664) alle ore 8 ant. in Roma. S. M. Vittorio
Emanuele III, accompagnato dai generali Brusati e Mayno, scortato dai
corazzieri e dai ciclisti, si recava pel Lungo Tevere Cenci a visitare
il nuovo Tempio che gl’Israeliti di Roma hanno innalzato dopo molte
difficoltà, nel luogo stesso in cui tanto soffersero per l’addietro. La
data del 2 Luglio 1904 sarà scritta a lettere d’oro nel libro della
storia degl’Israeliti di Roma e d’Italia, poiché questa è la prima
volta nei secoli che il sovrano si associa ad una grande solennità per
l’Israelitismo. A ricevere S. M. ai cancelli dell’edifizio erano: (…)
il pres. Avv. Cav. Angelo Sereni, (…) col Rabb. Magg. Prof. cav.
Vittorio Castiglioni (…). Mi sarebbe impossibile dire
dell’entusiasmo, degli evviva al Re, dei battimani, delle esclamazioni
di gioia, della commozione generale, coi quali veniva accolto il Re
saggio dalla enorme folla accalcatasi nei dintorni del Tempio (…) S. M.
entrò nel Tempio di cui ammirò l’architettura, le splendide pitture,il
magnifico altare, l’arca santa, facendosi spiegare dall’illustre Rabb.
Magg. il significato delle varie iscrizioni ebraiche. S’informò della
costituzione della Comunità e del modo di elezione delle sue cariche,
delle rendite e delle spese di essa. Visitò le bellissime gallerie
destinate alle signore e si mostrò bene informato di molte importanti
pratiche di culto, ricordando quanto aveva veduto nel suo viaggio in
Oriente, a Salonicco e a Gerusalemme, ove ebbe entusiastiche
accoglienze anche per parte degl’Israeliti. Salito nella grandiosa
sala del Consiglio, chiese anche qui esatte spiegazioni delle
iscrizioni sulle pareti, e volle affacciarsi ad una delle finestre.
Immaginarsi l’entusiasmo della folla che era sulla via in quel momento
anche verso il Ponte Quattro Capi, e di tutti gli abitanti dei dintorni
affacciati alle loro finestre! Pregato dal sig. Presidente si
compiacque di scrivere l’augusto suo nome in apposito prezioso albo che
sarà gelosamente conservato colla penna, (…) e, sempre seguito dai
componenti la presidenza, dal Rabb. Magg., dai consiglieri presenti,
dalle signore, partì congratulandosi, fra le grida entusiastiche della
folla che lo acclamò con la massima gioia. La visita durò circa
mezz’ora e lasciò profonda e grata memoria in quanti ebbero l’onore di
assistervi. Ho veduto moltissimi colle lacrime agli occhi, certo
paragonando i tempi e ricordando le disuguaglianze passate. Non v’ha
dubbio, la visita sovrana al nuovo Tempio costituisce un fatto che
contribuirà ad accrescere, se pur ciò è possibile, in petto ad ogni
israelita italiano il sentimento di vivo affetto e di profonda
riverenza per la Maestà del Re e per tutta la Casa reale”.
Che
la visita lasciasse “profonda e grata memoria” in chi vi assistette è
credibile. Certamente non la lasciò nel “re saggio” e nei suoi
accompagnatori, se trentaquattro anni dopo lo stesso re, ormai
cresciuto (d’età), firmò con “l’augusto suo nome” le orribili leggi
razziste contro gli ebrei. Chissà se hanno conservato pure quella
penna. Nemici ne abbiamo avuti tanti e qualcuno ce n’è ancora. Ma
abbiamo imparato a conviverci. Sono gli amici improvvisamente diventati
nemici che proprio non ci vanno giù. Che se ne vadano a casa, con un
bel voto popolare.
rav
Gianfranco Di Segni, Collegio rabbinico italiano
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Trallallà
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Il Tizio della Sera ama le consultazioni elettorali: le squisite amministrative,
le formidabili politiche, le stimolanti referendarie. In queste fasi
della vita civile, gli ebrei smettono di essere il male del mondo e il
male del mondo diventa Berlusconi e quelli che non la pensano come lui,
che in effetti questi qui iniziano a essere tanti e ci deve essere
qualcosa di vero. In ogni caso, sotto elezioni gli ebrei si riposano. Smettono di spiegare che non sono nazisti, fascisti, colonialisti, fasciosionisti,
ultranazionalisti, integralisti, fanatici, cripto-massoni. La
discussione è sospesa e gli ebrei si accorgono di abitare in Italia. I
politici danno il cambio agli ebrei. Sotto elezioni, i politici sono
ganzi: sono gente alla mano e si rivolgono a tutti, figurati, anche
agli ebrei e agli zingari - anche se agli zingari, non sempre con
educazione. E il Tizio che ha smesso di spiegare al suo vicino di
pianerottolo che gli ebrei non possono andare a vivere in Turchia, ora
è veramente contento perché può pensare a Milano 5. Legge la lettera di
Pisapia alla comunità di Milano, ed è contento: simpatico pensa, sembra
Macario, quindi è buono. Poi non sente mai la Moratti rivolgersi alla
comunità di Milano, ed è felice perché gli fa paura come quei film di
Dario Argento. Per carità, gran bella donna, chissà se dorme con il tailleur. Eh sì, riflette,
ci vogliono bene, lo vedi che ormai si sono di nuovo affezionati a noi
come dopo la guerra, quando ci avevano ammazzati quasi tutti e gli
mancavamo. Bene bene, questo elettorale sarà un bel periodo. Ci saranno
i referendum, ci vorranno di nuovo bene. Poi con un po' di fortuna
Berlusconi perderà tutti e cinque i referendum e nel giro di qualche
mese dovranno essere indette le elezioni, e vai col liscio, ci vorranno
dell'altro bene gratis. Poi se il vento regge Berlusconi perde anche le
politiche e così ci ameranno senza tregua perché dovranno fare
anche le presidenziali (se no, tra l'altro, lui non sa cosa fare nella
vita). Però, quando lui avrà perso anche quelle, sarà un problema,
perché la scorta di Berlusconi sarà finita. Ma intanto, trallallà,
godiamocela. E' la democrazia, caro Tizio.
Il
Tizio della Sera
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Dibattito aperto |
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A proposito delle polemiche e
degli episodi avvenuti nell’ambito della
Comunità ebraica di Roma, sono molti i contributi che continuano ad
arrivare in
redazione. Esponenti ebraici italiani, opinion leader o
semplici lettori di cui vi proproniamo una rassegna ampia nella sezione
dossier del Portale dell’ebraismo italiano, che ospita tra gli altri
gli
interventi di Giorgio Gomel, Gheula Canarutto Nemni, Tobia Zevi,
Francesco Lucrezi, Il Tizio della Sera, Donatella Di Cesare, Ugo Volli,
Sergio Della Pergola, Anna Foa, Renzo Gattegna, Mino Di Porto, Gad
Lerner, Victor Magiar, Fiamma Nirenstein, Riccardo Pacifici,
Paolo Brogi, Francesca Nurnberg, Daniel Funaro, Sandro Natan Di Castro,
I ragazzi di Havi’u et Hayom, Moni Ovadia, Giorgio Israel, Sharon Nizza, Gadi Luzzatto
Voghera, Roberto Jarach, Fabio Della Pergola, Gavriel Segre, Giuseppe
Damascelli e Riccardo Hofmann.
clicca qui per leggere il dossier
sul Portale dell'ebraismo italiano www.moked.it
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rassegna
stampa |
Borse di studio Raffaele Cantoni Anche quest’anno, la Fondazione
per la Gioventù Ebraica “Raffaele Cantoni” e l'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane, distribuiranno alcune borse di studio di 4000 Shekel
(corrispondenti a circa 800 euro) a studenti italiani, che intendono
proseguire gli studi in Israele. Tali borse di studio verranno
conferite a giudizio insindacabile del Comitato direttivo della
Fondazione in Israele e dell’UCEI, e verranno consegnate a Gerusalemme...»
Stesso nome, persone diverse Nonostante
la foto pubblicata nella rubrica aleftav, l'indicazione del secondo
nome (Natan) e la specificazione della provenienza (Haifa), alcuni
lettori si sono chiesti se la firma "Sandro Natan Di Castro, Haifa"
apparsa in questi giorni corrispondesse a quella del Consigliere UCEI
Sandro di Castro. Ovviamente non è così.
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